Law inclinò il capo, l'aria vagamente divertita. – Oh, buongiorno. A cosa devo l'onore, Eustass-ya?

L'altro sbuffò, infastidito, trattenendosi a stento dal prenderlo a pugni: lo sapeva benissimo, il perché della sua visita. – Pensi di farmi entrare o cosa? – sbottò. Poi, senza aspettare una risposta, lo spintonò ed entrò in casa senza tante cerimonie. – E levati quel sorriso idiota dalla faccia. Non è come pensi tu. – chiarì, appropriandosi del divano.

Erano le nove. Si era dovuto alzare prima delle nove. Cercò di non pensarci troppo mentre calciava via le scarpe e si metteva un po' più comodo. Ci volle poco perché Trafalgar lo imitasse, sdraiandosi sopra di lui. – Ah, non è come penso io? – ripeté, sogghignando. – Allora devo dedurre che hai fatto irruzione in casa mia a quest'ora del mattino perché ti andava di farlo? – insinuò, la bocca a pochi centimetri dalle sue orecchie. – Il fatto che oggi sia...

– Non me ne frega niente se è il tuo compleanno, va bene? – esplose Kidd, cercando di allontanarlo. – Niente di niente. – sottolineò, tentando di incrociare le braccia.

– Sei stato davvero gentile a venire. – sussurrò Law, ignorandolo. – E, di' un po'... l'hai portato il regalo, vero?

Sul volto di Kidd si allargò lo stesso identico ghigno che già occupava il viso di Trafalgar. – Potrebbe essere... Che dici, vuoi controllare? – propose, gli occhi luccicanti di malizia.

Si fissarono per qualche istante, cercando di tenere a bada la voglia vorace che li aveva colti: non ancora. Non sul divano, almeno. Law gli posò solo un veloce bacio sulle labbra prima di alzarsi, sorridendo con baldanza. – Oggi pomeriggio però mi porti a quello spettacolo. – stabilì alzandosi senza sforzo e avviandosi verso la camera da letto.

Kidd fece una smorfia. – Che palle, Trafalgar.

L'altro sorrise, un lampo di malizia mista a divertimento nello sguardo. – Eddai, fai uno sforzo. È il mio compleanno, no?

E Kidd si sarebbe volentieri dato dell'idiota, ma ormai era giunto da tempo alla conclusione che quel chirurgo del cazzo l'avrebbe sempre avuta vinta, compleanno o non compleanno. Oh, andiamo: come poteva dirgli di no, se lo guardava con quello sguardo?

Mugugnando qualcosa che solo le più ardite congetture avrebbero interpretato con un “e allora buon compleanno, stronzo”, si avviò verso la camera da letto, e Law era al suo fianco.

Angolo autrice:
Perché, uhm, bisognava farlo, credo. È il compleanno di Law e dovevo scrivere una Kidd/Law, anche se un po' squallida. 400 parole precise precise (la cosa mi ha sconvolta, seriamente) per celebrare il compleanno del nostro chirurgo preferito... con la cortese partecipazione di Eustass Kidd, ovviamente! Quindi nada, se voleste lasciare una recensione ve ne sarei davvero molto ma molto grata. Grazie comunque a chi è arrivato fin qui, e ricordate che KiddLaw è cosa buona e giusta, in ogni circostanza. Giusto perché di questi tempi storie su questa coppia tendono a scarseggiare un pelo.
Un abbraccio a tutti!
Emma ^^