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Autore: Whitches666    04/10/2014    0 recensioni
“Non ero molto tagliato per i discorsi seri. E un addio è un discorso serio” .
“Gli addii peggiori sono quelli che non si dicono. Quelli che non sai se aspettare o se smettere di sperare che torni.”
“Prima di sparire, si voltò e per un attimo rimase lì, cercando un gesto per dire che era stato un viaggio bellissimo.”
“E se avessi saputo prima che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui saremmo stati insieme giuro che ti avrei baciato. E me ne sarei infischiato di tutto e di tutti. Ti avrei detto mille e mille volte che ti amavo e non ti avrei fatto andare via. E invece, guardami adesso. Ora non sono nient’altro che non un ammasso di macerie.”
“Me ne andai cercando di non farmi notare,
ciondolavo,
noncurante,
indossavo l’indifferenza degli altri con disinvoltura.”
“Certe assenze si superano. Ma non questa. Non la tua.”
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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"I rain to remain free."

“Era stanco. Solo stanco.
Stanco di vivere, o meglio sopravvivere.
Stanco di combattere.
Stanco di sorridere.
Stanco di parlare.
Stanco di dire “sto bene”, quando di bene non c’era un cazzo.
Eppure, non era nulla, era solo un po’ stanco.”

1. Shelter




P.O.V Niall
“Succedono cose, nella vita, che ti cambiano. Ti cambiano e non te ne accorgi nemmeno.
Ci sono scelte, nella vita, che non si possono rifiutare.
E io non potevo scegliere te, nonostante ti amassi più di qualsiasi altra cosa. Nonostante ti amassi più di me stesso.
Ricordo tutto di te. I tuoi occhi, dio mio, quei occhi. Come si fa a dimenticarli? Che ogni volta che li guardavo, mi innamoravo sempre un pò di più. Di un colore indescrivibile.
E le tue mani, le tue labbra rosse mozzafiato, le ciglia lunghe, i capelli morbidi, le lentiggini e quei due piccoli buchetti vicino alle tue labbra, che comparivano appena sorridevi. Quanto amavo le tue fossette, neanche dio lo sa.
E il tempo passa, e tu non ci sei più. Dove sei?
Piccola Meg, ritorna. Ti aspettiamo.  
Niall.”
Appoggiai la penna e presi in mano il foglio sospirando. La rigirai tra le mie mani e la lessi per l’ultima volta.
“Niall, c’è tuo zio al telefono, vuole parlarti. Scendi giù.” Urlò mia madre dal piano inferiore.
Posai l’ennesima lettera nel cassetto del comodino e guardai fuori dalla finestra: nevicava.
Erano passati sei mesi dalla scomparsa di Megan, nessuno era riuscito a ritrovarla. Le ricerche erano ormai state fermate e la sua assenza, la sentivano tutti.
Molti ipotizzavano che qualcuno l’avesse rapita, o peggio, uccisa e poi nascosta da qualche parte. Ma io me lo sentivo, lei era viva.
Non ha lasciato niente. Ne una lettera, ne un messaggio. 
E’ andata via, senza dirmelo. Se né andata, senza di me.  La odiavo per non aver pensato a me, per essersene andata quella notte, e odiavo anche me stesso, non solo perché l’avevo lasciata andare, ma perché se io fossi stato davvero importante, lei non avrebbe avuto nessuna voglia di andarsene.
“Niall, tutto bene?” Urlò ancora mia madre con voce preoccupata.
“Si mamma, ora scendo.” Risposi calmo.
Chiusi la finestra, accostai la tenda e uscii dalla camera dirigendomi verso il salotto, dove mia madre mi aspettava indignata.
Accostai la cornetta del telefono all’orecchia e mio zio iniziò a parlare:
“Niall, mio caro, quanto tempo è passato dall’ultima volta che ti ho visto, eh? Ormai sarai diventato un ragazzone.”
“Già.” Sospirai.
“Ascoltami, ti ho chiamato per proporti un lavoro allettante. Dovrai venire a Londra, però. Ne parleremo dal vivo, che ne dici?” Chiese curioso.
“Ci penserò. Ti faccio sapere domani, okay?”
“Va bene Horan, pensaci eh.” Si raccomandò prima di chiudere la conversazione.
Guardai mia mamma, rimasta seduta sul divano a fissarmi per tutto il tempo.
“Cosa hai da guardare?”
“Niente. Stavo soltanto pensando a quanto sei cresciuto in questi pochi mesi.” Rispose calma.
Sorrisi amaramente e senza dargli temo di dire o fare qualcosa uscii di casa sbattendo la forza con rabbia.





P.O.V *di non si sa chi*
Guardai le lancette dell’orologio per l’ennesima volta.
Ma dove si era cacciato quel cretino?
Dovevamo incontrarci alle 10.00 precise davanti al LuckPort Bar. Lui, come al solito, non si era ancora onorato di arrivare. 
Mi guardai intorno: le macchine sfrecciavano ad alta velocità, il cielo ormai grigio non trasmetteva niente di buono, probabilmente sarebbe piovuto a momenti. 
Quando una Mercedes laccata grigia si fermò davanti a me, tirai un sospiro. Aprì lo sportello anteriore e salii.
“Hey, piccola, pronta perpartire?” Chiese guardandomi.
“Non chiamarmi piccola. Sai che odio i soprannomi.” Sussurrai con freddezza.
“E ovvio che sono pronta.” Aggiunsi.
“Ti spiego bene cosa dovrai fare. Quando arriveremo all’aereoporto dovrai infilarti nel primo corridoio a sinistra, proseguendo avanti vedrai una porta di ferro grigio scuro. Là dentro troverai una sacca nera contenente tutto ciò che ti serve: una nuova carta d’identità, passaporto, soldi e il biglietto per il volo. Dopo averla presa, salii sull’aereo. Quando atterrerai cerca un ragazzo di nome Alex. E’ alto con capelli e occhi marroni. Da lì in poi, ti spiegherà quello che dovrai fare e dove dovrai andare. E’ un piano abbastanza semplice. Sta molto attenta alle telecamere di sorveglianza. Non dare sospetti a nessuno, intesi?” Chiese dopo aver spiegato velocemente il tutto.
Annuii silenziosa.
Dopo circa dieci minuti arrivammo all’aereoporto. Salutai Jack e scesi dalla macchina.
Una volta entrata, il caldo afoso del edificio mi investì.
Mi guardai intorno e, dopo aver trovato il corridoio bianco mi incamminai fino alla porta descritta dal ragazzo in precedenza. Entrai furtivamente e mi ritrovai in uno sgabuzzino pieno di scope e detersivi per il pavimento. Notai un borsone sotto ad un armadietto di legno e, una volta afferrato, uscii.
 


Heeeeeeeeeeeeeeem, ciao tutti.
So che questo capitolo è corto ma con gli inizi faccio proprio schifo. Spero che recensiate e piu che altro mi diate consigli, sono una frana. Hahahah.
Comunque, un bacio a tutti. Swishhhhhhhhhhhhhhhhhhhh



 

   
 
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