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Autore: Damon Salvatore_Cit    05/10/2014    0 recensioni
[Justin Timberlake]
Questa storia tratta di una giovane ragazza che sogna di diventare la ballerina numero uno al mondo, e nel tentativo di esaudire questo suo sogno maturerà e crescerà anche grazie alle avventure e alle dure prove a cui la metterà davanti la vita. Come la perdita di persone care, l'amore vero, l'inganno, il tradimento, le difficoltà familiari e tanto altro.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 50 Cent, Altri, Justin Timberlake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si Chiamava Trevor Miller ed era un afroamericano del Bronx, poco raccomandabile.
Aveva 26 anni, era molto alto, almeno 1,85 cm, muscoloso, occhi da cerbiatto tipico degli uomini di colore, naso leggermente schiacciato, grandi labbra carnose e un piercing sul sopracciglio destro, un tatuaggio sul collo nel lato destro, uno sulla mano sinistra, ed enormi tatuaggi su entrambe le braccia dove a destra prendevano l’intero braccio, mentre a sinistra arrivavano sino all’avambraccio e si fermava. (erano dei tribali).
Usava indossare abiti più larghi della sua vera taglia, grandi collane a catene d’oro, una bandana sotto ad un cappello da hip hop, con un filo di barba.
Era stato condannato a sette anni di detenzione per spaccio di stupefacenti, ma era uscito due anni prima per buona condotta.
In quei cinque anni, non aveva mai conosciuto la figlia che aveva avuto con Chenille, la quale aveva 18 anni quando il ragazzo era finito dentro ed era rimasta incinta.
I due erano amici di lunga data, si erano conosciuti nella loro scuola quando frequentavano il liceo, lui era il solito ragazzaccio che creava problemi sociali nella scuola, venendo spesso sospeso, o nei peggiori dei casi tenuto agli arresti domiciliari per rapine a mano armata, o spaccio di erba.
La sua storia con Chenille iniziò quando lei aveva 16 anni e lui 19, la ragazza era abbagliata dal suo bell’aspetto e attratta dal suo modo di fare da cattivo ragazzo da cui riusciva a vederne il lato buono, lui invece la usava per i suoi comodi, ma sotto sotto ne era legato e forse anche innamorato, ma troppo ignorante per capirlo.
Stettero insieme per due anni tra tiri e molla, litigi su tutti i fronti anche violenti, in cui spesso e volentieri la ragazza ne usciva con qualche livido o occhio nero.
Mike, il fratello di Chenille, era grande amico di questo Trevor, ma erano soliti finire alle mani quando il fratello della ragazza notava i segni di violenza da parte di Trevor sulla pelle della sorella.
La vita nel Bronx, però si sa, è molto difficile e differente dalle altre.
Riuscivano a convivere continuando ad avere buoni rapporti, anche dopo litigi simili: anche perché il ragazzo all’epoca aiutava la famiglia De Noir ad andare avanti con i pagamenti della casa o altre spese, con ovviamente soldi sporchi e non onesti; ma questo in momenti di miseria e difficoltà, poco contava.
Mama Su non aveva mai accettato quel rapporto tra i figli e quel ragazzo, ma dovette accettarlo una volta ritrovatasi in casa sua figlia incinta di lui.
Oltre a Trevor, la donna dei De Noir, non conosceva nessun altro della sua famiglia:
il padre del ragazzo era morto quando era ancora un bambino in seguito ad una sparatoria che lo vedeva coinvolto, mentre la madre non si era mai interessata né a Chenille, né alla madre, e né tantomeno alla piccola Anaya.
Il Bronx, era come un grande paese, dove tutti conoscono tutti, eppure Mama Su e la madre di Trevor non si erano mai incontrate di persona, né nutrivano questo desiderio.
Il ragazzo aveva un fratello maggiore di 30 anni, (Jason) che era finito in galera per omicidio colposo durante una sparatoria tra clan di spaccio.
Aveva anche due sorelle di 21 e 24 anni che avevano già dei bambini e conducevano una vita poco agiata e quindi costrette anche loro a spacciare per sopravvivere.
Si chiamavano Jenny e Nora ed erano delle ragazze tipiche del bronx, somiglianti nei modi e nei movimenti a Chenille, ma più alte e in carne di lei, e con modi di truccarsi e pettinarsi più vistosi.
[…]
Chenille aveva appena saputo del rilascio di Trevor, grazie ad una telefonata della polizia, ancora sotto shock era l’ultima cosa che si aspettasse che succedesse.
- Dov’è Anaya?
- Fran… non voglio che la veda…
- Non te l’ho chiesto perché volevo portargliela…
Franci si avvicinò all’amica che restava seduta su quel divano, ancora con la cornetta del telefono tra le mani in visibile stato di shock.
Si piegò sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza, e le prese il telefono da mano per posarlo stringerle poi la mano, cercando il suo sguardo.
- Ascolta, Chenille, non devi fargliela vedere se non vuoi…Ehi… hai capito?
Chenille finalmente spostò lo sguardo verso l’amica e allarmata le disse:
- Ma è suo padre…
- Allora vorrà dire che prima gli farai visita a casa, poi se lo riterrai opportuno gliela farai vedere… ora calmati.
Fran si voltò in direzione di Mama Su che era visibilmente scossa e turbata da quella notizia, e se ne stava in piedi a pochi passi da loro, a guardare la figlia.
- Mama Su…vieni a sederti… vi porto da bere!
La ragazza si alzò e si diresse dalla donna e la costrinse a sedersi, mentre in modo svelto andò a prendere dell’acqua per le due.
- Ecco, bevete…
La ragazza si accorse a portar loro da bere, e in quel momento entrò in casa Mike, che raggiungendole in soggiorno si stranì nel vederle in quello stato.
Il suo sguardo allarmato, chiedeva spiegazioni, lanciando un primo sguardo a Francis, poi alla madre e infine alla sorella; la quale guardandolo fisso con una lieve paura disse:
- Trevor…
Non vi fu bisogno di aggiungere altro, che il ragazzo sbarrò gli occhi e capì al volo cosa fosse successo.
- Ma non erano sette anni?
- Buona condotta…
Il ragazzo sbottò in una sorta di sorrisetto ironico, distogliendo lo sguardo incredulo, poi disse:
- Dov’è Anaya?
- Zio Miiiiiiikyyyyyy
La bambina proprio in quel momento arrivava dal piano di sopra e scendeva le scale di corsa per correre tra le braccia del ragazzo.
- Anaya!!! Quante volte ti ho detto che non devi correre per le scale??!! Puoi farti male!!
La ragazza furiosa si avvicinò ai due per strappare la bambina dalle braccia del fratello, che però la fermò prima che potesse farlo.
- Wohh Wohh calmati! Se ci sono io nei paraggi non le succede niente, sta ferma!!!
Il ragazzo la rimproverò, mentre stringeva a sé la bambina, mettendo una mano sul petto della sorella, per costringerla ad indietreggiare.
- Se permetti sono io la madre ed è me che deve ascoltare, non te che sei solo un irresponsabile!
- E’ grazie alla tua irresponsabilità che oggi sei madre! Quindi perché non provi a pensare prima di parlare, oppure ti è difficile fare anche quello?
- Non ti permetto!!
La ragazza cominciò a smanacciare cercando di strappargli di braccio la piccola, che intanto, spaventata da quelle urla, si stringeva allo zio e teneva la testolina al riparo da quelle grida.
Francis si precipitò da loro, e cercò di dividerli.
- Smettetela!!!
Anaya nel vedere Francis, allungava le braccine per indicarle il desiderio di andare tra le sue braccia, la ragazza l’afferrò al volo, nonostante l’opporsi di Mike che la guardò male per un attimo, ma poi si concentrò sulla sorella e dopo che la bambina cominciò a piangere le disse:
- Ecco brava, l’hai spaventata, sei contenta adesso?
- Sei tu che l’ha spaventata!
- Ti ricordo che è corsa tra le mie braccia, sei tu quella isterica! Non ci sta con la testa, Chenille!
Con una mano alla tempia, il ragazzo marcò il gesto di “pazzia” verso la sorella che perdendo il controllo, cominciò a spintonarlo e pronta a colpirlo violentemente.
Fortunatamente però l’intervento di Mama Su li fermò subito.
- Adesso basta!!!
La donna non aveva detto una parola per tutto il tempo, così tutti nello stupirsi si voltarono verso di lei che continuavano ad avere una forte paura e rispetto per lei:
- Ridatemi mia nipote, e tu… fa visita al padre, prima che la faccia lui a noi!
Francis le diede la bambina, che aveva smesso di piangere e con un pollice in bocca, guardava la nonna che subito l’accolse sul suo seno per calmarla.
Fran le asciugò le lacrimucce, e le sorrise cercando di tranquillizzarla.
Dopodiché si voltò verso Chenille e disse:
- Ti accompagno.
- Non se ne parla. Tu stattene al tuo posto, ci vado io con lei!
Mike ammonì Francis, la quale lo guardò male per qualche secondo, e il ragazzo resse il suo sguardo restando imbronciato.
- Il mio posto è accanto alla mia amica. Se ti sta bene, bene, altrimenti resta tu al tuo posto!
- Non fai parte di questa famiglia, non è necessario che ti faccia carico di problemi che non ti riguardano.
- Sta zitto, ragazzo. Vuole stare accanto a tua sorella, non intrometterti.
- Mamma, tu non sai come sono quelli lì…
- Poso immaginarmeli perfettamente, figliolo. Francis, saprà gestire un branco di malviventi.
Mama Su intervenne a favore di Fran, e Mike sbuffò, sconfitto.
Dietro i suoi modi bruschi vi era una gentile volontà di tenere la ragazza fuori dai pericoli del Bronx e di quella famiglia poco raccomandabile.
Si mise le mani nelle tasche e si allontanò dalla casa a passo svelto.
- Ci vediamo lì, sbrigatevi!
Chenille non voleva che venisse anche il fratello, perché sapeva che potevano esserci discussioni a causa del rapporto conflittuale tra lui e Trevor, ma non potette fermarlo.
[…]
La casa di Trevor, somigliava molto a quella di Chenille, ma era più mal ridotta e meno curata.
La raggiunsero a piedi, non era molto distante, soltanto 15 minuti.
Appena entrati furono accolti da Jenny, la sorella minore del ragazzo di 21 anni.
Era una classica ragazza afroamericana, col volto leggermente in carne, enormi occhi marroni, naso piccolo ma largo, enormi labbra e una cascata di treccine sulla testa che tendevano al viola.
Guardò dalla testa ai piedi prima Chenille, poi Francis, con aria superba.
- Guarda, guarda chi si rivede… a quanto pare le belle notizie corrono veloci…
A quelle parole si vide spuntare una seconda ragazza, era Nora la sorella di 24 anni del ragazzo, anche lei molto prorompente.
Era altissima, con un volto leggermente allungato, labbra carnose, grandi occhi marroni e con un fisico più snello della sorella: anche lei aveva i capelli racchiusi in quelle fantastiche trecce africane, ma erano più grandi e doppie di quelle della sorella, e le portava legate in una specie di chignon alto.
Si poggiò allo stipite della porta e si mise a guardare Chenille.
- Chenille… da quanto tempo… l’ultima volta che ti ho vista, avevi una pancia quanto un cocomero.
- Smettiamola con queste cazzate, lasciateci entrare.
Mike si fece spazio ed entrò in casa come se fosse stata casa sua, Francis lo guardò con stupore, pensò che doveva aver avuto un rapporto molto confidenziale con quella famiglia, in passato.
Le due ragazze con dei movimenti vistosi, e gesticolando parecchio, guardarono male Mike, spostandosi dall’uscio di porta.
- Sempre il solito signore, eh Mike?
Commento con asprezza Jenny, mentre si vide arrivare un ragazzone molto alto, era proprio Trevor.
Chenille si congelò nel vederlo, senza più riuscire a muoversi o a parlare.
Francis, dopo aver guardato lui che intanto salutava Mike fraternamente, si voltò verso Chenille e notandola molto nervosa, le prese la mano e cercò di incuterle coraggio.
- Chenille…
Pronunciò Trevor uscendo per avvicinarsi a lei.
Il modo in cui la guardò, fece intendere a Francis, che il ragazzo ne fosse stato molto innamorato in passato, e forse lo era ancora.
Ne rimase incantato, come se si fosse dimenticato quanto fosse bella, o come se si fosse appena reso conto che le era mancata da impazzire in quegli anni.
La ragazza dovette alzare il volto per poterlo guardare in faccia, era più alto di lei eppure nonostante tutto, Francis li trovava tutto sommato carini insieme.
La ragazza sciolse la presa di mano di Fran, ed indietreggiò di un passo mentre continuava a fissarlo negli occhi.
Francis la guardò, ma poi spostò lo sguardo sul ragazzo quando cominciò a parlare:
- Non pensavo saresti venuta… Eppure non sai quanto sono felice di vederti, baby…
Cercò di prenderle le mani, ma lei si oppose.
Intanto la sorella minore del ragazzo, guardò Mike e disse:
- Chi è quella?
- La sorella gemella di Alicia Keys?
- La brutta versione…
- Ovviamente…
Commentavano tra loro le due sorelle, quasi come se Fran non fosse stata presente.
Stupita di quelle parole, si voltò verso la loro direzione con occhi sbarrati.
- Ehi… ciao Bella…
Il tono di quel “Bella” non era per nulla somigliante a quello simpatico di Chenille, questo era sinistro, ironico, cattivo.
- Va a casa di altri senza nemmeno presentarsi…
- Si può sapere chi è, Mike? La tua nuova cagna?
Francis a quelle parole non resistette più nello starsene buona, gli occhi quasi le uscirono fuori dalle orbite.
- Cagna ci sarai tu, modera i termini…
- Oppure cosa farai?
- Lei non vi farà niente, ma io potrei…
Jenny alzò un sopracciglio in segno di superiorità e guardò Mike che intervenne subito nel difendere Fran:
- Honey, dopo tutto quello che abbiamo condiviso insieme, faresti questo per quella?
- Sei tu che l’hai trattata con scortesia, smettila!
- Sta calmo, bello, stavamo scherzando.
Aggiunse Nora, mettendosi una mano su un fianco e atteggiarsi a donna del Bronx.
- Papàààààà!!!
Improvvisamente si vide uscire di casa un bambino sui tre anni che corse in direzione di Trevor e gli saltò in braccio.
Dopo qualche minuto di silenzio di gelo che aveva scaturito quel colpo di scena, Chenille perse le staffe e diede contrò al ragazzo con furia:
- Papà? …Papà? …PAPA’?
Dirre con tono crescente la ragazza, guardandolo con un disprezzo misto al disgusto. L’uomo mise il figlio a terra prima che potesse essere anche lui vittima di un travolgimento di Chenille, e si beccò un pugno sul naso dalla ragazza.
- BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA!!!
In quello stesso momento si vide uscire una ragazza alta e snella dalla casa, che andava incontro al bambino, il quale la chiamava “Mamma”.
Chenille restò impalata per qualche secondo realizzando che quella era una sua vecchia amica del liceo, di nome Keira.
[Canzone consigliata per la scena Muse-Supermassive Black Hole]
Francis cercò di tenerla ferma, ma dopo il pugno di Chenille al ragazzo, si scatenò il putiferio: le due sorelle si precipitarono aggressivamente verso Chenille, mentre Mike cercava di tener calmo Trevor che perdeva sangue dal naso.
- Brutta stronza!!!
- Figlia di puttana lo sei tu!!!
- Non è mia madre che si è sbattuta mezzo Bronx!!
- Chenille basta!!
Trevor e Mike cominciarono a darsi spintoni, che sfociarono in una scazzottata, mentre la sorella più alta, Nora, tirò i capelli di Francis, cercando di spostarla.
La ragazza indietreggiò per la forte presa, e strinse i denti per il dolore che quella violenta tirata ai capelli le procurò.
- Tu levati di mezzo, puttana!!!
Per quanto ci avesse provato a restar calma e buona, per quanto avesse tentato di fare da paciera, Francis fu provocata e portata ad usare la violenza ancora una volta, così come faceva un tempo e come stava tentando di non fare più.
Mentre veniva tirata via dalla ragazza per i capelli, le diede una violenta gomitata nello stomaco, costringendola a lasciare la presa e a chinarsi in avanti, così in una mossa fugace, l’afferrò per il collo e cominciò a stringere forte quasi facendole perdere il respiro.
Suo fratello Trevor, mise al tappeto Mike con due rapidi pugni, uno sull’occhio e l’altro nello stomaco, poi in uno scatto di corsa si avvicinò a Francis puntandole una pistola alla testa.
Chenille cominciò ad urlare spaventata, e Mike da terra, riuscendo ad aprire a mala pena l’occhio sinistro si alzò, e spaventato che il ragazzo testa calda, potesse sparare cominciò a sudare freddo.
- Wooh Wooh… calmati, Trevor!
Trevor aveva il sangue agli occhi e la pistola ben salda tra le mani puntata alla testa di Fran, che lentamente alzava le mani in alto lasciando così la presa al collo della sorella, che cominciò a tossire.
- Chi cazzo è questa troia?
Diceva a denti stretti il ragazzo, perdendo totalmente la testa, mentre si lasciava andare all’ira.
Chenille, per quanto avesse voluto cedere alla rabbia, in quella circostante cominciò ad aver paura, una tremenda paura che Francis potesse morirle davanti agli occhi.
Improvvisamente, però, la ragazza accigliò lo sguardo nel guardare Francis che le fece l’occhiolino, senza capire se, se lo fosse immaginato oppure no; ma poi ecco che Fran si chinò in basso, riuscendo ad allontanare la pistola dalla sua testa, si voltò rapidamente verso il ragazzo e con una mossa che aveva imparato in esercito, riuscì a mobilizzargli il braccio, rigirandolo dietro la schiena e costringendolo a gettare l’arma a terra e ad urlare di dolore.
- Sai chi è questa troia?
Fran lo costrinse ad inginocchiarsi dandole le spalle, ancora col braccio ben saldo, gli parlava in un orecchio a denti stretti:
- Quella che ti ha appena fratturato un braccio ed è anche appoggiata dalla legge.
La ragazza estrasse dalla tasca il suo tesserino militare e glielo schiaffò in faccia:
- Lo vedi questo? Questo potrebbe darmi il potere di rispedirti dentro nel giro di  un’ora per altri cinque anni! Che vogliamo fare? Mh?
Mike la guardò con stupore e ammirazione allo stesso tempo, con un mezzo sorrisetto soddisfatto sotto i baffi, mentre le due sorelle, si abbracciavano spaventate indietreggiarono e rientrando in casa, dove sull’uscio della porta vi era Keira e suo figlio ancora sotto shock.
- Ok… Ok… hai vinto… hai vinto…
Francis ripose il documento nella tasca dei suoi jeans, ed afferrò la pistola da terra cominciando a puntargliela dietro la schiena, costringendolo ad alzarsi in piedi.
- Non ero venuta in guerra, signor Miller… Ero qui con tutte le mie buone intenzioni, eppure… siete riusciti a farmi incazzare…
Diceva la ragazza con un tono molto calmo che somigliava a quello di uno psicopatico serial killer.
- Chenille?
L’amica sussultò a quelle parole che provenivano così calme da parte di Fran, e la guardò con spavento:
- Allora, vuoi parlargli in privato? Sono sicura che non si tirerà indietro.
Chenille dopo un lungo silenzio passato a fissare quel ragazzo spaventato, gli si avvicinò, dimenticandosi di Francis, della pistola e di tutto il resto; era come se ci fossero soltanto lui e lei.
- Mia figlia può anche far a meno di un padre, se l’alternativa sei tu.
Sembrava essere sul punto di piangere, ma era molto, troppo arrabbiata con quell’uomo, per potergli dare la soddisfazione di vederla piangere.
La ragazza guardò Francis, dispiaciuta di averla coinvolta in tutto quello, poi incrociò le braccia sotto al petto quasi a volersi auto-abbracciare e a passo svelto se ne andò.
Francis non aveva mai visto la sua amica in quello stato, e fu come un tonfo al cuore.
Anche lei trattenne le lacrime, facendosi prendere ancora una volta dalla rabbia. Allontanò con una spinta il ragazzo, e gli puntò ancora una volta la pistola contro:
- Questa la tengo io, se non ti dispiace.
La ragazza mise la sicura alla pistola e se la posò nel retro dei suoi jeans.
- Andiamo, Mike!
Il ragazzo guardò con superiorità quella famiglia, e si allontanò poi assieme a Francis che correndo cercò di raggiungere Chenille , la quale era già sulla strada di casa.
[…]
- Non credevo fossero così…Aho.. Aho.. brucia, brucia…
- Lo so, bambina, ma devo disinfettarti questo taglio o peggiorerà.
Francis aveva riportato un taglio sul labbro superiore dopo lo scontro con le sorelle di Trevor, e Mama Su le tamponava la ferita con dell’acqua ossigenata, mentre Mike teneva una busta di ghiaccio sull’occhio destro.
- Quel coglione…
Commentava il ragazzo mentre era disteso a testa indietro su una poltrona del soggiorno di casa sua.
- Dovevate evitare che accadesse…
- Hanno cominciato loro… poi quando Chenille ha visto quel bambino non ci ha visto più e si è scatenato l’inferno…
Mike spiegava ancora una volta l’accaduto alla madre, mentre era intenta a medicare Francis che fortunatamente non si era fatta altro.
Chenille si era chiusa in camera sua e non era più uscita da quando erano rientrati.
- E’ comprensibile…
- Non lo è con gente come quella, bambina…
Francis guardò Mama Su e riflettendoci, le diede ragione.
- Non vedo perché debba prendersela tanto. La bambina è cresciuta senza un padre sino ad ora, e anche molto bene…
- Non puoi capire…
Commentò Fran, mentre il ragazzo per guardarla alzò il capo e tolse il ghiaccio dall’occhio.
- Prova a spiegarmelo…
Disse allargando le mani con indifferenza, Francis lo guardò accigliata in modo serio, poi disse:
- Sarà sempre il padre di sua figlia, magari lo ha amato, magari sperava in un lieto fine, sperava in una famiglia…
Mike sbottò in un verso e sorrise ironico a quelle parole.
- Amore…
Scosse il capo, mentre Francis cominciava a sentirsi offesa e confusa allo stesso tempo per quel suo modo di snobbarla, poi il ragazzo aggiunse guardandola con rabbia:
- Sai quante volte sono andato a raccoglierla per strada dopo che lui l’aveva riempita di botte riducendola peggio di un cane? E sai quante volte ho rischiato la galera per fargliela pagare?
Francis rimase senza parole, mentre Mama Su si allontanò non reggendo il peso di quei ricordi che le facevano ancora tanto male.
- Quello non è l’uomo con cui ci fai figli e ti crei una famiglia.
Il ragazzo si strinse nelle spalle e con indifferenza disse:
- E’ stato meglio così… magari adesso riuscirà finalmente a dimenticarlo…
Fran non credeva che l’amica fosse così legato a quel ragazzo, né tanto meno si aspettasse che avesse subito tutto quel male.
Restò in silenzio per qualche secondo, quando poi quel gelo si sciolse quando Anaya si avvicinò a Mike, tornando dalla cucina in cui si era trattenuta a guardare la tv.
- Perché il tuo occhio è così viola, zio Miky?
Il ragazzo la sollevò e la mise a sedere sulle sue gambe, sotto lo sguardo addolcito di Francis, che cominciava a provare rispetto e ammirazione per quel giovane uomo.
- Sono stato punto da un insetto…
Disse il ragazzo storcendo un labbro, e fingendo alla perfezione, mentre la bambina ci cascò in pieno.
- Un insetto?
Pronunciò stupita, mentre Mike acconsentì col capo.
- Mh… Mh…
- Ed era molto grande?
- Mhhh…non troppo.
- Che schifo…
- Già… un vero schifo.
Lo zio cominciò a fare una smorfia disgustata cacciando la lingua fuori e facendo sorridere sia lei che Fran.
[…]
- Chenille… Chenille ti prego… apri la porta…
Francis bussava alla porta della camera della ragazza già da un po’ senza avere risposta, ma poi dopo vari tentativi, ecco che finalmente Chenille le aprì la porta.
Aveva due occhi gonfi dal pianto, e un’aria distrutta.
Francis aprì di più quella porta e si precipitò ad abbracciarla.
Le due amiche restarono abbracciate a lungo senza dirsi una parola, lasciando parlare quell’abbraccio, quell’affetto che ormai le legava da quasi un anno.
Francis chiuse la porta alle sue spalle ed entrò in camera dell’amica tappezzata da disegnini di Anaya, foto della bambina e suoi vestitini e giocattoli un po’ ovunque.
- Chenille…
- Mi dispiace di averti coinvolto, bella…
- Mi sono coinvolta da sola. Siamo amiche, giusto? Credo di ricordare ancora qualcosa sull’amicizia …
Disse sorridendole e poi aggiungendo:
- Esserci in momenti come questi, è tra le prime regole di una buona amicizia…
Chenille abbozzò un sorriso, ma apprezzò quelle parole, perché sapeva quanto fosse stato difficile per lei dire quelle cose.
Aveva faticato molto per guadagnarsi l’amicizia pura e leale di Francis ed era a conoscenza di quanto per lei fosse stato difficile affrontare di nuovo quel sentimento dopo la scomparsa della sua amica Emma.
- Ascolta…
Francis la prese per mano e la fece sedere sul bordo del letto, mentre la guardava dritto negli occhi e le diceva:
- So esattamente cosa si prova nel vedere l’uomo che amavi o che credevi di amare, abbracciare un figlio non tuo. Lo capisco meglio di chiunque altro, Chenille.
La ragazza si portò una mano sul cuore, quasi a sottolinearne il dolore, poi continuò:
- E so anche che nonostante siano passati quattro anni, nonostante le sofferenze che ti ha causato in passato… rivederlo è stato forse il momento più bello di questi anni, può sembrare assurdo, ma so che è così…
Chenille la guardava, accigliata, chiedendosi come facesse l’amica a capirla così a fondo.
- Ma Chenille… quel bambino è una vittima proprio come te…e la piccola Anaya…
- Lo so…
Ammise la ragazza abbassando lo sguardo.
- Loro non c’entrano nulla con voi due…
Chenille alzò lo sguardo verso Francis e curiosa le chiese.
- Stai pensando a lui, non è vero?
Francis la fissò interrogativamente, senza dir nulla, poi la ragazza spazzò via ogni dubbio e disse:
- A quel ragazzo… Fabio… quello che ti ha ingannata… quello con dei bambini…
Francis spostò lo sguardo da lei e non rispose.
- Posso farti una domanda…?
La ragazza tornò con lo sguardo su di lei, e quasi timorosa su quale potesse essere quella domanda, acconsentì dopo alcuni attimi di silenzio e titubanza:
- Lo ami ancora?
La testa di Fran andò in totale confusione, mentre il cuore cominciò a batterle irregolarmente.
Non si spiegava neanche lei perché avesse reagito così a quella domanda.
La guardò a lungo, cercando una risposta, cercando la verità nel profondo del suo cuore, della sua coscienza…
Si mise le mani sui fianchi e mosse qualche passo nervosa, poi dopo secondi interminabili, si fermò le la guardò:
- Non credo di averlo mai amato veramente…
Chenille accigliò lo sguardo confusa e stupita da quell’affermazione, poi Francis ancora un po’ pensierosa, aggiunse:
- Non ho mai provato con nessuno quello che provo adesso per Justin… Neanche con lui quattro anni fa…
Abbassando lo sguardo, Fran si lasciò scappare un sorriso senza motivo ripensando al cantante e a tutti i bei momenti trascorsi insieme a lui.  
- Insomma, non sono la ragazza più esperta in questo campo… ma con Justin… con lui… lui è diverso…
Chenille sorrise teneramente nel vedere l’amica così dolcemente felice mentre parlava dell’artista.
- Allora cosa aspetta a dirgli che lo ami?
Chenille sembrò essersi ripresa, e guardava Francis cercando di affogare la tristezza in un sorriso, tornando alla sua voglia di gossip.
- Sono la fan numero uno della vostra coppia… è quasi un anno che vi conoscete ed è un mese che vi siete decisi a mettervi insieme… ma cazzo se non è amore questo…
Francis fu frastornata da quelle parole, non si era mai resa conto davvero che quel forte sentimento che provasse per lui, fosse così trasparente e chiaro anche per gli altri.
- M-Ma… stavamo parlando di te, Chenille… non provare a…
- Sei tu che stai provando a cambiare argomento, bella… io è meglio se dimentico tutto e mi concentri su voi due piccoli uccellini innamorati.
Francis sorrise a quelle parole che risuonavano proprio tipiche della Chenille che conosceva.
- Allora? Gliel’hai detto?
- Ma cosa?
- Che lo ami, sciocca!!
- Sei fuori di testa?!
- Sei tu fuori di testa se non glielo dici…
Francis sorrise teneramente a quelle parole, scuotendo il capo leggermente, poi con tono serio, disse:
- C’è una cosa che non sono riuscita a dirti quando sono tornata, oggi…
- Che succede, bella?
Chenille cominciò a preoccuparsi a quel radicale cambio di argomento e tono serio dell’amica, così si alzò in piedi guardandola in modo allarmante:
- Il mio agente mi ha fregato trentamila dollari…
- CHE COOOOSA???
La ragazza quasi fece rimbombare le sue parole per l’intero Bronx.
- Li ha investiti in borsa senza che io ne sapessi niente, e ora sono senza un soldo…
- Quel gran figlio di… l’avevo sempre visto un tipo strano!!
- Già… l’unica cosa buona che ha fatto è stata quella di darmi l’opportunità di conoscere Nina…
- Trentamila dollari…Deve pagarla cara! Deve ridarti tutti i soldi!!
- Ci sto già pensando…
- E come?
- Lo trascinerò in tribunale!
- Ma dopo domani partiamo per il tour, come farai?
- Beh…
Francis riflettendo, disse:
- Avevo pensato di chiedere aiuto a mio fratello Luigi…è l’unico della mia famiglia con cui ho ancora un rapporto, da quando….
Non vi fu bisogno di ricordare quel triste episodio di quando Fran fu condannata al carcere, per capire a cosa e a chi si stesse riferendo.
- Ho sempre adorato quel ragazzo, sono certa che risolverà tutto!
- Ho paura a chiederglielo… temo che potrebbe infuriarsi…
- E perché dovrebbe?
- Beh gli porterei un’ennesima disfatta…
- Non è di certo colpa tua se il tuo agente è uno stronzo!
- Lo so ma…
- Basta con questi ma, bella. Vedrai che Luigi sarà ben felice di aiutarti in questa battaglia, soprattutto adesso che le cose con te e la tua famiglia vano male… quel ragazzo ti ama anche più di una sorella!
Francis sorrise all’affermazione dell’amica e si convinse a mettere in atto quella sua idea di chiedergli aiuto.
[…]
Il giorno seguente fu un giorno particolare, pieno di cambiamenti:
Chenille, assieme a sua madre e suo fratello Mike, avevano deciso che la cosa migliore da fare per Anaya e il suo futuro, fosse quella di cambiare casa e andare a vivere lontano dal Bronx, soprattutto adesso che Trevor fosse tornato, e dopo quel casino che fosse successo il giorno precedente.
I ragazzi sarebbero partiti il giorno dopo per l’Irlanda del Nord e con le riprese del Tour, non avrebbero avuto il tempo materiale per impegnarsi nella ricerca di una casa per la donna e la piccola, così Fran ebbe la buona idea di chiedere aiuto a Nina.
La personal stylist della ragazza, viveva a Los Angeles ormai da qualche mese, in un monolocale affittato con altri coinquilini; ma assicurò un posto per dormire ad entrambe, e sarebbe stata ben lieta di aiutarle a trovare una casa lì.
[…]
- Los Angeles…? Sicura che riuscirai a trovarti bene lì? Tu ami New York…
- Amo di più mia nipote, e assicurarle un futuro sicuro e lontano da qui è l’unica cosa che conta.
- Va bene, ma se doveste trovare anche la minima difficoltà salite sul primo aereo e ci raggiungete, capito?
- Di cosa ti preoccupi, bambina mia? Sarò con la vostra amica Nina, certo non la conosco bene quanto conosco Fran, ma ho già convissuto con lei quando eravamo nei pressi del Madison Square Garden per il concerto, qualche mese fa… è una ragazza a posto… e la bambina ci si trova bene. Vedrai che andrà tutto bene.
Chenille sospirò, preoccupata e agitata che qualcosa potesse andare storto.
Aveva vissuto nel Bronx per tutta una vita, e adesso fare quel cambio radicale la spaventava.
Francis indossava la sua giacca di pelle nera, mentre ascoltava la loro conversazione.
- Chenille… vedrai che riusciranno a trovare una sistemazione in poco tempo, ho parlato con Nina e si è già attivata per cercare casa lì.
- Ma lo so, lo so… è una santa ragazza… però sono preoccupata lo stesso… e se dovese succedere qualcosa a tutte e due mentre siamo via?
- Sono sopravvissute nel Bronx per tre mesi di tour, e adesso ti preoccupi di mandarle a Los Angeles lontane da questo posto?
Chenille acconsentì alle parole dell’amica, non potendo evitare di darle ragione. ma poi subito tornò ad allarmarsi, e avvicinandosi a Mama Su, le disse:
- Il versamento in banca è coperto… ci sono ventimila dollari miei più quelli di Mike… sono quarantamila…
- So ancora contare, Chenille…
- Per qualsiasi cosa, per i pagamenti di un’eventuale casa… chiamami!
- E cosa farai da lontano, sentiamo?
- Beh… beh potrei consigliarti…
- Ragazzina, ti ricordo che ho cresciuto te e tuo fratello molti anni fa, e senza l’aiuto di nessuno. Ho 52 anni, e ora tu vorresti insegnarmi a vivere?
Francis sorrise alle parole della donna e diede una pacca sulla spalla a Chenille che sconfitta dalla madre, sbuffava tenendo il capo basso.
- Avanti, Chenille, ha ragione…. Vedrai che andrà tutto bene. Ricordati che le stiamo salvando… stai offrendo a tua figlia un futuro migliore!
Chenille sospirò guardando l’amica e provò a calmarsi.
- Lo so…
Poi alzò l sguardo e notò che Francis stesse andando da qualche parte:
- Dove vai, bella?
- Ricordi ieri sera…? Quando mi chiedesti quand’è che dicessi a Justin quella cosa?
Chenille sbarrò gli occhi e spalancò la bocca incredula, portandosi una mano davanti, per lo shock.
- Oh mio Dio… Non può essere…!!
- Che succede?
Mama Su domandava mente le guardava confusa, ma non ricevette risposta.
- Insomma, mi dite…?
- Oh andiamo, Mama Su… non l’hai capito?
- Se non mi spiegate…
- La ragazza si è finalmente decisa a dichiarare i propri sentimenti a Mr. Timberlake!
- Oh…
Disse ancora più confusa la donna, mentre guardava Francis accigliata ed aggiunse:
- Perché, ancora non gliel’hai detto?
Francis sprofondò sotto terra a quelle parole, e ritenne opportuno allontanarsi da lì il prima possibile, per evitare di finire nell’imbarazzo più puro.
- Ok, io vado, eh?!
- Ma aspetta…. Dobbiamo prepararci per la partenza di domani…
- Tu devi prepararti… io sono pronta…
Diceva Francis mentre camminava all’indietro e le sorrideva facendole l’occhiolino.
[…]
La ragazza indossava un jeans a sigaretta blu scuro, una t-shirt aderente grigio scura con una grossa scollatura, da cui penzolava il suo adorato ciondolo d’oro, sotto ad un giubbino di pelle abbinato a degli stivaletti di pelle neri che calzava ai piedi.
Salì in sella alla sua moto e si diresse verso gli studi di Timbaland.
Erano le 11 del mattino, e sperava di trovarvi qualcuno, o meglio sperava di trovarvi Justin.
Arrivata al parcheggio della struttura, notò che vi fossero la Maserati bianca di Timbo, la Jeep nera di Justin ed un’altra auto lussuosa che non aveva mai visto parcheggiata lì prima d’ora.
Capì che oltre ai due cantanti, vi fosse la presenza di qualcun altro, ma non sapeva di chi poteva trattasi.
Il rimbombo della sua moto si sentiva per tutto l’isolato, ma la struttura sembrava deserta per quanto fosse silenziosa.
Fran prese le chiavi e il casco e si diresse all’interno, speranzosa di incontrare subito qualcuno; ma così non fu.
Si fece un giro per le sale, ma erano tutte vuote.
Non riusciva a spiegarsi dove fossero tutti, dato che le auto fossero lì fuori, ma poi ecco che dopo alcuni minuti, si sentirono delle voci, o meglio delle risate provenire da fuori: qualcuno stava rientrando.
Riconobbe la risata melodiosa di Justin, e quella più squillante di Timbo, ma in più vi erano altre due voci che non riconobbe, una di queste era femminile.
L’attesa durò poco, e Fran si ritrovò davanti Justin in compagnia di Timbaland, e la nota cantante Rihanna assieme al suo agente.
Rimase quasi a bocca aperta, non si aspettava che fosse lì, né tanto meno che fosse così incredibilmente bella.
La cantante indossava una magliettina bianca molto a corpo e molto particolare, con delle maniche che arrivavano sino a metà braccio ed avevano due fori sulle spalle, che lasciavano scoperta parte della sua pelle lucente e vellutata già solo all’apparenza.
Aveva il taglio di capelli corto a caschetto corto dietro e lungo in avanti, nero corvino, con enormi orecchini d’oro alle orecchie, più una catena altrettanto enorme al collo, che le copriva parte della scollatura al seno.
Inutile dire che fosse bellissima, così bella da mozzare il fiato anche a lei che era una donna etero.
Sotto la magliettina sexy, calzava uno short di jeans che arrivava a metà coscia, e dei decolté aperti e alti almeno 10 cm.
Il suo agente di carnagione mulatta, indossava uno smoking, ed era molto alto e massiccio di corporatura, nascosto dietro a degli occhiali da sole scuri.
Justin invece indossava una t-shirt nera con sopra un giubbino di pelle, e un jeans scuro ma leggermente largo di coscia, con delle scarpette della Nike bianche.
Timbo aveva un jeans nero largo con una polo grigia a mezze maniche.
Francis si voltò a guardarli, ma restò in silenzio per alcuni secondi, mentre loro ancora ridendo, se la ritrovarono davanti a sorpresa.
- Ehi, Fran!!!
Timbo le si avvicinò e l’abbracciò in segno di saluto, la ragazza si lasciò travolgere dall’abbraccio dell’amico ma intanto guardava Justin e Rihanna alle sue spalle.
Aveva una strana sensazione, si sentiva come se avesse interrotto qualcosa, come se la sua presenza lì fosse l’ultima cosa che si aspettassero.
Justin le appariva strano, o semplicemente era lei che vedeva le cose in modo diverso da come erano realmente; fatto sta che il ragazzo la salutò con freddezza.
- Ehi…
Le sussurrò, mentre le presentava l’artista.
- Ti presento Rihanna…
Francis guardò Rihanna, che nonostante i tacchi alti non era tanto più alta di lei, poi cercò di sorriderle, ma era avvolta da una strana ed insopportabile gelosia.
- La conosco per fama…
Disse in tono gentile, col sorriso di plastica Francis mentre le tese una mano in segno di saluto.
La cantante appariva un po’ superba agli occhi della ballerina, quasi come se fosse stata una diva d’altri tempi.
La cantante le sorrise appena e le strinse leggermente la mano.
- Ti ringrazio…
Justin tagliò a corto e disse guardando Francis.
- Stiamo incidendo un pezzo… ti dispiace se ci vediamo più tardi?
Ecco cosa odiava di quel mondo e di chi ci sguazzava dentro ormai da troppi anni, tanto da non fargli accorgere quanto fossero odiosi e superbi.
Francis si fece minuscola, desiderò di sparire da lì, all’istante, pentendosi di esserci andata.
Forse sbagliava, ma vederlo in compagnia di quella bellissima ragazza, così potente e sensuale, la infastidì così tanto da cominciare a tormentarla con pensieri sinistri che forse era meglio non facesse.
- Certo… assolutamente, va pure…!
La ragazza gli lanciò una lunga occhiata, e forse lui in quel momento comprese che qualcosa la infastidisse, ma non volle darci peso proprio ora che dovevano lavorare.
- Puoi aspettare qui, non credo ci resti molto, vero Timbo?
- Assolutamente… siamo già stati chiusi abbastanza in quella sala da stamattina…
Disse ridacchiando l’artista, facendo aumentare il battito cardiaco della ragazza che impazziva di gelosia.
Justin si rivolse verso di lei e attese una risposta, che tardò ad arrivare qualche secondo, a causa di un lungo sguardo accattivante di lei.
- Ok… allora aspetterò…
- Bene, allora a dopo.
- Quel suono mi piaceva. Ripensandoci forse ci starebbe bene. Com’è che lo facevi? Era un Mmmh…. Uhmmm… Mmmh… Uhmmm…
La cantante ignorò completamente Francis, e assieme a Justin e Timbo faceva rientro in sala di registrazione, ed imitava dei suoni con la bocca con quel tono così sensuale e caldo che cominciarono lentamente a far impazzire Francis da un irrefrenabile ed ingestibile gelosia.
Gelosia che toccò le stelle quando sentì anche Justin ripetere quei mugugni che somigliavano più a degli ansimi di atti sessuali, che intoni di una canzone.
Sul bancone della reception vi era un piccolo bicchiere con una candela dentro, Francis ci giocherellò per qualche secondo smanacciandolo un po’, cercando di calmare la rabbia, finché non era sul punto di ridurlo in brandelli scaraventandolo contro il muro difronte, ma si accorse in tempo della presenza dell’agente della cantante e lo ripose lontano dalle sue mani, sorridendo all’uomo che la guardava interrogativamente.
[…]
L’attesa era snervante, soprattutto se a farla pesare erano delle risate in sottofondo che si sentivano tra una registrazione e l’altra.
[Canzone della scena Rihanna ft. Justin Timberlake-Rehab]
Si riusciva a sentire la musica di quel nuovo singolo che Timbo e Justin avevano collaborato nel produrre, era piacevole anche se non risultava essere un suono nuovo e mai sentito.
Era soave e per certi versi anche romantico e suggestivo.
La ballerina si mise a sedere su una poltroncina lì in sala, e con sguardo perso nel vuoto, portava una mano sulle labbra, un braccio steso lungo il bracciolo della poltroncina, con le gambe accavallate, mente l’agente della cantante era fuori a fare telefonate di lavoro.
Senza rendersene conto, nella sua mente riaffiorò un ricordo del passato:
ricordò di una mattina d’estate del 2002 quando insieme a Fabio si ritrovò a camminare su una spiaggia di Riccione, che distava qualche ora di macchina da Parma.
Non sapeva neanche lei perché ci stesse ripensando e perché quel ricordo, che tutto sommato le piaceva.
All’epoca era ancora una “ragazzina” felice, che nonostante la sua rabbia, riusciva a sorridere e ad andare avanti grazie alla presenza e l’appoggio di Emma, della sua famiglia e di lui: Fabio.
Ripensò alla domanda che le porse Chenille la sera prima… Amare…
Forse non aveva mai amato quel calciatore, forse credeva di averlo fatto ma probabilmente si trattava di una semplice infatuazione causata anche dall’inesperienza della giovane età.
Ripensando alla lei di un tempo, quella di adesso era radicalmente un’altra persona: meno ingenua su certe cose, più cattiva, più sofferente, diffidente, ma anche più matura e meno spericolata di un tempo.
Era cresciuta molto in quei quasi cinque anni, ma nella Francis di oggi c’è sempre un po’ della Francisca di tanti anni fa: ribelle, tendente al pericolo e sola; anche se le tentava tutte pur di tenerla a bada.
Fabio… non l’avrebbe mai dimenticato, nemmeno con un’Amnesia, eppure adesso riusciva a vedere con occhi diversi quel sentimento, adesso che aveva Justin, adesso che aveva conosciuto l’amore vero.
Quell’amore che nonostante stesse morendo di gelosia lì fuori, riusciva a tenerla incatenata a quella poltroncina mentre affogava la rabbia, con la consapevolezza che dopo avrebbe potuto vederlo e sarebbe potuta restare del tempo assieme a lui.
Per lui era cambiata molto, riusciva a controllare di più la sua rabbia, i suoi attacchi d’ira… riusciva a migliorarsi per quel ragazzo.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di stare con lui e non perderlo, anche modificare parte del suo pessimo carattere.
[…]
Giocherellò con la zip del suo giubbino di pelle, con una pallina di vetro, cominciò anche a scrivere su un pezzo di carta pur di tenersi impegnata e far passare il tempo, abbozzando disegnini senza senso provando a non pensare che stesse passando un’ora o forse due da quando si erano chiusi in quella sala di registrazione con quella bomba sexy semi nuda.
Cercò di distrarsi dal pensare al modo in cui Justin poteva star guardando il corpo mozzafiato della ragazza, a come si stessero sorridendo, o magari sfiorando con qualche tocco di mani; ma rischiava di impazzire, così dopo ben 90 minuti d’attesa inutile, si alzò da quella poltroncina e si diresse fuori a prendere una boccata d’aria.
[…]
Trascorse qualche minuto, forse 10, concedendosi una lunga sigaretta per calmare l’istinto di buttar giù quella porta della sala di registrazione.
Mise la mano nella tasca del giubbino, e venendo a contatto col proprio cellulare, ricordò che doveva fare una telefonata importante a suo fratello Luigi, per parlargli della disavventura col suo agente.
Si domandò se fosse il caso di fare quella telefonata proprio in quel momento in cui non era di un umore brillante, ma non aveva alternative, dato che il giorno seguente sarebbe ripartita per il tour.
Compose il numero del fratello, ma questo dopo due tentativi di fila, non rispose al telefono, dopo il terzo cominciava a scattare la segreteria.
Sconsolata, rinunciò ad insistere, immaginando che probabilmente fosse a qualche riunione di lavoro, ma fortunatamente il fratello la richiamò, prima che potesse rientrare.
- Hermano!
- Ehi, Fran! Scusami, ero nel pieno di una riunione…
- Noiosissima, immagino…
- Da morire!
Francis sorrise a quell’affermazione, adorava suo fratello, riusciva sempre a cambiarle l’umore in meglio in ogni occasione, e avrebbe pagato oro pur di averlo lì accanto a lei in quel momento soltanto per poterlo abbracciare.
- Come stai? Tutto ok? È strano che mi chiami… ci siamo sentiti giusto due giorni fa, di solito fai passare più tempo prima di ritelefonarmi. Per caso è successo qualcosa?
Francis si stupiva ogni volta, domandandosi sempre come facesse il fratello a capire che qualcosa la turbasse anche solo da una telefonata.
Forse tra loro c’era davvero un rapporto unico e speciale che superava l’essere fratelli…
- Ehm… in realtà qualcosa è successo…
- Cos’è successo?
La voce seria del fratello, fece automaticamente diventare seria anche la sua:
- Il mio agente… ha combinato un casino…
- Fran, ti prego, dimmi cos’è successo tutto in una volta, sai che odio quando parli con mezze frasi…
- Ok, ok… ha investito trentamila dollari miei in borsa e li ha persi
- Stai scherzando?
- Giuro che io non ne sapevo niente, devi credermi, Hermano… Lo ha fatto a mia insaputa, e ora sono senza un soldo…
- Non gli hai spezzato nessun osso spero…
- Avrei tanto voluto…
- Beh vorrei farlo anch’io ma… bisogna trascinarlo in tribunale questo farabutto e spezzargli qualche ossa potrebbe compromettere la tua posizione!
- Ecco… è a questo che volevo arrivare…
- Mi spieghi perché ingaggiasti proprio lui? Chi te lo suggerì? Mh? Timberlake?
Francis accigliando lo sguardo, subito rispose negativamente a quella supposizione:
- No! No, assolutamente No! Justin non ne sapeva niente…
- E allora chi?
- Adesso è inutile parlare di questo, piuttosto volevo chiederti un enorme favore.
- Dimmi tutto.
- Ecco… io domani parto per l’Irlanda… riprende il tour e non avrei il tempo materiale per occuparmi di questa causa in prima persona, e non posso mollare la crew proprio adesso…
- Me ne posso occupare io, devi semplicemente farmi recapitare ogni dato del tuo agente e dirmi come si sono svolti i fatti.
- Davvero?
- Sì, davvero. Perché ti sorprendi?
- Non lo so… è che… pensavo mi avresti prima ammazzato e poi avresti accettato.
- Per una volta non è colpa tua, potrei ammazzarti alla prossima.
- Ora sono più tranquilla..
Esclamò con ironia la ragazza, cominciando seriamente a preoccuparsi sin da ora per la “prossima volta”.
- Paul Smth, giusto? Chiamo subito il mio avvocato.
- Giusto…
- Trentamila dollari… roba da pazzi… non posso crederci…
Luigi risuonava davvero sotto shock, ma riusciva sempre a darle una sensazione di sicurezza, come se ogni cosa con lui affianco sarebbe andata bene, come se ogni problema al mondo si sarebbe potuto risolvere… una sensazione che mai nessuno riusciva a darle.
Quel ragazzo le faceva da fratello, da padre, da amico…e solo Dio sapeva quanto gli volesse bene.
- Sei arrabbiato con me? …Cioè… so bene di non essere una sorella modello come lo è Valentina, ma…
- La smetti con questa storia?
Francis sospirò, passandosi una mano tra i capelli. Ogni volta sentiva di essere in competizione con Valentina anche con Luigi, così come lo era stata col padre quando ancora si parlavano ed avevano un buon rapporto…
Sentiva che qualunque cosa buona facesse, non sarebbe stata mai abbastanza per arrivare ai livelli della ragazza, e che loro non avrebbero mai potuto ricambiare il suo amore.
Non faceva che combinare guai, e questo non migliorava la sua posizione anzi… l’allontanava dalla brava e perfetta Valentina.
- Non dirò a nostro padre di questa storia… anzi, non lo dirò a nessuno della famiglia. Vedrai che ce la caveremo e una volta riavuti i soldi indietro fingeremo che questa storia non sia mai successa, ok?
- Ok…
Esclamò la ragazza sorridendo dolcemente a quelle belle parole del fratello che era sempre molto comprensivo con lei.
- Per me conta già tantissimo che tu non abbia reagito con la violenza a questa storia… sono molto fiero di te!
- Basta, Luigi…
- Cosa c’è?
- Dico basta, perché se continui così mi sale la voglia di abbracciarti, ma non sei qui e quindi non posso… smettila di essere così adorabile!
Luigi ridacchiò con la sua voce bella profonda da uomo maturo, poi le rispose:
- Magari ti raggiungo in una di queste nuove tappe del tour, così potrai abbracciare questo tuo adorabile fratello.
- Il primo giugno siamo a Milano, è l’unica data che farà in Italia… se mi assicuri di venire salterò dal palco per abbracciarti.
- Allora devo esserci a tutti i costi!
- Davvero?
- Ti farò sapere, ok? Adesso è troppo presto per darti una conferma sicura… ma è sicuro che proverò ad esserci.
- Ti voglio bene, Hermano…
- Anche io ti voglio bene, Hermanita…
- Ehi.. posso… posso farti una domanda?
- Certo, che domanda?
- Trovi attraente la cantante Rihanna?
- Dove hai pescato questa domanda, adesso?
- Così… semplice curiosità, niente di più…avanti rispondimi!
- Beh non credo che ci sia uomo al mondo che non la trovi attraente.
Francis sprofondò negl’inferi a quella risposta che era proprio quella che non voleva ricevere. Sorrise nervosamente, ed incassò il colpo:
- Fantastico… ok, grazie, Hermano…
- Adesso devo scappare…
- Un’altra noiosa riunione?
- Devo parlare con dei ragionieri… ci sarà anche Diego…
Un tonfo al cuore colpì Francis nel ricordare il fratellino di Emma che aveva seguito Luigi per andare via da Napoli e trovare lavoro accanto a lui.
- C-C-come sta? Diego…
Il fratello sentì il tono spezzato dall’emozione della sorella e desiderò non averglielo detto per non turbarla, ma ormai era troppo tardi:
- Sta benissimo, alla grande…
- Davvero? O lo dici soltanto per…
- Lo porterò con me, la prossima volta che ci vedremo, così lo vedrai con i tuoi occhi.
- Sarebbe bellissimo.
- Glielo dirò appena stacco.
- Allora stacca, e abbraccialo da parte mia… Grazie di tutto Hermano, ti invierò tutto il necessario per la causa… ti voglio bene, non dimenticarlo.
- Sarebbe impossibile…
Francis sorrise, ma stava già cominciando ad avere gli occhi lucidi, ricordandosi di Diego.
- Ti voglio bene, Hermana… abbi cura di te, e telefonami appena puoi per raccontarmi di questo tour…
- Lo farò!
- Allora, ciao Fran.
- Ciao Luis…
[…]
La telefonata terminò e Francis chiudendo gli occhi, lasciò scivolare via delle lacrime dettate dall’emozione di aver avuto buone notizie su Diego, il piccolo fratellino della sua dolce Emma.
Col cellulare in mano, si portò la stessa mano sul volto per asciugarsi il volto, e cercare di star meglio, ma poi ricordò di trovarsi ancora agli studi di registrazione e che Justin era ancora rinchiuso in quella sala con la bellissima Rihanna.
Sospirò alzando gli occhi al cielo, e un po’ frustrata e nervosa, strinse i denti pur di non esplodere, e fece ritorno nella struttura.
L’agente dell’artista era ancora al telefono, Fran si sorprese da come facessero le sue orecchie e restargli ancora attaccate.
Trascorse un’altra mezzora, ma quella dannata porta della sala di registrazione non si aprì, e Francis cominciava a stufarsi di aspettare, si sentiva tanto stupida a restarsene lì buona mentre loro erano lì dentro con una delle donne più desiderate dagli uomini di tutto il mondo.
Rivolse un rapido sguardo all’agente di lei, che imperterrito era al telefono, poi raggiunse la sua moto e vi salì a bordo allontanandosi da lì prima possibile.
[…]
Aveva uno strano appetito, così restando nei paraggi, andò a mangiare un Hot Dog al centro della città in un localino molto famoso per i suoi squisiti panini con wurstel.
Ci lavoravano prettamente dei giovani ragazzi, più o meno della sua età, e tutti molto svelti e professionisti in quel campo.
Non dovette aspettare molto alla cassa per ordinare e pagare il suo Hot Dog, così in attesa di mangiare, andò a sedersi su di uno sgabello vicino al bancone dove servivano i clienti.
Sulla parete difronte a lei, vi era un televisore a schermo piatto che trasmetteva video musicali di ogni tipo, e proprio in quel momento stavano trasmettendo il video dell’ultimo successo di Rihanna.
Francis abbassò lo sguardo sorridendo divertita da quel buffo destino, che sembrava prendersi il gioco di lei.
Un ragazzo che lavorava lì ed indossava la divisa che comprendeva un berretto rosso in testa con sopra il disegno di un Hot Dog con una faccia, la servì frettolosamente, per poi passare a servire gli altri che attendevano:
- Ecco a lei…
Le fu servito un piatto di carta col panino poggiato sopra, e lei abbassò lo sguardo per guardare che aspetto avesse:
- Ci vuole la maionese oppure il…
Francis sentendo che il ragazzo si interruppe improvvisamente, alzò lo sguardo su di lui accigliata, e lui con stupore disse:
- Ma lei è… Francis De Laurenti?
Francis sorrise, per un attimo concentrandosi soltanto sul modo errato in cui il ragazzo pronunciò il suo cognome, e disse:
- De Laurentiis… Ma… aspetta un momento, come fai a saperlo?
- Sta scherzando? La mia ragazza segue appassionatamente la sua storia con Timberlake, è una sua grandissima fan!
- Oh…
Disse sconcertata la ragazza, che fu presa alla sprovvista da quella situazione. Ormai sembrava che tutti la riconoscessero soltanto per essere “La ragazza di Timberlake”, e non la ballerina…
- Posso scattare una foto insieme a lei? Allison ne impazzirà!
- Allison è la tua ragazza?
- Sì… Sì è proprio lei!
Francis si lasciò andare ad una risatina divertita, mente osservava quel giovane ragazzo che non avrò avuto più della sua stessa età.
- Ok, va bene, perché no? Ma smettila di darmi del lei, siamo coetanei.
- Oh… fantastico! Certo, certo…
Il ragazzo euforico, afferrò il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni ed impostò la telecamera, frettolosamente
Francis si allungò col busto su quel bancone, avvicinandosi a lui, che sorridendo a pieni denti, scattò la foto.
- Perfetto! Grazie mille!
- Figurati… per una foto.
Ridacchiava dolcemente lei, mentre lo guardava divertita.
- Come ti chiami?
- Oh… che maleducato, non mi sono neppure presentato. Il mio nome è Tony.
- Molto piacere, Tony,
- Il piacere è stato tutto mio… Francis!
Fran restò a sorridergli, mentre osservava il suo modo impacciato e nervoso che avesse di guardarla, poi ad un certo punto dei suoi superiori lo richiamarono all’attenzione e si allontanò dicendo:
- Oh… torno tra poco, intanto buon appetito.
- Ahahah grazie mille, Tony.
Disse alzando un pollice la ragazza, per poi addentarsi su quell’Hot Dog.
[Cantone consigliata per la scena 30 Seconds To Mars-The Kill]
Passò qualche minuto e per TV fu trasmesso un video che catturò la sua attenzione.
Era intrigante, somigliava moltissimo alla scenografia del film horror “Shining”.
Non riuscì a staccare gli occhi da quel video, quella canzone l’aveva già sentita in giro, probabilmente in radio e si stava guadagnando un discreto successo in tutto il paese.
Il ragazzo che la cantava aveva qualcosa di familiare, era come se lo avesse già visto da qualche parte.
Inspiegabilmente fu attratta dai suoi occhi azzurri molto profondi e grandi, e dalle sue labbra da cui venivano pronunciate delle frasi molto belle e suggestive.
Più lo guardava, più si convinceva di averlo già visto da qualche parte, ma dove?
Ad un certo punto fece ritorno Tony, che riuscì a farle staccare gli occhi da quello schermo.
- Ehi, come va? Piaciuto l’Hot Dog?
Il ragazzo le sorrideva entusiasta, e Francis dopo alcuni secondi ancora persa in quello scenario del video, ricambiò il sorriso:
- Oh… ottimo! Davvero ottimo! Ci ero già stata in passato, vi conosco per fama…
- Ti ringrazio…
Pronunciò il ragazzo sorridente, poi Francis accigliò lo sguardo ed indicò la tv con un dito.
- Conosci chi canta questa canzone, Tony?
Il ragazzo si voltò a guardare il video, e dopo alcuni secondi, disse:
- Certo, sono i Thirty Seconds to Mars… mi piacciono molto, credo che andrò ad un loro concerto. Questa canzone spacca!
Francis, sorrideva nel guardare quel simpatico ragazzo, poi acconsentendo col capo, disse:
- E sai come si chiama quel ragazzo che canta?
- Certamente, lui è…
- Tony!!! Figlio di buona donna, datti una mossa!!!!
La voce roca di un omone alto e robusto quattro volte al ragazzo, lo richiamò all’attenzione e il ragazzo scusandosi, si allontanò da Francis, che ridacchiò a quella scena, ma poi si rese conto di essere rimasta ancora con quel dubbio in testa, su chi fosse quel misterioso ragazzo che credeva di conoscere.
[…]
Fece ritorno a casa e ad aspettarla sulla veranda c’era la piccola Anaya che giocava con delle bambole.
- Franciiiis
- Ehi ma lov!!!
La ragazza saltellò sulle scale e le andò incontro per afferrarla in braccio, farle fare una giravolta in aria e poi darle un bacio mentre la rimetteva a terra.
- Che stai facendo qui fuori? Dov’è la mami?
- Prepara la sua borsa. Ha detto che domani deve partire con te e lo zio Miky mentre io e la nana andiamo da Nina!!
La vocina della piccola era il suo più bello che c’era al mondo, così tenero e dolce da far venir voglia a chiunque di mangiarla in un sol boccone.
Francis si piegò sulle ginocchia e le sorrise.
- Sono sicura che ti divertirai… oh…
Improvvisamente squillò il cellulare della ragazza, che lo tirò via dalla tasca del suo giubbino e nel leggere che fosse Justin, ebbe quasi l’impulso di riagganciare, ma poi guardando la piccola Anaya che guardava quel cellulare come se fosse stato un oggetto magico, ebbe un’idea:
- Ehi piccola, risponderesti tu per me?
La bambina acconsentì con la testolina, mentre aveva ancora tra le mani una bambola di pezza, e la guardava.
- Ok, allora dì che sto facendo una doccia, va bene?
- Va bene…
Francis sorrise e schiacciò il pulsante di risposta, aiutando la bambina a portarsi il cellulare all’orecchio.
- Helloooo??
La piccolina rispose con un tono di voce squillante e tenero, che fece ridacchiare Francis, che mentre le teneva il telefono ben fermo sull’orecchio, accompagnato dalla sua piccola manina, tentava di trattenersi dal ridere e farsi sentire.
La ragazza pensò bene di attivare il vivavoce, per sentire anche lei cosa dicesse il ragazzo dall’altra parte della cornetta.
- Ehi piccolina!
- Ehi…
- Come stai??
- Bene…
Rispondeva meccanicamente lei, con un tono di voce molto timido, mentre Fran si inteneriva nel sentirli conversare così dolcemente:
- Fantastico, ne sono felice!
- Grazie…
- Ehi c’è Fran lì?
- Sì, ma mi ha detto di dirti che era a fare la doccia…
Francis anche se avesse tentato in ogni modo di far segno alla bambina di non dirlo, ormai era troppo tardi.
Si sentì Justin ridacchiare leggermente dall’altro capo del telefono, mentre Francis abbassava il capo all’altezza delle ginocchia per la disperazione e la bambina la guardava sorridendo così teneramente che le fu impossibile rimproverarla.
- Oh… capisco… beh tu sai perché ti ha detto di dirmi così?
- Uhm… no… è appena tornata a casa.
La piccola, somigliava già molto alla madre, come ogni bambina, tendeva ad imitare i modo di fare e di parlare della madre, e la cosa la rendeva ancora più adorabile e bella.
- …Forse non vuole parlarti.
Disse con semplicità
- Già, forse è così… è ancora lì accanto a te?
- Mh.. Mh..
Acconsentì la piccolina fissando Francis che ormai rideva per non piangere.
- Prova a chiederle di parlarmi… magari se lo fai tu si convince…
- Ehi Fran… Justin vuole parlare con te…
- Grazie Anaya…
- Prego Justin.
Francis ridacchiò a quella buffa scenetta, e la bambina con disinteresse, si allontanò per tornare a giocare con le bambole, lasciando Francis in una situazione scomoda a cui cercò di rispondere con disinvoltura:
- Ehi…!!
Esclamò forse con troppa euforia, mentre si portava il telefono all’orecchio.
- Ehi!!! …Com’era la doccia?
Francis rimproverò sé stessa e scosse il capo…
- E’ che… ho ancora molto da preparare per la partenza di domani… e…
- So ancora riconoscerla una scusa, sai?
- Ok, mi arrendo…
- Perché sei andata via? Speravo di passare un po’ di tempo con te.
- Beh non pensavo ci mettessi così tanto con Rihanna… avevo da fare…
- Lo so, scusa, ma era l’unico momento che potevamo farlo…
Quel doppio senso in quelle parole le fecero pensare a male, e lo zittì prima che la sua mente potesse andare avanti con quei pensieri.
- Non… non preoccuparti, è ok.
- Ascolta…
Sembrava improvvisamente distratto da qualcosa che accadeva attorno a lui.
- Devo tornare in sala di registrazione… Timbo vuole finire un brano per il suo album e collaboriamo insieme…
Si sentiva la voce di Timbo che diceva qualcosa:
- Non c’è problema. Buon lavoro, e saluta Timo…
- Ok… allora ciao…
- Ciao.
- Hey Fran!
Stava per riagganciare, ma lui richiamò la sua attenzione:
- Sì?
Stette in silenzio per qualche secondo, forse stava per dire qualcosa ma non ne ebbe il coraggio, così tagliando a corto le disse:
- Ci vediamo domani…
Francis accigliata e stranita, si aspettava qualcosa di più sensato ed importante:
- Certo..:
Disse con ovvietà, poi aggiunse:
- A domani…
[…]
Il giorno seguente, i ragazzi sarebbero partiti alle ore 12:15 dall’aeroporto di New York, mentre Mama Su e la piccola sarebbero imbarcate col volo delle 11.20 per Los Angeles dallo stesso aeroporto.
Il resto dei bagagli, sarebbe stato rispedito alla donna, una volta trovata la nuova casa, adesso avrebbe portato con sé soltanto il necessario per lei e la bambina.
Lasciare quella casa fu forse la cosa più difficile per i De Noir.
Il signor De Noir e Mama Su avevano faticato molto per potersela permettere, e adesso la stavano lasciando per sempre.
Non mancarono momenti di commozione da parte della donna, che ricordando a tutti i sacrifici fatti con suo marito, e ricordando tutti i bei momenti legati a quel posto che li aveva accolti quando avevano lasciato il Senegal tanti anni fa, non trattenne le lacrime che contagiarono anche la sensibile Chenille.
Rischiavano di far tardi, ma arrivarono in tempo all’aeroporto per aiutare Mama Su a fare il check in.
Il momento del saluto da parte di Chenille fu straziante, la ragazza sembrava non volersi staccarsi più dalla figlia che stringeva tra le proprie braccia, e così faceva anche Mama Su stringendo forte a sé Mike.
Dopo altre mille raccomandazioni da parte di Chenille alla madre e alla figlia, riuscirono ad arrivare in tempo per il Check in sul jet privato di Timberlake, che avrebbe condotto tutti: musicisti, coristi e ballerini, in Irlanda del Nord.
Correndo, Chenille e Mike si avvicinarono all’aereo, seguiti a ruota da Francis che era stata l’ultima, tra i tre, ad eseguire il Check In.
Una volta fermate le guardie, la ragazza abbassò il capo riprendendo fiato dopo aver corso lungo alcuni metri sulla pista riservata al loro jet.
- Vi preghiamo di spegnere i cellulari…
Chenille e Mike salirono a bordo, mentre Fran tirava fuori dalla tasca dei Jeans che indossava, il suo cellulare e lo spegneva.
- Sempre l’ultima, eh?
- Sempre rompipalle, eh, Ashley?
Mentre Fran camminava tra lo spazio ristretto che c’era tra un sediolino e l’altro, le due non mancarono nel battibeccarsi alla prima occasione.
- Vieni qui, Mike, ti ho riservato il posto…
Ashley segnalava a Mike di raggiungerla, e Francis si voltò verso il ragazzo e i due si guardarono per qualche secondo intensamente.
Francis aveva riscoperto un nuovo Mike in quei giorni, soprattutto grazie all’episodio con Trevor, venendo a conoscenza su alcuni fatti sul passato dei suoi amici.
Ricordò di come l’aveva difesa più di una volta durante l’incontro/scontro con i Miller, quel giorno, eppure adesso il ragazzo sembrò essere tornato quello imbronciato ed incazzato con lei, di tutti i giorni.
- Vieni, bella, sediamoci qui!
Chenille catturò la sua attenzione, e la ragazza dimenticò Mike, che nel frattempo aveva raggiunto Ashley, e raggiunse l’amica.
Fran quel giorno indossava un paio di scarpette bianche della nike, sotto ad un jeans a vita bassa azzurro, con una camicia color rosa pastello aderente, con le maniche rigirate lungo le braccia, con i capelli ricci naturali sciolti lungo le spalle, e un leggero trucco sugli occhi e anche sulle labbra, per nascondere quel taglio che tardava a sanarsi e che era sempre più viola.
Non portava il cappello di Justin sulla testa, ma in compenso aveva la sua immancabile collana che le penzolava al collo.
Chenille invece era vestita con un pantalone di tuta grigio a vita bassa, con una t-shirt bianca molto stretta e un paio di scarpette comode, con una coda che raccoglieva le sue lunghe treccine africane.
- Stavo pensando di sciogliere queste trecce, bella…
- Davvero?
- Seee… mi hanno stufata.
- E come vorresti portarli i capelli?
- Avevo pensato di tagliarli.
- Che tipo di taglio?
- Non lo so ancora, devo pensarci, ma credo qualcosa che arrivi alle spalle…
- Mmmh… sì, penso che il taglio corto ti donerà.
- Io piuttosto sono sempre più sorpresa dai tuoi fantastici capelli… insomma non credevo li avessi così ricci… sembrano quasi quelli di un afro…
- Chi può dirlo… magari mia madre era originaria dell’africa…
- Sei un po’ troppo pallida per essere una di noi, bella.
Sdrammatizzò Chenille, dandole una spallata scherzosamente, mentre Fran se la ridacchiava, improvvisamente alle loro spalle spuntò Justin, che si poggiò ai loro sediolini con le braccia, guardandole da dietro e costringendole a voltarsi verso di loro:
- Ehi… ce l’avete fatta?!
- Scusa, Justin. E’ colpa mia… mia madre partiva per LA e abbiamo perso tempo al check in
Justin si voltò verso Chenille sorpreso ed accigliò lo sguardo:
- Oh.. non ne sapevo nulla…
Lanciò uno sguardo fugace a Francis, poi aggiunse, tornando a guardare Chenille:
- Tranquilla, non c’è problema…
La ragazza apprezzò la sua comprensione e gli sorrise di ricambio, poi lui guardò Francis:
- Posso parlarti in privato?
- Veramente… sarei un po’ stanca. Ti spiace se riposo un po’?
Justin cominciava a pensare che lo stesse evitando di proposito, ma si limitò ad acconsentire.
- Certo… ok. Allora… vi lascio riposare…
Justin, però, improvvisamente si accorse del taglio sul labbro di Fran, e si bloccò all’istante dall’andar via:
- Ehi… cos’hai fatto al labbro?
Il ragazzo, d’istinto le sfiorò le labbra con un pollice, e Francis si tirò indietro, allontanandolo in fretta.
- Niente, è solo un taglio.
Justin era sempre più confuso dal comportamento della ballerina, e restò a guardarla quasi spazientito:
- Questo lo vedo! Ma cos’è successo?
- Un gatto… il gatto di Chenille mi ha graffiato…
- Chenille, hai un gatto?
- Veramente…
- E’ un gatto selvaggio… che gira per il suo giardino… ti ripeto, non è niente.
Justin volle crederle, così dopo averle riservato un lungo ed intenso sguardo che lasciava intendere quanto poco ne fosse convinto, si allontanò e tornò nell’altra sala dell’aereo dove vi era il suo agente e altri suoi collaboratori.
Chenille osservò i due confusa, e quando l’artista fu lontano, domandò all’amica:
- Perché?
Francis si metteva comoda su quel sediolino, distendendolo leggermente, poi si mise distesa su un fianco e guardò l’amica.
- Cosa?
- Perché lo hai trattato con tutta quella freddezza?
- Non è vero… sono davvero stanca…
- Beh, ma voleva soltanto parlarti… oh mio dio… a meno che non avrà voluto intendere che voleva fare sesso con te nella toilette dell’aereo!!!?
Francis sorrise a quelle parole maliziose dell’amica e le diede una spintarella:
- Ma falla finita, Chenille!!! Certo che no!
- Capisco perché non gli hai voluto dire di quel taglio…
Chenille la guardò quasi sul punto di esplodere di dispiacere:
- Oh bella… non sai quanto mi dispiace averti coinvolta in tutto quel casino… non volevo creare problemi nel tuo rapporto con Justin.
- Non sei tu ad aver creato problemi nel nostro rapporto, Cheni… smettila di chiedermi scusa. Sarei stata al tuo fianco anche senza la tua volontà.
- Hai rischiato di farti sparare da quel…
- L’esercito mi ha insegnato qualcosa…
Francis cercò di sdrammatizzare con un sorrisetto verso l’amica, ma lei era troppo giù di corda per riprendersi.
Trascorsero alcuni secondi in silenzio, poi Fran disse qualcosa che si teneva dentro da troppo:
- Perché non mi hai detto che ti picchiava?
Chenille alzò immediatamente lo sguardo verso l’amica, visibilmente sorpresa:
- Chi te l’ha detto?... Mike!!
Chenille arrivò da sola alla conclusione, capendo che soltanto suo fratello avrebbe potuto dirglielo. Mama Su era esclusa, la donna preferiva dimenticare quell’orrendo passato, non ne parlava mai.
- No. Lui non c’entra… non voleva dirmelo… sono stata io a costringerlo… Perché non volevi che lo sapessi?
Le domandò con sguardo dolce, Fran, mentre la guardava incessantemente:
- Non volevo che pensassi che sono una debole… una di quelle donne che subiscono senza avere le palle di…
- Non ho pensato nemmeno per un attimo che tu fossi una debole.
Francis la costrinse ad alzare lo sguardo e a farsi guardare:
- Chenille tu sei la ragazza più forte che conosco! Hai quasi 23 anni e sei madre di una meravigliosa bambina di 4 anni. Quella bambina crescerà senza un padre, è vero, ma avrà te che riuscirai a farle da padre e da madre magnificamente!
Chenille abbozzò un sorrisino a quelle parole, abbassando lo sguardo, e Francis continuò a parlarle:
- Sai quante ragazze al mondo avrebbero rinunciato al bambino in una situazione come la tua?
Chenille a quelle parole sbarrò gli occhi e disse con convinzione:
- Non avrei mai ucciso il mio bambino!!!
Francis le prese le mani, e guardandola dritto negli occhi le fece capire che credeva profondamente che non l’avrebbe mai fatto:
- Lo so bene, Chenille! E questo ti fa onore! Ti rispetto molto per questo. Per me sei un esempio da seguire. Sei una donna fantastica, e le mani addosso di un uomo che vale zero, non influiscono su ciò che sei oggi. Meriti di meglio, Chenille… sei così bella, sei talentuosa, sei il sogno di molti uomini.
Chenille le sorrise:
- Il sogno di molti uomini?
Francis si lasciò contagiare da quel sorriso dell’amica, poi cercò di tornare seria:
- Sì! Esattamente! E non replicare sai? Ti gonfio un occhio!
Francis scherzosamente strinse la mano in un pugno e finse di essere sul punto di colpirla, e Chenille ridendo si parò la faccia con le braccia:
- No, per carità! Ci vai giù pesante tu… hai una forza fuori dal comune.
- Chi ha detto fuori dal comune? Eccone due esempi, belle!
Inaspettatamente, Eddy e Jay arrivarono come due razzi mettendosi seduti sui sediolini dietro a quelli delle ragazze e si poggiarono ai loro poggiatesta, sorridendo con i loro bellissimi e lucenti sorrisi:
- Ahhh… Jay falla finita!
Disse Chenille smanacciando verso l’amico:
- Ehi, Fran, come butta?
- Ehi Eddy!
I due amici si salutarono con un tocco di pugno:
- Io ho una fame da lupo…
Aggiunse la ragazza guardando i suoi amici.
- Tu fame? Il mondo va a rotoli, bella…
- Ehi… io ho un sandwich in più in borsa… te lo cedo in cambio di parte del tuo pranzo. Dicono che qui il cibo è fantastico.
- Ci credo, bello. Sei in uno jet privato… di solito viaggi in aquilone.
- Sta zitta Cheny!
- Ci sto, Jay!
Li interruppe Francis, sorridendo a quel buffo battibecco degli amici, e Jey sigillò quel patto con un tocco di pugno con la ragazza.
Francis aveva una fame insolita in quei giorni, non aveva mai mangiato così tanto in vita sua.
Di solito riusciva a non mangiare per giorni interi, eppure in quel periodo mangiava ad ogni orario ed ogni cosa avesse sotto mano che fosse commestibile.
[…]
Durante il volo, Francis cadde in un sonno profondo, dopo aver ingurgitato di tutto. Justin passò a salutare e a chiacchierare con il resto della crew, sperando che la ragazza si svegliasse da un momento all’altro, ma sembrava molto stanca, quindi non ebbero modo di parlare.
Arrivati in Irlanda, i ragazzi fecero un giro per la città, prima di andare in Hotel.
Somigliavano ad una scoralesca, riuniti in gruppetti o in coppie, facevano foto un po’ ovunque e anche di gruppo assieme al loro artista.
[…]
- Scendi subito di lì, bella!
Francis e Chenille si erano allontanate dal gruppo, restandone indietro di qualche metro, mentre percorrevano un piccolo ponte che sovrastava su uno scorcio di mare.
Francis camminava sul bordo laterale di questo ponte fatto di mattoni, cercando di mantenere l’equilibrio sotto lo sguardo spaventato di Chenille, che la invitava a scendere di lì prima che le venisse un infarto.
Francis sembrava essere a suo agio, con le braccia larghe, mantenendo abbastanza bene l’equilibrio della sua camminata, e ridendo per la reazione dell’amica, le disse:
- Lo sai che qui a Belfast costruirono il Titanic? Esattamente nel 1909…
- Non me ne fotte un cazzo del Titanic, Francis! Scendi immediatamente da lì, o finirai nelle stesse acque di quella nave passa guai!
Francis ridacchiava a quelle parole, stando ben concentrata a mantenere l’equilibrio.
- Non ti fidi di me, mh? Guarda!! Cado nelle acque del Titanic!!
Fran cominciò a fingere di cadere e Chenille spaventata urlò e si portò le mani in faccia.
Justin da lontano, si accorse delle urla, e accigliato vide che Francis fosse in piedi su quel bordo del ponte.
Con una corsetta, si allontanò dagli altri e raggiunse le due ragazze.
Francis continuava a ridere in direzione di Chenille, che intanto presa da un momento di isteria causatale dal forte spavento, disse:
- Brutta figlia di puttana, scendi subito da lì o giuro su Dio che ti uccido con le mie stesse mani appena …
La ragazza si accorse della presenza di Justin e cominciò a rimpicciolirsi dalla vergogna.
- Oh… hey Justin… io stavo…
Il cantante, accigliato, dimenticò le parole della ragazza e si interessò di Fran:
- Se non fai una pazzia non sei tu, vero?
- Che c’è?
Disse sorridendo Francis, a quelle parole.
- State esagerando, vi ricordo che sono una donna delle forze dell’arma, l’equilibrio è un gioco di ragazzi…
- Mh…
Justin le lanciò un sorrisetto malizioso, poi con un balzo, la raggiunse su quel piccolo e stretto muretto stupendo entrambe le ragazze.
- Oh santo Dio ti prego no…
Chenille rischiava davvero l’infarto.
- Sei impazzito? Scendi subito da qui!
- Credi di essere l’unica a poter fare pazzie?
- Che cosa? No! Ehi… mi hai sentito? Scendi subito?
- Che c’è hai paura adesso?
- Ho paura che potresti farti male a poche ore dallo spettacolo!
- Beh sarebbe tutta colpa tua..:
Disse ridacchiando il cantante, mentre andava avanti e indietro di qualche metro su quel bordo di ponte, sotto lo sguardo spaventato di Chenille e Francis, la quale a quelle parole lo guardò male e si precipitò a scendere da lì, con un balzo.
- Avanti, scendi.
Justin alzò gli occhi al cielo, cominciava a divertirsi, ma scese da lì, anche lui con un balzo.
Chenille si portò una mano sul petto e cominciò a respirare regolarmente.
- Io vi odio!
La ragazza, sotto shock si allontanò e raggiunse gli altri, che non si accorsero di nulla e continuavano a fare i turisti.
Justin restò solo con Fran, e non appena la ragazza si allontanò, provò a baciare Francis.
- E’ di questo che volevi parlarmi in aereo?
Disse lei, poggiandogli una mano sulle labbra, fermando quel bacio sul nascere.
- Beh sarebbe stato l’argomento principale…
Francis con aria offesa, si allontanò con le mani nelle tasche dei jeans.
Justin l’afferrò per un braccio, costringendola a fermarsi e a voltarsi a guardarlo:
- Si può sapere cosa ti ho fatto? Perché mi stai evitando?
Francis accigliò lo sguardo:
- Non ti sto evitando…
- A me sembra proprio di sì!
- Beh… forse non mi va di vederti.
- Perché??
Chiedeva quasi implorando il ragazzo, stupendosi sempre più del suo comportamento, che non riusciva a capire:
- E me lo chiedi, anche?
Gli disse, guardandolo incredula con sguardo accigliato, mentre a passo lento, seguiva gli altri.
- Proprio non capisco…
- Certo, come potresti.. sei solo uno sbruffone dl mondo dello spettacolo, che insieme ad altre celebrità si da delle arie e snobba tutti gli altri!
Justin non trattenne una risatina nervosa a quelle parole:
- Ora capisco… parli di Rihanna…
- Parlo di te E Rihanna…
Disse la ragazza accentuando la congiunzione.
- Sei gelosa?
Domandò lui guardandola con malizia, quasi come se fosse stato felice della sua gelosia.
Francis fu infastidita da quel suo atteggiamento, e con tono offeso, replicò:
- Gelosa io? Assolutamente no!
- Che peccato…
- Sì un vero peccato, per te…
- Io sono molto geloso di te… quasi pazzamente geloso.
- Ora non provare a cavartela.
- Dico sul serio…
Il ragazzo mise un braccio sulle spalle della ragazza, costringendola ad un contatto fisico, che lei cercava di evitare.
- Beh… problemi tuoi….
La ragazza cominciava a ridacchiare, non riuscendo a mantenere un espressione offesa sul volto, e Justin la strinse a sé in una sorta di abbraccio.
- Smettila di fare la brontolona…
Il cantante approfittò della presenza di un vicolo cieco, lungo la strada e tirando con sé la ragazza vi si imbucò per darle un bacio che tanto desiderava.
Francis lo abbracciò stringendosi a lui, dimenticando il suo rancore dettato dalla gelosia per Rihanna, e si lasciò trasportare da quel bacio passionale.
[…]
Le cose tra i due sembravano essere tornate buone come prima, eppure dopo gli spettacoli delle due date di Belfast, non ebbero modo di stare insieme.
Il cantante era sempre troppo impegnato in interviste varie o eventi che richiedevano la sua presenza.
Francis invece sembrava sempre più presa dal cibo, in quei giorni.
Dopo le prime due date in Irlanda, che andavano dal 24 e il 25 Aprile, ebbero un giorno libero il 26, prima di cominciare il loro giro in Inghilterra.
Chenille cominciava a sospettare della fame dell’amica, trovandola insolita ed esagerata, così la mattina del 26 Aprile, mentre arrivarono nel loro Hotel a Sheffield, in Inghilterra, le disse:
- Ehi… bella…
Francis sgranocchiava dei biscotti al cioccolato, mentre portava la sua valigia sul letto, e si voltava in direzione dell’amica, ancora col biscotto in bocca.
Ne diede un morso, poi disse:
- Sì?
- Ecco… vedi…
Chenille non sapeva come dirglielo, e risultava un po’ impacciata e Francis accorgendosi del suo insolito comportamento, la fissava accigliata:
- Cosa c’è?
Temeva una sua brutta reazione, eppure doveva dirglielo:
- E’ che mangi troppo ultimamente…
Francis sbottò in un sorrisetto, mentre mandava giù il boccone, poi le disse:
- Mi trovi ingrassata? Eppure faccio esercizio fisico tutti i giorni…
- Non è questo che intendevo dirti…
Francis accigliò lo sguardo, stranendosi ancora una volta:
- Allora cosa, Chenille?
- Pensavo che… forse questa fame è dovuta a qualcosa… io…
Lo sguardo di Chenille diventava sempre più strano, quasi timido e spaventato, ma poi la ragazza prese coraggio e concluse:
- Penso che potresti essere incinta…
[…]

CONTINUA…
   
 
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