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Autore: Ashura_exarch    04/10/2014    5 recensioni
[Creepypasta]
Dal testo:
[...]
Bob spense la radio. - Che cazzate - disse all'amico - Ti pare? Un serial killer che si aggira qui per il Percorso 29. Sul serio, ti sembra possibile?
Natan non rispose. Aveva per tutto il giorno avuto una brutta sensazione, fin da quando quella mattina sul presto lui e Bob erano usciti dalle loro rispettive case a Borgo Foglianova per avventurarsi in quella piccola escursione per i boschi del Percorso 29. Era come se fossero osservati, quasi che ci fosse una terza persona con loro. Non si stentiva tranquillo, in definitiva.
- Natan?
- Ah, sì, cazzate. - rispose distratto.
[...]
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Palindromi

- ...il corpo di Hannah Allister è stato ritrovato due giorni fa al limite del Percorso 29.. Il suo cadavere, a detta di alcuni testimoni, era completamente dilaniato, come se fosse stato sbranato. La ragazza era scomparsa da una settimana, e se erano perse completamente le tracce dopo che era uscita la mattina del 29 luglio per un'escursione sul Percorso 29. L'ultimo suo contatto conosciuto è stato quando il suo cellulare ha agganciato la cella di Borgo Foglianova Ovest attorno alle 17.40 di giovedì, poi più nulla. "Siamo ancora restii a tirare alcuna conclusione" dichiara Marcus Anderson, agente del distretto di polizia di Fiorpescopoli "ma essendo già il secondo caso di omicidio nel giro di tre settimane consigliamo caldamente agli escursionisti di evitare sia il Percorso 29 che il Percorso 46 in attesa di ulteriori accertamenti". Inoltre è stato dichiarato...
Bob spense la radio. - Che cazzate - disse all'amico - Ti pare? Un serial killer che si aggira qui per il Percorso 29. Sul serio, ti sembra possibile?
Natan non rispose. Aveva per tutto il giorno avuto una brutta sensazione, fin da quando quella mattina sul presto lui e Bob erano usciti dalle loro rispettive case a Borgo Foglianova per avventurarsi in quella piccola escursione per i boschi del Percorso 29. Era come se fossero osservati, quasi che ci fosse una terza persona con loro. Non si stentiva tranquillo, in definitiva.
- Natan?
- Ah, sì, cazzate. - rispose distratto.
- Ma che hai? E' tutto il giorno che sei strano.
- Niente. Non ho niente.
- Se lo dici tu... Allora, che cosa te ne pare di questo? Serial killer si aggira per il Percorso 29, sarebbe un titolo perfetto per i giornali di domani. O ancora meglio Due ragazzi uccisi dal killer del Percorso 29, ah!
- Dai, non è divertente.
- Eddai, tirati su, non essere così pessimista! Ma poi anche se ci fosse per davvero un pazzo qui in giro abbiamo sempre i nostri coltellini multiuso - disse ridendo di gusto.
- Come se un coltellino potesse fare qualcosa. Dico sul serio, non sono tranquillo.
- Certo che tu ti fai impressionare facilmente. Sul serio, pensi davvero che un pazzo maniaco si aggiri di notte per i boschi e faccia a pezzi la gente che trova? E ti pare che quella gente dovremmo essere proprio noi? Impara a non farti abbindolare per una volta.
- Chissà, le vie del destino sono infinite. Ho pure lasciato il mio Leafeon a casa.
- Cosa avevamo detto? Niente pokemon, ce l'avremmo fatta solo con l'ausilio delle nostre forze. Tanto per una notte sola cosa vuoi che possa accadere? Del resto non mi sembra che siamo messi poi così male, no?
"In effetti poteva andarci peggio" pensò Natan "Siamo in una tenda minuscola, nei nostri sacchi a pelo striminziti, abbiamo mangiato un "eccellentissimo piatto" composto da minestra di fagioli e verdura lessa e stiamo ascoltando la radio per prendere sonno, dove peraltro sentiamo della presenza di un serial killer che si aggira da queste parti. Che bella situazione, nevvero?
- Cosa c'è, hai paura per caso? - chiese Bob beffardo.
- Io? Nient'affatto. "Eccome se ce l'ho".
- Ah sì, eh? Certo, si vede il tuo coraggio da quanto ti tremano le mani.
- E' per il freddo.
- Certo, come no.

 

***

 

"Or o di notte giocare numeri ci remunera coi gettoni d'oro. Eccome se saremo ricompensati. Che numeri ci giochiamo stasera?".
- Basta!
"O notte, dove vai? Ti avevo detto no! Ci dobbiamo sbrigare, altrimenti le tenebre passeranno. Allora, che numeri facciamo?
- Basta! Smettila!
"E tu supporti troppo su te! Mi tratti così? Non vuoi nemmeno giocare un po'? Eddai, spara un numero, sono sicuro che vincerai.".
- No, falla finita!
"I soci spingon ogni psicosi. E noi siamo soci vero? Certo che lo siamo. Sarebbe meglio dire che tu sei mio socio. Non mi puoi opporre resistenza, tu agirai come agirò io.
- No, non lo faro! Sta zitto!
"Era martedì: vide tramare. Ed oggi che giorno è? Vedi, anche il destino sta dalla nostra parte, per cui possiamo solo farlo. Quindi adesso abbandonati a me, vedrai che ci divertiremo. Forza, prova a sparare un numero.
- No, basta!
Girafarig, nella fretta di scappare da qualcosa a cui non poteva sfuggire, andò a sbattere violentemente la testa contro un albero. Assunse un'espressione sofferente mentre si rialzava, e una lacrima gli scivolò giù dall'occhio destro.
"Eran i modi di dominare. Vedi se non guardi dove vai cosa succede? Se avessi accettato subito allora non ti saresti fatto male.".
Il pokemon guardò timoroso dietro di sé, e si ritrovò la coda a pochi centimetri dal viso. Quegli occhi rotondi lo guardavano, e quel ghigno malefico era costantemente impresso nella sua pelle. La coda riprese a parlare, ma la bocca non si mosse, poiché dialogava con lei direttamente nel suo cervello.
"Ivi con ingegni nocivi. Che dici, nuoceremo a qualcuno questa sera? Probabile. Solo uno come al solito oppure qualcuno di più?
- BASTA!!!
Il pokemon riprese a correre nel vano tentativo di fuggire da quel demone che lo perseguitava.
"Ora per poi io preparo. Sto già pensando a cosa fare, tu no? Sto già assaporando l'ebbrezza del liquido che scorre a fiotti, e tu? Tu non vedi l'ora che succeda di nuovo, vero?
- BASTA! ZITTO! DEVI STARE ZITTO!
"Era dove vivevo da re. Ti ricordi quella radura dove stavamo da piccoli? Mi pare di aver visto qualcuno lì questo pomeriggio. Che facciamo, ci andiamo?
- NO, STA ZITTO! - urlò Girafarig, che ancora non aveva smesso di correre all'impazzata. Le zampe ormai però si stavano stancando, e il pokemon stava lentamente decelerando.
"E' rotto dottore? Ah no, forse è sempre stato così il tuo cervello. Che dici, andiamo a fare baldoria per provare a guarire? Ah, e mi devi ancora dire un numero.
- No, basta! - disse stentato Girafarig. Gli stava cominciando anche a mancare il fiato da quanto aveva urlato.
"Ove vivi lì vivevo. Anzi, ci vivo ancora. Due è un bel numero, no? Bene, te sei col due. Che ne dici di tornare alla nostra radura, magari potremmo fare scoperte interessanti.
- Fa silenzio!
Anche opponendo resistenza (scarsa oltretutto) la parte posteriore del corpo di Girafarig si fermò, per poi cominciare a procedere autonomamente nella direzione opposta. Il pokemon puntellò gli arti anteriori nel terreno, ma la stanchezza ebbe la meglio su di lui e cominciò ad essere trascinato.
"E' l'amore vero male. E quello che stiamo per fare non lo sarà affatto. Male intendo. Eddai, ci divertiremo, tu in particolare. Con la ragazza dell'altra sera poi hai fatto proprio un bel lavoro.
- No! Sta zitto! Non ti voglio più ascoltare.
"E so certo tre cose: la prima è sicuramente il fatto che desideri ardentemente tornare là. Lo so che lo vuoi, siamo una cosa sola. La seconda è che vuoi di nuovo abbandonarti a me. Molto bene, ti accontenterò presto. La terza è che vuoi arrivare il prima possibile ad otto. O forse questo lo voglio io. Che bel numero otto, vero? Peccato che abbiamo già il due. Sarà per un'altra volta.
Al suono della parola "otto" Girafarig fu scosso da un violento brivido. Non sopportava quel genere di vocaboli, non lo facevano stare bene. E soprattutto facevano scattare in lui... quella cosa... e non era bello né per lui né per gli altri quando ciò succedeva.
Smise di opporre resistenza, e si lasciò trasportare dalla coda.
"Non voglio più essere quello che sono" pensò.
"Girafarig? E' nome di demone. E tu lo sei. Anzi, noi lo siamo. Dì la verità, non vedi l'ora di farlo di nuovo. Vorresti sentire nuovamente il sapore metallico del sangue, la durezza dei frammenti di osso, la tenerezza della carne..."
"Mi stai facendo impazzire..."
"E lavoro oro vale. Non ho faticato tanto per nulla. C'è un motivo se puoi parlare con me fin da quando siamo piccoli. Questo è stato il mio compito, lo è tuttora e sempre lo sarà. Abbandonati alle spirali della follia. Vieni, divertiti con me, e sorridi."
"Non voglio farlo. Sonno anni che mi rifiuto, smettila. Finiscila anche di camminare, mi stai facendo male alle zampe. La strada..."
"E' corta e atroce. La via intendo. O meglio, sarà ancora atroce se continuerai ad opporti. Vedrai come ti divertirai se vieni da me.
"Non lo farò."
"E tu? La salute? Ne risentirà molto se non mi darai retta. Perché poi continui ad opporre resistenza? E' inutile, staresti molto meglio con me. Ci sei già stato due volte, e vedo che hai fatto un buon lavoro. Cosa ti blocca dal farlo una terza, una quarta e una quinta volta?"
"Ho detto che non lo farò. Mai più."
"Poter essere top. Ecco cosa ti manca, la volontà di essere il più forte. In realtà non sei nemmeno forte di tuo. Dammi retta, se verrai dalla mia parte potrai solo beneficiarne. Del resto cosa hai da perdere?"
"Falla finita, non ti voglio più ascoltare."
"I brevi diverbi. Che poi brevi non sono mai. Ma perché ti ostini? Non ti sei stancato di perdere sempre? Con me vinceresti e basta". Un attimo di pausa. "Guarda, siamo arrivati".
Girafarig si voltò. Erano tornati a quella radura, quella dove era cresciuto e dove era vissuto per la maggior parte della sua vita. E c'era qualcuno. In mezzo agli steli d'erba si stagliava nitida alla luce lunare una tenda, al cui interno alla luce emessa da una lampada si potevano vedere due sagome. Due sagome umane.
"La tana natale. Sembra che sia stata violata. Da umani oltretutto."
"Umani." pensò Girafarig.
"E ti ritiri te? Spero non dopo aver visto questa violazione, del nostro territorio oltretutto".
- Umani - ripeté il pokemon, questa volta ad alta voce.
- Hai sentito qualcosa Natan? - disse una voce da dentro la tenda.
- Smettila Bob, non mi piacciono questi scherzi. - gli rispose una seconda voce.
- A me è sembrato di sentire qualcosa, te lo giuro.
- Smettila!
"Natan?... e... Bob?... Natan e... Bob? Pa... pa... pal... palind..."
"Ero io re. Ma adesso non più. Io ti avevo avvertito di passare dalla mia parte finché eri in tempo. Adesso sarai preda della crisi, come al solito. Adesso mi faccio da parte. Ti avevo detto di farlo in modo consapevole mentre eri in tempo, ma ormai è troppo tardi. Che dici, quanto in fretta li ucciderai?
"Ha... detto... pal... palin... palindr..."
Il pokemon cessò bruscamente di pensare, salvo riprendere quasi subito, ma con un tono decisamente diverso.
"Natan" pensò Girafarig, che aveva smesso di ascoltare la sua seconda testa "e Bob. Natan e Bob. Natan e Bob". Il suo tono di voce mentale era diventato freddo e senza emozioni. "Natan e Bob. Umani. Natan e Bob umani. Natan e Bob invasori. Umani invasori. Invasori cattivi. Invasori umani cattivi. Natan e Bob cattivi. Uccidere invasori. Uccidere umani. Uccidere Natan e Bob.".
Girafarig iniziò allora ad avanzare al di fuori dei cespugli con un lento incedere.

 

***

 

Crack!
- Ah!!! Che cazzo è stato?!? - urlò Bob.
- Oh no, oh no - cominciò a singhiozzare Natan - Oh no, lo sapevo, lo sapevo che non dovevamo venire...
- S-su, su... n-non era niente. Magari qualche pokemon selvatico che ha calpestato un ramo...
Un'ombra si stagliò contro il tessuto sintetico della tenda. Un'ombra di un pokemon.
- S-sì... - riprese Bob, dando una gomitata a Natan - E-era solo un p-
Non fece in tempo a concludere la frase che la tenda venne squarciata, ed un guaito talmente acuto da far sanguinare le orecchie fendette l'aria. Natan si accasciò a terra, chiudendo gli occhi e coprendosi le orecchie. Bob invece restò fermo, immobile e ad occhi sgranati ad osservare l'aggressore.
L'intera parete est della tenda era stata squarciata, e il tessuto sintetico giaceva adesso floscio a terra. E sopra di esso un Girafarig, che con la metà anteriore aveva invaso il piccolo spazio interno del tendaggio. Il ragazzo spalancò la bocca, nel vano tentativo di urlare. Girafarig però fu più veloce, e diede una violenta incornata all'indirizzo di Bob. Un rumore secco, poi silenzio.
Solo allora Natan ebbe il coraggio di aprire gli occhi. E desiderò di non averlo mai fatto. Il pokemon aveva affondato le corna nella gola di Bob, e fiotti di sangue schizzavano violentemente tutt'attorno. Il ragazzo tentò di dire qualcosa, ma dalla bocca al posto delle parole uscirono dei gemiti, oltre ad altro sangue. Girafarig allora cominciò a strattonare le corna, allargando la ferita mortale. La violenza del gesto fu tale che Bob cadde lateralmente, battendo malamente la testa a terra. Due spasmi e alcuni rantoli, poi cessò ogni movimento. Però anche nella morte mantenne gli occhi sgranati dal terrore.
Tardivamente Natan trovò la forza di indietreggiare. Man mano accelerava l'intensità della forza che imprimeva nelle gambe e si dava spinte più poderose, e in questo modo riuscì a strisciare al di fuori della tenda attraverso l'altro lato, quello dell'entrata con la cerniera. In quel momento Girafarig si girò a guardarlo. Mostrò i denti con fare minaccioso, ma non fu quello il particolare che più colpì Natan. Quello che lo spaventò di più furono gli occhi iniettati di sangue. E ciò gli diede un maggiore impulso a fuggire.
Si alzò in un lampo ma faticosamente e prese a correre come un Arcanine in mezzo ad una prateria. Corse, corse, corse tantissimo. Non lo seppe nemmeno lui per quanto tempo corse. Smise solo quando le gambe cominciarono a dolergli e le caviglie a fargli male. Si accasciò a terra, e stancamente si guardò attorno. Era notte fonda, e la foresta attorno al Percorso 29 era immersa nel buio. E poi c'era quel silenzio. Nessun rumore rompeva quella quiete spettrale. Tutto era immobile e all'apparenza morto, nemmeno un alito di vento ad accarezzare le fronde degli alberi.
Natan si portò le mani alla faccia e cominciò a singhiozzare. "Bob, maledetto bastardo. Te l'avevo detto che non dovevamo uscire. E' tutta colpa tua! Colpa tua! Colpa t-".
Un rumore di rami spezzati lo distrasse. Il ragazzo si girò, e davanti a lui si stagliò Girafarig in tutta la sua altezza. Certo, era solo alto un metro e mezzo, ma in quella circostanza era decisamente uno spettacolo terrorizzante.
- N-no... - singhiozzò Natan.
"Uccidere. Natan. Uccidere Natan.".
Girafarig prese ad avanzare.

Note dell'autore
Primo (e probabilmente utlimo) tentativo di realizzare una creepypasta. Contenti, Andy, beatlemania (scusa Eleonora ma per me sarai sempre beatlemania) e Barks che continuate a fracassarmi le Giovanne con il fatto che devo fare l'impaginazione?
Questa "cosa" mi è stata ispirata da Mirai Nikki. E chissà come mai.

  
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