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Autore: fedetojen    04/10/2014    1 recensioni
Una ragazza di nome Mya, che frequenta una scuola in cui le diversità di etnie, non erano dei problemi per il preside. Lei, una ragazza dalla media alta, che frequenta il quarto anno, verrà sconvolta da una strana sensazione, si sente osservata e questo la preoccupa, fino a quando non capisce che la causa di tutto ciò è un ragazzo misterioso.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: Ciao a tuttiiii benvenuti a questa nuova storia. Qui ci sarà presente solo Suga. Spero la storia vi piaccia e attendo vostre recensioni. Buona Letturaaaaa

Quella mattina, il pullman fece ritardo. Ma fortunatamente arrivai a scuola alle 7.40.
La scuola non era lontana, per arrivare con il pullman ci mettevo solo 10 minuti.
Preferivo alzarmi presto e prenderlo prima, perché bastava ritardare di poco e ritrovarsi il pullman strapieno, e preferivo mille volte la tranquillità.
Siamo agli inizi di novembre, e la scuola è iniziata più di un mese fa, ma sono preoccupata.

Da quattro giorni, ho la sensazione di essere osservata.
Quando prendo il pullman, quando vado a scuola, all’uscita. Sempre. Perfino quando sono a casa.
Nella mia stanza ho una finestra e da fuori ad essa c’erano le tegole che coprivano il parcheggio delle macchine dei miei.
Quindi se volevo stare un po’ all’aria mi bastava uscire dalla finestra e sedermi sulle tegole.

Ma ritorniamo a noi. Quella mattina era davvero fredda, gelida a dir poco.
Mi misi la mia solita uniforme, che non mi bastava a sconfiggere il gelo: gonna blu che arrivava al di sopra del ginocchio, corta insomma, maglietta bianca a maniche lunghe, troppo leggera a parer mio.

Così presi dall’armadio un giubbottino color pesca, una sciarpa color arcobaleno e mi diressi alla fermata senza svegliare i miei genitori.
Quella mattina appena arrivai alla fermata, stranamente, arrivò subito il pullman. Coincidenze? Boh.

Arrivai a scuola e decisi di fare una passeggiata.
Il mio cuore iniziò a battere più veloce, e inizio a sentire la sensazione che qualcuno mi stia osservando.

Mi giro e mi volto, ma non c’è nessuno che mi segue, così dalla cartella prendo le cuffie e le attacco al telefono cercando di scacciare via quella sensazione che mi scombussola.

Finalmente l’orario delle lezioni arriva ed entro in classe notando vicino al mio banco, un altro banco vuoto.
Cosa ci sono nuovi arrivi? Aprii la finestra vicino al mio banco, l’aria consumata mi stava opprimendo.
Così mi sedetti e aspettai che entrò il professore.

Nella mia classe dominavano gli orientali: noi americani in classe eravamo solo 5 e gli altri 20 erano un misto di cinesi e giapponesi.
Così decisi di rimanere da sola essendo dispari vicino alla finestra, ma quel giorno saremmo diventati pari e quindi avrei avuto anche io un compagno di banco.

Passarono le prime 3 ore e ancora nessuna notizia del nuovo alunno.
Quando finalmente non entrò il nostro coordinatore di classe con un ragazzo affianco.

Era alto, aveva un cappello nero, una giacca nera con le braccia bianche, un pantalone stretto e capelli rossi liscissimi.

“Buongiorno ragazzi” disse facendo una pausa il professore.

“Questo sarà il vostro nuovo compagno. Presentati ” disse indicando noi con la mano. Il ragazzo con sguardo duro alzò la testa e iniziò a parlare.

“Salve a tutti, sono Min Yoongi, ma potete chiamarmi anche Suga. Spero possiate prendervi cura di me” disse inchinandosi.

Quando alzò di nuovo lo sguardo lo vidi meglio. Occhi a mandorla, labbra rosa, naso a patatina e sguardo da vero duro.

Quando iniziò a guardare quelli della classe, si soffermò su di me, e appena i nostri sguardi si incontrarono, provai la stessa sensazione di quando stamattina ero sola per andare a scuola.

Il cuore iniziò a battere velocemente e fu davvero difficile mantenere i miei occhi incollati ai suoi, ma fortunatamente dopo spostò il mio sguardo verso gli altri.

“Puoi metterti al banco vuoto” disse il professore andando via.

Non staccava lo sguardo da me, e si sedette al banco affianco a me.

Sarà un lungo anno.
   
 
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