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Autore: Matrona    04/10/2014    14 recensioni
Akane odia gli uomini è un dato di fatto e Ranma vuole scoprire il perchè e lo farà con ogni mezzo.
" Dentro loro si amavano come se non ci fosse un domani, fuori erano due amichetti litigiosi dell'asilo, pronti ad azzannarsi la gola per sciocchezze ma altrettanto pronti farsi strappare via le braccia se qualcun altro s’intrometteva nel loro rapporto..." Piccolo racconto sui sogni e i ricordi dei nostri baka preferiti!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Happosai, Kasumi Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il lieto cinguettare degli uccellini e un brivido di torpore ridestarono Ranma dal suo viaggio onirico.
Era appena l’alba e la camera di Akane era ancora immersa nella penombra.
Deglutì sonoramente quando vide la sua piccola figura ancora addormentata al suo fianco.
Avevano passato la notte sul tappeto. Il ragazzo l’osservò meglio, sembrava serena.

*Forse sta facendo un bel sogno… chissà sa quale dei miei ricordi ha vissuto…*

Un’ ulteriore brivido gli traversò la schiena. E se avesse visto qualcosa di riprovevole?
Se non avesse voluto più avere a che fare con lui? Mille interrogativi ronzarono nella sua testa.
Non era pronto ad affrontarla dopo essere stato nei suoi ricordi più profondi.

* Calmati stupido, Akane non sa della polvere dei ricordi, per lei saranno solo sogni strani. Comportati come sempre e andrà bene. *

Evitando di fare il minimo rumore si tirò a sedere. Forse era il caso di metterla a letto.
Chissà che faccia avrebbe fatto nel trovarsi stesa sul pavimento, sicuramente l’avrebbe linciato visto che l’ultimo a vederla sveglia era stato proprio lui.
Con delicatezza la prese in braccio. Akane era uno scricciolo premuta contro il suo petto, tiepida e profumata.

*Ancora il profumo del suo shampoo…*

Il ragazzo divenne rosso dalla testa ai piedi e pregò i kami che il suo amico dei paesi bassi non si risvegliasse.
Dannazione perché gli faceva quell’effetto così eclatante. La stese adagio tra le coperte rimanendo qualche minuto di troppo a fissarla.

- Ranma… - Sussurrò piano la mora, che rimase ancorata al suo braccio.

*Mi sta sognando…* 
Il cuore galoppava così velocemente che temette di avere un infarto. Aveva sussurrato il suo nome in una maniera dolcissima e accennando un lieve sorriso.

* Vorrei tanto rimanerti accanto… ma non posso, almeno non ancora. Adesso che conosco i tuoi pensieri so cosa devo fare… *
A malincuore si staccò da lei e uscì con passo felpato dalla stanza, aveva bisogno di una doccia fredda e una colazione abbondante.




Tiepidi raggi di sole ridestarono dopo alcune ore la piccola Tendo.
Si sentiva le ossa a pezzi ma i sogni di stanotte l’avevano fatta svegliare col sorriso sulle labbra.

- Mmh… che dormita e che sogni strani. - Cercò di fare mente locale, si ricordava tutto.
Arrossì come un peperone, non era possibile, Ranma non poteva pensare quelle cose di lei. Il suo cuore batteva forte.

*Sei una stupida Akane, sei tutta contenta per dei sogni… *


- Akane chan, sveglia la colazione è pronta. -
La dolce voce di Kasumi la ridestò dalle sue elucubrazioni. Guardò l’orologio, erano appena le otto.

- Ottimo! Niente scuola. Una bella corsetta, doccia e poi stasera la festa. Magari potrei provare a cucinare qualcosa…-
Si rabbuiò improvvisamente, quello stupido di Ranma avrebbe sicuramente trovato qualcosa da ridire.

- Chi se ne frega di quel baka! - Borbottò fiera prima di correre giù per la colazione.


Scesa in sala trovò solo Nabiki e Happosai che insieme alla maggiore avevano quasi terminato. Si chiese istintivamente dove si fosse cacciato il suo fidanzato.
Happosai per qualche secondo si staccò dalla sua immersione in apnea nella ciotola di riso e guardò la ragazza con malizia.
Era più bella del solito e indossava un grazioso prendisole a fiori e i capelli erano fermati da un nastro verde acqua.

- Akane chan ma quanto siamo carine oggi. Fatto bei sogni? -

La mora senza alcun motivo arrossì piccata. Come faceva a sapere che aveva fatto dei sogni belli, anzi stupendi.
Nabiki la guardò sorpresa. Forse stamattina in casa Tendo c’era qualcosa di più interessante della rivista Japan Gossip che stava sfogliando avidamente.

- Sì Akane hai un aspetto così radioso! Non è che ieri sera Ranma abbia trovato un modo come dire “inusuale” per farsi perdonare? -
La mezzana e il vecchio se la ridevano di gusto, mentre Kasumi li rimproverava.

- Ma… cosa dite! Io… - Era viola dall’imbarazzo.

- Oh gli avevo detto di far pace con te, ma non immaginavo si spingesse così oltre. -
Con il suo sguardo limpido e ingenuo cercava di carpire una risposta di Akane che puntualmente si trasformò in un insieme di suoni disarticolati di vergogna.

- Noi non abbiamo fatto assolutamente nulla! Chi potrebbe mai far…

- L’ho visto uscire all’alba da camera tua, non mentire e poi diciamocelo era anche ora -
Osservò onesta Nabiki.

- Effettivamente, cominciavo a dubitare dei gusti di Ranma con tutta quella gente che gli ronza intorno. Ah beh se non altro siete stati molto silenziosi, bravi! -
Sorrise composta la maggiore finendo di servire il tea. - A poco servirono le proteste di Akane già confusa da tutte quelle illazioni e notizie.
Happosai invece la guardava silenzioso. Forse lui sapeva qualcosa.


* Ranma è uscito di camera mia all’alba? Ieri abbiamo preso il tea e poi zero, vuoto assoluto.
Cosa cavolo è successo? Oh kami se fosse davvero successo qualcosa e io non lo ricordo? *


- Comunque se lo cerchi, è andato con papà e zio Saotome a montare la tavolata per la festa di stasera.
La mezzana interruppe il filo dei suoi pensieri, infondo la sorellina era un libro aperto per lei.

- Per quel che mi importa… in realtà volevo sapere se c’era qualcosa che potevo fare anche io per la festa. Mi piacerebbe cucinare qualcosa. -
Il gelo attraversò la sala da pranzo e tutti si voltarono in attesa che Kasumi rispondesse qualcosa.

- Beh  ho trovato una ricetta molto semplice per dei biscotti al cioccolato. Ti andrebbe di provare? -
Quella donna era una santa. C’era poco da dire. O forse era il suo modo per farsi perdonare di averla allontanata dalla cucina il giorno prima. 
Il volto di Akane s’illuminò felice e con rinnovato ardore corse in cucina per cominciare.

- Ci avvelenerà tutti… - Sentenziarono in coro Happosai e Nabiki.



Mezz’ora dopo in cucina…


- Akane ascoltami bene. Qui c’è la ricetta, seguila passo passo senza aggiungere o togliere nulla.
Ho già preparato tutti gli ingredienti che ti servono sul tavolo. Se hai qualche dubbio fermati e chiedimi pure. Resto qui accanto a te. -

Non sapeva se quelle parole erano amorevoli e affettuose o più semplicemente ordini.
Poco male, avrebbe fatto di tutto per riuscire a cucinare qualcosa di decente.

- Sì Kasumi. - Rispose obbediente allacciandosi il grembiule.

- Ah una cosa importante. Non è una sfida. Rilassati e pensa a qualcosa di bello mentre cucini. Tutto verrà più buono. -

Akane aveva sempre pensato che la cucina fosse come le arti marziali: forza, dedizione e velocità.
Con timore e sotto l’occhio vigile di Kasumi cominciò a mescolare la farina con il cacao.
La voce dolce della sorella la seguiva dicendole di andare più piano e usare i sensi.
Il profumo del cioccolato le solleticava le narici e gli ricordava le volte che lei e Ranma si erano fermati a prendere una cioccolata al bar tornando da scuola.
Aggiunse le uova, il burro, lo zucchero e il latte mescolando con polso deciso senza avere fretta.
Il composto mano mano si stava amalgamando ed ebbe la netta impressione che avesse un aspetto decente.

- Assaggialo! - Esortò la sorella.

- Ma è crudo!

- Devi assaggiare per capire se è venuto bene. Molte cose all’apparenza non sono belle,
come questo impasto informe, ma assaggiandole riusciamo a capire se sono buone o meno.

* Già anche Ranma fuori sembra crudo e inaccessibile eppure dentro…
.*
Arrossì sperando che la sorella non captasse il suo imbarazzo.

Con esitazione infilò un dito nell’impasto molliccio e se lo portò alla bocca.
Sapeva di non essere capace a cucinare e non aveva mai assaggiato uno dei suoi piatti, tranne un raro caso in cui aveva fatto un curry decente*.
Il sapore del cacao si diffuse nella sua bocca e lo zucchero che si era amalgamato la lasciò piacevolmente stupita.

- Oh kami! Non sono morta ed è anche decente! -

- Vedi Akane chan. Se fai le cose con amore e ascolti il tuo cuore e i tuoi sensi tutto riesce bene. Era buono di zucchero? Il cacao si sente? -

- Sì Kasumi… io… grazie…
- Rispose con le lacrime agli occhi.

- Sù mancano ancora la cannella e delle scaglie di cocco. Di che forma vuoi farli?

- Di stella. E’ la festa dell’estate e il cielo stasera ne sarà trapuntato. Cosa ne pensi?

- Ottima idea sorellina!
-  Le due ragazze si sorrisero complici e continuarono nella realizzazione della ricetta.



Un’ ora dopo i biscotti erano pronti. Kasumi aveva spiegato alla sorella che anche la cottura va rispettata.
Non bisogna avere fretta ma nemmeno lasciare che passi troppo tempo ed Akane ebbe la netta impressione che non si riferisse solo alle piccole stelline di cioccolata.
Era il momento di prepararsi adesso. Lo yukata nuovo e l’ansia di sapere se i biscotti fossero effettivamente buoni le misero addosso un’energia incontenibile.

* Ah se solo i sogni di stanotte si realizzassero… *

Akane incrociò nel corridoio Happosai che puntualmente tentò di saltarle addosso!

- Zuccherino quanto sei bella con lo yukata, fatti abbracciare! - Prontamente la ragazza lo atterrò con un destro micidiale.

- Aiha! Mi hai fatto male sai? Eppure pensavo che fossi contenta dopo i sogni di stanotte!

- E tu che ne sai di cosa ho sognato stanotte?
- Quel vecchio non gliela raccontava giusta.

- Io nulla, è che ho visto Ranma entrare in camera tua… non pensavo… una ragazza così riservata come te…. - Un altro pugno lo compì in testa.

Cosa vorresti insinuare!? E poi non hai ancora risposto alla mia domanda! -
 
Happosai riuscì a sgattaiolare dalle sue grinfie non prima di avergli dato un’ ennesima palapatina e voltandosi verso li lei disse:

- Se non sono stati solo sogni dovrebbero esserci delle prove, tu non credi? - E così dicendo saltò via dalla finestra,verso i tetti del quartiere.


Akane rimase basita a guardarlo zompettare allegro per i tetti di Nerima.
Aveva ragione se quelli erano ricordi veri doveva esserci pur sempre una traccia tangibile.
Ma cosa cercare? In un primo momento si era decisa ad andare da Kasumi e chiederle dei vestiti ma poi si ricordò che nel sogno Ranma li aveva messi in soffitta.

Così presa dalla curiosità e col cuore in gola salì sopra l’angusto spazio tra le travi appena sotto il tetto.
Era da tempo che non andava li sopra e il battito accelerava sempre più ad ogni passo scricchiolante sul logoro parquet.
Nell’angolo sinistro dietro alcuni scatoloni ammonticchiati, pieni di addobbi natalizi ecco fare bella mostra di se il baule.
Akane sapeva di quel baule da tempo, era di suo padre e lo usava per tenerci vecchi cimeli.
cianfrusaglie raccolte nei suoi anni di training o di “apprendista ladro di biancheria” come sarebbe più appropriato dire.
Adesso bisognava solo constatare la realtà dei fatti.

E se non ci fosse stato nulla la dentro?
Se irrimediabilmente i sogni avuti erano solo il desiderio del suo subconscio già particolarmente provato negli anni da quel baka del suo fidanzato?
Con mani tremanti afferrò le due cerniere, deglutendo strizzò gli occhi per la paura di vedere.

* Bene Akane, stai calma e respira… al tre apri gli occhi… uno … due…tre! *

Le sue belle iridi nocciola si spalancarono dall’emozione.
Piegati con cura e avvolti nella carta di riso i due abiti nuziali erano lì, candidi e perfetti come quel giorno.
Con delicatezza, come se toccasse qualcosa fatto di cristallo, Akane aprì l’involucro che conteneva il suo. Era ancora più bello di quanto ricordasse.
I delicati ricami e i pizzi erano di un bianco accecante e la cascata di fiori sulle maniche un vero spettacolo…. e poi notò quel piccolo particolare.
Si accorse che mancava un fiore, tra la spalla e il corpetto. Quello che aveva staccato lui per ricordo.
Un incontenibile gioia investì la piccola Tendo che senza un motivo preciso cominciò a piangere, portandosi sconvolta le mani alla bocca.

* Non…non era un sogno… Ranma li ha messi qui davvero…ha staccato il fiore…*

Non riusciva a crederci, quel baka provava tutte quelle cose e lei non si sa come le aveva sognate, sentite… non poteva ragionare a mente lucida in un momento come quello.
Correre da Ranma, o fingere indifferenza per poi parlargli nel momento più opportuno?
A quest’ora sicuramente era nel pieno della festa. Tanto valeva raggiungerlo li e vedere come si sarebbero evolute le cose.
Con il cuore in gola scese giù e uscì trafelata dirigendosi alla festa, insieme a Nabiki che l’aspettava già da un bel po’.




Calda e stellata, la notte di Nerima aveva un qualcosa di magico e nostalgico al tempo stesso.
Sin da lontano le lanterne rosse e arancio illuminavano a giorno il tempio e due grandi fuochi ai lati del bosco ardevano creando giochi di luce incantevoli.
Affollatissimo come non mai il Matsuri di fine estate era l’evento prediletto della zona.
Tantissime bancarelle colorate e persone in abiti tradizionali brulicavano come formiche allegre e spensierate.
Non fu facile per Nabiki e Akane trovare la tavolata del comitato di quartiere.
In un piccolo spiazzale addobbato con fiori e lanterne, il tavolo con le pietanze di Kasumi,  troneggiava splendido e immacolato nell’accecante marasma dell’evento.
C’era davvero di tutto ed era sistemato con grazia e cura maniacale.
La maggiore delle Tendo era incantevole nel suo yukata rosa pesca con piccole carpe koi, mentre accoglieva gli ospiti con ossequiosi inchini. 
Akane si guardò intorno spaesata, vedeva tutti tranne lui.
Con un moto di coraggio prese i suoi biscotti a forma di stella e si incamminò per le viuzze del tempio.
Prima o poi l’avrebbe trovato e con un po' di fortuna avrebbero mangiato insieme le stelle di cioccolato e magari chiacchierato un po' da soli.
Nemmeno il tempo di salire le scale e svoltare l’angolo che lo trovò impegnato a sfuggire, come al solito, dalle grinfie di Ukyo e Shanpu, che partecipavano anche loro alla festa con i loro stand.
In più Kodachi si era unita al teatrino non appena aveva udito la voce del codinato.

- Lanma amole, assaggia la nuova licetta del mio Lamen! - Si strusciò addosso la bella cinese.

- No, Ranma assaggerà ma mia Okonomiyaki special tutti i gusti più uno* ! - Disse l’affascinante cuoca, arpionandosi al suo braccio.

- Che sciocche, io e Ranma passeremo la festa insieme e mangeremo nel migliore ristorante di Nerima!

- Zitta lagazza spatola! E tu pazza delle lose, volele combattele!?

- Non chiedo di meglio gatta morta dei miei stivali!

- Sarà un piacere battervi insulse sguattere.


- Ragazze non mi sembra il caso di… -

Ranma cercava di sedare gli animi, ed improvviso la vide.
Vicino la scalinata e sotto la luce di una lanterna, sembrava una bambolina.
Il suo yukata blu scuro ornato di pesciolini dorati splendeva come un prezioso gioiello mentre i suoi corti capelli corvini,
ornati da un piccolo fiore scarlatto, ondeggiavano lievemente insieme al caldo vento di scirocco.

Ranma inghiottì il vuoto. Era davvero incantevole.
Non l’aveva vista per tutto il giorno e si maledisse all’istante per aver permesso a quelle due matte di bloccarlo in quella situazione.
Era stato così bravo ad evitarle per tutto il pomeriggio nell’attesa di vederla e adesso lei stava li, con lo sguardo ferito e rassegnato, mentre un’ aura rabbiosa cresceva sempre più.
Anche le ragazze si accorsero della nuova arrivata e subito si posizionarono per l’attacco.

- Ah c’è anche lagazza violenta! Sei venuta pel combattele anche tu? -
Ad entrambe cadde lo sguardo sul cestino di biscotti che aveva tra le mani.

- Akane non dirmi che quei cosi li hai fatti tu? Vuoi per caso avvelenare Ranma? -
Chiese malignamente la cuoca. Tutti guardano contemporaneamente il contenuto del cestino.

- Biscotti al cioccolato a forma di stella? Che banalità, saranno sicuramente disgustosi! - Rincarò Kodachi.

- La pazza ha ragione, lascia a noi Ranchan sicuramente non morirà di fame!

- Ak… akane sono per me quelli? - Disse avvicinandosi cautamente.

Ranma la osservava tra l’apprensivo e il preoccupato. Era sempre così quando lei cucinava qualcosa.
Apprezzava il suo impegno ma era decisamente terrorizzato dal dopo, che spesso significava notti al bagno e vagonate di digestivo.

Akane cercò di mantenere la calma ma la rabbia saliva sempre di più,
avrebbe voluto spedirli tutti su marte con un calcio potentissimo ma non aveva la forza, si sentiva totalmente delusa.
Da lui e da se stessa. Come aveva potuto sperare che le cose cambiassero da un momento all’altro?
Poteva anche essere che Ranma provasse tutto quello di cui aveva sognato ma la realtà era ben altra.
Quel baka rimaneva sempre il solito inconcludente ragazzino incapace di dire no alle sue pretendenti.
Senza nemmeno il tempo di farle proferire parola, le tre ragazze le si avventarono addosso attaccandola.
Akane impreparata indietreggiò di qualche passo, cercando di mettere in salvo i biscotti, inciampando con gli zori nel gradino.
Sarebbe sicuramente ruzzolata giù in malo modo se Ranma non fosse arrivato in suo soccorso.

- Ma che diavolo fate!? -

Le piccole stelle di cioccolato volarono via dal cestino cadendo per terra, mentre il codinato era riuscito ad attutire l’impatto di Akane con le scale.
Riaprì lentamente gli occhi, era stretta contro il petto del suo fidanzato, rannicchiata tra le sue braccia.
I biscotti sparsi sul pavimento, la spatola di Ucchan che le aveva squarciato lo yukata. Era furente.
Perché diavolo non spioveva mai stare tranquilli in questa città. Alzò lo sguardo e lo vide.
Arrabbiato ancora più di lei e serio come non l’aveva mai visto. Puntava lo sguardo in direzione delle tre ragazze.

- Siete tutte pazze! Attaccare all’improvviso una persona disarmata non è leale! -

- Ma Ailen!

- Ranchan!

- Mio adorato! 
- Protestarono. 
Akane si rabbuiò, era stata solo colta di sorpresa, sicuramente sarebbe riuscita pararsi in qualche modo. Non era certo una bambina incapace.

- Non voglio sentire più una parola. Akane è un’artista marziale leale non come voi e soprattutto, perché diamine deve essere tutto una sfida all’ultimo sangue?

* Ranma…*

- Pelchè difendi lagazza violenta?!

- Già! Vuoi morire con le sue schifezze? -

- Ranma caro ti senti bene? Non è che quella scimmietta ti ha avvelenato con qualche poltiglia schifosa?

Inveirono in coro. Ranma inspirò profondamente era arrivato il momento di essere chiaro.
La rabbia fluiva nel suo corpo ma cercò di contenersi, erano pur sempre delle ragazze innamorate di lui.

- Akane non ha bisogno di essere difesa. E’ forte abbastanza. Sono io  che sono stanco di questa situazione.
Non voglio più vedervi combattere tra voi ne vedervi attaccarla. -

Deglutì sonoramente, fissandole con i suoi occhi profondi e determinati.

- Akane è la fidanzata che ho scelto da solo e senza alcuna imposizione, ed è ora di finirla con questo teatrino ridicolo.
Per me siete solo delle amiche e basta. -


Il vento soffiava caldo e dolce tra gli alberi e le stelle nel cielo parvero brillare con maggiore intensità.
Le sue parole si smarrirono nella confusione della festa ma rimasero scolpite nel cuore di quelle giovani fanciulle.
Il silenzio piombò sulla scena ma durò poco. Pochi attimi di smarrimento, il sacro fuoco della vendetta accese la sua folle miccia.

Ukyo e Shanpu lo guardavano come fosse un alieno mentre Kodachi si accasciò a terra in una posa tragica.
Non potevano credere alle sue parole ma non riuscivano a staccare gli occhi dal volto di quel ragazzo, così tremendamente serio e imbarazzato.
Si resero subito conto che non stava bluffando e che le loro più recondite paure avevano preso definitivamente forma.

Akane dal canto suo  si era gelata sul posto, incapace di credere alle sue orecchie.
Ranma non solo l’aveva salvata e difesa ma stava mettendo in chiaro una volta per tutte le cose con le altre presunte fidanzate.
Era terrorizzata all’idea della loro reazione ma piacevolmente avvampata per le accorate parole del codinato.

- Tu… lei… io non lo accetto! -

Shanpu fu la prima a reagire. Con le lacrime agli occhi, lanciando un grido disperato si avventò contro i due, seguita a ruota da Kodachi e Ucchan.
Era come se in quell’ultimo attacco stessero mettendo tutta la frustrazione e la delusione di quegli anni passati a sperare un qualcosa che infondo sapevano non sarebbe mai avvenuto.
Erano consce che essere contrarie non avrebbe attutito il sentimento sconvolgente di quei due provavano l’uno per l’altro.

Lo sapevano da sempre, ma si sa l’essere umano lotta per la propria felicità ed è egoista con i cuori altrui.
Quante volte e con quanti mezzi avevano tentato di dividerli, farli odiare e spezzare quel filo rosso che univa l’oggetto dei loro desideri ad un insipida e violenta ragazzina giapponese.
E fu così che in una notte d’estate, a bruciapelo il verdetto era stato pronunciato chiaro e tondo, sulle labbra del bel ragazzo con il codino, rinomato per la sua eterna indecisione e timidezza.

Ranma con un balzo all’indietro, riprese Akane tra le braccia e saltò via dalla battaglia, schivando abilmente le armi delle tre pretendenti.
Si aspettava una reazione del genere ma non aveva alcuna intenzione di fronteggiarle ancora una volta e spiegarsi con loro senza farsi ammazzare.
Era già stato così imbarazzante gridare i suoi veri sentimenti.
Non aveva nemmeno il coraggio di guardare la mora ancora rannicchiata tra le sue braccia, chissà cosa stava pensando, le aveva fatto piacere sentire quelle parole da lui?
Con pochi e agili balzi riuscì ad atterrare su di un piccolo ponte, nel giardinetto interno ad est del tempio, lontano dal caos del Matsuri.
Non avrebbero dovuto essere li ma sicuramente in quel momento di festa nessuno avrebbe fatto caso ai due ragazzi.


- Stai bene Akane? -
A malincuore si staccò da lei, attendendo con il cuore trepidante una sua parola.  La mora ancora stordita dal suo profumo si rimise in piedi, guardandosi attorno.
Il giardino era incantevole. Erano sul ponticello che divideva perfettamente a metà il piccolo specchio d’acqua, che rifletteva la moltitudine di stelle della volta celeste.

- Sì Ranma…. -
Non riusciva a guardarlo negli occhi. L’emozione era troppa e la paura di sbagliare altrettanta.

- Ecco… io non volevo difenderti perché non sei capace… ma solo perché… -
Tentò di giustificarsi boccheggiando insicuro.

- Lo so. Grazie. In realtà so tutto… -
Cosa voleva dire so tutto? Tutto cosa? Che sapesse della polvere dei ricordi? Ehi un momento lei lo aveva ringraziato.
Si sentì avvampare quando lei gli sfiorò una mano.

- Sai stanotte ho fatto un sogno molto strano… -
Il codinato deglutì mentre le sue viscere si contorcevano nell’ansia di essere scoperto.

- Che g…genere di sogno?

- Un sogno dove io riuscivo a leggere nei tuoi pensieri e conoscere alcune cose del tuo passato…
-
Si voltò leggermente verso lui cercando di carpirne una qualche reazione.

- Ah…

- E cosa hai… ?
- Terrore e curiosità lo stavano divorando.

- Non importa più… perché le parole di stasera sono state meglio di qualunque sogno… -
Lo disse quasi sussurrando e il cuore di Ranma fece una capriola di gioia.
Per la prima volta Akane era li e si stava esponendo, nonostante solo pochi minuti fa avrebbe voluto ucciderlo.

- Akane… io…quindi non sei arrabbiata per quello che ho detto? -
Le posò le mani sulle spalle e timidamente cercò di incontrare i suoi occhi. Voleva essere sincero fino infondo.

- Dovrei? Forse sì… - Aveva smesso di respirare.

- Avresti dovuto dirmelo prima… avresti dovuto parlarmi dei tuoi sentimenti…avremmo dovuto… - Rise leggermente malinconica.

- Siamo due baka forse è per questo che ci siamo trovati… -

Ranma si fermò a guardarla incantato. La sua voce melodiosa e sussurrata lo aveva tranquillizzato.
Erano così spaventati da una possibile reazione negativa dell’altro che si costruivano dei muri inaccessibili pur di non essere feriti, infondo non erano poi così diversi.
Solo che poi rimanevano in attesa dietro a quelle cortine struggendosi per uno sguardo o per una parola inappropriata.
Dichiararsi era stato così liberatorio ma dirle la verità e cominciare un nuovo domani con il piede giusto era essenziale in quel momento.

- Senti Akane io devo dirti una cosa… -
La mora si rabbuiò un secondo, che volesse fare marcia indietro?

- C’è un motivo per cui hai sognato quelle cose…
o meglio non so cosa hai sognato ma evidentemente non era poi così male…quindi io… ecco… -
Farfugliava in preda a suoni disarticolati.

- Ranma respira! Spiegati meglio… - Vide smarrimento e paura nei suoi occhi.

- Prometto di non picchiarti fino alla fine ok? - Sorrise maliziosa Akane. Lasciando il ragazzo inebetito.

- Ecco. Io ho chiesto ad Happosai la polvere dei ricordi o meglio lui me l’ha proposta,
perché io volevo sapere a tutti i costi perché odi così tanto gli uomini e se odiavi così tanto anche me… -


Le ultime parole andarono sfumando. Akane dapprima si arrabbiò, doveva usare un trucchetto alla Shanpu per chiederle una cosa così sciocca?
Ma poi si calmò. Era così tipico di lui, prendere i problemi alla larga e cercare soluzioni alternative pur di non esporsi.

- Quindi…?

- Ho visto alcuni ricordi del tuo passato. Mi spiace aver violato la tua privacy ma volevo capire…

- Così anche io ho potuto vedere i tuoi di conseguenza, giusto?
- Ranma spalancò gli occhi, non sembrava arrabbiata, piuttosto curiosa.

- Sì… era lo scotto da pagare per entrare nei tuoi sogni… ma ti giuro non ho visto nulla di compromettente… -

Sbraitò viola dall’imbarazzo. Akane non poté fare a meno di inarcare un sopracciglio divertita.
Pur di conoscere il suo passato aveva lasciato che lei entrasse nelle sue memorie più profonde e scoprisse le sue fragilità e i suoi segreti.
Ranma si era ammutolito non aveva il minimo coraggio di guardarla, anzi strizzò gli occhi in attesa di un pugno che non arrivò mai.
Con infinita dolcezza Akane gli sfiorò una guancia, forse due baka come loro dovevano ricorrere a mezzi del genere per capire di amarsi follemente.

- Grazie… - La mora gli sorrise teneramente e le gambe del codinato cominciarono a tremare.

*Non mi vuole ammazzare… mi sta sorridendo, ringraziando oh kami! *
Ranma si sentiva confuso e felice come quando sul monte Hooh aveva rivisto la sua amata sorridergli tra le braccia.

* Non sprecherò un’altra occasione…*  

Con mani tremanti la strinse di più a se, inspirando il profumo dei suoi capelli.
I visi si avvicinarono piano, caldi e imporporati dall’imbarazzo.
Akane si perse nei suoi occhi profondi e lui non poté fare a meno di fissare famelico le sue labbra vermiglie.
Si alzò sulle punte e chiuse gli occhi piena di emozione.

* Oh kamisama fa che nessuno ci interrompa…*

Ranma deglutì sonoramente, lei lo voleva…
si sentì l’uomo più felice della terra e una netta sensazione di vertigine lo colpì quando sfiorò le sue labbra con le sue.
Calde, morbide.Un incastro perfetto. Niente nastro adesivo, niente maledizione del gatto, niente scocciatori.
Solo loro due e il battito selvaggio dei loro cuori immersi nella notte stellata.
La mora si aggrappò con forza alla sua casacca, mentre calde lacrime cominciavano a scendere sulle gote.
Segno di una felicità palpabile e agognata. Una mano dietro la sua nuca e l’altra avvinghiata contro i suoi fianchi.
Ranma stava approfondendo quel bacio urgentemente e Akane si sentiva leggera ed euforica, pronta ad assecondare ogni suo capriccio.
Lo amava oh kami se lo amava. Presi dalla fastidiosa incombenza di respirare, si staccarono ansimanti con le labbra gonfie.
Ranma le prese gentilmente le mani, baciandole la punta delle dita mentre lei sussurrò le agognate parole in un singhiozzo.

- Ti amo Ranma… -
Il ragazzo mancò un battito e la strinse forte a se. Si sentiva così felice che avrebbe voluto sfidare mille nemici e gridare al mondo intero che lei era solamente sua.

- Anche io Akane, ti amo anche io… -
Affondò ancora una volta la testa nel suo petto. Tante emozioni, imbarazzo, gioia e amore la inondavano sempre più.

- Grrrrrr - Un brontolio. Si guardarono entrambi per poi scoppiare a ridere.

- Emh… nella fretta di liberarmi di quelle pazze non ho messo niente sotto i denti.-

- Beh potresti tornare da loro, non ti negherebbero un pasto…
- Ranma si rabbuiò e le strinse forte le mani.

- Fossi matto! Ho fatto tutto quel marasma per liberarmi di loro e mi dici queste cose?-
Akane gli sorrise dolcemente per poi chinarsi a raccogliere il cestino dei biscotti.

- Oh guarda ne è sopravvissuto uno. -
Una stellina di cioccolato malconcia giaceva sul fondo della scatola. Ranma si allarmò cercando di trovare le parole adatte per non farla arrabbiare.

- Emh… la mia non é proprio fame…

- Ah sì?
- Rispose Akane inarcando un sopracciglio.

- Emh.. ecco…

- Beh se non lo vuoi, lo mangerò io…anche io ho un certo languorino… -
La vide portarsi alla bocca il biscotto e addentarne una metà.

* Assurdo lo sta mangiando. Sta mangiando qualcosa cucinato da lei! *

- Akane non farlo, poi starai male!
- Non riuscì a trattenersi.

- Mmm…buono! - Mormorò sbocconcellandone un altro po’.

- Com..cosa?

*E’ commestibile?*

- Cucini qualcosa di commestibile e te lo mangi pure senza farmelo assaggiare? Dammelo! -

- Ma tu non lo volevi!

- Voglio tutto di te!


Si avventò su di lei e riuscì a catturarne un pezzo con la bocca, proprio l’attimo prima che la ragazza finisse di ingurgitarlo.
Il sapore del biscotto si sciolse sulla lingua e tra una risata e l’altra le loro labbra si ricercarono fameliche e vogliose.

Quella notte Ranma e Akane, finalmente smisero di combattersi, abbattendo i muri dell’orgoglio,
accogliendosi l’uno nell’anima dell’altro e  suggellandosi mute promesse a suon di baci all’aroma di cioccolato.




FINE.

* Curry decente... : Akane nel cap 26 del manga (la vicenda di Ryugenzawa) riesce a cucinare un curry decente, senza aiuto di nessuno. Ma Ranma e soci non lo vogliono assaggiare.
Suppongo che sia stata una botta di fortuna o forse Akane quando è rilassata e tranquilla cucina decentemente. :D

* Tutti i gusti più uno: Piccola citazione letteraria della mia JKRowling le caramelle tutti i gusti più uno sono uno dei dolci più apprezzati ad Hogwarts,
anche se potrebbe capitare nel sacchetto caramelle al gusto vomito o cerume, come capitò al povero Preside Dumbledore :D


Angolo dell' Autrice:

Ed eccoci qua. Alla fine di questa avventura. Avevo detto che non avrei fatto più (per il momento) long-fic e diciamo che ho mantenuto la promessa.
Quattro capitoli sono una media accettabile non trovate? :D
Che dire, sono contenta di esere riuscita a portare in parole quello che frullava nella mia mente malsana.
Era un pò di tempo che avevo questa idea sui sogni dei nostri protagonisti. Infondo nei loro pensieri e cuori si amano alla follia e ricordo che restai piacevolmente colpita,
leggendo il manga, dopo pochi capitoli erano già cotti l'uno dell'altra cosa particolare per i manga dell'epoca.
Peccato che la Rumiko non ci abbia messo momenti così romantici e soprattutto sto maledetto bacio.
Ma vabbè non lamentiamoci più di tanto, ci ha consegnato una delle storie più belle di sempre. Allora che ne dite di questo finale? Troppo melenso? Troppo OOC?
So che Ranma molto probabilmente non griderebbe mai alle altre che ama Akane ne le altre lo lascerebbero in vita probabilmente,
basti pensare a cosa hanno combinato a casa Saotome per il pseudo anello di fidanzamento. Volevo che facesse qualcosa di eclatante ma non troppo,
che si capisse che era arrivato anche lui al limite di tutto quel trambusto selvaggio. Spesse volte è proprio per questo che quei tontoloni si frenano, oltre al loro smisurato orgoglio.
Altra cosa, vi è piaciuta la storia dei biscotti e del loro significato? Kasumi è una santa vero?
Ovviamente anche qui Akane potrebbe risultare OOC visto che non si arrabbia più di tanto ma ho pensato che andasse bene così,
data l'evoluzione della trama e della sua disperata ricerca di un segno sui sogni fatti.
Spero ancora una volta di avervi appassionato e strappato un sorriso. Grazie di cuore ha chi ha seguito la storia fino adesso, a chi lascerà un segno, a chi comincerà a leggerla e anche a chi la
troverà banale e scontata. Sono davvero onorata di ogni singolo clik sul titolo di questo piccolo racconto. Se ci sono errori o incongruenze provvederò a correggere.
Vi auguro uno splendido weekend.
A presto
Karmy
  
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