Fanfic su attori > Benedict Cumberbatch
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Autore: lallipumbaa    07/10/2014    1 recensioni
Un pomeriggio come un altro a casa Cumberbatch con una sfida nella sfida, in un giorno molto particolare.
Anche se non effettivamente collegata, è il continuo di "Non trattarmi come una bambola di pezza, Mr. Cumberbatch"
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La mia vita con Benedict Cumberbatch'
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Lo guardai negli occhi intensamente, senza distogliere lo sguardo.
Lo vidi stringere le palpebre, rendendo il suo sguardo ancora più penetrante.
Alzai un sopracciglio in segno di sfida, sorridendogli sorniona. Non sarebbe riuscito a distrarmi. Non questa volta.
Si accese una sigaretta e espirando il fumo tornò con lo sguardo su di me. I miei ormoni cominciarono a muoversi impazziti come le molecole di un gas, ma mantenni la mia faccia da poker. 
Bastardo, sei un grandissimo bastardo. Pensai guardandolo riprendere la sigaretta tra le sue lunghe dita portandosela alle labbra, sulle quali aveva il suo dannato sorriso sornione da gatto che gioca col topo. Se pensava che il topo fossi io si sbagliava di grosso. Era da mezz’ora che mi sfidava con gli occhi e io stavo quasi perdendo la pazienza, ma si sa perfettamente che chi la dura la vince.
Presi in mano la tazza di the caldo – che oramai di caldo non aveva praticamente più niente – e me la portai alle labbra sorseggiando il liquido ambrato, concentrata. Avevo lo schema in testa perfettamente. In quella mezz’ora l’avevo riguardato più e più volte.
“Allora, ti arrendi?” mi chiese sorridendo espirando allo stesso momento il fumo dell’ultimo tiro fatto.
“Mai.” Gli risposi sporgendomi verso di lui, quasi raggiungendo le sue labbra, dandogli poi un bacio sul naso. A quanto pareva quel gesto aveva allentato la tensione creatasi, tanto che sorrise ridacchiandosela.
 
Ci stavamo godendo quel pomeriggio libero da interviste, premiere, servizi fotografici vari e tutti i possibili impegni che i nostri agenti avevano preso per noi, ma rimanemmo in casa a causa pioggia.
Sinceramente? Non avevo proprio voglia di uscire sotto il diluvio universale che imperversava fuori dalle mura di casa. Anzi, se proprio volete saperlo, prima credo di aver visto passare davanti alla finestra di casa Noè con l’arca con sopra due animali per ogni razza esistente sul pianeta. Spero che questa volta si sia portato su i Liocorni e si sia dimenticato le zanzare. Esseri inutili. Volete mettere un mondo dove esistono gli unicorni ad uno con le zanzare? Andiamo, lo so perfettamente che preferireste la prima! In caso preferiate la seconda non so che problema possiate avere.
Bando alle ciance.
Abbassai lo sguardo. Se solo riuscissi a trovare la soluzione…
Potevo farcela con un solo gesto, ma non ero in una bella condizione. Guardai Benedict negli occhi.
“Smettila di guardarmi con quello sguardo.” Decretai riabbassando il mio.
“Quale sguardo?” mi chiese trattenendo una risata.
“QUELLO sguardo.” Gli risposi.
Lo sentii alzarsi dalla sedia, mettendosi dietro di me cominciando a massaggiarmi i muscoli del collo “Tesoro, ti vedo stressata.”
“’Fanculo.” Ridacchiò dandomi un bacio sui capelli.
“Non puoi più fare nulla, ho vinto io…”
“Sherlock, tornatene a posto e lasciami ragionare.” Gli risposi con calma, guardando sempre fissa il tavolo. Non poteva avere ragione lui. C’era qualcosa che potevo ancora fare, sicuramente. E lì arrivò il colpo di genio. 
AH!!! Presi il cavallo e lo spostai notando l’espressione sconvolta che si dipingeva sullo sguardo del mio compagno. “Scacco matto.”
La cenere cadde dalla sigaretta finendogli sui pantaloni della tuta. “Sappi che questo è un modo di vincere veramente basso.” Commentò, lo sguardo fisso sulla situazione della scacchiera che fino a poco prima era a favore dei bianchi.
Mi alzai dalla sedia, la tazza di the oramai vuota in mano, commentando con espressione di finta compassione dirigendomi in cucina. “Un cavallo sul bordo è triste.”
Sentii i suoi passi seguirmi “Voglio la bella!”
“Benedict, questa partita l’abbiamo tirata più di un’ora. Non ho voglia di farne una terza.”
“Non puoi battermi con uno scacco matto con cavallo e alfiere! È come se Mozart venisse battuto in una sfida musicale da Emily che suona “Row, Row, Row your boat”!” esclamò con un tono di voce che rasentava quello di un soprano eunuco alludendo alle capacità musicali della nipote.
Scoppiai a ridere “Ma povera Emily! Lo dico a tua nipote appena la vedo!!”. Quando appoggiai la tazza nel lavello mi girai e me lo trovai davanti “E poi ti sei appena dichiarato il Mozart degli scacchi.”
“Dettagli. Allora che te ne pare di…” lasciò la frase a metà, ma capii subito cosa intendeva.
“Porco.” Lo apostrofai facendolo ridere “E comunque non si può anche perché è quel meraviglioso periodo del mese e le mie ovaie stanno ballando la rumba.” Gli risposi cercando disperatamente di trattenere un sorriso: quell’uomo mi stava trasformando lentamente in un orsacchiotto del cuore.
Benedict mi tirò a sè stringendomi tra le sue braccia e appoggiando delicatamente le labbra sulla mia fronte. Aveva ancora il vizio di prendermi e rigirarmi come una bambola di pezza, ma ora non mi dava più così fastidio. Era una parte di lui, ed era uno dei modi che usava per farmi capire che ancora mi voleva come il primo giorno, come quella sera che era salito in casa con la scusa del bagno.
“Allora ho un piano b. Sono quasi le 7 di sera, ordiniamo indiano d’asporto”
“Oh, sì!! Paneer Pakora, Chana Masala, Pollo Tandoori, il tutto accompagnato da del Chapati e per finire Kheer grazie!” gli dissi con un sorriso da psicopatica stampato sul viso.
Benedict strabuzzò gli occhi: dopo mesi ancora non si era abituato alle quantità industriali di cibo che potevo ingurgitare (che aumentavano in quei giorni in particolare)
“Tutto questo solo per te?”
“Ovvio!”. Sghignazzò stringendomi ancora di più. “Poi, dopo l’indiano ci spaparanziamo sul divano sotto alla coperta di pile e ci guardiamo Basil l’Investigatopo. Ti piace come piano?”.
Lo guardai sorridendo. Solo lui avrebbe potuto propormi seriamente una serata simile senza prendermi in giro. Mi alzai in punta di piedi per colmare la distanza tra me e lui.
“Va benissimo… anche se sai perfettamente che Andrew e James ci uccideranno se saltiamo il film.” Gli ricordai, facendolo sorridere.
“Oh bè, possiamo usare la scusa che non ti reggi in piedi causa ciclo!”
“Ahahahahaha, ma sei un infame!” commentai mentre lui si staccava da me, andando a cercare il volantino del ristorante mentre andavo a prendere il cordless. “Tra l’altro devi spiegarmi come farai a smaltire tutto quel cibo.” Mi disse circondandomi le spalle con un braccio mentre tornavamo in salotto.
“Domani me ne andrò in palestra, semplice!” gli risposi facendolo scoppiare fragorosamente a ridere “Tu in palestra? Certo, e io sono biondo!”.
 
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Ed eccoci qui! :D questo secondo capitolo mi è venuto in mente (ed è stato scritto di getto) dopo aver visto la scacchiera in casa mia. Purtroppo non so giocare a scacchi, ma ho fatto le mie ricerche!
Per chiunque non sappia che piatti siano ecco a voi l'elenco:
  • Paneer Pakora: formaggio fritto impanato con farina di ceci
  • Chana Masala: ceci cucinati con spezie ed erbe fresche
  • Pollo Tandoori: pollo marinato con spezie e yoghurt cucinato nel forno Tandoor
  • Chapati: pane tipico indiano, non lievitato cotto al forno
  • Kheer: dolce a base di riso, latte, mandorle e pistacchi (è una specie di budino)
Aspetto di leggere i vostri commenti (sapere quello che pensate per me è una gioia) e ringrazio di cuore anche chiunque occupi qualche minuto del suo tempo per leggere (non sono ancora abituata al pensiero che qualcuno legga DAVVERO qualcosa che ho scritto!) A presto e un bacione, Lalli :3
   
 
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