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Autore: Derphy_Munny    03/10/2014    2 recensioni
Aveva un solo rimpianto, Misaki.
Ma non l’avrebbe mai ammesso.
Quello stupido ragazzetto, con i capelli puntualmente spettinati ogni giorno e quella dannata espressione raggiante e felice sempre stampata in volto. Lo detestava, insieme a quei continui “Mikoto-san” pieni di ammirazione.
Ammirazione che per lui non aveva mai avuto, lui che gli era sempre stato accanto e aveva cercato di sostenerlo durante questi ultimi anni.
Si portò una mano al viso afferrandosi le guance, nascondendo un ghigno che si era esteso sul suo volto come una piaga; Con l’altra mano invece si strinse un lembo della giacca, proprio sul petto.
-E ora come farai, senza il tuo prezioso Re Rosso, Misaki?-
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fushimi Saruhiko, Mikoto Suoh, Misaki Yata, Reishi Munakata
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~Saruhiko aveva sempre odiato la neve; così pura e bianca, considerata da tutti come un qualcosa di meraviglioso e portatrice di gioia. Lui al contrario non la sopportava, la reputava falsa ed ipocrita. Sarebbe bastato un nonnulla per sporcare quel candore rendendolo ripugnante agli occhi di chiunque.
Proprio come la neve, ogni persona possiede queste caratteristiche. Lui lo sapeva bene e ne era convinto, per questo aveva deciso di non fidarsi mai più di nessuno, soprattutto dopo di lui…
Sentì un forte prurito sulla sinistra del petto, vicino alla clavicola, e fu costretto a gratarsi con insistenza.
Ogni volta che gli tornava alla mente quell’episodio, il litigio, la sua voce e la sua espressione così affranta e arrabbiata non poteva fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso di soddisfazione; anche se quel marchio sulla pelle non gli avrebbe mai dato pace.
Fece schioccare la lingua contro il palato; aveva ormai fatto la sua scelta, il passato apparteneva al passato. Nulla di più, nulla di meno.
Aveva un solo rimpianto, Misaki.
Ma non l’avrebbe mai ammesso.
Quello stupido ragazzetto, con i capelli puntualmente spettinati ogni giorno e quella dannata espressione raggiante e felice sempre stampata in volto. Lo detestava, insieme a quei continui “Mikoto-san” pieni di ammirazione.
Ammirazione che per lui non aveva mai avuto, lui che gli era sempre stato accanto e aveva cercato di sostenerlo durante questi ultimi anni.
Si portò una mano al viso afferrandosi le guance, nascondendo un ghigno che si era esteso sul suo volto come una piaga; Con l’altra mano invece si strinse un lembo della giacca, proprio sul petto.
-E ora come farai, senza il tuo prezioso Re Rosso, Misaki?-
Ripensandoci non era ancora andato a trovare la tomba di quell’essere insignificante. Probabilmente Misaki andava a trovarlo tutti i giorni… Già…
Si convinse ad andarci anche lui, principalmente persuaso dalla speranza di trovare là anche l’altro.
Proprio in quel momento i suoi occhiali furono bagnati da qualche fiocco di neve e il suo umore non fece che peggiorare.
La tomba del Rosso era davvero semplice, costituita da una piccola lapide nera vicino ad un albero di ciliegio,ormai sfiorito… davvero patetico. Si avvicinò con aria indifferente e, abbassatosi, lesse il nome “Mikoto Suoh”.
-Sai..- Sussurrò, - Nel profondo ho sempre sperato che crepassi.-
Carezzò poi la superficie liscia del marmo sorridendo e continuando a parlare.
-Ci hai accettati senza batter ciglio sperando che ti adulassimo come avevano fatto tutti gli altri, non è vero? Sono stato uno sciocco e ho deciso di seguirti… Ma non ti ho mai considerato un re.
Io sono l’unico re di me stesso.-
Misaki al contrario era caduro subito ai suoi piedi e lo aveva seguito ovunque come un cagnolino.
-Farsi odiare e farsi amare dopotutto non sono cose così diverse, in un caso o nell’altro sarai sempre nei pensieri di quella persona. Buffo vero? E ora che sei crepato… quello stupido non avrà altro a cui pensare.-
Si alzò e con un calcio fece cadere la lapide che trovò un sottile manto bianco sul terreno ad accoglierla.
-Eri patetico in vita e lo sei ancora adesso.-
I suoi occhi rimasero fissi su quel nome ancora per qualche secondo, freddi e disgustati.
Ora voleva solo andarsene, si era sfogato abbastanza. Mise le mani in tasca e si voltò guardando verso il basso, ma fu sorpreso da una voce familiare.
-Saruhiko…-
Munakata, davanti a lui, aveva sussurrato il suo nome con un tono apprensivo e un’espressione dolce in volto; Portava in grembo un mazzo di fiori, più precisamente di orchidee, le sue preferite.
Il ragazzo invece rimase in silenzio. Da quanto tempo era lì? Aveva sentito ciò che aveva detto? E visto ciò che aveva fatto?
-Comandante, io..-
-La neve rende tutto più bello, non credi?- Il Re Blu  lo superò avvicinandosi alla tomba e risollevò la lapide mettendola al suo posto, poi si abbassò per posare i fiori davanti ad essa.
Il moro prolungò il proprio silenzio.
-Oya… Sei venuto anche tu a dire addio al tuo vecchio Re?-
Il comandante non aveva capito nulla, proprio come tutti gli altri. Continuava a fissarlo con quel sorrisetto ingenuo, fingendo di non sapere nulla e di preoccuparsi in continuazione per lui.
Basta.
Era stufo.
-Io lo odio…- disse semplicemente con una voce tremante evitando il suo sguardo, -L’ho sempre odiato! Mi faceva schifo. Era patetico con quel suo modo di vedere il mondo come se tutti fossero amiconi, era un uomo inutil-
A troncare le parole del ragazzo fu uno schiaffo di Munakata. Non pensava che quelle mani così sottili potessero essere tanto dolorose.
Rimase sconvolto, immobile, con il viso ancora voltato e la guancia arrossata.
Il Re Blu non utilizzava mai la violenza, nemmeno quando si arrabbiava (in occasioni più che rare), ma questa volta doveva essere scattato qualcosa dentro di lui, di più profondo o addirittura recondito.
Saruhiko sapeva che lui e Mikoto si conoscevano sin da giovani ma non avrebbe mai pensato che tenesse così tanto alla memoria del Rosso.
Ora lo stava guardando di nuovo, con quei suoi occhi gelidi privi di qualsiasi tipo di sentimento. Non disse nulla, si limitò solo a quello.
-L…le chiedo scusa- disse il giovane massaggiandosi la zona lesa – Non avrei dovuto…. So quanto teneva a lui-
Il re fece un passo in avanti non staccandogli gli occhi di dosso, dopodichè gli poggiò delicatamente le mani sulle spalle.
-Saruhiko, Mikoto ha sempre avuto grande stima di te.-
Cosa stava dicendo? Il re rosso? Lo stimava? Quante fesserie…
-Quando entrasti negli Shepter venne spesso a chiedermi la tua situazione, e continuava a ripetere che nonostante tu potessi apparire diffidente e scontroso eri comunque un bravo ragazzo.
Anche io la penso così e ho potuto constatarlo con i miei stessi occhi, ma devi ancora crescere molto.
Tu sei come la neve, ragazzo mio, sulla superficie è sporca e annerita da mille cose, ma se inizi a scavare ritrovi quel candore che aveva all’inizio.-
Una volta termitato di parlare lo lasciò andare e, dopo averlo salutato con un cenno del capo, si allontanò.
Saruhiko invece rimase lì, a riflettere su quelle parole e su ciò che aveva fatto.
Ad un certo punto sollevò il capo guardando il cielo. Si stava rasserenando.
Sul suo volto ricomparve una smorfia annoiata.
-Non scherziamo..- disse – Capitano….anche se è lei a dirmi una cosa simile, non ci crederò mai.-
Si voltò deciso a tornare anche lui a casa dopo la giornataccia che aveva avuto ma mentre camminava si fermò. Mise una mano in tasca e ne estrasse uno dei vecchi pugnali che soleva usare quando era ancora in Homra.
Con uno scatto felino lo lanciò e questo si conficcò nel terreno proprio accanto ai fiori lasciati da Munatata.
-Almeno hai tenuto d’occhio Misaki quando io non c’ero… è l’unico debito che ho con te.-

…Grazie…Re.


[Nota: ho provato a scrivere qualcosa di più lungo questa volta ma non sono sicura di essermela cavata granchè! commenti e critiche sono ben accetti!]

   
 
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