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Autore: Kalbalakrab    06/10/2014    8 recensioni
Nico pregò suo padre di non farlo morire lì in quel momento. Poi pensò che non sarebbe stato tanto male avere un infarto per colpa di Will. Più lui gli stringeva i fianchi, più Nico sentiva la temperatura aumentare e la lucidità fargli ciao ciao con la mano.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Little Wings *è colpa tua!* XD


***



Doveva essere illegale avere un fisico del genere. Nico se l’era ripetuto più e più volte nella sua testa: un metro e ottanta di muscoli abbronzati meritavano la prigione. Senza se e senza ma.
-Per prima cosa, devi determinare qual è il tuo occhio dominante. Quello con più precisione, diciamo. Destro o sinistro?
Nico spostò lo sguardo dall’arco fra le mani di Will – dai bicipiti delle sue braccia, a dire il vero – al suo viso.
Ah, giusto, la lezione.
-Ummm… destro? – azzardò. 
-Perfetto. Allora adesso chiudi l’altro e guarda dritto davanti a te. Solleva l’arco a mezz’altezza con la mano sinistra e non irrigidirti troppo. Bravo, così.
Nico si sentiva tutto fuorché bravo. Quel dannato pezzo di legno pesava troppo, e aveva paura di non riuscire a tendere la corda il necessario per conficcare la freccia contro il fantoccio di paglia. In poche parole, aveva il terrore di fare una figuraccia.
E dire che la giornata era iniziata alla grande. Will l’aveva invitato ad assistere agli allenamenti degli arcieri, e per una buona mezz’ora Nico si era gustato appieno la visuale del suo “quasi-ragazzo” alle prese con il sudore, i muscoli tesi e tutte quelle cose che aveva finalmente capito perché piacessero tanto alle ragazze. Poi però Will gli era andato vicino, e gli aveva chiesto di provare a fare due tiri. E lui aveva accettato.
Pessima scelta.
Doveva lavorare di più sulle sue tecniche di difesa contro quegli occhi azzurri e quel sorriso gentile.
-Okay, ora incocca la freccia.
Nico si domandò che cavolo volesse dire incoccare una freccia. Quello stupido bastoncino non faceva che andare su e giù, rifiutandosi di stare bello dritto e fermo al centro.
-Se solo la smettesse di scivolare… - borbottò.
Will posò a terra il proprio arco e gli si avvicinò con aria divertita.
-C’è un piccolo intaglio dove devi appoggiarla – si mise alle sue spalle e gli circondò il corpo con le braccia, le mani che iniziarono a trafficare con la freccia al posto suo. Nico s’irrigidì non appena il fiato di Will prese a solleticargli il collo. – Ecco, vedi? Poi agganci il fondo alla corda… in questo modo.
-Ah-ah – annuì. Ovviamente non aveva capito un accidenti. L’unica cosa a cui stava prestando attenzione era la vicinanza del corpo di Will al suo. Sapeva che i figli di Apollo erano soliti avere la temperatura più alta del normale, ma dubitava che fosse per quel motivo che si sentiva in fiamme.
-Tutto bene, Nico?
Cavolo. Beccato.
-Sì, sì – bofonchiò. - Aggancio il fondo alla corda, capito. Tutto chiaro.
-Bene – era sicuro che Will stesse sorridendo alle sue spalle. – Adesso divarica un po’ le gambe – il biondino fece scivolare le mani sulle sue braccia fin giù alla vita, dove aumentò la presa per aiutarlo nella postura.
Nico pregò suo padre di non farlo morire lì in quel momento. Poi pensò che non sarebbe stato tanto male avere un infarto per colpa di Will. Più lui gli stringeva i fianchi, più Nico sentiva la temperatura aumentare e la lucidità fargli ciao ciao con la mano.
Prima di conoscere il figlio di Apollo, Nico odiava essere toccato. Quando Will lo era venuto a sapere si era dimostrato comprensivo nei suoi confronti, e aveva rispettato la sua privacy per settimane fino al loro primo bacio. Secondo lui era una questione di autostima; Nico non si amava abbastanza, e di riflesso era sicuro che l’intera popolazione sulla Terra lo disprezzasse al punto tale da non volerlo nemmeno sfiorare con lo sguardo.
Dopo giorni passati accanto a Will, Nico ormai era certo di aver superato quella fase di auto compatimento. Il vero problema era che era avvenuto tutto troppo in fretta. Un momento prima nessuno osava avvicinarlo, e quello dopo Will gli stringeva la mano, lo abbracciava e lo baciava senza problemi.
Momento.
-W-Will? – Nico si maledì per essersi accorto troppo tardi delle vere intenzioni dell’altro.
-Sì?
-Che fai?
-Ti sto insegnando a tirare con l’arco – gli rispose lui, divertito. – Non ti piace?
Nico chiuse gli occhi e contò mentalmente fino a tre. Le carezze sotto la maglia e i baci sul collo non rientravano affatto nella categoria delle cose che non gli piacevano, ma era anche sicuro non c’entrassero nulla con il tiro con l’arco.
-Non mi sembra sia… - s’interruppe con un sussulto. Poteva resistere ai baci – stronzate-, ma c’era un limite fino a dove potevano spingersi le mani di Will. E lo avevano appena superato. – Aspetta!
Will s’irrigidì, allarmato.
-Che succede, ti ho fatto male?
Nico si voltò, divincolandosi a fatica dal suo abbraccio, e si sistemò meglio la maglietta scura sopra i pantaloni.
-No, ma… - si guardò attorno, sicuro di essere rosso in viso. – Siamo all’aperto! 
L’altro si rilassò e gli sorrise.
-E allora?
-Come sarebbe a dire “e allora?” ?! Potrebbero vederci.
-Non vedo dove stia il problema, non stavamo facendo nulla di male.
Nico lo maledì sottovoce. Poi maledì sé stesso per non essere in grado di resistere alle attenzioni di quel dannato biondino con un fisico da nuotatore.
-Non mi va. E se ci scoprisse Chirone? Non voglio, punto e basta.
Will non si offese né si arrabbiò come Nico aveva visto fare più volte da molti ragazzi della sua età davanti a un rifiuto, e come temeva sarebbe successo. Al contrario, recuperò il proprio arco da terra e gli sorrise.
-Facciamo un gioco?
-Un gioco?
-Per ogni freccia che centra il bersaglio, mi devi un bacio.
Nico avvampò.
-Ho detto che non…
-Non qui – lo precedette Will. – Nella tua Capanna, stasera. O quando ti va.
Nico considerò l’idea. Gli piacevano i baci di Will. E poi non era la prima volta che passavano del tempo da soli. Per quanto fosse abituato, però, si sentì comunque le guance in fiamme al pensiero di loro due stesi sul suo letto.
Si schiarì la voce e tentò di apparire normale.
-Non c’è gusto. Sappiamo entrambi che sei un arciere eccezionale.
Will abbassò l’arco, per niente sorpreso.
-Oh, giusto – Nico inarcò un sopracciglio e lo guardò in silenzio, per niente impressionato dalla sua messa in scena. – Okay, okay! Volevo solo allentare la pressione. Che ne dici di tirare tu al posto mio?
-Cosa?
-Per ogni centro, un bacio – ripeté.
Nico lo fissò incredulo. Se si fosse rifiutato, gli avrebbe fatto capire che non voleva baciarlo- quindi era un no, perché Nico lo desiderava eccome. D’altro canto, se avesse davvero centrato il bersaglio…
-L’hai fatto apposta – sbuffò, nascondendo a stento un sorriso.
Will era raggiante.
-Io? Figurati. Non è vero.
-Bugiardo.
-Apollo non mente mai!
Nico roteò gli occhi.
-Lo sai che non farò centro…
-Be’, allora sarò costretto a darti lezioni private.
-Avevi pianificato tutto fin dall’inizio, vero? Sapevi che non avrei più accettato di tirare con questo… - gesticolò. – Questo coso.
Will ridacchiò.
-Ah, il grande dono della preveggenza…
-Non commento.
-Allora ti arrendi?
Nico sorrise. Neanche per sogno.
-Fatti sotto.
Will indicò il bersaglio a una cinquantina di metri di distanza da loro. Sulla parte che doveva indicare la testa qualcuno aveva disegnato una faccia buffa con in fronte scritto “TRAVIS”. Al suo fianco, nella corsia di destra, c’era un “CONNOR”. Nico non faceva fatica a credere che i fratelli Stoll avessero fatto qualcosa per meritarsi di finire come bersaglio degli arcieri.
-Hai due regole. La prima è che devi centrare il manichino.
-Ovviamente.
-La seconda è che riceverai i tuoi baci solo nella zona colpita dalla freccia.
-Cosa? – Nico lo guardò male. – E’ assurdo.
Quante probabilità c’erano che riuscisse a centrare la bocca invisibile di TRAVIS? Senza contare che se avesse sbagliato mira…
Arrossì. Non voleva neanche pensarci!
-Gioco mio, regole mie – Will alzò le spalle. – Puoi sempre rifiutarti, angelo – alla sua espressione frustrata gli sorrise. – Non smetterò certo di baciarti, stai tranquillo, è solo una sfida innocente.
-Bene – ribatté Nico, stizzito. Odiava darla vinta a chiunque, e Will non faceva certo eccezione. – Quanti tiri ho a disposizione?
-Oh, infiniti.
-Will.
-Va bene, scherzavo! Che ne dici di tre?
Tre tiri, tre baci.
-D’accordo.
-Ricordi come si fa?
Nico gli lanciò un’occhiata di traverso, in parte imbarazzato.
-Sei stato un ottimo insegnante… specialmente attento a non farmi distrarre. Ovvio che mi ricordo come si fa.
Will si limitò a sorridere divertito in tutta risposta, ma Nico notò lo stesso il rossore sulle sue guance. Anche dopo settimane passate al suo fianco si continuava a chiedere perché flirtasse a quel modo con lui se lo trovava imbarazzante. Non che gli dispiacesse.
-Va bene… - mormorò a sé stesso. – Posso farcela…
Divaricò le gambe, drizzò la schiena e si concentrò nel tenere ben dritto e fermo il braccio reggente l’arco. Incoccò la freccia – aveva capito come fare, nonostante tutto – e tirò indietro la mano destra. Mirò al volto e… via!  
Will rimase in silenzio al suo fianco.
Nico diventò rosso.
-Be’… - iniziò il biondo. – Anche io la prima volta ho fatto schifo.
Nico sbottò e inveì contro la dannata freccia.
-Non è neanche arrivata a metà strada!
-Forse non ci hai messo abbastanza forza.
-Ho fatto come hai detto tu!
-Se avessi fatto come ti ho detto io, a quest’ora avresti colpito il bersaglio.
Nico lo guardò truce. Will alzò le mani in tutta risposta, per niente intimidito dal suo modo di fare. Perché l’unico semidio a non avere timore di lui doveva anche essere il suo quasi-ragazzo?
Sbuffò.
-Ho altri due tiri.
-Vai e colpisci, angelo!
Il secondo tentativo andò meglio, ma non in TRAVIS. La freccia si conficcò in uno dei paletti esterni che delineavano le corsie per i tiratori.
Nico si voltò brusco verso Will.
-Ancora uno!
-Non ho detto niente.
Come poteva fare così schifo? Aveva visto gli allenamenti degli arcieri prima di allora, e gli era sempre sembrato facile!
Con la coda dell’occhio guardò l’altro. Nonostante fosse rimasto in silenzio per gentilezza, Will tratteneva a stento un sorrisetto divertito.
Va bene, parlò a sé stesso. E’ una questione di principio ormai. Se l’avesse saputo prima avrebbe sacrificato più cibo al fuoco per la Dea Nike.
Si rimise in posa per il terzo e ultimo tiro. Allo scoccare della freccia, chiuse gli occhi e pregò di aver centrato il bersaglio, o quantomeno di esserci andato vicino.
Il silenzio di Will non era un bel presagio.
-L’ho colpito? – gli chiese Nico.
-Oh, sì – Will non si trattenne dal ridere. – Direi proprio di sì. Certo, potevi dirmelo subito che miravi a quello.
-Cosa?
Nico riaprì gli occhi, confuso, e guardò che fine aveva fatto la propria freccia.
Quella maledetta aveva scelto di conficcarsi in mezzo alle gambe del fantoccio, proprio sul cavallo.
-No – disse.
-Nico… - tentò Will.
-No.
-Nico
-Scordatelo!
L’altro scoppiò a ridere.
-Va bene. Ma sappi che a me non darebbe fastidio.
-Oh miei dei, Will!
Non poteva credere che l’avesse detto sul serio. Il sol pensiero di immaginarlo con la testa fra le proprie gambe era abbastanza da mandarlo in iperventilazione, se doveva aggiungere anche il fatto che lui non lo trovava fastidioso ed era più che disponibile… sentì caldo in tutto il corpo, persino in zone che nemmeno sapeva di avere.
-Ehi, ehi! – Will lo guardò preoccupato. – Nico era solo uno stupido gioco, sul serio. Pensavo che ormai fosse okay fare certe cose… insomma, stiamo insieme da quasi due mesi e…
Nico lo interruppe, shockato.
-Stiamo insieme?
Will lo guardò perplesso. Nel vedere la sua espressione sconvolta si addolcì e fece una breve risata.
-Nico, non vado in giro a baciare le persone così per divertimento. Tu mi piaci, e onestamente non pensavo di dovertelo chiedere parola per parola. Pensavo l’avessimo capito entrambi.
-Sì, be’… - Nico non credeva di potersi sentire più stupido di quanto già non si fosse sentito alle prese con arco e freccia. Ovviamente si sbagliava.
Guardò in fondo, trucidando con lo sguardo TRAVIS. Era tutta colpa di quello stupido manichino. E del fatto che lui non aveva forza nelle braccia e faceva schifo come arciere. Ma preferiva dare la colpa all’imitazione impagliata di uno Stoll.
Will gli tolse l’arco dalle mani e gli si mise alle spalle. Nico gli lanciò un’occhiata interrogativa, ma non disse nulla. Lasciò che lo stringesse fra le braccia, gli desse un bacio veloce sulla fronte, e prese il suo posto come tiratore.
-Will… che stai facendo?
L’altro prese una freccia dalla faretra sulle spalle, la incoccò e scagliò senza problemi contro il bersaglio, prendendo in pieno il petto di paglia.
Nico si corrucciò. Aveva sbagliato di proposito, o…?
Will gli sorrise.
-Il meraviglioso amor
sulla mia anima si è abbattuto,
ed or s’agita come l’urlo di petali al sole.
Nico lo guardò perplesso, indeciso se imbarazzarsi o no.
-Sul serio? – disse infine.
Will sgranò gli occhi, incredulo.
-Era un haiku molto romantico! E poi ho mirato al cuore con la freccia. Come Cupido, presente? È simbolismo, Nico!
-Non posso crederci che l’hai fatto veramente.
-Oh, eddai! Non guardarmi così!
-Mi sento in imbarazzo per te, Will.
-Cosa?! Ma è poesia, tutti amano la poesia!
Nico scosse il capo e tirò su le mani.
-Hai rovinato tutto. Sono fuori di qui. Ciao.
-No, no, no, no! Scusa, mi dispiace, colpa mia! Volevo fare il romantico!
-Con il figlio del Dio degli Inferi?
Will si strinse nelle spalle.
-Be’, se vado dritto al sodo non ti va, perciò…
Nico arrossì, ma s’impose di darsi un contegno.
Sbuffò.
-Se l’avessi saputo mi sarei tenuto la terza freccia come opzione.
-Ah, davvero? – Will lo guardò con un’espressione compiaciuta che lo mise ancor più in imbarazzo.
-Non farti strane idee, Solace.
-Quando passi al cognome sei incredibilmente sexy, sai?
-Smettila di flirtare con me!
Will scoppiò a ridere, e poco dopo anche Nico si ritrovò a nascondere a fatica un sorriso sulle labbra.
Che idiota.
Lo guardò asciugarsi gli occhi e scosse la testa. Non ricordava di esser mai riuscito a far divertire a quel modo qualcuno, o che al contrario qualcuno l’avesse mai fatto sentire così in pace con sé stesso.
-Andiamo nella mia Capanna – bofonchiò ad alta voce, in modo che potesse sentirlo.
Will si sorprese.
-Adesso?
Nico annuì e abbassò lo sguardo, imbarazzato. Poi vide la freccia che aveva tirato poco prima, l’unica che aveva centrato il bersaglio.
-Se sono con te… neanche a me dà fastidio – sussurrò, con le guance in fiamme.
Will strabuzzò gli occhi, confuso.
-Cosa hai detto?
-Nulla. Andiamo?
L’altro annuì e gli sorrise.
-I tuoi occhi seguirei…
-Will, falla finita!
 
 
 
 
 
 
   
 
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