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Autore: 6Attila6Csihar6    04/10/2014    1 recensioni
[...] Quanti uomini aveva ucciso con quella stessa spada per rubare loro umanità...e donarla a lei?
Dieci? Cento? Aveva perso il conto.
Ma per Quelaan avrebbe fatto di tutto. La sua lady, la sua signora bianca, la sorella della Regina Queelag, l'unica a cui avesse consacrato segretamente il suo cuore e pubblicamente la sua spada e il suo onore. [...]
Ho preso ispirazione anche da alcuni video di ArtoriasFra, uno youtuber che tratta, per l'appunto, di Dark Souls. Buona lettura.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Il cavaliere di Spine era seduto a gambe incrociate davanti al falò al centro della piccola stanza, ricoperta da sottilissimi fili di ragnatela e grosse uova che pulsavano costantemente, segno che al loro interno c'era qualcosa di vivo, che smaniava per uscire.
I primi tempi aveva fatto una fatica indicibile ad abituarsi a quell'odore di morte e di palude che aleggiava nella zona, non a caso a poche centinaia di metri vi era il piccolo accesso che dava sulla palude velenosa della città Infame.
Nessuno sapeva chi avesse costruito quell'insieme di strutture lignee abitate da umanoidi che avevano completamente perso le proprie inibizioni e una qualsivoglia briciola di sanità mentale, e francamente nemmeno lui voleva saperlo. In fondo non era mai stato nei suoi piani conoscere la storia di quel posto infernale, l'unica cosa che contava e per cui valesse la pena lottare era quella piccola farfallina scintillante che di tanto in tanto fuoriusciva da un corpo senza vita di qualche non-morto: l'umanità.
Buffo, pensò il cavaliere, che da vivi gli uomini non sappiano cosa farsene della propria umanità, ma quando muoiono essa diventa improvvisamente la cosa più importante che possiedono, e fanno di tutto pur di proteggerla.
Alcuni riuscivano a preservare la propria umanità per parecchio tempo, ma prima o poi tutti morivano, e la loro umanità, in rari casi, volava via, pronta ad essere raccolta da qualche altro essere.
La morte in quel luogo maledetto poteva avere un solo esito: il vuoto.
Sì, a Lordran le cose stavano lentamente precipitando, tutto sembrava collassare su se stesso, ormai non si moriva più normalmente, quando si moriva si diventava esseri vuoti.
Non sapeva cosa significasse essere un essere vuoto, ma poteva solamente immaginarlo nel vedere cosa stava accadendo intorno a lui.
Ogni volta che riemergeva da quegli abissi pestilenziali, alla ricerca di qualche umano che non fosse ancora morto e che possedesse un briciolo di umanità, vedeva solamente esseri impazziti.
La carne rosea diventava secca e grigiastra, gli occhi perdevano espressività e sembravano sprofondare dentro a dei pozzi, lasciando solo orbite vuote e nere, e la voce diventava un urlo sgraziato di rabbia e follia.
I non-morti erano la cosa più...disgustosa che avesse mai visto. Perfino il tuo migliore amico poteva morire da un momento all'altro, attaccato da uno di quei cosi, e diventare identico a loro.
E tentare di uccidere anche te.
Era per questo che lavorava da solo, ma quella era una scusa che ripeteva a se stesso per non guardare in faccia la realtà e convincersi di aver fatto la cosa giusta ad aver abbandonato Kaathe.
Kaathe voleva solamente l'umanità per permettere a lui e ai suoi guerrieri di potenziarsi, nell'attesa della venuta del Prescelto Non-Morto, colui che avrebbe messo fine a quell'era di caos. Loro lo avrebbero aiutato affiancandolo in battaglia contro Lord Gwyn, il sovrano di Lordran, che aveva permesso che quel putiferio succedesse.
Non aveva mai visto Gwyn, solamente sentito nominare, ma non aveva mai dato peso alle parole riguardo quell'uomo, visto che i suoi pensieri erano rivolti sempre e solo ad una persona.
Per lei aveva abbandonato Kaathe, rinnegando lui e i suoi compagni, che adesso lo avevano additato come il "famigerato cavaliere di spine". Sì, lui voleva distinguersi da quegli altri manichini, lui era qualcosa di più di un semplice servitore, così si era creato la sua personalissima armatura e il suo set. Spada ricoperta di spine, scudo ricoperto di spine, armatura ricoperta di spine, era una macchina da guerra, chiunque tentasse di colpirlo rimaneva ferito a sua volta a causa di quelle spine affilatissime e la sua gola veniva squarciata da una lama dentata.
Quanti uomini aveva ucciso con quella stessa spada per rubare loro umanità...e donarla a lei?
Dieci? Cento? Aveva perso il conto.
Ma per Quelaan avrebbe fatto di tutto. La sua lady, la sua signora bianca, la sorella della Regina Queelag, l'unica a cui avesse consacrato segretamente il suo cuore e pubblicamente la sua spada e il suo onore. 
Per lei era disposto ad affrontare ogni pericolo, i Non-Morti, un uomo disperato che cerca di mantenere la propria umanità, le creature mostruose che si aggiravano per Lordran, e tutto per darle un po' di quelle piccole farfalline luccicanti, e farla stare un po' meglio.
La sua lady non era bella. Perchè non lo era nel senso comune del termine.
Era bloccata al muro di fronte a lui, oltre il falò. Più che bloccata era...letteralmente immersa nel muro di ragnatela.
Dal bacino in giù era completamente avvolta da un grappolo fitto di uova di ragno che le avvolgevano anche le gambe, impedendole il movimento. Dietro di lei sbucava un grosso addome di ragno pallidissimo, di cui era visibile solo la parte finale a cui la ragazza era collegata, e da quel groviglio di uova e fili di ragnatela spuntavano delle zampe di ragno, rinsecchite e deboli, incapaci di muoversi.
La pelle della ragazza era pallidissima, bianca come la carta, e teneva la testa leggermente china in avanti in modo tale che i lunghi capelli biondi le ricadessero in avanti, coprendole il seno.
Teneva le mani giunte tra loro, con le dita intrecciate, e gli occhi chiusi. L'espressione però, era serena, e conferiva morbidezza e dolcezza ai lineamenti del volto.
Il cavaliere se ne era innamorato subito, dal primo momento che l'aveva vista, pur sapendo che il suo amore incondizionato non sarebbe mai stato ricambiato, poichè lei non parlava la sua lingua. L'unica cosa che poteva fare per dimostrarle ciò che provava era portarle umanità, tutta quella che trovava.
-Kirk.-
La voce roca arrivò dalla sua destra, ma inspiegabilmente Kirk, il cavaliere di Spine, osservò a sinistra, dove la stanza diventava un grosso corridioio squadrato molto breve, di circa cinque metri, e terminava di fronte ad una parete.
Kirk sapeva che se avesse dato abbastanza umanità alla sua Lady, quella parete sarebbe scomparsa sotto su ordine, per permettere al cavaliere di continuare la ricerca di umanità in altri luoghi. 
-Kirk.-
Si voltò a destra, dove un uomo riverso per terra, con delle grosse uova sulla schiena, che dovevano sfiorare almeno il metro d'altezza, e pesavano così tanto da costringerlo a camminare carponi, strisciando il ventre per terra.
Si chiamava Eingyi, ed era il servitore più fedele della sua regina. Vecchio, stanco, con l'animo votato al servilismo nei confronti di Lady Quelaan, aveva mantenuto quel briciolo di umanità che gli bastava per essere senziente e parlare ad eventuali guerrieri che volessero unirsi alla donna, e assicurarsi protezione e potenti incantesimi in cambio di umanità.
Kirk non riusciva ad odiarlo, e nemmeno aveva mai tentato di rubargli l'umanità, anche perchè era sicuro che poi la sua pallida Lady sarebbe stata distrutta dal dolore nel perdere un servitore così devoto e un amico così caro.
Già, lui era venuto solamente dopo, e invece Eingyi c'era sempre stato, da che lui avesse memoria. Ma aveva imparato a conoscerlo, e lo rispettava profondamente, e molte volte aveva l'impressione che fosse al corrente dei sentimenti che gli scuotevano l'animo.
Gettò uno sguardo alla spada spinata piantata per terra, poi guardò di nuovo Eingyi.
-Che cosa c'è?-
La voce era arrochita, come se la parola non fosse stata usata da anni ed effettivamente Kirk non era mai stato un uomo dialettico. Aveva sempre preferito l'azione, alla parola.
-Altri servi della Regina hanno sentito dei rumori provenire dalla Città Infame.-
-E allora?- 
-Hanno visto un cavaliere. Ancora umano.-
Eingyi aveva fatto una piccola pausa tra le due frasi, come a creare una impercettibile aura di tensione. 
-Dimmi qualcosa che non so su di lui.- disse Kirk a mezza bocca, alzandosi e afferrando l'elsa della spada e dando un violento strattone col braccio, per sfilarla dal terreno. Fece qualche movimento con la spada, facendola roteare col polso, poi la assicurò alla cintura di cuoio trattato, modificato da lui appositamente per evitare che le spine e la lama tagliassero il cuoio.
Il servitore della Lady sembrò pensarci più intensamente, si grattò il mento con aria pensierosa ed emise un verso di sforzo, come se pensare richiedesse chissà quale grande fatica!
-Beh, si stava dirigendo verso il Grande Vuoto, per motivi che a dir la verità non so. Se fai ancora in tempo, potresti rintracciarlo.-

Spazio Dell'Autore
Probabilmente avrò fatto alcuni grossolani errori, o avrò sbagliato nel descrivere Queelan o la condizione di non-morto, in effetti è parecchio che non gioco al primo DS. Ho cercato di immaginare che rapporto ci fosse tra Kirk e la sua Lady, e di come Eingyi fosse come una specie di padrino per il nostro cavaliere, evitando però di snaturare troppo i loro comportamenti e personalità. Beh, spero vi sia piaciuta.
  
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