NO,
THAT’S A NINJA!
Correvano
a
perdifiato all’interno dell’edificio B, ormai
totalmente invaso dalle fiamme.
O
meglio,
Barbabruna correva, mentre loro se ne stavano comodamente seduti sul
suo dorso
a dare ordini.
Dovevano
ritrovare al più presto quei bambini, o per loro non ci
sarebbe stato più nulla
da fare.
Non
poteva
ignorare il loro grido di aiuto, essendo stata lei stessa vittima di
un’infanzia
infelice e piena di abusi.
Il
fuoco
ostacolava il loro passaggio, facendo crollare macerie e interi pezzi
della
sala come fossero stati castelli di carta.
Da
dove
venivano quelle fiamme divoratrici?
Semplice:
dal drago che si dirigeva sempre più verso di loro,
vomitando fiammate
incandescenti intorno a sé.
Non
era di
dimensioni notevoli, se paragonato a quello nel quale si erano
imbattuti poco
prima, ma il danno che stava causando non era certo da sottovalutare.
-
Ѐ molto più problematico di
quell’altro
drago più grande! Ha un’agilità
pazzesca!- osservò Zoro, che si stava
godendo la scena ghignando spaparanzato sulla coda di Barbabruna, con
le
braccia incrociate dietro la nuca.
Era
incredibile come nulla sembrasse incutergli timore, come per lui
ritrovarsi a
rischiare la vita fosse un gesto quotidiano come mangiare e dormire.
Quelle
situazioni lo divertivano, perché rappresentavano un modo
per mettersi alla
prova.
A
volte lo
considerava pazzo per questo suo modo di fare, ma al tempo stesso ne
era
terribilmente affascinata.
Lei
sarebbe
scappata a gambe levate davanti a nemici potenti, mentre lui li
fronteggiava
con sfrontatezza beffeggiandoli.
Aveva
ascoltato
varie volte i suoi discorsi sui samurai e sui guerrieri valorosi,
nonostante
non fosse in grado di mettere in pratica la lezione.
-
E ALLORA PERCHЀ CONTINUI A STARTENE
LÍ
SDRAIATO?!?! FA’ QUALCOSA E FERMALO!!!-
sbraitò Barbabruna - C’Ѐ
GIÀ UN MARE DI FIAMME NELL’EDIFICIO B!!!
SE LO LASCIAMO LIBERO POTREBBE DARE FUOCO UNO DEI SERBATOI DI GAS E
FARLO
ESPLODERE, DISTRUGGENDO LE PARETI E FACENDO ENTRARE ANCHE IL
“GAS KILLER” CHE
ORA SI TROVA ALL’ESTERNO!!! RISCHIAMO DI MORIRE TUTTI!!!-
-
Ehi, aspettate un attimo!-
intervenne
Kin’emon, assumendo una posa statuaria tipica dei samurai - Non posso restare indifferente quando sento
la parola “drago”! provo del risentimento per
quell’essere, perciò voglio
occuparmi personalmente di lui!-
Probabilmente
tutti loro avevano un buon motivo per avercela con quel drago, dal
momento che
stava mettendo a rischio le loro vite, ma quel samurai doveva
nascondere
qualcosa di molto più profondo dietro quell’odio
smisurato.
-
No…- si
aggregò anche Brook, assumendo
quel tono di voce spettrale che lo rendeva ancora più
spaventoso - Sono io che non posso perdonare
quel drago!-
-
Caspita, ti vedo più determinato
del solito
Brook!- si stupì il cecchino dal naso lungo.
-
Non avete visto la cattiveria con cui si
è
avvicinato a me e ha cercato di mangiarmi?!-
spiegò lo scheletro, mostrando
un evidente paura al ricordo - E poi se
n’è andato via tutto deluso! Che maleducato!!!-
mutò in un secondo stato
d’animo, ora pervaso dalla collera di essere stato ignorato.
-
Perché non c’è
un bel niente da mangiare su
di te- gli fece notare Usopp con tutta la sua calma.
-
C’Ѐ TANTO DA MANGIARE NELLE OSSA,
SAI?!?!-
si infervorò ancora di più, puntandogli contro la
sua spada.
-
Ricevuto…me lo ricorderò!-
scosse le
mani il nasone, in segno di resa.
Non
era il
momento adatto per mettersi a fare dell’ironia o prendere la
cosa con tanta
leggerezza, ma in fondo loro erano fatti così, ed era
proprio questo loro modo
di fare a distinguerli dagli altri.
La
ciurma di
Cappello di paglia era un ciurma di mattacchioni.
-
Kin’emon-san, lascialo a me!-
pregò
Brook rivolgendosi al samurai.
-
Cosa stai dicendo?! Dovresti ritirarti!-
lo ammonì l’altro, scuotendo il capo in segno di
negazione.
-
Neanche per sogno! Lo sconfiggerò
io!-
gli tenne testa.
-
No, io!-
-
No, io!!!-
-
No, io!!!-
Continuarono
a bisticciare come due mocciosi, senza giungere a un accordo.
E
il drago
si faceva sempre più vicino.
Fu
allora
che le venne una sorta di illuminazione.
In
altre
circostanze l’avrebbe trovata sciocca, imbarazzante e priva
di senso, ma quando
stai per rischiare la vita anche l’assurdità
più grande ti sembra una buona
soluzione.
Forse
era
ora di provare a mettere in pratica ciò che aveva letto sui
libri di Zoro,
rubati di nascosto nella biblioteca della nave per saperne di
più sugli
interessi di quel buzzurro che tanto le piaceva.
Chissà,
magari sarebbe stata anche un’occasione per stupirlo e farlo
interessare a lei.
Male
non
faceva.
Decisa
e
concentrata, chiuse gli occhi, intrecciando le dita delle mani e
lasciando
liberi solo l’indice e il medio, che fece combaciare in modo
simmetrico
rivolgendole verso l’alto.
Sembrava
quasi
un monaco buddista in procinto di pregare.
Ma
il suo
intento era ben altro che mettersi a supplicare gli dei per salvare la
pelle.
-
Cadiiii, cadiiiii- prese a recitare
con
tono da nenia, smuovendo le quattro dita a destra e a sinistra senza
farle
staccare - Nin nin nin, cadiiii-
Tenendo
gli
occhi chiusi, non si accorse che tutti avevano preso a guardarla come
fosse
diventata pazza da un minuto all’altro.
Tutti
compreso
Zoro.
-
Ma che stai facendo?!- le chiese
Barbabruna.
-
Fingo di essere un samurai- rispose
con
naturalezza, senza vergogna.
In
quel
momento desiderava solo voltarsi per vedere la faccia di Zoro.
Era
certa di
aver fatto una buona impressione, seguendo alla lettera tutto
ciò che aveva
letto in uno dei libri.
Chissà
come
le era tornata in mente quella tecnica…
Annuendo
decisa,
si preparò a girare il capo e guardare lo spadaccino che
stava poco più al di
sotto di lei.
-
Quella è una tecnica
ninja…- la ammonì
Usopp, mentre un grosso gocciolone scendeva dalla sua testa.
Si
irrigidì,
sbarrando gli occhi e dischiudendo la bocca.
Quella
che
voleva essere una mossa vincente per prendere due piccioni con una fava
si era
rivelata una figuraccia colossale.
Come
aveva
potuto confondere un ninja con un samurai?!
Di
sicuro
Zoro se la stava ridendo di gusto.
Lesta,
gettò
un’occhiata alle sue spalle: come previsto il verde la
osservava ghignando.
-
Certo che non ne capisci proprio niente di
samurai, eh Nami?- la rimbeccò.
Perfetto!
Ora
sarebbe
stata marchiata come “l’ignorante in materia di
samurai”!
Quale
miglior
modo per essere ignorata da uno spadaccino?
L’unico
modo
per uscire da quella situazione imbarazzante era negare fino alla
morte,
rigirando l’errore a suo favore.
E
lei era
una vera maestra in questo.
-
Chi se ne importa! Tanto io preferisco i
ninja!- mentì, incrociando le braccia al petto e
assumendo un’aria di
noncuranza.
Si
ripromise
che se fosse uscita viva da quella stanza, avrebbe disintegrato tutti i
libri
sui ninja che avessero avuto la sfortuna di capitarle davanti agli
occhi.
E
ovviamente
avrebbe fatto uno studio più approfondito sui samurai!
ANGOLO DELL’AUTORE
Ma
cos’è sta
cosa che ho scritto?! Se ve lo state chiedendo anche voi allora avete
compreso
il senso della fic, ovvero che un senso non ce l’ha!
L’idea è partita da una
chiacchierata che si faceva sul Midori su Zoro e i samurai, e Tsunami
mi ha
mostrato un’immagine di un capitolo di OP dove Nami fingeva
di essere un
samurai (chiaro riferimento zonami <3). Tale immagine, che
provvederò a
mettere sotto, mi ha spinta a scrivere questa cosa ironica aggiungendo
pensieri
e battute a quelle già presenti nella scena del manga.
La dedico
ovviamente a Tsunami che come me
condivide la passione per i samurai e che mi ha dato ispirazione per
questa
shot!
Spero vi
abbia strappato anche solo un piccolo sorriso!
Ecco l’immagine:
Baci
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