Destino.

Quando inizio qualcosa penso che la finirò, perché certe volte creo qualcosa di bello, ma poi mi blocco. Ho questo pensiero fisso, questo ronzio fastidioso nelle orecchie... Come se ci fosse qualcuno che mi parla, come se le cose non potessero andare avanti.
Dicevo, non finisco mai nulla, resta tutto a metà. Mangio? Non mangerò tutto, almeno la metà del cibo la darò a qualcuno. Disegno? Un viso, ad esempio, non lo termino. Se parto dall’occhio destro quello sinistro non lo disegnerò mai. Mai.
Oggi riflettevo e mi sono chiesta come mai, nonostante tutto questo tempo, la mia vita continui. Forse dovrei finire almeno questo; la mia vita, intendo. Sono solo un peso. Quant’è la metà di una vita? Della mia vita.
Quando inizio qualcosa mi dico che la finirò, questa volta, perché certe volte creo qualcosa di bello, ma alla fine mi blocco.
La mia vita, però, non è qualcosa che ho creato io. O qualcosa di bello. Allora, mi chiedevo, perché sono ancora qui? Perché, semplicemente, non pongo fine a questo oblio in cui mi trovo?
Ho questo pensiero fisso, questo ronzio fastidioso nelle orecchie, come se ci fosse qualcuno che mi parla, come se le cose non potessero andare avanti, ed ora lo sento forte e chiaro: «Ci siamo, è arrivata la tua ora; il motivo per cui non riesci mai a finire nulla è ch-».