Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: ellyb1611    05/10/2014    3 recensioni
Un incontro fortuito.
Due persone.
Due mondi opposti.
Lui giovane attore di fama internazionale, lei mamma single che cerca di sbarcare il lunario scrivendo articoli per un giornale locale e lavorando come cameriera nel ristorante dei genitori, ma con un sogno nel cassetto…
Tra confessioni, indivie ed incomprensioni riusciranno Josh e Alice a scoprire che si appartengono nonostante le differenze? E che tutto nella “Città degli Angeli” può accadere…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 15.

ALICE POV

Sfrecciamo tra il traffico di Los Angeles diretti verso il Dolby Theatre, dove a breve avrà luogo la premiazione degli Oscar.

Il sole sta quasi tramontando, il vento tra i capelli …

No, aspettate un attimo! Se vi state immaginando una scena da film, dove i protagonisti se ne vanno spensierati verso l’orizzonte, lasciandosi alle spalle l’oceano e il sole che sta tramontando a bordo di una spider col vento che scompiglia loro i capelli … ecco … SCORDATEVELO!!!

Andre sta guidando come un pazzo sulla sua Jeep Wrangler rigorosamente versione “Safari in Africa”; il vento si è letteralmente impossessato dei miei capelli e li sta trasportando ovunque, tranne dove dovrebbero essere.

Do un’occhiata furtiva allo specchietto laterale e… vorrei piangere!

Dopo le ore spese a dare alla mia capigliatura una piega perlomeno decente, ora potrei essere la pittoresca protagonista di “Medusa vs Perseo” e non nella parte di Perseo.

Arriviamo ad un semaforo, grazie al cielo, e cerco di sistemarmi quel groviglio informe, che fino a poco prima credevo essere i miei capelli.

-          Non ti dà fastidio l’aria vero? – chiede un Andre strafottente, soffocando una risata.

Prima incenerendolo con lo sguardo e poi esibendo un sorriso di circostanza, mi rivolgo a lui dicendo ironicamente

-          Nooo, ma che dici! È da stamattina che non desidero altro che correre a 200 km/h per le vie di L.A. e arrivare sul red carpet per intervistare attori da Oscar esibendo una capigliatura così … così originale! Quindi grazie davvero! – esclamo concludendo il mio breve monologo e sollevando i pollici verso l’alto tirando ancor più le labbra in un  finto sorriso.

Andre scoppia a ridere.

-           Sei forte Alice Rossi! – esclama infine – Le altre ragazze di Josh s’infuriavano come pazze, tu invece, l’hai presa sportivamente!

-          Io sì, ma quello dietro di noi se non ti muovi, non credo lo sarà altrettanto! – dico indicando il semaforo che nel frattempo è diventato verde.

Andre mi sorride e riprende a guidare. Ora viaggiamo molto più tranquilli. Ha voluto mettermi alla prova quel … scuoto la testa sorridendo.

-           Allora… - riprende AndreJosh mi ha detto che hai intenzione di trasferirti qui!

-          Già!

-          E ne sei sicura? – chiede quasi a voler sondare il terreno.

Sospiro, so dove vuole arrivare.

-          Senti Andre, se pensi che mi voglia prendere gioco di Josh ti sbagli. A dire il vero, non so neppure io in cosa mi sto cacciando, ma di una cosa sono certa,  Josh è una persona splendida! È riuscito in pochi giorni a capirmi più di quanto altri abbiano fatto in tutta la mia vita. Ha fatto rinascere un’Alice che era sepolta chissà dove. Mi ha dato un nuovo coraggio. Il coraggio di essere finalmente me stessa. Non so  come, ma ha questa capacità di tirare sempre fuori il meglio dalle persone che lo rende ancor più speciale!

-          E tra di voi? – chiede ancora

-          Non so cosa accadrà, e a dire il vero non mi interessa! So che con lui sto bene come da tempo … no come mai lo sono stata – mi correggo – Oddio Andre – sospiro - adoro quel ragazzo, non potrei mai fargli del male! – dichiaro infine.

-          Hai ragione , Josh è strepitoso! Si butta anima e corpo in tutto ciò che fa, nel lavoro, con gli amici … con l’amore! – sospira – Scusami se ti sono sembrato un orco cattivo, ma l’ho visto soffrire così tante volte per delle donne che non meritavano neppure una ciocca dei suoi capelli, che mi sento di essere protettivo verso di lui.

Sorrido di fronte a quel gigante buono che, inaspettatamente, si sta lasciando andare con me in pensieri tanto profondi. Gli stringo la mano.

-          Josh è fortunato ad avere un amico come te!

-          Sono io ad essere fortunato! – mi corregge – con lui mi sento davvero parte di una famiglia! – mi osserva – Mi piaci Alice Rossi! Questa volta Josh ci ha visto giusto! –

Sorridiamo entrambi. Finalmente il ghiaccio tra noi si è sciolto. Mi appoggio allo schienale del sedile e chiudendo gli occhi, lascandomi, questa volta sì, cullare dal vento, penso nuovamente alla mia scelta. Non mi è mai sembrata tanto giusta come in questo momento.

 

CRISTIAN POV

-          Mi spieghi cosa le dice il cervello? – sbraita Andrea camminando su e giù per la stanza con entrambe le mani tra i capelli – Ma quando torna gliene dico quattro – continua- come può pensare di buttare via la sua vita per fare da … da … a quell’attore!

Beatrice lo osserva in silenzio. Si vede che è turbata, dopotutto tra loro c’è sempre stato un legame molto forte. Se non fosse stato per Beatrice, Alice non avrebbe mai superato la situazione in cui l’avevo cacciata.

-          Senti Andrea – esordisco – so che dovrei essere l’ultimo a parlare, ma non pensi che, forse, sarebbe il caso di aspettare che lei ritorni e chiederle poi cosa intende fare? Magari non è per quell’attore che vuole trasferirsi, non so … magari le hanno offerto un buon lavoro! Alice è una ragazza in gamba e giudiziosa, non mollerebbe tutto per correre dietro ad una celebrità. Insomma stiamo parlando di Alice … non di me!

Andrea e Beatrice mi guardano stupefatti

-           E tu? Da quando sei diventato così saggio? – chiede il mio amico inarcando il sopracciglio e incrociando le braccia al petto.

-          Da stamattina … credo – rispondo alzando le spalle.

Ridiamo tutti e tre. Quanto mi sono mancati questi momenti insieme a loro. Se solo riuscissi a riconquistare Alice …

-          Cristian ha ragione! – esclama Beatrice destandomi dalla mia fantasia – Aspettiamo che torni. Non serve a nulla fasciarsi la testa prima del tempo!

-          Bene! – concludo – È stata una lunga serata, meglio se andiamo a riposare un po’. Vi auguro la buona notte o, vista l’ora, meglio dire buongiorno. Vedrete che si risolverà tutto! – dico strizzando loro l’occhio

Beatrice mi abbraccia, sussurrando all’orecchio un grazie che mi solleva di colpo da cinque anni di frustrazioni . Andrea mi accompagna all’uscita.

-          Grazie ancora Cris! – dice aprendo la porta – Mi raccomando, non lasciare passare altri cinque anni prima di rifarti vivo, ok?

Sorrido.

-          Puoi contarci! – rispondo infine uscendo da casa Rossi.

Mi sento di nuovo leggero, felice. Vorrei che questi ultimi cinque anni non fossero mai esistiti.

Quasi d’impulso sollevo la testa verso l’alto, dirigendo lo sguardo verso la camera del mio piccolo Pietro. Lo vedo spiarmi dalla finestra; gli sorrido salutandolo con la mano. Lui, scoperto, richiude in fretta la tenda, ma lo scorgo ancora intento ad osservarmi celato dal buio della notte. Continuo a sorridere. Erano anni che non mi sentivo cosi. Rivoglio la mia famiglia, penso salendo in auto, fosse l’ultima cosa che faccio!

 

SILVANO POV

Sono le 04.30 del mattino quando finalmente sento Jessica rientrare. Sono restato tutto il tempo a pensare nel mio studio; ai miei sbagli, come uomo ma soprattutto come padre. Non mi sono mai accorto di quanto mia figlia fosse perfida, o forse ero troppo impegnato per farlo.

Devo capire cos’è accaduto. Ripongo la brochure che da un paio d’ore tengo  tra le mani e chiamo mio figlia.

JESSICA POV

Trasalisco alla voce di mio padre. Non mi sono accorta, entrando, della luce ancora accesa nel suo studio. Mi affaccio sulla soglia e lo vedo alla sua scrivania. Lo sguardo accigliato. Forse è rimasto scosso dal litigio della sera precedente, mi avvicino a lui. Improvvisamente lo vedo stanco e fragile.

-          Tutto bene papà? – chiedo dolcemente

-          Dimmelo tu! – risponde sorridendo flebilmente

-          Mi spiace se abbiamo litigato …

-          So tutto Jessica! – m’interrompe. Lo guardo senza capire – So tutto del tuo piano contro Alice! –

Lo guardo esterrefatta.

-          Tu … come … - balbetto

-          Il tuo vecchio amico Cristian! – dichiara alzandosi dalla poltrona

Lo sapevo  che non avrei dovuto fidarmi di quello, che non aveva le palle per andare fino in fondo!

-          Voglio sapere il perché Jessica – è più un ordine disperato che una richiesta – perché ti sei comportata in maniera così meschina.

Proprio non lo capisce. Stringo forte i pugni, sento le lacrime che spingono per uscire.

-           Perché? – sbotto aggredendolo verbalmente – Perché da quando è arrivata quella, io per te non sono più esistita! – cerca di parlare, ma lo fermo alzando una mano per farlo tacere. Vuole sapere? Eccolo accontentato. Sono un fiume in piena ormai. Continuo travolgendolo con le mie parole cariche di rabbia. – Tu non ti rendi conto di quanta  fatica abbia fatto e faccio tutt’ora per farmi notare da te papà; per farti capire quanto bene ti voglio e quanto ti apprezzi come persona.  Dopo la morte della mamma e i giorni trascorsi in quell’ospedale, mi hai sempre guardato come se fossi stata io ad ucciderla!

-          Io non ho mai detto questo! – m’interrompe difendendosi

-          Non lo hai mai detto, ma i tuoi occhi hanno sempre detto il contrario. Avevo tredici anni papà, sono sopravvissuta ad un terribile incidente nel quale ho perso MIA madre. Come pensi che mi sia sentita allora, come pensi che mi senta oggi quando mi guardi con … disprezzo! Avevo bisogno di te e tu invece ti sei chiuso dentro questo studio, che è diventato il tuo mondo e mi hai lasciata fuori.

Ho cercato di entrare in punta di piedi, per non disturbarti, e quando mi sembrava di essermi perlomeno avvicinata, ecco arrivare lei. Con la sua bella faccia, la sua storia triste! La povera mammina sedotta e abbandonata … -

Smetto di parlare cercando di calmarmi. Mio padre mi guarda sconvolto, senza riuscire ad emettere alcun suono.

Mi lascio cadere sul divanetto, le mani sulla testa chinata verso il pavimento.

Inspiro tutta l’aria possibile, poi alzo lo sguardo su di lui e stancamente continuo.

-          L’ho odiata per questo, la odio per questo! Perché lei è riuscita dove io ho fallito. Lei è entrata nel tuo cuore, ti ha reso felice mentre io non ne sono stata capace.

Si avvicina a me, sento la sua mano tremare mentre mi accarezza la testa.

-           Mi dispiace tesoro mio! Io non avevo capito … non ho capito nulla. Ho pensato solo a ricoprirti di cose materiale, quando tu da me esigevi solo una cosa, più amore.

Si siede accanto a me, poi prendendomi le mani tra le sue continua

-          Le cose al giornale non andavano bene e quando è arrivata Alice ho visto in lei una speranza, i suoi pezzi erano talmente brillanti che i finanziatori non smettevano di bussare alla nostra porta. Ero talmente accecato da questo che non mi sono accorto della cosa più importante. Tu! -  mi scosta una ciocca di capelli dal viso e mi guarda con gli occhi lucidi – Sono stato un egoista Jessica, non mi sono accorto che tu dentro di te soffrivi ancor più di me. Io ho perso una moglie, ma tu hai perso entrambi, e per questo ti chiedo scusa, avrei dovuto parlare con te, dei problemi che avevamo e cercare di risolverli insieme, come una vera famiglia e invece … sono stato un pessimo padre!.

Mi stringe forte a sé. Ricambio il suo abbraccio, quell’abbraccio che aspettavo da quattordici anni!

-          Se tua madre fosse qui … - continua - … si vergognerebbe di me!

-          Se la mamma fosse qui, si vergognerebbe di tutti e due – lo correggo – anch’io ho combinato qualche casino! – affermo sorridendo.

-          Ti sei data da fare! – dichiara ridendo – per fortuna abbiamo risolto tutto!

Lo guardo senza capire inarcando un sopracciglio. Lui si alza dal divano e si avvicina alla finestra guardando fuori nell’oscurità.

-          Questa sera, quando sono arrivati Andrea e Cristian e mi hanno raccontato quello che hai combinato, ho chiamato Bob che ha accettato di non pubblicare l’articolo ad una condizione – mi guarda ed io lo incito con gli occhi a continuare – gli ho venduto il giornale!

-          Cos’hai fatto? – chiedo sconvolta

-          Gli ho venduto il giornale, lui sarà il nuovo direttore – ripete sorridendo

-          Ma è tutta la tua vita … insomma come hai potuto, io non volevo … avrebbe fatto solo un po’ di rumore poi tutti se ne sarebbero dimenticati … - le frasi mi escono sconclusionate, ma sono davvero troppo sconvolta per pronunciare frasi con un filo logico.

-          Hai solo accelerato i tempi – la sua voce è calma – sono vecchio e stanco Jessica e questa vita troppo frenetica mi sta uccidendo. Ho bisogno di cambiare!

-          E cosa farai? Ti ritirerai in qualche casetta sul lago, vivendo di rendita e di pesca? – domando ironica

-          No! – risponde prendendo una brochure dal piano della scrivania e porgendomela  dice – pensavo più ad una cosa del genere!

-          India? – chiedo stupita dopo aver dato una rapida occhiata al volantino.

-          È da diverso tempo che ci sto pensando. Il programma non è male e potrei essere utile a qualcuno laggiù. Hanno bisogno di professionisti che insegnino loro a diventare autosufficienti, formandole professionalmente, dando loro la possibilità di una nuova vita.

Mentre descrive il progetto i suoi occhi s’illuminano. L’ho perso di nuovo, ed è stato mio per così poco tempo.

-           Te ne vai ancora una volta via da me, a quanto pare! – affermo sorridendo amaramente.

Lui mi guarda con dolcezza, poi posando le sue mani sulle mie spalle dice

-           Tu hai due scelte! La prima è collaborare con Bob alla sua nuova redazione e sono sicuro che troverà un posto adeguato a te …

-          E la seconda? – chiedo

-          La seconda è che tu venga con me. Hanno bisogno di una come te … ho bisogno di una come te! – lo guardo corrugando la fronte – Ho bisogno di TE ! – esclama infine lasciandomi un bacio sulla fronte e tra le mani la brochure – Non devi rispondermi ora, pensaci su ! Io parto il mese prossimo! – conclude uscendo lasciandomi senza parole.

 

 

 

 

ORE 8.00 P.M.

PERIFERIA DI LOS ANGELES

CLAUDIA POV

Quando oggi Bob mi ha chiamata per avvisarmi che l’articolo non sarebbe uscito, ho contattato immediatamente Raoul, sapevo che era stato lui a scattare  le foto per il servizio.

 Raoul era una vecchia conoscenza, l’avevo incontrato qualche anno fa a Madrid alla scuola d’arte estiva che entrambi frequentavamo. Conoscevo bene la sua avidità, per poche centinaia di dollari sarebbe stato disposto a vendere persino sua madre. Era la persona giusta per terminare questo lavoro e scoprire che aveva collaborato con Bob proprio per questo reportage, era stato un vero colpo di fortuna e senza saperlo mi aveva avvantaggiato.

Avevo chiesto a Raoul di trovare un luogo lontano da occhi indiscreti, ma non credevo che avesse scelto un posto del genere. Il classico locale di periferia malfamato.

Entrata dalla porta, i miei occhi devono abituarsi al buio all’interno di esso.

La musica è assordante. Al centro del locale un palco dove alcune ragazze, decisamente poco vestite, si esibiscono in uno spettacolo di lap dance, sotto lo sguardo eccitato di almeno una dozzina di uomini.

Cerco con lo sguardo Raoul, incrociando però quello di una giovane cameriera in intimo che mi guarda dubbiosa, probabilmente chiedendosi perché una come me si trova in un bar per soli uomini.

La ignoro, intravedendo al bancone del bar, intento a sorseggiare una birra, il mio contatto. Mi avvicino a lui, non facendo caso ai fischi ed agli apprezzamenti poco garbati di alcuni clienti del posto, rivolti verso di me.

-          Le hai portate? – chiedo arrivandogli alle spalle e senza perdermi in inutili convenevoli

-          Buonasera anche a lei! – dice senza guardarmi, continuando a bere la sua birra

-          Avanti Raoul, non ho tempo da perdere. Hai portato quello che ti ho chiesto? – domando con fare sbrigativo

Raoul sorride, appoggiando la bottiglia sul bancone del bar. Infila una mano nella tasca interna della giacca estraendone una busta gialla, mentre allungo la mia per prenderla, lui ritira improvvisamente la sua.

-          Ehi! Prima i soldi! –

Lo guardo fisso negli occhi, facendogli capire che sono io a dettare le regole del gioco

-          Prima porti a termine il tuo compito, poi avrai quello che vuoi! – dichiaro freddamente senza distogliere lo sguardo dal suo viso.

Scuote la testa sorridendo.

-           Che fine ha fatto la timida ragazzina che ho conosciuto a Madrid? – chiede allungandomi la busta

-          È cresciuta! – rispondo prendendo finalmente in mano le fotografie. Un ghigno soddisfatto compare sulle mie labbra, ha fatto davvero un buon lavoro, non c’è che dire! Prendo dalla borsa una penna e, su di un tovagliolo di carta, scrivo un numero di telefono – Questo è di Josh. Ora devi chiamarlo e dirgli che sei entrato in possesso di alcune foto che gli faranno cambiare idea sulla sua nuova fiamma. Nel frattempo gli invierai il file con le fotografie. Tu ed io non ci siamo mai visti! – concludo.

Raoul prende il suo cellulare ed esegue alla lettera ciò che gli ho chiesto di fare. Prima di riagganciare, invia il file, accertandosi dell’effettiva ricezione dello stesso da parte di Josh.

Mi guarda perplesso mentre gli strappo dalle mani il telefono, per eliminare il file compromettente.

Soddisfatta, gli consegno il suo compenso.

-           Addio Raoul! – saluto girandogli le spalle per uscire il più presto possibile da quel posto. Sento una mano, la sua, afferrarmi il polso mentre sulle sue labbra compare un sorriso malizioso. Lo guardo corrugando la fronte – Allora? – chiedo spazientita

-          Hai detto che poi avrei avuto quello che volevo. E io voglio te! – dice tirandomi a sé

Gli sfioro con una mano il torace che freme al solo contatto e appoggio le mie labbra al suo orecchio sussurrandogli

-           Io non frequento i bassifondi! Divertiti con una sciacquetta di queste! – dico infine lasciandogli una banconota da  cento dollari sul bancone. Mentre mi allontano lo sento biascicare in spagnolo

-          Puta!

Sorrido nonostante l’insulto, detto da uno come lui non mi sfiora neppure. Salgo sul taxi che mi ha aspettato e guardo ancora una volta le fotografie. “Tornerai da me strisciando, caro il mio Josh!”, penso tra me e me, mentre ci lasciamo alle spalle quel luogo disgustoso, per tornare alle strade luccicanti di Hollywood.

 

JOSH POV

Il trillo fastidioso del telefono mi desta dal bellissimo sogno che stavo facendo e che aveva come protagonista, inutile dirlo, la mia dolce Alice.

Mi strofino gli occhi cercando di mettere a fuoco il numero comparso sul mio iPhone. È un numero che non conosco. Rispondo comunque.

-          Mr Hutcherson?

-          Sono io, con chi sto parlando?

-          Non ha importanza, le basti sapere che sono riuscito ad intercettare alcune fotografie che le faranno cambiare idea sulla bella giornalista italiana. Si sta prendendo gioco di lei. Dovrebbe esserle arrivato in questo momento un file …

-          Sì, ma … - dico guardando il telefono che indica come preannunciato l’arrivo di una cartella nella mia casella di posta

-          Le guardi! Sta a lei giudicare … ma se posso darle un consiglio Mr.Hutcherson “niente è come sembra”. Buonasera.

L’anonimo interlocutore riaggancia lasciandomi interdetto. Chi era costui e cosa intendeva dire con questa strana telefonata?

Apro la mail arrivata e il file allegato.

Non posso credere a quello che i miei occhi stanno vedendo. Lei, la mia Alice insieme a un ragazzo biondo. Osservo attentamente , non è suo fratello, ne sono certo, ma allora chi è? Guardo l’immagine successiva e non ho nessun dubbio, si sta baciando con questo tizio. Cerco di controllarmi. Potrebbero essere state scattate chissà quanto tempo prima, purtroppo però a sollevarmi il dubbio è la data riportata sulle stesse. Sono di una settimana fa!

Non so cosa pensare! Mi accascio sul divanetto continuando a fissare  il display.

 

ALICE POV

Il Galà è stato fantastico! La location, le luci, i colori, lo show … tutto ha superato di gran lunga le aspettative. Sono riuscita a carpire le sensazioni che gli attori stessi emanavano, le emozioni che hanno provato salendo sul quel palco così importante. È strano a pensare a loro come individui commossi di fronte alla platea che applaudiva per loro, abituati come sono a stare di fronte a svariate persone,  eppure ogni singolo attore e regista e scenografo e qualsiasi addetto al lavoro, ha lasciato negli altri talmente tante emozioni che ancora a pensarci mi si stringe lo stomaco. Quello che scriverò sarà di sicuro il mio pezzo migliore, perché tanto mi hanno dato queste persone.

Andre mi riaccompagna a casa di Josh. Chiedo se vuole entrare a salutare il suo amico, ma mi lascia andare sola con la scusa che è davvero molto stanco, quando in realtà so benissimo che vuole lasciarci soli.

-           Sono stata benissimo Andre – dico abbracciandolo e congedandomi da lui

-          Anch’io Alice, ma non dire niente a Josh … geloso com’è potrebbe non rispondere delle sue azioni!

Sorrido al mio accompagnatore lasciandolo andare ed entro in casa con la voglia di correre incontro a Josh per abbracciarlo stretto e non lasciarlo più.

Lo vedo coricato sul divano completamente immerso nel buio, un braccio appoggiato sopra la testa,. Probabilmente dev’essersi addormentato. Tolgo le scarpe per evitare di fare eccessivo rumore e mi avvicino a lui. Il respiro regolare, le labbra socchiuse, non posso fare a meno di baciarlo.

Al contatto delle nostre labbra apre gli occhi, mi scosta mettendosi a sedere. Non è il saluto che mi sono immaginata, ma lascio correre, neppure io sono Miss Simpatia appena sveglia.

-           Non volevo svegliarti! – dico accarezzandogli i capelli. Lui si alza. Ok, questo è decisamente il saluto che non mi aspettavo-  C’è un po’ freddino non trovi? – dico ironicamente riferendomi più al clima ostile che alla temperatura.

-          C’è una coperta se vuoi! – risponde Josh in maniera brusca

-          Senti adesso mi dici cosa ti prende? È successo qualcosa mentre ero fuori? – chiedo cercando di controllare il tono della mia voce

-          Cosa te lo fa pensare?

-          Forse il tuo modo di comportarti? Sei più aspro di una fetta di limone…

Solleva il labbro in una smorfia. Prende il suo cellulare e me lo lancia.

-          Conosci questo tizio? – chiede con la voce che gli trema

Osservo la foto impressa sul display.

Non posso credere a chi mi trovo davanti. Lo riconoscerei ovunque quel bastardo. Solo non capisco come faccia Josh ad avere una sua foto.

-          Allora? Sto aspettando! Lo conosci o no? – ora è decisamente alterato

-          È Cristian! – affermo – Tu come fai …

-          Lo sospettavo! – m’interrompe – E nella prossima immagine si vede ancora meglio!

Scorro col dito sul display. Non è possibile! Sembriamo Cristian ed io mentre ci stiamo … baciando?

-           Senti Josh, non so chi ti abbia inviato queste fotografie ma sono decisamente false!

-          Allora neghi che quelli siete voi due?

-          Non posso … cioè siamo noi, ma questa cosa non è mai avvenuta! – esclamo. La rabbia si sta impossessando di me e devo fare uno sforzo enorme per mantenere la calma. Davvero crede che io e Cristian

-          Perché mi hai mentito Alice? Perché non mi hai detto che stavi ancora con lui? Perché mi hai illuso dicendo di provare qualcosa per me? – la sua voce è rotta

-          Cristian ed io non ci vediamo da almeno cinque anni … io non …

-          Le foto sono della scorsa settimana! La data è impressa sopra.

-          Josh, io ti giuro che questo non è mai avvenuto. Cristian ed io non siamo più insieme come te lo devo dire?

-          Quello che ho visto non lascia alcun dubbio!

-          Davvero credi a queste foto? E non credi a me? – chiedo offesa

-          Cosa dovrei fare Alice? Dopotutto ti conosco così poco e tu sei una giornalista … non so magari volevi ottenere qualcosa!

Scuoto la testa. Il mio orgoglio è ferito, non posso credere di essermi innamorata di un individuo che crede a delle stupide foto e non a me.

-          Hai ragione Josh! – dichiaro lasciando che la parte più orgogliosa di me esca allo scoperto. Non ho intenzione di supplicarlo. Se pensa che io sia una persona di questo genere, non mi resta altro che lasciarlo nelle sue convinzioni – Ti ho teso una trappola, ho fatto di tutto per farmi notare da te; ho spedito io la mia valigia ad Hong Kong e tutto il resto. Mi hai scoperta! Ora posso tornare dal “mio Cristian” senza sensi di colpa! Addio Josh! – gli prendo contro con la spalla uscendo di casa.

Lo sento urlare il mio nome, ma non ho intenzione di fermarmi. Che fregatura l’amore! Appena ti esponi, appena credi di aver trovato la persona giusta ecco che questa ti strappa il cuore nuovamente. Questa è l’ultima volta che mi faccio abbindolare. Non ho bisogno di nessuno.

Posso contare solo su me stessa … ancora!

Le lacrime mi scendono a fiumi lungo le guance. Sto vagando senza meta, sono talmente shoccata che non riesco a capire dove sto andando. Prendo il cellulare e compongo il numero dell’unica persona che ora può davvero aiutarmi.

-          Stacy, scusa l’orario – sto singhiozzando mentre parlo -  Larry può venire a prendermi? Sono sulla strada vicino a casa di Josh. Ho bisogno di andarmene  da qui!

 

 

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Non odiatemi vi prego!!!

Il capitolo è decisamente lungo e spero di non avervi annoiato. Jessica è fuori combattimento, sì lo so, avrebbe dovuto essere punita più duramente, ma in fondo sono una sentimentale … non ci resta che scoprire quale scelta farà: continuerà al fianco di Bob o se ne andrà in India col padre?

Claudia ha però preso il suo posto e questa volta l’ha combinata davvero grossa. Josh ha creduto a delle foto e non ad Alice! E ora? Cosa accadrà? Prenderanno due strade opposte o il destino ha in serbo ancora delle sorprese? Nel prossimo capitolo, che sarà ahimè l’ultimo, sveleremo tutto!

Grazie a tutte di cuore per continuare a seguirmi!

Al prossimo capitolo! Besos E.

 

  
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