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Autore: EliasMaybe    03/10/2014    0 recensioni
Il sogno di ogni teenager, la realtà di Gwen.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Saluto la mia amica e scendo dall’auto ringraziando sua madre per avermi accompagnato a casa dopo lo shopping mattutino; apro il piccolo cancello che mio padre ha dipinto di color crema da poco per arrivare alla porta cercando le chiavi nell’enorme borsa nera appena comprata. Salgo lo scalino dell’ingresso ma non faccio in tempo ad aprire bocca per salutare la mia famiglia che vedo tre ragazzi seduti sul divano di casa che appena si accorgono di me iniziano a guardarmi con un sorriso a quarantadue denti; mi sforzo di sorridere anche io imbarazzata e mi avvicino a mia sorella Marissa per farmi spiegare l’accaduto quando un altro ragazzo esce dalla cucina con un bicchiere in mano; lui però non sorride quando mi vede, anzi, si ferma di scatto e mi fissa con gli occhi sbarrati, due bellissimi occhi color del cielo in prima mattina; accidenti – penso dentro di me – non pensavo di avere un così brutto aspetto oggi. Dopo qualche secondo Marissa rompe il silenzio presentandomi agli altri e mi svela che sono una giovane band rifugiata in casa nostra per sfuggire alle fan impazzite; ovviamente io non ho idea di chi siano dato che di musica conosco si  e no una canzone scarsa di Michael Jackson. Il ragazzo in piedi accanto a me è Luke, è alto e biondo ed io non riesco a smettere di guardare le sue labbra: al punto giusto tra carnose e fini, rosee e lisce, senza la minima ombra di screpolature; vicino all’estremità sinistra del labbro inferiore ha un piccolo anello nero che, devo dire, apprezzo anche non essendo un’amante dei piercing. Con fatica riesco a distogliere lo sguardo da quella meraviglia di bocca e saluto con un “ciao!” i tre sul divano, poi mi giro verso Luke per fargli un sorriso di cortesia ma lui mi porge la mano destra che io stringo senza pensarci due volte mentre, con un filo di voce, dico - Piacere, io sono Gwen-.
Passo le seguenti due o tre ore a cercare di conoscere questi “intrusi” anche se, a dire la verità, finisco per interagire soltanto con Luke, tanto che mi sembra di conoscerlo fin dai tempi dell’asilo. Verso l’una e un quarto mia mamma ci chiama a pranzo e ovviamente io sono l’ultima ad arrivare a tavola dato che impiego venti minuti pieni a lavare le dieci dita che mi ritrovo attaccate ai palmi delle mani; l’unico posto libero è tra Luke e mio padre quindi mi siedo imbarazzata e inizio a mangiare. Alla fine del pranzo mi appoggio allo schienale della mia sedia e lascio cadere le braccia penzoloni stanca morta dalle tante risate: i ragazzi hanno sostituito i testi di alcune loro canzoni inserendo frasi su quanto è buona la pasta di, e cito testuali parole, “Mama Grace”. Tento di alzarmi per aiutare a sparecchiare ma Luke mi afferra la mano senza farsi notare e mi tiene seduta giocando un po’ con le mie dita, io gli lancio un’occhiataccia ma lui ride divertito e mi trascina in salotto proponendomi un programma ben studiato per il pomeriggio.
Sono le quattro meno dieci e io sto iniziando a pentirmi di essere tornata a casa dopo aver fatto compere; sono seduta in preda al panico sul sedile posteriore della moto di Luke avvinghiata a lui come un koala per la tanta paura; io mi chiedo: perché non si decide a prendere la patente per la macchina? Ha compiuto i diciotto anni e sono più che sicura che i soldi per una’auto non gli mancano. Inoltre è riuscito a convincere i suoi amici e mia sorella ad andare a casa loro per fare un tuffo in piscina e ha praticamente costretto tutti a far andare Marissa con gli altri e di conseguenza a portare me su quella diavolo di motocicletta infernale ignorando le mie opposizioni. Tra l’altro io indosso un vestito nuovo e bianco (con dei fiori colorati che sono uno spettacolo) del tutto inadatto per un’uscita su due ruote! Finalmente noto che quel maledetto rombo ha smesso di rompermi i timpani e lentamente apro gli occhi, rimango a bocca aperta quando vedo la villa gigantesca e la piscina e spalanco ancora di più la mia cavità respiratoria quando Luke mi appare davanti con indosso solo un costume bianco, non è pieno di muscoli ma ha un fisico atletico, decisamente atletico. Mi sorride e mi accompagna in una stanza per farmi cambiare; quando esco ho un bikini con gli slip neri e il top giallo fosforescente ma sono sola e quella casa è un labirinto, abbiamo impiegato parecchi minuti per arrivare dal cancello allo spogliatoio e io adesso non mi ricordo da che parte devo andare. Per fortuna sta arrivando Marissa che è sicuramente più esperta di me per quanto riguarda l’orientamento, dopo essersi cambiata mi riporta a bordo piscina dove tutti stanno facendo il bagno tranne Luke, mi guardo intorno per vedere se lo trovo ma non faccio in tempo a girarmi che arriva di corsa alle mie spalle, mi afferra e si tuffa in piscina trascinando giù anche me. Riprendo fiato e subito tento di affogarlo ma è lui a spingermi sott’acqua più di una volta, tra risate e schizzi ci allontaniamo per evitare vittime ed io comincio a fare un paio bracciate dato che, modestamente, me la cavo bene come nuotatrice; mi immergo un’ultima volta decisa ad uscire e stendermi al sole ma faccio giusto in tempo ad aprire gli occhi che vedo Luke avvicinarsi pericolosamente al mio viso e, appena capisco le sue intenzioni, mi giro di scatto e le sue labbra finiscono sulla mia guancia. Quando riemergo vedo lui che mi sorride, rosso in viso, e tutti gli altri che fanno fischi o gridi per prenderlo in giro; io esco dalla piscina facendo un sorriso forzato e mi stendo su una sdraio chiudendo gli occhi per non dover guardare in faccia nessuno.
Dopo qualche minuto mi metto seduta e vedo Luke che mi sta guardando:
- Che vuoi? – gli dico con un tono involontariamente aggressivo.
- Voglio solo invitarti a prendere un gelato cara mia – mi risponde ironico.
- Caro mio sarà difficile trovare una gelateria dove non ci siano ragazze pronte a saltarti addosso – lo informo.
- Ma io ho un piano - comincia – dato che tu verrai con me potrei spacciarti come la mia ragazza e così … -
- Scordatelo. – lo interrompo prima che riesca a finire la frase – non ho intenzione di farmi usare come scudo. – ribatto decisa.
 

Stupida inesistente odiosa forza di volontà. Sono in una gelateria del centro, mano nella mano con Luke e mi sto odiando davvero tanto, non so come cavolo ho potuto lasciarmi convincere; ordino il mio gelato per distrarmi dagli occhi di una cinquantina di ragazze che mi fissano con invidia e subito dopo avermi costretta a farlo pagare quel maledetto angelo che ho accanto mi stringe a sé. Io cerco inutilmente di liberarmi dalle sue braccia ma le cose peggiorano quando un piccolo gruppo di fan tenta di assalirci, Luke le vede e mi sussurra all’orecchio:
- Ora è il momento del colpo di grazia.
- Che vuoi dire? – faccio in tempo a chiedere, ma al posto di una risposta mi accorgo che in meno di un attimo la sua bocca è sulla mia e per i primi secondi rimango totalmente pietrificata.
Questo è solo un bacio finto – mi ripeto – non è un bacio vero, non è un bacio vero, non è vero … Però deve essere credibile – mi ricordo a un tratto. Così quando lui apre leggermente le labbra io faccio altrettanto e quando mi stringe ancora di più lo lascio fare, anche perché quali alternative avrei in mezzo a tutte queste ragazzine che non aspettano altro che io mi allontani dal loro adorato idolo? Il vero problema è che avrei voglia di aprire di più la bocca, senza contare che le sue braccia sono il paradiso … Insomma, io sono una ragazza seria e non mi lascio trasportare da certe situazioni! Ancora un istante e mi staccherò – dico fiduciosa a me stessa, così quando sento la lingua di Luke toccare la mia mi allontano in modo quasi brusco, come scottata dal fuoco; lo guardo disorientata e noto che anche lui ha un’espressione scossa, bene – penso – almeno non sono l’unica.
Torniamo alla villa sempre tenendoci per mano ma senza spiccicare parola, quando arriviamo non c’è nessuno, controllo il cellulare e leggo il messaggio di mia sorella dove dice che è uscita con gli altri e che torneranno tardi. Do la notizia a Luke e noto che sul suo volto appare un sorrisetto furbo, si toglie la maglietta e gentilmente mi sfila il vestito, mi alza prendendomi lentamente dietro la schiena e dietro le ginocchia, poi scende gli scalini della piscina e si immerge con me nell’acqua stranamente calda. Adesso il suo viso ha un’espressione indecifrabile, si appoggia al bordo della vasca toccando il pavimento con la punta dei piedi, sposta le mani sui miei fianchi per tenermi a galla e mi avvicina a sé. C’è silenzio, un silenzio che mi piace; appoggio la testa sulla sua spalla e sento un brivido quando mi stampa un bacio silenzioso sul collo, continua finché non arriva alla bocca e a quel punto mi arrendo, tocco i suoi capelli mentre lui inizia a baciarmi. Siamo sempre più vicini e la cosa sta diventando sconcia, ma nessuno dei due osa allontanarsi dall’altro per qualche minuto. Quando ci stacchiamo decidiamo di uscire e stenderci un po’, Luke si accorge che ho la pelle d’oca così si alza e mi infila la sua maglietta, poi si siede su una sdraio e mi prende in braccio dandomi il suo telefono che è già impostato sulla fotocamera, io lo guardo con aria interrogativa e lui mi da un bacio e ride.
- Al massimo tre foto – lo avviso mentre alzo il cellulare – ho un aspetto orrendo.
- Sei la più bella del mondo – mi dice scostandomi i capelli dal viso e facendomi arrossire.
Nella prima foto mi copia facendo la linguaccia e nella seconda guarda me invece della telecamera.
- Non devi guardare me – lo rimprovero con un sorriso.
- Ma non ci riesco – ribatte lui.
Con un gesto mi gira verso di lui e mi bacia, scatto l’ultima foto e lascio cadere il telefono in terra senza scostarmi; quando riapro gli occhi siamo sdraiati, appoggio la mano sulla sua pancia e la testa sul suo petto, Luke inizia a cantare e io mi addormento abbracciata a lui ignorando cosa mi aspetta il giorno dopo.
   
 
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