INVIDIA

 


Seduto sulla polena della propria nave, le gambe piegate al petto e le braccia a circondarle, Money D. Rufy fissava l’orizzonte assorto nei suoi pensieri.
Voltava le spalle alla sua ciurma per non far leggere loro il sentimento che gli bruciava dentro, spegnendo la luce che sempre faceva brillare i suoi occhi scuri.
Invidia.
Senza un motivo particolare per farlo, pensava ai suoi fratelli e provava invidia.
Li invidiava perché di certo loro non erano obbligati a sopportare quella morsa al cuore, quel groppo alla gola e quel groviglio allo stomaco che perseguitavano lui ogni volta che un qualche ricordo passato faceva capolino nella sua mente.
Li invidiava perché erano morti.
Perché sono i vivi a dover andare avanti, anche con il cuore che sanguina e gli occhi che bruciano per il sale delle lacrime versate.
Strinse i pugni fino a sbiancare le nocche, mentre ricacciava indietro le lacrime, digrignando i denti per il dolore che aveva preso a martoriargli il petto.
In momenti come quello, sarebbe voluto essere morto anche lui.
-… così che sbaragliai da solo un intero plotone della Marina!-
-Ooooh Usop, sei così forte e coraggioso!!!-
La voce del piccolo Chopper in adorazione attirò la sua attenzione facendolo voltare.
Con occhi luccicanti, la renna fissava il cecchino, in posa da supereroe, con un piede posato su un barile e le mani sui fianchi, mentre Franky lo illuminava da dietro e il resto dei Nakama rideva di gusto, Robin compresa, a quella scena assurda.
Mentre fissava i suoi compagni, riuniti intorno al fuoco sul ponte erboso della Sunny, cominciò a sentirsi meglio.
Guardarli ridere e scherzare era un balsamo per il cuore e lentamente sentì il dolore scemare fino ad abbandonarlo del tutto.
Mentre rilassava i muscoli, una lacrima sfuggì al suo controllo.
Subito l’asciugò con il dorso della mano per poi prendere una boccata di aria fresca e prepararsi a balzare giù dalla polena per raggiungerli con un unico, allungato movimento.  
Ogni tanto avrebbe avuto bisogno ancora di Jinbei a ricordargli che aveva un buon motivo per vivere.
Perché anche se a volte lo dimenticava con la testa, il suo cuore sapeva che se lui fosse morto ci sarebbero stati altri otto fratelli pronti a sostituirlo su quella polena, provando invidia per lui.