Un giorno mi prese la curiosità
di sbirciare al di fuori
quello che gli altri
chiamavan realtà.
Strappati lembi di vite vissute
risate vuote
dolci affanni
e subdoli inganni
non mi avevano mai incuriosita
Che sciocca, la vita!
(Mi attirava a mo' di calamita).
Uscii.
Con passi attutiti
scivolai tra le strade
osservando incrociarsi le vite
degli altri.
Quindi presi la via centrale
pensando che fosse la mia.
Sembrava tutto così familiare
guardando gli altri dal mio piedistallo.
Ma quando toccai quel cemento caldo
misi senza accorgermene il piede destro in fallo.
Così adottai una risata sguaiata
e la offrii agli altri per ogni cazzata.
Vomitai l'anima sul marciapiede
e la calpestai subito dopo.
Sognai sogni di fango
che già prima di nascere
morivano un poco.
Sparì ogni passione procace, mordente.
Ogni mio desiderio cadde nel niente.
(Feci una smorfia
ardente di rugiada
quando un fiore rosso
nacque in mezzo alla strada.)
E quando infine mi artigliai dall'interno
e riportai al posto la mente,
fui perfino sorpresa
di ritrovarmi piangente!
Ero stata macchiata
dal mio essere avara
(di vita!)
Tentai di ritrovare il mio posto
ma la strada era stata sbarrata.
Volta la carta.
Sì, volta la carta, ancora una volta.
Volta la carta, mia voglia amara.
Ma tutto ciò che potrai trovarci dietro
sarà, purtroppo, soltanto una bara.