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Autore: ShannaInLuv    07/10/2014    2 recensioni
"-Cosa ne è della nostra promessa?- le disse amareggiato il giorno dopo Albus, mentre camminavano nel lussuoso giardino. Lei lo guardò triste.
-Cosa potevo fare? Non mi hai mai scritto io...- si mise una mano sul cuore -... ho pensato che fossi morto-
-E mi hai rimpiazzato bene,vedo-
-Finiscila!- sbottò lei, lo guardò con le lacrime agli occhi -Sai benissimo come sono importanti certe cose per la famiglia...-
-Non mi dicesti tu, sette anni fa, che l'onore non era la cosa più importante?- ribattè Albus aggrottando le soppracciglia.
-E vero- confermò lei -L'ho detto ma... non mi pare che l'abbia rispettato,tu-
-Io dovevo partire...- boccheggiò lui.
-E io devo sposarmi con Mister Malfoy-
Albus chinò il capo -Quindi.... è sicuro?-
Rose s'avvicinò e allungò una mano verso il suo viso -Cosa potevo fare? Sette anni sono tanti, ci ho provato davvero,Albus..."
La mia prima RoseXAlbus, Enjoy! Shanna.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Rose Weasley, Rose/Scorpius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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You're in my hearts like a tattoo.
 
If you believe
that love each other it's sin,
then love your sin.

[Jordin Sparks; Tatoo]

Dedico questa storia ai miei fan di efp
e al mio dolcissimo ragazzo con cui
sto insieme da due anni e due mesi.


Inghilterra,Helston, 1846. Settembre

-Rosie?-

La ragazza sussultò, i suoi occhi azzurrini scrutarono la semi-oscurità lasciata dalle candele. Gli occhi dardeggiarono speranzosi verso la porta poi, accorgendosi che forse era stata un'allucinazione, chinò di nuovo il capo e lisciò il libro che stava leggendo.
Le pagine erano ruvide e ingiallite, era un libro che sua madre leggeva sempre da piccola e quando gliel'aveva regalato, ai suoi sette anni, era totalmente diverso. La copertina scura era quasi staccata dal libro e alcune pagine erano spezzate. Si era messa a piangere, dicendo che un libro così bello non poteva essere rovinato. Aveva pianto, per ore e ore e i suoi genitori non sapevano più che cosa fare.
Poi, suo cugino, l'aveva preso e l'aveva aggiustato,semplicemente. Il libro aveva ripreso il suo aspetto d'un tempo, era bellissimo. Albus le aveva sorriso con la semplicità delle cose con cui sapeva farle lui, il suo sorriso bianchissimo e la sua bocca piccola e regale, degna del suo cognome: Potter.
Sorrise impercettibilmente a quel pensiero e riprese a leggere, si spostò una ciocca di capelli rossi dall'orecchio.

-Rosie!-

Scattò di nuovo, il suo sguardo rivolto alla porta. Trattenne il respiro sicura che, questa volta, la sua voce l'aveva sentita d'avvero.
Posò delicatamente il libro dall'altra parte del divanetto in velluto rosso che aveva in cameretta e si alzò, lisciandosi per bene la camicia da notte.

-Albus?- la sua voce tremò dall'emozione. Non lo vedeva dal giorno prima, da quando era dovuto andare in città col padre e non le aveva spiegato il motivo. Non era mai stato un tipo misterioso,lui. Era questo il bello di Albus Potter: non nascondeva nulla e le cose meno belle le faceva apparire bellissime e quelle bellissime, se possibile, ancora di più.
Dalla porta della camera di Rose spuntò una testa mora, s'affacciò poi entrò con tutto il corpo, richiudendosi la porta alle spalle. Era ancora vestito.

Si spettinò i capelli con la mano e le sorrise imbarazzato, Rose arrossì, perchè d'accordo che era suo cugino, ma lei indossava comunque i vestiti da notte.
-Ciao- disse incredibilmente rossa.
-Ciao- le rispose lui -Scusa, ti ho svegliato...io...-
-Va bene- aggiunse lei con un lieve rossore sulle gote generalmente rosee -Cioè... come è andata in città?-
Il sorriso svanì dal volto di Albus, sembrò barcollare appena -Bene ecco, mio padre mi ha... fatto vedere un sacco di cose-
Tuttavia la ragazza non notò il cambiamento d'umore del ragazzo, troppo felice della sua vista, e gli sorrise nuovamente -E cosa ti ha fatto vedere,Al?-

Si morse la lingua. Non poteva chiamarlo Al, anche se erano parenti, sua madre la rimproverava spesso per questo. Due famiglie regali come le loro, Weasley e Potter, dovevano dimostrare rispetto reciproco, seppur imparentati.
Ma il ragazzo non se ne turbò, anzi, sorrise radiosamente, poi però, si spense, s'avvicinò alla ragazza e le mise una mano sulla spalla, Rose rabbrividì.

-Ti devo dire una cosa...- annunciò.
I due ragazzi si sedettero sul divanetto in velluto, comodi ma distanti uno dall'altra, distanti almeno quanto bastava per non sfiorarsi troppo.
-Devo partire- fu diretto, senza giri inutili di parole, questa era un'altra qualità di Albus. Aggrottò le sopracciglia come se gli pesasse rivelarlo.

Rose si sentì mancare, Albus non poteva partire, era l'unica persona con cui stava bene, l'unica persona che le aveva fatto accettare una vita con così tante proibizioni. Era il suo cugino preferito.

Si morse un labbro istintivamente anche se, in presenza di un uomo, non era una cosa da fare, le ripeteva spesso sua madre. -Non puoi... non puoi partire....-
Albus chinò il capo -Devo mia cara Rose. Mio padre ha firmato un contratto con un'addestramento all'esercito... sai, sapevi che prima o poi sarei dovuto andare... lo fanno tutti i Potter di generazione in generazione....-
-Ma James non ci va!- protestò lei -E' il più grande.... dovresti...-
-Dovrei fare ciò che onora la mia famiglia,Rose. James non ci va perchè non è adatto... ma io si e tutti si aspettano che diventi generale delle giubbero rosse -
-Ma cosa importa?- sbottò Rose, ormai rossa in viso e non per l'imbarazzo -Da quando parli così,Al? Da quando ti importa davvero della tua famiglia...- la sua voce s'affievolì -A me non importa se diventi capitano delle Giubbe Rosse o contadino....-
-Ma a mio padre e mia madre,- precisò lui -Rose, cerca di capire... ho quattordici anni, sono pronto ormai...-
Due lacrime scivolarono via dagli occhi chiari della ragazza -Non puoi lasciarmi da sola,Albus-

Il ragazzo le si avvicinò, guardandola tristemente,le accarezzò una guancia, portando via la lacrima salata che poco prima era uscita dal suo bell'occhio. -Tornerò presto, James s'occuperà di te. E presto arriveranno i cugini Francesi, Fred e gli altri. Non sarai sola...-
-Sarò sola ugualmente,Albus...- Rose si lanciò tra le braccia di suo cugino, quello fu sorpreso ma presto la strinse a sè e la coccolò. Lei inspirò il suo profumo, il profumo dei suoi abiti. Tirò sù col naso -Quanto tempo?-
-La scuola dura sette anni,Rosie-
-Sette anni?- la sua voce si strozzò -Come potrei....-
-Ce la farai...- Albus l'allontanò poco da sè -Me lo prometti? Continua a studiare e prenditi cura di Hugo e Lily da parte mia, va bene?-
-Te lo prometto, ma....- Rose si bloccò, s'avvicinò piano al volto del ragazzo e arrossì, gli scoccò un bacio a fior di labbra, erano così calde e morbide...
-Ti amo,Albus-
Albus sussultò,poi, mise una mano tra i capelli della ragazza e baciò a fior di labbra,di nuovo. -Anch'io. Non ti scorderai di me?-
-Mai-

 
***

 
Inghilterra,Helston, 1853. Ottobre.


Il rumore degli zoccoli sul terreno la distrasse dal suo libro, lo stesso di molti anni prima. Posò il libro sul letto e avanzò sin la finestra, spostò le tende chiare e s'affacciò, mettendo il naso fuori dalla finestra e facendosi investire dalla brezza d'autunno.
Quando vide che era suo padre, tornato dalla città, ne rimase un poco delusa. Era da un mese che guardava speranzosa la finestra aspettando un suo ritorno, invano. Erano passati esattamente sette anni e un mese, da quando Albus se n'era andato via, lasciandola alla sua scialba e ipocrita vita da nobile. Poteva anche essere morto. Non le aveva mai scritto,mai.
Si spostò dalla finestra e uscì dalla camera matrimoniale, diretta in soggiorno. lì suo padre, Ronald Bilius Weasley, capo delle fabbriche delle città vicine, si stava appena togliendo il cappotto, lo porse alla domestica.

-Bentornato padre- gli sorrise.
-Ciao Rosie,come stai?- le chiese. Sapeva che era in iper tensione dell'imminente matrimonio. Gli occhi azzurrini di lei si rattristarono un poco.

Il matrimonio,certo.

-Benissimo papà- disse con stizza, pestando i piedi a terra -Non vedo l'ora di sposare quel biondino rubacuori e ceffo d'un Malfoy...-
Ronald sospirò porgendo anche il cappello alla domestica -Rosie, sai bene che è per il bene della famiglia. Se accettiamo la proposta dei Malfoy, le nostre famiglie saranno potentissime- la ragazza gli scoccò un'occhiata d'astio -E se magari provassi a conoscere un po' meglio Scorpius, ti accorgerai che non è così male- e fece una smorfia, come se dopotutto non ci credeva neanche lui.
Rose sospirò e si lasciò andare su una poltrona vicino, lasciando cadere l'argomento, sarebbe stato inutile discuterne ancora. -Non è ancora tornato- mormorò con voce grave.
-Chi?-
-Albus,padre. Mio cugino Albus...-
-Oh,lascia stare, figlia- disse ridacchiando il padre -Albus avrà trovato una donzella con cui passare la vita, non sarebbe magnifico?-

Magnifico? Donzella?

Dopo la promessa che si erano fatti, di ritrovarsi dopo l'addestramento? Quel solo pensierò bastò a far venire a Rose il voltastomaco per l'agitazione.

-Già. Magnifico,padre- borbottò.
La sera passò e Rose dovette sopportare la famiglia del suo futuro sposo a cena. Era un cena di famiglia, e ovviamente, erano invitati anche i Potter. Mancava solo una persona all'appello, persona che, potrebbe essere al posto di Scorpius.
Glielo aveva rivelato sua madre poco tempo prima, dicendole che, Ron e Harry si stavano mettendo d'accordo per unire le loro famiglie ulteriormente e quindi fare sposare Albus e Rose, ma dopo la partenza di lui, l'unico rimasto era James, promesso però, alla nobile famiglia degli Zabini, cui faceva parte Jennifer Zabini, un'aristocratica che a Rose faceva venire il mal di testa.
Quindi eccola lì, a cenare con la famiglia di Scorpius. E Scorpius.
Le rivolgeva sorrisi ammalianti, che qualsiasi giovane donna avrebbe voluto per sè, ma lei no, lei voleva soltanto il sorriso dolce e cauto di Albus Potter.

Scorpius le versò del vino e ammiccò -A noi-, Rose seppur con riluttanza, brindò, seguita dagli adulti.
-Allora, Rose e Scorpius - annunciò Draco Malfoy con quella parlata così perfetta da aristocratico -Io e Weasley abbiamo accordato che andrete a vivere a qualche miglia da qui. Naturalmente è una Villa provvista di domestici e giardinieri...-
Rose annuì rassegnata.
-E..- intervenne Astoria, quasi squittì in modo innaturale, come non doveva assolutamente fare una nobile come lei da generazioni -Tutti noi pensiamo che entro due anni dovrai essere incinta,Rose-
La ragazza non sputò il contenuto del bicchiere solo perchè davanti a lei sedeva sua madre e, probabilmente, per rispetto dell'educazione insegnatale. Però rabbrividì.

-C..come?- chiese flebilmente.
-Un figlio,cara...- ripetè Astoria -La stirpe deve continuare....-
-Sono d'accordo...- annunciò Ron.
-Papà!- sbottò Rose, tutti gli occhi si puntarono su di lei e arrossì -Sarà.... un onore- sussurrò.

Non vedeva proprio l'ora di avere un figlio da quel... quel....
Oh, andiamo! Scorpius era perfetto, si sforzava talmente tanto con lei ma... non le sarebbe andato a genio comunque. Lei voleva Albus e solo Albus. Non era la vita che si era immaginata. Non era la sua vita,quella. Organizzata addirittura, per un figlio.
In quel momento la porta si spalancò e la domestica, tutta affannata, annunciò l'ospito, 'guardate chi c'è' aveva detto.
Dentro alla sala era entrato un ragazzo alto, con i ribelli e lisci capelli neri, gli occhi verdi sguizzanti e il sorriso imbarazzato. E la divisa da Giubbe Rosse.

-Al....- mormorò Rose, non sentì quello che dissero gli altri, il suo cuore stava per... scoppiare. Scoppiare di felicità. S'alzò di colpo, buttando di lato il tovagliolo delle ginocchia e si catapultò addosso al cugino stringendolo forte. Odorava di pioggia e erba tagliata.
-Albus!-
Le braccia di lui le circondarono la vita. -Ciao,Rose-
-Insomma Rose...- balbettò imbarazzato Ron, Draco e Astoria ne erano rimasti stupiti dal suo atteggiamento -Non avete più dieci anni!- la rimproverò. Rose si staccò imbarazzata e si scusò. Andò a sedersi di nuovo vicino a Scorpius e disse : -Lui  è mio cugino. Quello partito per l'addestramento...- Scorpius sembrò sollevarsi appena -Albus.... loro sono i miei futuri suoceri e il mio futuro marito,Scorpius-
Puntò i suoi occhi tristi su Albus, a cui svanì il sorriso, barcollò e annuì.
-Non me l'hai detto nelle lettere- confermò.
-E tu non mi hai mai scritto e risposto- ribattè gelidamente lei, si sedette  a tavola -Buon proseguimento della cena-
-Grazie,cara- disse giuliva Astoria.

 
***
 
-Cosa ne è della nostra promessa?- le disse amareggiato il giorno dopo Albus, mentre camminavano nel lussuoso giardino. Lei lo guardò triste.
-Cosa potevo fare? Non mi hai mai scritto io...- si mise una mano sul cuore -... ho pensato che fossi morto-
-E mi hai rimpiazzato bene,vedo-
-Finiscila!- sbottò lei, lo guardò con le lacrime agli occhi -Sai benissimo come sono importanti certe cose per la famiglia...-
-Non mi dicesti tu, sette anni fa, che l'onore non era la cosa più importante?- ribattè Albus aggrottando le soppracciglia.
-E vero- confermò lei -L'ho detto ma... non mi pare che l'abbia rispettato,tu-
-Io dovevo partire...- boccheggiò lui.
-E io devo sposarmi con Mister Malfoy-
Albus chinò il capo -Quindi.... è sicuro?-
Rose s'avvicinò e allungò una mano verso il suo viso -Cosa potevo fare? Sette anni sono tanti, ci ho provato davvero,Albus...-
Il ragazzo si staccò da lei e le scoccò un bacio sulla guancia -Hai ragione,Rosie. Non siamo più ragazzini....- se ne andò -Addio-
Solo il giorno dopo comprese appieno le parole di Albus. Se n'era andato. Di nuovo. Era andato a lavorare con le Giubbe Rosse per sempre. Era di nuovo sola.

 
***
 
Cara Rose,
Quando e se, riceverai questa lettere probabilmente l'avrai saputo. L'ho scritta nel caso succedesse prima di tornare a Helston.

Sono morto.

Volevo chiederti scusa, per tutto quello che ti ho detto, perchè cinque anni fa non ho capito quando mi spiegasti che avevi provato a non sposare Scorpius.
Ti devo chiedere scusa per essere scappato via, ma la verità è che non potevo vederti con un altro.
E ti chiedo scusa, mia piccola Rosie, di essermene andato a quattordici anni.
Pensavo che l'onore fosse importante, lo pensavo anche a ventuno anni, ma ora no. So che la cosa più importante è l'amore.

Sono stato così sciocco, a innamorarmi di te.

Voglio che tu sappia che non è colpa tua se sono triste, è mia, ho sbagliato tutto. Ma ora sono morto e le cose non cambieranno di certo.
Non mi sono mai scordato di te, ci ho provato per non piombare lì e ferirti, ma ho fallito.

Ti amo ancora Rose.

E ti amerò dall'oltretomba, in Paradiso,Purgatorio o Inferno che andrò.
Sono certo che Scorpius saprà amarti e che i tuoi figli di cui mio padre mi ha informato e mi ha mandato la cartolina, vivranno bene.
Sono bellissimi sai? Cassidy ha gli occhi stupendi come i tuoi.

Vorrei poterti abbracciare un'ultima volta.

Ma non essere triste della mia morte: fa' finta che, come quando eravamo piccoli, ero in gita con papà. E che questa gita durerà un po'.

Quando sarai vecchia,forse, ci rivedremo.

Quindi, questo,
mia cara e piccola Rosie,
è un arrivederci.
Tuo Albus.

AngolinoAutrice(?)
Credo che probabilmente sia la storia più triste che io abbia mai scritto. Stavo quasi per cancellarla dal pc.
Lo controllata un mucchio di volte, per esserne sicura ma credo che vada bene così.
Spero che vi sia piaciuta e, soprattutto terrei tanto a una recensione, per farmi sapere cosa ne pensate.
Detto questo, grazie mille per i miei follower di efp e per sostenermi sempre.


Un bacione,Shanna.

 
   
 
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