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Autore: altraprospettiva    07/10/2014    1 recensioni
Immaginò le notti di reperibilità passate insieme in ospedale, le cene dal cinese, i caffè in pausa pranzo per poi finire stretti in un angolo a baciarsi, nascosti da tutti.
Immaginò di parlare della giornata appena trascorsa, dei pazienti strampalati, dell’infermiere che ci provava.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La prima volta che l’aveva visto, lei stava parlando al telefono, camminava distrattamente, un bicchiere di caffè americano in una mano, la testa per aria e gli andò a sbattere contro.
Non si era versata neppure una goccia. Si erano semplicemente scontrati, come può capitare a chiunque in un corridoio affollato.
Lei gli aveva chiesto scusa, lo aveva guardato negli occhi ed era annegata dentro di essi.
Quegli attimi erano sembrati secoli, lei aveva iniziato a boccheggiare nella speranza di dire qualcosa e lui aveva riso facendola arrossire.
«Tranquilla, ho il camice indenne» aveva detto.
Anche lui sembrava non voler andare via, almeno lei si illuse di questo, ma poi ognuno si recò nel proprio reparto.
Lo rivide di nuovo, qualche giorno dopo, al bar dell’ospedale.
Lui la riconobbe e insistette per offrirle un caffè.
«Americano, giusto?»
Avevano parlato per qualche minuto, lei aveva perlopiù farfugliato frasi quasi prive di senso, si era messa a giocherellare con i capelli, con i tovaglioli di carta, con la coppetta del caffè.
Lui non aveva parlato molto, aveva appreso che lei era lì per fare esperienza, non era retribuita e le aveva fatto i complimenti perché aveva degli orari massacranti.
Poi gli era arrivata una chiamata e lei era rimasta a guardarlo parlare.
Si chiese con chi stava parlando, se era fidanzato, si trovò gelosa senza un vero motivo.
«Scusa, devo andare» disse lui.
La sera lei si era ritrovata a pensare di lui.
Immaginò le notti di reperibilità passate insieme in ospedale, le cene dal cinese, i caffè in pausa pranzo per poi finire stretti in un angolo a baciarsi, nascosti da tutti.
Immaginò di parlare della giornata appena trascorsa, dei pazienti strampalati, dell’infermiere che ci provava.
Immaginò lui, mentre si regalava del piacere con il getto della doccia.
Immaginò di passeggiare la sera, lungo il viale, mentre lui le raccontava della sua infanzia e gustavano insieme un gelato.
Immaginò di tornare a casa dopo il lavoro insieme a lui, di buttare in un angolo i vestiti per poi finire sotto le lenzuola.
Immaginò lui, mentre si truccava, l’indomani mattina, nella speranza di incontrarlo di nuovo in pausa pranzo.
Trovò un caffè americano sulla sua scrivania, un biglietto che la invitava al bar a pranzo e sorrise.
Così, all'improvviso, tutto quello che aveva immaginato accadde.
 
 
 
 
  
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