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Autore: _Takkun_    07/10/2014    1 recensioni
Silvers Rayleigh non amava i bambini.
Erano rumorosi, piagnucoloni, incapaci di fare qualsiasi cosa individualmente e, cosa peggiore, erano grandi fabbricatori di bava. Quelli della stessa età di Ace, perlomeno.
Il fatto che quel marmocchio sorridente di poco più di un anno fosse il figlio del suo migliore amico non cambiava le cose. Lui non sopportava quelle creature.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Portuguese D. Ace, Silvers Rayleigh
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sunset
 
 


Silvers Rayleigh non amava i bambini.
Erano rumorosi, piagnucoloni, incapaci di fare qualsiasi cosa individualmente e, cosa peggiore, erano grandi fabbricatori di bava. Quelli della stessa età di Ace, perlomeno.
Il fatto che quel marmocchio sorridente di poco più di un anno fosse il figlio del suo migliore amico non cambiava le cose. Lui non sopportava quelle creature.
Il Re Oscuro osservò dall’alto il piccolo corvino, che a sua volta lo stava guardando con attenzione. Gli lanciò un’occhiata poco rassicurante, ma tutto ciò che ottenne fu un debole rutto in risposta da parte di quest’ultimo. Sospirò, sedendosi a gambe incrociate davanti a lui, assumendo un’espressione incredibilmente seria. “Senti, mini Roger, lo zio Rayleigh vuole farsi una bella dormita e, visto che sono l’unico a bordo della Oro Jackson, vedi di non combinare disastri nel frattempo. È quasi il tramonto ormai, i tuoi genitori dovrebbero tornare a breve dal loro appuntamento pseudo-galante.” Disse Rayleigh, mantenendo un sopracciglio alzato sull’ultima parte della frase. Come se Roger fosse stato davvero capace di organizzare un appuntamento galante. “Tutto chiaro?” Fece, confondendo il piccolo, che inclinò la testa di lato.
“Fa’ comunque finta di aver capito.” Sospirò il vice, sdraiandosi a terra con le mani intrecciate dietro la nuca.
Ace fece una piccola smorfia, iniziando a gattonare verso il suo caro zio pigrone, intenzionato a farlo desistere dal farsi una dormita. Osservando l’addome dell’uomo alzarsi e abbassarsi ai ritmi regolari del suo respiro, il corvino decise di salirgli sullo stomaco e, ridendo, prese a schiacciare con forza la pancia di Rayleigh con l’aiuto delle sue manine, che fecero gemere l’uomo per un attimo.
“Sei duro di comprendonio, proprio come tuo padre.” Sospirò il vice, rimettendosi seduto e prendendo tra le mani quella peste di un bambino per poi rimetterlo davanti a sé. Ace si imbronciò ancora. Proprio ora che si stava divertendo il vecchio aveva deciso di non dormire più.
Rayleigh si grattò la nuca, sbadigliando sonoramente. “Bene, che cosa dovrei fare con te, adesso?”
Il corvino lo ignorò totalmente, facendo vagare il proprio sguardo un po’ dappertutto sulla Oro Jackson, individuando poco più lontano da lui il suo giocattolo preferito. Sorrise e si rimise a camminare a quattro zampe verso il suo prezioso tesoro sotto lo sguardo annoiato del pirata.
Quando raggiunse il piccolo modellino in legno della Oro Jackson –regalatogli da parte di tutta la ciurma-, cominciò a giocarci con allegria, muovendolo nell’aria in modo da far sembrare che la nave stesse affrontando una pericolosa tempesta con tanto di onde altissime.  
Il vice non poté far a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso divertito.
Ogni volta che vedeva quel marmocchio giocare con la mini Oro Jackson non mancava mai di far ritornare alla mente il giorno in cui Roger vide per la prima volta la creazione di Tom.
“Ti piace, eh?” Sogghignò, alzandosi in piedi e dirigendosi verso di lui. “Mi fa piacere, sai Testa Rossa e Testa Azzurra ci hanno messo molto impegno per farla.” Disse, scuotendo poi la testa rassegnato nel vedere la totale assenza di attenzione da parte di Ace. Come si suol dire: tale padre tale figlio, no?
“Ehi, marmoc-“
Ma il pirata veterano si interruppe non appena quella piccola peste alzò il capo verso l’alto, gli occhi che seguivano attenti e curiosi quegli animali.
Rayleigh fece lo stesso, ritrovandosi ad osservare con la stessa attenzione e un leggero sorriso i gabbiani volare attorno all’albero maestro, riempendo la quiete con le loro strida.
Una leggera brezza accarezzò il viso del bambino che continuò a seguire con lo sguardo gli uccelli anche quando questi volarono verso l’orizzonte e, anche qui, non poté che rimanere meravigliato dallo spettacolo che si ritrovò davanti. Lasciò a terra il suo giocattolo, riprendendo a gattonare verso a ciò che si era ritrovato di fronte grazie a quei gabbiani. Gattonò fino al parapetto della nave, mettendo il viso tra due assi per poter godere appieno della vista, senza alcuno ostacolo.
“Vuoi finire in mare, Ace?” Lo afferrò per la maglietta, portandolo tra le sue braccia. “Così va meglio, no?” Fece, osservando con la stessa meraviglia e forse anche un pizzico di malinconia quel tramonto e i colori caldi emanati da esso che si riflettevano sullo specchio dell’acqua.
“È bello, vero?” Chiese, arruffando i capelli al piccoletto con la bocca ancora aperta per lo stupore.
“Il rosso, il giallo e l’arancio sembrano quasi lingue di fuoco sull’acqua, non trovi?” Continuò a parlargli, indicandogli con l’indice i punti in cui i colori accesi venivano mossi dalle poche onde del mare presenti. Ace seguì l’indicazione dello zio e i suoi occhi si illuminarono ulteriormente, e la cosa non sfuggì al Re Oscuro, che lo fece divertire ancora di più. Sembrava che provasse una sorta di interesse nelle cose riguardanti il fuoco.
Rimasero a contemplare il panorama fin quando il Sole non scomparve del tutto, lasciando il posto alla sera e a un ambiente più fresco.
Ace appoggiò una mano sulla spalla del vice, aprendo la bocca in modo esagerato per regalarsi un semplice sbadiglio, e lentamente la stanchezza giunse, facendogli chiudere pian piano le palpebre.
Rayleigh gli afferrò la nuca da dietro in modo che non cominciasse a dondolare da una parte all’altra.
Doveva ammettere che l’idea di svegliarlo per vendicarsi per non averlo fatto dormire in pace gli era passata per la testa, ma decise di lasciar perdere. La sua vendetta si sarebbe compiuta più avanti, lo avrebbe fatto crescere un altro po’.
Andò a sedersi ai piedi dell’albero maestro con il piccoletto sdraiato sul suo grembo.
Quando un bambino si addormenta può essere considerato come una sorta di miracolo divino. Queste creaturine sono molto più trattabili quando si fanno un sonnellino rispetto a quando sono svegli.
Il pirata prese ad accarezzare i morbidi capelli corvini di quella sorta di nipote pestifero e al contempo sospirò scocciato. Dove diavolo erano andati a cacciarsi i due piccioncini?!
“P-Pio… monto…” Parlò nel sonno il bambino, facendo alzare un sopracciglio all’uomo.
Ecco, ora c’era la parte della traduzione.
Beh, pio stava sicuramente per zio, ormai veniva chiamato così da Ace, mentre monto poteva stare per… tramonto, forse?
“Ti è proprio piaciuto, vedo.” Sogghignò, dandogli un leggero pizzicotto affettuoso sulla guancia, facendogli fare una piccola smorfia infastidita per un istante.
Sorrise e scosse la testa.
 
Silvers Rayleigh non amava i bambini.
Erano rumorosi, piagnucoloni, incapaci di fare qualsiasi cosa individualmente e, cosa peggiore, erano grandi fabbricatori di bava, ma… forse Ace rappresentava l’eccezione alla regola.
 
 


Angolo autrice:
 
Buona sera, miei cari! ^^
Eccomi qua con una storia appena sfornata! **
Lo so, non devo scrivere altro, non devo, ma ho dovuto *cough, cough* u.u”
Da tempo volevo dedicare qualcosa ad Ace e a Rayleigh sì, a me piace il Re Oscuro versione zio/baby-sitter, va bene?, perché ormai lo sapete quanto io sia affezionata a un possibile capovolgimento del passato del bel comandante, in cui sia Rouge che Roger sono vivi e vegeti.
Sopportatemi con queste fic e abbiate pazienza ^^”
Spero davvero che possa esservi piaciuta e, se avete voglia e tempo, una piccola recensione è sempre ben accetta!
Un grosso bacione! :3
  
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