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Autore: crazywriters    06/10/2014    4 recensioni
Marlene in uno degli episodi della serie afferma che lei viene da un acquario in California ma non che ci sia nata. Quindi questa è la vera storia della sua vita, dalla nascita fino all'arrivo nello zoo di Central Park.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marlene
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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1 Come tutto è iniziato

Era una splendida giornata di primavera nella Asia Meridionale. In un bosco fitto si sentivano le grida di cuccioli appena nati. Una lontra color cioccolato li aveva appena partoriti, mentre il marito le teneva la zampa per sostenerla. Lei li prese in braccio e annunciò che erano tre maschi e una femmina. Poi li allattò e loro per istinto cominciarono a succhiare. Alcuni di loro avevano ancora gli occhi chiusi. Marlene, anche se questo non è ancora il suo nome, sorrideva alla mamma, gustando il dolce latte che era il suo nutrimento. Passarono così due settimane.

Oggi tutto ciò che ricorda, è che la sua famiglia viveva sulle sponde di un fiume e la nutriva di pesce e molluschi. Insieme ai suoi fratelli giocherellava nell’acqua. Viveva in una tana posta lungo le rive di un torrente di montagna, nascosta nel folto della vegetazione, per assicurarsi una maggiore tranquillità e che era costituita da. Purtroppo questa pace non era destinata a durare.

Oggi non ricorda bene cosa sia successo dopo. Sa solo che il padre si era allontanato per andare a cacciare, e mentre giocava in acqua, una lontra che era improvvisamente venuta, sussurrò qualcosa alla madre. Lei cambiò espressione da felice a terrorizzata in un secondo e poi la nascose con i suoi fratelli, sotto le radici di una quercia centenaria, baciandoli sulla fronte con le lacrime agli occhi. 

Marlene chiese- mamma dove vai?

Lei rispose trattenendo un singhiozzo- devo andare, ma tornerò piccola. Promesso. – e l’abbracciò, prima di sparire nella folta macchia. Quella fu l’ultima volta che vide la mamma. Non tornò più.

Sentì degli spari e poi vide passare degli uomini con delle lunghe canne scintillanti. Stavano sorridendo e chiacchierando di come fosse stato facile catturare le loro prede. Lei si sporse, ma i suoi occhi si ampliarono quando vide con orrore che penzolavano i corpi dei suoi genitori senza vita. 

Dopo due giorni, lei e i suoi fratelli stavano morendo di fame, poiché non sapevano provvedersi da soli. 

All’improvviso sentì delle voci. Il suono si propagò per le orecchie come un fulmine. Aprì leggermente gli occhi per scorgere due umani che la guardavano. Il suo istinto sarebbe stato quello di correre, ma in questo momento era troppo debole.

La donna: O cielo, guarda cosa hanno fatto a queste povere creature.

Un uomo: aspetta, sembra che respirano ancora!

Il suo corpo venne a contatto con delle mani, che la presero delicatamente. Poi chiuse gli occhi e cadde in uno stato di incoscienza. Molto tempo dopo, neanche lei sa quanto, si svegliò. Aprì gli occhi ma non fu capace di orientarsi. Cercò di alzarsi in piedi, ma fu un vano tentativo perché era ancora troppo debole. Le pareva tuttavia di riconoscere col tatto il materiale ruvido sotto di lei: legno. “ Sono in una cassa, forse?” si disse. Cercò di ascoltare i suoni intorno a lei. Sembrava un sottofondo, che le suonava come un ronzio. Ben presto si adattò e riuscì a scorgere una voce roca, di un umano probabilmente.
- Come stanno gli animali, dottore?- lo interrogò il capitano.
- Sono stati nutriti. Riguardo alla lontra, lei sta meglio di quando ce la hanno portata quei turisti. Fortunatamente lo hanno fatto in tempo perché altrimenti non sarebbe riuscita a sopravvivere qualche ora in più. – rispose con calma il medico di bordo.
- E gli altri tre? -
Ci fu una pausa, seguita da un sospiro – non ce l’hanno fatta. –
Il suo cuore sembrò fermarsi, i suoi genitori e i suoi fratelli erano morti. Il suo mondo felice si era frantumato. Non poteva essere vero. 
“Sta mentendo” si disse a sé stessa singhiozzando “Si, è una bugia, domani mi sveglierò e scoprirò che era solo un orrendo incubo” 
Richiuse gli occhi, sperando che si trattasse veramente di un incubo, anche se già sapeva anche se non riusciva ad ammetterlo a sé stessa, che non lo era. 

Note:
Salve a tutti, questo è una specie di esperimento quindi ci terrei a sapere cosa ne pensate. ^^ Ho deciso di pubblicare qui poiché sono, con mia sorella, in collaborazione con Angel1999.
Va bene, a presto.
Luna
   
 
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