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Autore: New Red Eyes    03/10/2014    2 recensioni
Sette chiavi planetarie.
Sette nuove guerriere.
Sette nemici da sconfiggere.
Una nuova storia sta per cominciare; la Terra è nuovamente in pericolo e solo Lei può salvarla. Ma per risvegliarla dal suo sonno millenario serviranno tutto il coraggio, la forza d'animo, la scaltrezza, lo spirito di sacrificio, la pazienza, l'abilità e la testardaggine delle nuove Sailor.
Un ringraziamento speciale a PinkPhanterLady, per la sua pazienza, i suoi consigli e l'aiuto, ma soprattutto per l' idea dei Vizi Capitali.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Nuovo personaggio | Coppie: Chibiusa/Helios
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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- Akira Yamamoto, Mio Tachibana, Melania Lambert…-
La ragazza sussultò, sentendo il suo nome, e si affrettò a raggiungere la cattedra. Diana, vedendola così preoccupata, le sorrise incoraggiante :-E’ andata bene, non ti preoccupare. Ottantasei su cento è un bel voto, non credi?-
La ragazza si rilassò, osservando la verifica che stringeva tra le mani; fortunatamente tutto il suo impegno era stato ripagato. Sorrise alla donna, per poi voltarsi e fare un segno positivo alle amiche.
:-…Caroline O’Brien e Miruno Hase.- concluse l’ insegnate soddisfatta, finendo di distribuire i compiti ai legittimi proprietari e commentando :-I risultati non sono sempre stati…esaltanti, ma io ho cercato comunque di premiare la buona volontà.-
A quelle parole Miru s’irrigidì istintivamente, ma la donna non sembrò farci caso e concluse:-Da parte vostra, però, continuo a pretendere impegno.-, poi iniziò a raccogliere scrupolosamente le sue cose ed uscì :-A domani, ragazzi! Mi raccomando, studiate!-.
-E anche questa è fatta. Un ottanta bello tondo!- commentò la quindicenne dagli occhi verdi, avvicinandosi alle amiche, raccolte attorno al banco della rossa.-Novantatrè su cento!- la freddò Mio, passando loro di fianco e meritandosi  un’occhiata ammirata di Melania, una sconvolta da Caroline e una a metà tra l’invidioso e il sorpreso da Miruno.
- T-tu non sei umana, ammettilo, sei un’aliena sotto copertura!-  le gridò dietro Caro-chan alla fine, leggermente sotto shock, scatenando le risate degli studenti vicino a lei.
-E tu, Miruno?- s’intromise Melania, ricevendo per risposta uno sbuffo seccato :-Sinceramente, non ho neanche guardato. Come al solito avrò preso sì e no la sufficienza…-
-Settantasette!-  la interruppe la mora, leggendo il voto segnato a penna sul foglio e facendo sgranare gli occhi alla rossa :-Ma…non è possibile,tutti i prof di matematica mi odiano!-
-La Kushieda, quella che è andata in pensione l’anno scorso, ti odiava…- la contraddisse Melania, porgendole la verifica perché potesse controllare di persona.
-…ma a quanto pare Diana no.- aggiunse Caroline, appoggiandosi al suo banco per vedere meglio, concludendo :-E poi, ha detto che avrebbe premiato l’impegno, ricordi?-
-Già…ma cosa sono questi segni?- la interruppe la rossa, passando i polpastrelli sopra un angolo del foglio apparentemente vuoto. –Passami un matita, per favore.- aggiunse, rivolta a nessuno in particolare, stendendo il palmo aperto verso le due  senza nemmeno alzare gli occhi.
Una volta stretta la matita, iniziò a “colorare” la zona incriminata della verifica. Sotto la patina di grafite grigio scuro, si stagliavano netti ed eleganti dei kanji, che Caroline si affrettò a leggere :-“Riunione tra le Senshi, tra un ora. Massima segretezza. Sul tetto.”  Ma che le è saltato in mente? E se ci scoprono? -
-Non lo faranno.- ghignò la rossa, attirando su di sé gli sguardi delle due. –Diana ora è un insegnante, non possono dirle niente…-
-Ma a noi sì!- ribattè Caroline, meritandosi un’occhiataccia dalla sedicenne :-Solo se ci facciamo scoprire!-. -Una riunione di tutte noi Sailor qui a scuola? E se qualcuno ci vedesse?- s’intromise Melania preoccupata, venendo interrotta dall’arrivo del professor Masaki, l’insegnante di  geografia. Si affrettò a raggiungere il suo posto, in seconda fila accanto alla finestra,  avendo però l’accortezza di sillabare un messaggio silenzioso per le altre due : ne riparliamo dopo, con Rin!
 
 
Mari sorrise soddisfatta: l’ennesimo cento su cento le sarebbe certamente valso un trafiletto in prima pagina sul giornalino della scuola.
-Ah, però! Te la cavi in storia, eh?-
Lanciò un’occhiata di sbieco alla sua biondissima compagna di banco. Dopo tre settimane di convivenza forzata, non l’hai ancora capito che non ho nessuna intenzione di intavolare una qualsivoglia conversazione con te?!
O con un qualsiasi altro essere umano, concluse dopo qualche secondo. Le lanciò l’ennesima occhiataccia del tipo “Testa dura, eh? Ma alla fine  capirai…” mentre la canadese continuava imperterrita :-Devi essere la più brava, qui dentro. Ma anche io me la cavo, ho preso ottanta!-
-Io invece ho preso novantacinque!- intervenne una voce alla loro sinistra.
Istintivamente la wrestler si voltò, incrociando le iridi rosa antico di Raito, che le passò il proprio compito con un gesto di sufficenza. –Abbiamo fatto quasi gli stessi errori…anche se tu ne hai azzeccate di più!- commentò Kelly confrontando le verifiche e scatenando le ire dell’altra, che protestò :-Guarda che io ho studiato, non tirato ad indovinare! Storia giapponese è la mia materia preferita!-. -Guarda che ho studiato anche io, se è per questo…- le rispose un po’ seccata la platinata, restituendole il compito.
Mari alzò gli occhi al cielo, ringraziando chiunque fosse in ascolto: a quanto pareva la sua compagna di banco aveva intavolato una  conversazione con la Daisuku ed almeno per un po’  l’avrebbe lasciata in pace. O almeno così sperava.
-Goenji, scusa? Ti spiace se  sequestro Raito Daisuku e Kelly Neidhart? Dovrei parlare urgentemente con loro…- Diana era apparsa sulla porta dell’aula senza preavviso, interrompendo la lezione e attirando diversi sguardi su di sè. L’insegnante, sorpreso, acconsentì, e le due bionde si scambiarono un occhiata tra il preoccupato e l’incuriosito mentre lasciavano i loro banchi.
-Professoressa Mau, credo sia necessaria anche la mia presenza.-
Ventotto paia di occhi corsero immediatamente alla ragazza che aveva parlato, Mari, che come sempre non lasciava trapelare nessuna emozione.
- Elsen…sì.- disse infine Diana, dopo qualche minuto di silenziosa tensione, per poi voltarsi ed uscire alla volta delle scale che portavano al tetto.
-Scusi, professoressa, ma se è per la rissa di ieri, io…- iniziò Kelly, fermandosi ad un gesto della giovane donna, che dichiarò  :–Io non ne so nulla, e sinceramente non credo che vogliano sospenderti o espellerti. Devo parlarvi di una questione ben più importante.-
-Più importante del risultato scolastico?- chiese Mari gelida, assottigliando lo sguardo.
Diana annuì, seria, fermandosi sul pianerottolo per voltarsi e sostenere lo sguardo della ragazza.
-Scusate se mi intrometto, ma…dov’è che stiamo andando?- le interruppe Raito, seguita a ruota da Kelly :-E che cosa dovremmo fare?-.
-Sul tetto, per incontrare le altre tre New Sailor Senshi.- rispose la donna, riprendendo a salire le scale, subito seguita dalla wrestler, che chiese :-Ma non dovrebbe essere chiusa a chiave?-
-Noi insegnanti ne abbiamo una copia a testa.-
-Davvero?-  s’informò Raito, incuriosita, un paio di scalini dietro di loro, alle calcagna di Mari.
-Certo, è per una questione di sicurezza…- rispose distrattamente la donna, udendo un concitato mormorio al paino superiore e iniziando a preoccupandosi.
Man mano che salivano, la discussione raggiunse livelli sempre più alti, facendo accelerare il passo alla donna e  alle ragazze che la seguivano.
-Non sono una Sailor, quindi non devo necessariamente partecipare!- stava dichiarando Miruno,  davanti alla porta scrostata che dava su tetto del’ edificio scolastico.
-Ma ci sei sempre stata, quando i Vizi Capitali ci hanno attaccate!- ribattè testardamente Caroline, seguita a ruota da Rin :-E ci hai aiutate, mantenendo la calma e la lucidità anche nelle situazioni più disperate e prendendo il comando…-
- Non è vero!- scandì in risposta la rossa, scatenando le proteste della mora :-Ma poi, che t’importa? Che tu sia una guerriera Sailor come noi o meno, ciò non cambia niente!-
-Melania ha ragione.- intervenne a sorpresa Diana, raggiungendole.
-Raito!- quasi urlò la rossa, voltandosi di scatto verso di loro e notandola  appena dietro la donna..
-Hase.- rispose quella con freddezza
-Mari Elsen?- s’intromise la corvina, osservando la diciassettenne, un po’ in disparte.
-Kelly Neidhart, la wrestler!-  aggiunse subito dopo, mostrandosi ben informata.
-Rin Shirogane, no? - disse di rimando la canadese, divertita.
-E non dimentichiamoci di Melania Lambert e Caroline O’Brien, mi raccom…ah!-
La ragazza dagli occhi verdi fu zittita da una gomitata della nuova paladina lunare, un po’ infastidita da quel gioco di nomi.
-Abbiamo appurato che vi conoscete, almeno di vista. Vogliamo procedere?- concluse Diana, cercando di mascherare il nervosismo. –Prego!- disse cortesemente Melania, scostandosi e lasciando entrare per prime le ragazze più grandi, poi le amiche.
-Tu?- chiese poi alla rossa, ancora immobile al suo posto, le braccia ostinatamente incrociate.
-No.- scandì semplicemente la sedicenne, voltandosi e scavalcando il corrimano per atterrare sul pianerottolo sottostante.
Melania sgranò gli occhi preoccupata, ma l’altra si era già rimessa in piedi.
-Miruno! Non ti azzardare a…-
Si fiondò giù per le scale, ma quando scese l’ultimo gradino della ragazza non c’era traccia.
S’intestardì a controllare un paio di aule di quella zona dell’edificio, la rossa sembrava sparita. Poi, sentendo Rin chiamare il suo nome, si decise a lasciar perdere.
Avrei dovuto aspettarmelo, pensò, ritornando sui suoi passi e scusandosi con la corvina per l’attesa. Assieme, oltrepassarono  la soglia e raggiunsero Caroline, seduta su una cassa di legno  dimenticata in un angolo del tetto.
So perfettamente che conosci questa scuola meglio di chiunque altro….ma ti prego, fa’ attenzione!
 
 
Miruno la sentiva.
Si stava avvicinando  velocemente, ma ormai era al sicuro.
Spalancò di scatto la porta della sua vecchia aula, sfruttando poi il suo peso per richiudersela il più velocemente possibile alle spalle. Saltò in piedi sulla cattedra, facendola scricchiolare, e iniziò a tastare freneticamente il soffitto.
Il secondo partendo da destra!
Grattò disperatamente la ruvida superfice beige del pannello; riuscendo staccarlo di qualche centimetro, poi fece forza sulle falangi e lo fece scivolare da una parte, quanto bastava per vedere l’intelaiatura argentata sopra di esso….e per farla passare.
Con un saltello, si alzò abbastanza per afferrare una sbarra metallica e si issò tra il tetto vero e proprio e i pannelli di cartongesso. Il tempo di  richiudere il buco creato il meglio possibile e qualcuno, sotto di lei, aprì  la porta per una veloce ispezione. Passato un interminabile mezzo minuto, Melania lasciò perdere e se ne andò.
Dopo qualche metro, Miruno la sentì parlare con Rin e allontanarsi definitivamente, ma si decise a scendere solo dopo un altro paio di minuti.
Arretrò nell’ angusto spazio a sua disposizione, fece scorrere nuovamente il pannello e saltò giù, atterrando direttamente sul pavimento. Corse alla finestra aperta più vicina e si sporse; respirando a pieni polmoni.
Dopo quasi tre minuti di aria  stantia e polverosa, ci vuole proprio!
Dopo essersi assicurata di essere praticamente invisibile agli occhi degli altri alunni, dall’altra parte del cortile, scavalcò la finestra e balzò giù, atterrando sul tetto della palestra. Da lì si spostò su un albero vicino e si lasciò cadere dall’altra parte della recinzione che delimitava la zona dedicata alla scuola.
Riprese fiato, lanciando un’ occhiata compiaciuta all’edificio in costruzione davanti a lei.
Dopo tutto questo tempo, è ancora come lo ricordavo…
 
 
-Allora, di che cosa dovevamo parlare?- chiese subito Caroline, sulla difensiva. Non le piacevano gli estranei, ma stava cercando di mantenere la calma e di non chiudersi in sé stessa.
Per fortuna che siete qui con me!  pensò affettuosamente stringendo le dita attorno alla mano di Melania, che le sorrise, seguita da Rin che le fece l’occhiolino.
-Di voi, e dei vostri poteri.- rispose Diana, osservandole tutte con uno sguardo che le tre non riuscirono ad interpretare. Uno strano insieme di affetto, tristezza, rabbia e rassegnazione…ma nessuna di loro ebbe il tempo di indagare ancora, perché Raito saltò su :-E la rossa, dove si è cacciata?-.
-E’ sparita.- dichiarò  Leny-chan neutrale, cercando di non far trasparire il suo disappunto per il tono usato dall’altra, che ribattè :-Tipico! Fuggire di fronte ai problemi e alle responsabilità…ma tanto lei non è una Sailor, non  sentiremo la sua mancanza.-
-Come fai a parlare così di Miruno?- chiese Rin a nome di tutte, lanciandole uno sguardo gelido.
-Eravamo compagne di classe, l’anno scorso. O almeno, lo eravamo quando si presentava a scuola…- rispose la bionda ghignando, attirando l’attenzione di Mari.
Allora le voci sono vere. Quella ragazza ha davvero continuato a frequentare la nostra scuola dopo essere stata bocciata
-Allora, non siamo diventate Sailor Senshi per un capriccio della regina, vero?- intervenne a sorpresa Kelly, attirando su di sé gli sguardi di tutte le altre, Diana compresa.
-Le sue guardie del corpo sono già state scelte, non capisco perché ci  è stato affidato il potere.- concluse la ragazza, staccando le spalle dal muro per andare a sedersi di fianco alla diciassettenne, che si spostò subito per farle spazio. –Sì, concordo!- aggiunse a precipizio Melania, mentre Rin e Caroline alle sue spalle annuivano.
Diana prese fiato, e parlando fissò lo sguardo in quello delle ragazze :-C’è un nuovo nemico da combattere, un nemico interno. Per questo siamo stati costretti a scegliere delle “nuove reclute” per questo compito, e voi siete risultate idonee.-
La donna s’interruppe, poi, sicura di avere l’attenzione di tutte le presenti, riprese :-La notizia non è stata fatte trapelare, il popolo non deve sapere…o sarà la fine. Si scatenerebbe il panico, capite? Nessuno di noi ha potuto dire nulla, siete le prime a saperlo…perchè siete le uniche in grado di combattere il Male.-
-Ch-Chaos…?- balbettò Caroline, spaventata, mentre tutte  attorno a lei trattenevano il respiro in attesa della risposta, che parve arrivare dopo secoli.
Diana annuì, grave :-Non è solo. Può contare alcune alleate…- la voce le si incrinò, e Mari fu sicura di vedere le lacrime sotto le sue palpebre socchiuse,  -…molto potenti. Dovete stare attente, questo non è un film. Il destino del nostro mondo e forse dell’intero Cosmo è veramente nelle vostre mani.-
Nessuna delle presenti fiatò, un unico pensiero nelle loro menti: Chaos è tornato e non è solo.
Il mostro che per anni i genitori avevano evocato per farle stare buone…il cattivo delle storie degli anziani…lo spettro che faceva abbassare la voce agli adulti…il nome che faceva rabbrividire la classe durante le lezioni di storia.
Era reale, e il compito di fermarlo era stato affidato a loro.
-Ma…perché? Perché non è stato fermato prima? E perché noi?- chiese Rin dopo qualche minuto, cercando di calmarsi e di metabolizzare la cosa.
-Non ci siamo riusciti, è stata una cosa improvvisa…nessuno poteva immaginare.- sussurrò Diana chinando il capo, più a sé stessa che alle giovani attorno a lei.
Coi lunghi capelli a coprirle parte del viso, immobile all’ombra dell’edificio, sembrava invecchiata di mille anni. Melania sentì l’impulso di abbracciarla; ma si trattenne, era molto più grande di lei e probabilmente l’avrebbe giudicata inopportuna.
-Dovrete essere unite, il Male è riuscito a ritornare proprio sfruttando le tensioni e l’ odio di tutti noi. Nessuno è immune a quel veleno.- dichiarò infine la donna, alzandosi e riassettandosi il vestito grigio pallido. –So che è difficile, so che avete a disposizione poco tempo, so di non potervi costringere…ma dovete fidarvi le une le altre, e aiutarvi tra di voi, solo così ognuna di voi potrà andare avanti.-
Si congedò con quell’ultima frase ed uscì, lasciandole lì, ognuna immersa nei propri pensieri.
 
 
-Buoni, buoni! Non siate gelosi della vostra sorellina!- rise la rossa, chinandosi per prendere in braccio anche gli altri due gattini.
E’ stata una vera fortuna avervi incontrato, pensò, tanto per me che per voi.
Qualche mese prima, entrata nel vecchio palazzo in costruzione durante una delle sue fughe dalla scuola; si era stupita non poco nel trovarvi, in un angolo riparato, una splendida gatta tigrata.
Inizialmente si erano studiate con astio, lo stesso pensiero che si rifletteva nelle iridi dorate del felino come in quelle verde cupo della ragazza: “Cosa ci fai tu qui?”, ma dopo alcuni minuti di lotta silenziosa si erano semplicemente accettate e avevano deciso di condividere l’edificio malconcio.
Nel primo periodo s’incontravano di rado,  più che altro avvertivano l’una la presenza dell’altra – ciuffi di pelliccia bianca e nera sui pavimenti e piccole impronte, profumo di vaniglia e segni di stivali – ma poi, con la nascita di Minou, Matisse e Bizet la loro strana amicizia si era fatta più forte.
Miruno le aveva rimediato una sorta di cuccia fatta di stracci e una volta al giorno le portava sempre  qualcosa da mangiare (allora  a qualcuno piacciono i panini di Inori!), in cambio Miranda, così aveva deciso di chiamarla, si lasciava accarezzare e spesso la consolava facendole il pane sullo stomaco. Quell’affetto era poi passato anche ai gattini, che ormai avevano quasi un anno.
-Scusatemi, se non sono venuta per così tanto tempo, ma è iniziata la scuola….questa volta la frequenterò, sì. Un anno perso basta e avanza, adesso voglio solo andare avanti. Ma non mi sono mica dimenticata di voi! Solo, temo che le mie visite si dovranno diradare…- spiegò, rimettendoli giù e spazzando un po’ il pavimento per potersi sedere.
Si sta bene anche così, senza tanta gente intorno, eh? pensò, passandosi un braccio attorno alle ginocchia. Anche se adesso è diverso, i primi tempi andavo e venivo senza meta, mi perdevo…ma adesso sto meglio, anche grazie a voi….sapete, ho conosciuto alcune ragazze mol-
-Cha carini.-
Miruno alzò gli occhi guardinga e vide in piedi vicino a lei  una ragazza molto graziosa.
I capelli biondo pallido  quasi le sfioravano le caviglie, mentre attorno al volto erano legati in due trecce che le arrivavano alle spalle. Indossava un top senza spalline rosa, coperto da  una lunga giacca nera, e un paio di jeans a sigaretta. Alle orecchie le tintinnavano un paio di cerchi argentei, in pendant con i grossi bracciali metallici a forma di serpente che le serravano i polsi.
Senza parlare, si chinò ad accarezzare Minou, che iniziò a fare le fusa contenta.
Miru era un perplessa, disorientata…e un po’ inquieta.
La  bionda sembrava una normalissima teeneger, ma quando si scostò la frangia notò che il color ghiaccio delle sue iridi le ricordava qualcuno…e capì.
Si rimise in piedi di scatto, facendo un paio di nervosi passi indietro :-Tu…tu devi essere parente di Ira! Nessuna persona normale ha degli occhi del genere!-
La ragazza si rialzò con un movimento fluido, senza dar segno di averla sentita.
Piegò la testa di lato, alzando contemporaneamente una mano per controllare lo smalto rosa chiaro che le ricopriva le unghie appuntite.
-Sì...siamo sorelle.- soffiò alla fine, come se niente fosse, lasciando ricadere il braccio lungo il fianco. -Ma ora non ha importanza.- stabilì, inchiodandola sul posto con i suoi occhi chiari.
Miruno ebbe solo il tempo di portarsi una mano al petto e di realizzare che la croce non c’era più, poi due mani gelide le si chiusero attorno al collo e la vista le si appannò.
 
 
-Ti spiace…?-
-No, figurati!- rise Rin, allungandole l’ennesimo biscotto al caramello sotto gli occhi di un’ esasperata Melania :-Ma insomma, Caro-chan! Dopo due panini col salame ed una lattina, hai ancora fame?-.-Ma sono buonissimi!- protestò di rimando quella, coprendosi con una mano la bocca piena. -Stranamente mi trovo d’accordo…- mormorò Raito un po’ impacciata, beccandosi una gomitata da Kelly :-Maddai! Dopo averne mangiati almeno una decina, mi pare ovvio!-
La bionda arrossì, per poi ribattere :-Non è vero, solo due…o tre…ma non certo dieci!-, scatenando le risate di tutte,  lei compresa.
A quanto pare, ha funzionato! pensò Rin divertita, a volte basta così poco..
Difatti, dopo un quarto d’ora di silenzi e occhiate sospettose, erano bastate una scatola di biscotti fatti in casa dall’ infallibile Sakura e la fatidica domanda “Qualcuno vuole…?” per far partire un bella chiacchierata che avrebbe indotto chiunque a pensare ad un gruppo di amiche di vecchia data.
Anche Mari, alla fin fine, aveva ceduto e aveva deciso di rispondere alle domande che frullavano loro in testa. A partire era stata Melania, nel modo più discreto e gentile  possibile :-E così anche tu sei una Sailor…con che nome combatti, scusa?-, ottenendo una risposta molto coincisa.
-Ma perché non sei venuta a cercarci? Non dirmi che credevi di  essere l’unica combattente!- era saltata su Caroline, da brava ficcanaso, beccandosi un’ occhiataccia dalla diciassettenne, che aveva però risposto lo stesso :-Ovvio che no, ero a conoscenza della vostra presenza, ma non sapendo chi e  quante foste,  ho preferito lavorare da sola per un po’.-
-Ma se Diana non avesse deciso di farci incontrare, tu ti saresti comunque messa in contatto con noi?- era intervenuta argutamente Kelly, spazzolando via dalla gonna della divisa le briciole dell’ hamburger appena divorato. L’altra rimase in silenzio per un po’, poi rispose risoluta :-No, non l’avrei fatto. Come detto, preferisco lavorare da sola.-
Quella volta il silenzio era durato qualche minuto di più, ma poi Raito aveva scosso la testa :- Be’, voglia o no ormai siamo diventate un gruppo, non credete? Quindi sarà meglio che anche tu  ti abitui all’idea di fare parte di un team.-
La ragazza aveva aperto la bocca per protestare, ma il coro suo e di Caroline ‘Ha ragione!’ l’avevano sorpresa e avevano dato il tempo a Kelly di concludere il discorso :-Credici o no, siamo alla tua altezza. Se Diana ci ha scelte c’è un motivo.-.
E lì Rin non proprio riuscita a trattenersi dal gridare, gli occhi bordeuax trasformati in un mare di glitter a forma di stellina :-Kelly-sempai, Raito-sempai, Mari-sempai! Sareste delle grandi attrici, questo pezzo è così carico di sentimento! Sarebbe meraviglioso potervi accogliere nel nostro club…-. In risposta, Kelly sorrise imbarazzata, declinando l’invito in fretta:-Nonono, grazie, tra scuola wrestling e flauto traverso, la mia agenda è già piena zeppa così!-, e Mari si limitò ad alzare un sopracciglio. Solo Raito sembrò vagamente interessata :-Mh…attrice, eh? Sì, si potrebbe fare.Ma di quanti soldi si parla? E in che film, scusa?-, facendo arrossire leggermente Rin :-Veramente io stavo parlando del club scolastico di teatro, nulla di tutto ciò…-.
La ragazza sospirò, scuotendo appena la testa e facendo ondeggiare i lunghi capelli color oro rosso :-No, grazie, sono già iscritta al club di astronomia, mi basta.-
Melania fu sul punto di aggiungere qualcosa, ma la campanella che segnava la fine dell’intervallo la bloccò. Le tre ragazze più grandi si alzarono in simultanea, la loro aula era due piani più in basso e avrebbero dovuto affrettarsi, ma la mora riprese, inchiodandole con lo sguardo dov’erano :-Volevo dire che sono preoccupata per Miru, mi aveva promesso che sarebbe non avrebbe più perso un minuto di lezione ed invece non si vede…dovrebbe essere ritornata da almeno due minuti!-
-Fatica sprecata! Sarà in giro a farsi i fatti suoi, lasciala perdere.- sbuffò Raito, scrollando le spalle e facendo per andarsene. Fulminea, la quindicenne le afferrò un braccio, esclamando :-No, ha promesso! Sono sicura che le è  successo qualcosa!-.
La bionda non ebbe il tempo di rispondere perché qualcosa di indefinito attirò il suo sguardo fino al vecchio edificio lì vicino…
-Sta crollando.- disse Mari, attirando lo sguardo incuriosito e preoccupato di tutte le presenti. Indicò un punto preciso e decretò :–Quel muro lì è appena venuto giù come se nulla fosse. In quel palazzo sta sicuramente succedendo qualcosa di strano.-
Da lei, tutti gli occhi dei presenti si spostarono su la Daisuku, che rispose in fretta :-Okay, d’accordo. Andiamo a vedere, ma se è solo un trucchetto di Miruno Hase per attirare la lezione, saranno guai seri…-.
Mari si trasformò prima che lei potesse concludere; per un secondo venne avvolte  dalle fiamme che la ricoprirono come una seconda pelle arabescata e brulicante, poi fu il turno delle altre ragazze. Senza perdere tempo, la bionda si diresse verso l’uscita.
Questo non è un trucchetto, Raito.
 
 
 
Da quando era iniziato il “combattimento”, per così dire, non le era sfuggito ancora nessun grido perché semplicemente non ne aveva avuto il tempo.
Istintivamente, quando le gelide mani invisibili l’avevano afferrata, aveva portato una mano al petto, cercando la croce d’oro che da quasi un anno l’accompagnava ovunque…e con raccapriccio si era resa conto di non averla più al collo.
Aveva temuto il peggio, ma proprio mentre la demone cantava vittoria erano arrivate.
Una dopo l’altra erano comparse sulla soglia; Mari come vestita di fiamme nella sua divisa bordeaux, Raito che sembrava brillare della stessa luce del Sole, Kelly, statuaria nella sua fuku gialla e nera, Caroline vestita d’erba appena nata e di rose color sangue, Melania la cui gonna celeste sfarfallava appena nell’aria per la corsa, Rin  le cui grandi ali aperte facevano assomigliare ad un fiore di loto.
Come una sola cosa, Kelly e Leny-chan  l’avevano distratta con un’ attacco combinato delle note musicali esplosive della prima e le farfalle elettriche della seconda, poi era stato il turno di Mari che l’aveva immobilizzata con la sua Burning Sword dopo che le copie di Rin l’avevano accerchiata.
Raito e Melania non le avevano staccato gli occhi di dosso, tenendo sempre a portata di mano le loro frecce – di plasma e di luce lunare.
Le avevano dato il tempo di respirare e di scivolare via.
Le avevano salvato la vita, non c’erano dubbi.
Ma anche io farò la mia parte, decise, gattonando verso la croce d’oro e riuscendo finalmente a stringerla tra le mani.
Il potere all’interno di essa  si allargò intorno a lei, trasferendo energia ad ogni fibra del suo corpo. Sentì tutte i lividi e le piccole ferite svanire man mano che la sua divisa scolastica veniva sostituita dalla sailor fuku della paladina della Terra.
La gonna, il colletto e le scarpe col tacco erano dello stesso verde delle foreste, il nastro sul petto era verde menta mentre quello posteriore, gli elastici sulle braccia ed il collarino erano neri. A completare tutto, l’immancabile tiara dorata con incastonato lo smeraldo che fino a pochi istanti prima era sulla croce della ragazza e la spilla, anch’essa dorata.
Adesso siamo alla pari…preparati! pensò Miru, scoprendo i canini in un sorriso di vendetta e di sfida che l’altra sembrò notare a malapena.
-Quindi sei anche tu una di queste...?- mormorò quasi annoiata Eha, voltando appena la testa nella sua direzione. Ghignò, socchiudendo gli occhi color ghiaccio :-Fa niente! Ti eliminerò lo stesso, ti chiedo solo un secondo di pazienza.-
Detto ciò, un’ improvvisa onda d’urto scagliò Caroline, Rin, Raito e Melania contro un muro laterale e fece quasi cadere a terra le altre due.
-Vedremo.- ringhiò in risposta la rossa, alzando le braccia davanti a sé e contemporaneamente piantandosi meglio sulle gambe. Erano sulla nuda terra, sarebbe stata lei a condurre il gioco.
-Earthquake, change!- evocò, concentrando tutta la sua energia nelle palme delle mani e dei piedi e scaricandola nel sottosuolo, provocando una frattura nel terreno tra lei e la demone.
Spostò lentamente una mano verso destra, e la voragine seguì il suo movimento, avvicinandosi pericolosamente alla bionda, che ancora immobile, si limitò a richiamare un gran numero di erpenti metallici, simili ai suoi bracciali.
Piantò un tacco nella polvere, e quella ubbidiente divenne molto più larga e profonda.
Eha arretrò di un passo, e tutti i serpenti che le erano comparsi accanto arretrarono con lei…invano.
Il riquadro di terreno su cui si era rifugiata  era completamente staccato da tutto il resto tramite una larga crepa, e si era abbassato di almeno mezzo metro, lasciano posto alle rocce che seguendo gli ordini di Miruno erano spuntate attorno a lei come le zanne di un lupo affamato. I serpenti argentei sembravano impazziti, raggruppati in una massa informe attorno alle caviglie della loro padrona alzavano la testa e soffiavano in direzione della diciassettenne, senza però riuscire ad avvicinarsi a lei nè tantomeno a morderla.
La rossa sentì una gocciolina di sudore scivolarle giù per la tempia, e strinse la presa; ubbidienti, le “zanne” si  serrarono attorno al corpo della demone, bloccandola in un intrico di roccia. Non era  riuscita ad evitare di ferirla; il  liquido blu che si stava impadronendo del tessuto dei suoi jeans all’altezza del polpaccio e che le colava dalla spalla scoperta testimoniavano, ma comunque non sembrava nulla di troppo grave.
-Ottimo lavoro, davvero.-  sentì dire a Kelly, che le si stava avvicinando a lunghi passi per aiutarla con il suo Shining Pentagram, seguita da Caroline che aveva di nuovo in mano la sua cinta di perle :-Se vuoi, ti aiutiamo…o è una faccenda personale?-
-No, un paio di mani in più sono sempre ben accette.- rispose, senza staccare gli occhi dalla demone che aveva reclinato la testa in avanti e sembrava quasi non respirare.
-Che facciamo?- s’intromise nervosamente Raito, socchiudendo gli occhi incerta; Rin, preoccupata, chiese con un filo di voce :- Non è…?-
Prima che qualcuno potesse risponderle, però, Eha rialzò di scatto la testa, mostrando tutto l’odio dei suoi scintillanti occhi rossi :-Non pensate di avermi sconfitta, la partita è tutt’altro che conclusa!-.
Si fermò a prendere fiato, poi scoppiò in una risata convulsa e innaturale che durò qualche minuto e che fece accapponare la pelle a tutte le Senshi presenti. Quando riprese a parlare, lo fece con un tono cantilenante e vagamente ipnotico :- No-no-no, no-no-no-no. Non avete vinto, non vincerete. Non avete vinto, non vincerete….-
Sorrise di un sorriso strano, sghembo, profondamente maligno, e si zittì. La sua figura sembrò tremolare per qualche secondo, poi sparì alla loro vista, seguita dai suoi serpenti che si dissolsero in semplice fumo grigio.
-Mio Dio – esclamò Rin sottovoce, stringendosi nelle spalle.
–Concordo.- disse Kelly, facendo un paio di passi indietro e sciogliendo la trasformazione, seguita a ruota da tutte le altre. –Bene, e adesso?- saltò su Caroline, che aveva deciso di scrollarsi di dosso tutta quella patina di inquietudine e di darsi una calmata. –Dopo il messaggio segreto di Diana, la riunione Senshi, la trasformazione di Miruno e l’attacco di Superbia direi che dovrebbe bastare, no?-
Quasi non finì la frase, che l’ edificio iniziò a scricchiolare pericolosamente, mentre pezzi d’intonaco e polvere piovevano loro addosso.
-Come non detto!- esclamò Rin, tossendo, e  correndo  verso l’uscita, seguita dalla quindicenne dagli occhi verdi che la  superò subito :-Mi rimangio tutto, mi rimangio tutto!-.
-Aspettate!-  gridò ad un tratto Mari, sovrastando il boato dell’edificio in caduta libera.
-In mezzo alla barriera creata da Miruno…c’è qualcuno!-, proseguì, indicando una figuretta minuta  che si dimenava tra gli spuntoni di roccia.
Come gelate da un incantesimo, tutte si fermarono dov’erano, solo Kelly riuscì a chiedere con un filo di voce :-Che cosa? Com’è possibile?-, ottenendo risposta da Caroline, che ringhiò :-Un regalino di quella pazza psicopatica di Eha, ci scommetto!-
Prima che qualcun’altra potesse aggiungere altro, Miru scattò :-Ci penso io, è colpa mia! Uscite, siete le più vicine alla porta, vi raggiungerò all’esterno!-
-Hase, non fare l’eroina, o io ti…- provò a dire Raito in un ultimo tentativo, ma la rossa era già tornata sui suoi passi. Melania fece per seguirla, ma con un gesto fulmineo Mari le afferrò un braccio :-Andiamo! E’ inutile il sacrificio di tutte! Se la caverà.-
Seppur sconvolta, la quindicenne dovette ammettere che aveva ragione, seguirla in quel dedalo di corridoi e scale sarebbe stato un autentico suicidio.
-Muovetevi, uscite!- le incitò Kelly riprendendo a correre, ma si rese conto che non ce l’avrebbero  mai fatta tutte.  Melania e Mari erano quasi fuori e Caroline e Rin potevano contare sulle  ali che avevano  rievocato, ma Raito?
In quel momento ci fu un’altra violenta esplosione e l’edificio si spezzò letteralmente in due; con uno sprint disperato Mari riuscì a varcare la soglia e le due ragazze alate la seguirono volando tra i detriti. Kelly fu colpita da uno di essi e cadde a terra, Raito e Melania erano dietro di lei…
Non ce la faremo mai…pensò disperata, accellerando per aiutare la ragazzina e sentendosi improvvisamente più leggera. Che diamine…
Abbassò lo sguardo e vide che non stava più correndo, ma che si era levata a  qualche centimetro da terra. Si voltò e quasi sfiorò con la punta del naso le ali che le erano spuntate sulle  spalle. La parte superiore aveva una forma tonda e allungata con un ricciolo in cima che le ricordava vagamente una chiave di violino; il bordo esterno era arancione e l'interno nero, il tutto come ricoperto di piccoli strass, mentre la parte inferiore aveva la forma di una chiave di basso rovesciata ed era dello stesso arancione dell’altra.
Senza pensarci due volte, allungò un braccio dietro sé e afferrò Raito per il gomito, facendo lo stesso con Melania e concentrò tutta la forza che le rimaneva nelle sue splendide ali luccicanti…chiuse gli occhi, e li riaprì solo quando tutte e tre rotolarono sull’erba del giardino della scuola. Ce l’aveva fatta;  le aveva salvate tutte…o forse no?
 
Miruno strappò come se fosse di burro anche l’ultimo pezzo di roccia che teneva imprigionata la bambina (perché di una bella bambina mora si trattava), la forte strinse tra le braccia e sussurrò :-Non ti preoccupare, ci sono io qui…-
Quasi non riuscì a finire la frase che l’edificio si accartocciò su sé stesso.
Per favore, proteggici. Proteggila.
La roccia crebbe nuovamente attorno a loro, questa volta formando una cupola protettiva, veloce come un battito di ciglia, e resse contro tutto ciò che da fuori cercava di far loro del male.
Miru si decise a lasciar aprire uno spiraglio solo quando sentì delle voci all’esterno…e contemporaneamente lasciò la bimba, che non piangeva più ma che anzi la guardava con un misto di timore e rispetto. Lì fuori diverse voci si mescolavano: “Himeko!” e “Miruno” in egual misura.
-Siamo qui!- trovò la forza di gridare, e subito molte persone si affollarono attorno a quello strano nido. Riconobbe Kelly gridare “Ci penso io!” e pochi istanti dopo la canadese spezzò la roccia in due punti creando una finestrella abbastanza grande da farle uscire di lì. Prese in braccio la piccola, che non dimostrava più di cinque anni; e la sporse in fuori, subito un paio di mani sottili la afferrarono.
Fuori un braccio, che qualcuno, probabilmente Caroline, afferrò subito, fuori le gambe…fuori la testa. Il sole le colpì il viso come una stilettata, ma non fu quello a farle male.
Osservò il volto dell’uomo che aveva in braccio la bimba, Himeko, e deglutì.
-Papà…- disse con voce fioca e arrochita da tutta quella polvere.
Poi venne la rabbia, e tutto si fece più chiaro.
-Guardami! Guardami, sono io, Miruno! Non ti ricordi di me?!- urlò con rabbia, facendolo  voltare e spaventando la donna che era dietro di lui.
-Miruno?- ripetè lentamente l’uomo, pe poi sorridere imbarazzato e allargare le braccia :-Agnellino! Dopo così tanto tempo…che ci fai qui? Dove sono Inori e Anne?-
Mamma…strinse i pugni, ma nessuno sembrò accorgersene.
-Dov’è? Si sarà risposata, immagino. La vita va avanti…- continuò quello, circondando con un braccio le spalle strette della sua nuova moglie che teneva per mano la sua nova figlia.
-Lei non c’è. Non c’è più.-
L’espressione sul suo viso mutò :-Oh, mi dispiace…-
-Se ti fosse dispiaciuto, saresti stato con lei…ma dov’eri? Dove?-
Miruno non sentì più niente, tutto era solo le lacrime che le bagnavano il viso e la sua voce che gridava :-Quando Inori ha abbandonato la scuola per mantenerci? Quando la mamma ha venduto tutti i suoi gioielli ma non  la fede? Quando i medici ci hanno detto che era troppo tardi e che non c’era più speranza? Quando Ino-chan si è abbassata a fare lavori di ogni tipo,  per assicurarci una vita dignitosa? E quando la mamma, con le ultime forze, mi ha legato al collo il suo crocifisso?! DOV’ ERI, QUANDO LEI  E’ MORTA?-
Solo in quel momento riaprì gli occhi per mostrargli contro tutto il rancore che provava nei suoi confronti.
Lo vide  indietreggiare balbettando qualcosa che non le interessava, spaventato dalla furia di quella che una volta era stata la sua  stessa figlia.
-Non ti voglio vedere mai più, mai più! Vattene via e lasciami in pace!-, ebbe ancora la forza di urlare, la voce rotta dai singhiozzi, prima che la vista le si appannasse del tutto a causa delle lacrime e che le ginocchia la tradissero facendola finire a terra.
Subito Melania e Rin le furono di fianco, una a destra e una a sinistra, Caroline, dietro di lei, le poggiò  una mano sulla schiena come a sorreggerla. Raito distolse lo sguardo velato di lacrime, nascondendo con una mano i singhiozzi che le sfuggivano di tanto in tanto; inaspettatamente Mari le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla e stringendo forte la presa per trasmetterle un po’ della sua forza. Kelly, dal canto suo, si piantò davanti all’uomo impaurito e scandì senza tanti preamboli:-Se ne vada, ha già fatto abbastanza. Porti via sua moglie e sua figlia, e faccia in modo di girare al largo da Tokio e dintorni, perché se la rivedo in giro le spezzo le ossa. Ha capito?-
Non ci fu nemmeno una risposta, così la bionda potè raggiungere Miruno, al sicuro tra le sue amiche, che si stava riprendendo.
-Va meglio?- chiese, chinandosi per arrivarle agli occhi e cercando di mettere tutta la dolcezza possibile in quelle due parole. La ragazza annuì, strofinandosi un occhio, un po’ imbarazzata per quella scenata ma allo stesso tempo sollevata per essersi liberata di quel peso che la opprimeva da troppo tempo.
Ci siamo chiariti, ora non ci saranno più problemi, ma non lo perdonerò mai. Mai.
–Tieni…- s’intromise Raito a sorpresa, porgendole un pacchettino di fazzoletti e aggiungendo a precipizio:- Sono di Mari, ma non che io ne abbia avuto bisogno, eh.-, e facendo spuntare l’ombra di un sorriso sul volto della diciassettenne, che si affrettò ad accettare.
-…Grazie. Davvero, grazie per tutto.-
 
 
 
 
*Mensola dell’Autrice*
Dopo un ritardo pazzesco, rieccomi!
Perdonatemi, ma in questo periodo sono stata mooolto impegnata...le scuole sono cominciate, e quest’anno sono in prima superiore, quindi il lavoro è triplicato!
Ora, due notizia velocissime&importantissime:
Ho assaggiato il suika bar (sotto il nome in codice di watermelon), e devo dire che mi è piaciuto molto, ve lo consiglio!
Poi, se volete, potete trovarmi sul blog “Le recensioni di Ebe” che condivido con due mie amiche. Parliamo di libri, telefilm, anime, se volete farci un salto e magari lasciarmi un commentino mi farebbe davvero piacere. Finish! Passando alle cose serie: è stata dura, ma ce l’ ho fatta!
Finalmente tutte le nuove Sailor si incontrano e hanno modo di confrontarsi, magari facendo anche amicizia tra loro. Melania e Kelly promettono bene, anche se Mari e Caroline sono  ancora un po’ restie a collaborare…ah, la nostra cyborg! Ma tanto ti vogliamo bene lo stesso, tesoro! <3
Diana invece è divisa tra “lavoro” e  sentimenti…si spiegherà presto il perché della sua paura. Per quanto riguarda Miru, suo padre (che lei però ha rinnegato) ha lasciato sua madre, Anne, per una donna più giovane (la madre di Hoshiko) quando lei aveva tredici anni, e da lì ha iniziato ad andare di male in peggio. Anne ha scoperto di avere una malattia incurabile ma ha taciuto alle figlie fino all'ultimo, continuando a lavorare per mantenerle...poi, come detto, si è spenta dolcemente. Miruno ha sofferto molto e ha iniziato a marinare la scuola, scappando dai problemi e dalle responsabilità; avendo fatto troppe assenze, è stata costretta a ripetere l'anno scolastico assieme a Melania e Caroline.  
Note:
Hoshiko: in giapponese significa “Stella”
Minou, Matisse e Bizèt : sono un tributo al film Disney "Gli Aristogatti". La loro mamma non si chiama Duchessa semplicemente perchè non è bianca ma tigrata ;P
'..profumo di vaniglia' : lo shampoo di Miruno, sì.
  
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