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Autore: pseudoanonimato    04/10/2014    0 recensioni
Una grande tenuta ottocentesca che sembra uscita dallo scenario di un libro di Jane Austen.
Una giovane ragazza che ama leggere e un'anziana signora severa ed elegante.
Un alone di mistero ed un ragazzo incuriosito.
Un grande cavallo e molte corse sui prati.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano anni che Monica passava davanti alla stradina che portava alla grande tenuta, mentre andava a scuola, ed erano anni che moriva dalla curiosità e dalla voglia di oltrepassare la cancellata ed inoltrarsi nel grande parco se non addirittura scoprire l'interno della casa. 
Si sapeva, in paese, che la grande proprietà a nord del paesino apparteneva ad una anziana signora di origine nobile, ed era curata e visitata soltanto da un anziano giardiniere. 
Monica abitava ancora un po' più a nord, e ogni mattina passava dalle strade sterrate in mezzo ai campi per andare a farsi un'istruzione, fermandosi millemila volte il pomeriggio a scrutare oltre la grande cancellata del mistero ma senza mai avere il coraggio di infrangere la proprietà privata. 
Sognava ad occhi aperti di trovarsi in una specie di romanzo ottocentesco come Orgoglio e Pregiudizio, vedeva nella sua mente la tenuta ancora abitata e nella sua epoca d'oro, ospite di balli e animata da servitori, cavalli, carrozze, fiori e chi più ne ha più ne metta. 
E moriva dalla voglia di entrare lì a cavallo e visitare il parco, galoppare tra i prati e i sentieri nei boschetti che sapeva essere sul retro della casa, di esplorare le grandi stanze dall'arredamento antiquato e vivere il sogno di uno dei suoi libri preferiti. 
Ma la realtà era che non aveva un cavallo ne il permesso di avventurarsi all'interno di quel posto, quindi restava a fantasticare e non si lamentava: non ne aveva il diritto.
Ma ci fu un giorno, all'alba dei suoi 17 anni, in cui Mo decise di scavalcare il muretto e andare perlomeno a bussare, e così fece. 
Con il cuore che batteva a mille, guardandosi intorno con l'ansia come una ladra in chiesa, arrivò davanti al grande portone e suonò con il batacchio. 
Si meravigliava di come le era parso di essere arrivata lì con leggerezza come volando, quando sentì dei passi dall'interno e le venne voglia di scappare a gambe levate. 
Ma ormai era tardi. 
-Buongiorno. Chi ti avrebbe dato il permesso di entrare, di grazia, ragazzina?- Una donna elegante, con un vestito di seta sul grigio, alta e snella, capelli grigi raccolti, aria austera, sguardo glaciale e voce sicura. Sembrava davvero uscita da una storia ottocentesca.
-Mi perdoni, buongiorno, io.. io volevo chiederle se non le servisse una mano qui a fare qualcosa, qualsiasi cosa.. Ecco, io vorrei lavorare. - Improvvisò Monica, svelta, colta alla sorpresa. 
-Vorresti lavorare per me? ma guarda un po'! E chi ti dice che mi serva una giovane aiutante? Mi pare che in paese circolino già abbastanza storie su di me, la mia tenuta e il fatto che per me lavori un solo giardiniere-.
-Quindi non c'è niente che io possa fare per lei?- 
Monica non voleva mollare. 
La donna la osservò dall'alto, la guardò bene in faccia soffermandosi a scrutare i suoi occhi con calma plateale, poi le chiese: -Come ti chiami?-
-Monica Airoldi-. Aveva l'impressione che la donna stesse cercando di capire di più sul suo conto, e non perchè non si fidasse.
-Vai ancora a scuola, vero? Quanti anni avrai, 16,17..?-
-Si signora, ho 17 anni e vado regolarmente a scuola. Ma ho la maggior parte dei pomeriggi liberi-. 
L'anziana donna la scrutò ancora un po' prima di stabilire la sua risposta definitiva.
   
 
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