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Autore: Jinny82    08/10/2014    4 recensioni
Non ho idea di come mi sia venuta in mente. Ma sono quasi sicura che potrebbe accadere. E temo che prima o poi la cosa si allungherà. Si pone sette anni dopo la serie omega (tutti maggiorenni anche secondo le regole giapponesi!) quindi per chi non avesse visto la serie e volesse vederla potrebbe essere un po' spoilerante. Per chi non avesse intenzione di vederla, nessun rischio spoiler.
... Ryuho aveva deciso da tempo che lui non se ne sarebbe andato ...
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Andromeda Shun, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati sette anni dall’ultima guerra, ma costruirsi una vita “normale” continuava a sembrare una delle cose più dure in assoluto. Ryuho pensava che comunque lui, e gli altri della sua generazione, un assaggio di quella normalità l’avevano già avuto, prima di combattere, ma lo stesso non riuscivano ad adattarsi. Sapeva che Kouga aveva continuamente incubi in cui si trovava improvvisamente a dover combattere contro qualcuno di loro, o in cui lui stesso era il nemico da battere e, senza potersi controllare. Ryuho lo sapeva perché Souma l’aveva supplicato di cambiare stanza, al dormitorio universitario.
<< Non fraintendermi, è il mio migliore amico. Ma forse proprio per quello non riesco a vederlo in quello stato. Non dopo sette anni … e non so cosa fare …>>
Nemmeno Ryuho sapeva che fare. Quando Kouga si svegliava gridando, si svegliava a sua volta. Scendeva dal letto, di solito barcollando per il sonno, andando a sedersi su quello di Kouga, tenendolo stretto finchè non si calmava, poi tornava a dormire. Quantomeno le sere in cui era davvero al dormitorio.
Altre sere, invece, doveva vedersela con gli incubi di un’altra persona. E per quelli di solito non bastava un abbraccio …
Anche quella sera si trovava nel minuscolo monolocale dove Shun, Saint di Andromeda, si era trasferito da qualche anno. Ora lavorava in un grande ospedale, anche se per lunghi periodi ancora viaggiava nei villaggi poveri sparsi per il mondo a curare le persone gratuitamente (e usando il cosmo al posto delle medicine, sospettavano tutti). Ma non amava stare separato dalle persone importanti per lui, e quindi si era creato quella minuscola tana nel mezzo di una delle città più grandi e caotiche al mondo.
Anche quella sera Shun era rannicchiato sulla piccola panca con il sedile imbottito che aveva messo sotto la finestra che dava sul porto. Avvolto in una coperta, con una tazza di te tra le mani, a Ryuho sembrò ancora più piccolo di come lo ricordasse dalla settimana precedente.
Quella si prospettava essere una serata particolarmente difficile. Molti anni prima, in quel periodo, Shun era diventato niente meno che il corpo ospitante di Ade. Dopo la guerra contro Pallas e Saturno, sempre in quella data Ikki se n’era andato, senza un saluto, come suo solito, e Ryuho era sicuro che, nonostante fossero passati sette anni, Shun stesse ancora aspettando il ritorno del fratello maggiore. Della persona che per lui era tutto.
Due anni prima, anche Hyoga aveva deciso di far perdere le proprie tracce. Ma Ryuho aveva deciso da tempo che lui non se ne sarebbe andato. Si era reso conto dei propri sentimenti tre anni prima. E si era trovato a parlarne con Haruto. Si aspettava che il Saint del lupo l’avrebbe presa molto peggio, invece quello si era limitato a sorridergli, scompigliandogli i capelli
<< Sono stato un egoista e ti ho tenuto con me tutto questo tempo, ma è da quando ti ha curato che hai deciso di stargli accanto. Me ne sono accorto, ma non ho detto nulla.>> aveva sospirato.
Il problema è che nemmeno Ryuho aveva ancora detto nulla. Si, beh, passava molte sere nell’appartamento del più grande, calmandolo quando gli incubi lo tormentavano, parlando con lui quando non riusciva a dormire, o anche solo rimanendo in silenzio, seduti uno accanto all’altro. Era anche vero che Shun non aveva mai detto o fatto nulla per allontanarlo. Ma nemmeno per incoraggiarlo. E Ryuho davvero non sapeva come avrebbe potuto reagire. Non voleva essere lui ad aggiungere un altro fardello su quelle spalle così esili …
<< Versati del te, ne ho fatto un thermos intero …>> lo salutò Shun, senza nemmeno girarsi, riconoscendolo. Il bello di saper gestire il proprio cosmo … Ryuho si affrettò a prendere una tazza dal pensile sopra il lavello e a riempirla, raggiungendo, in un passo scarso, il più grande. Quello, con un sospiro, si lasciò andare indietro, appoggiando la schiena al petto del più giovane, che gli posò subito una mano tra i capelli, sorprendendosi come ogni volta di quel colore tanto inusuale. Shun non si scostò, lasciò che giocasse con le ciocche, arruffandole.
<< Hai freddo? Accendo il condizionatore?>> chiese Ryuho, notando la felpa spuntare da sotto la coperta
<< Non servirebbe. Mi troverei solo un ragazzino sudato in giro per casa.>> ridacchiò Shun, gli occhi sempre fissi fuori dalla finestra. Occhi e capelli verdi. Poter avere una vita normale era quasi stato impossibile, per lui. Se non fosse stato per l’intervento di Saori, ora Shun sarebbe stato ancora nella casupola dove stava sette anni prima, in uno dei luoghi più sperduti del pianeta …
Shun tornò nella posizione rannicchiata di poco prima, scrutando qualcosa in lontananza
<< Le luci del porto sono proprio belle, eh?>> chiese allora Ryuho. Shun sospirò, mentre un piccolo sorriso gli increspava le labbra
<< In una città del genere è la cosa più simile alle stelle che ci sia concesso di vedere …>> mormorò
<< Yuna va spesso in campagna, per vederle, infatti …>>
Shun sospirò
<< Voi avete ancora del tempo libero …>> ridacchiò. Posò la tazza sul tavolino posizionato accanto alla panca e si girò. Ryuho si sorprese, come ogni volta, di quanto sembrasse giovane Shun. Poteva essere a malapena suo coetaneo, invece avevano sedici anni di differenza … non che Seiya sembrasse molto più vicino alla propria età, ne Shiryu, ma almeno avevano al decenza di sembrare degli adulti …
Shun si alzò e prese la tazza dalle mani di Ryuho, posando anche quella sul tavolino. Alzò lo sguardo e Ryuho sentì il proprio cuore accelerare all’improvviso. Shun sospirò e gli si abbandonò contro, passandogli le braccia attorno ai fianchi, aggrappandosi alla sua maglia, sulla schiena, premendogli il viso contro il petto. Ryuho non poté fare altro che stringerlo a sé, un braccio attorno alle spalle, una mano e il viso affondati nei capelli
<< Io non me ne andrò.>> si trovò a dire. Sentì Shun irrigidirsi un momento, poi lo sentì iniziare a tremare, e lo strinse un po’ più forte
<< Non me ne andrò. Ho capito ancora molto tempo fa di volerti rimanere accanto. Non mi importa nemmeno se tu accetti o meno questi sentimenti, perché comunque non ti libererai di me.>>
Shun gli si aggrappò più forte, tremando, iniziando a singhiozzare sommessamente. Ryuho lo allontanò leggermente, per potergli asciugare gli occhi. Poi trattenne il fiato
<< Sto per fare la cosa più idiota di tutta la mia vita …>> mormorò, chinandosi poi in avanti. Shun non tentò nemmeno di ritrarsi dal bacio, a cui anzi rispose. Meno timidamente di quanto ci si potesse aspettare da lui. Quando si staccarono, però, era di nuovo in lacrime, e Ryuho rimase fermo, aspettando una reazione, una qualsiasi … aspettandosi di venir cacciato fuori
<< Sei così giovane …>> mormorò Shun, senza nemmeno tentare di staccarsi da lui
<< Ho tre anni più dei miei quando sono nato … per i vostri tempi sono un vecchio …>>
<< Ho combattuto con tuo padre e … ho solo un anno meno di lui … è …>>
<< Hai combattuto anche con me.>> gli fece allora notare Ryuho << E se davvero ti sembra così strano … non hai da far altro che cacciarmi fuori …>> mormorò Ryuho. Sentiva le lacrime pungergli gli occhi, ma le ricacciò indietro. Shun lo guardava dritto negli occhi, come cercando una risposta a tutta una serie di domande che non riusciva a formulare
<< Non me ne andrò.>> ripetè allora Ryuho. << Anche se sono più piccolo di te, anche se sei uno dei Saint leggendari, anche se … anche se inevitabilmente continuerai ad aspettare qualcun altro …>>
Shun serrò gli occhi per un momento.
<< Anche se sono stato Ade?>> chiese, con un filo di voce. Ryuho gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarlo
<< Non me ne andrò.>>
Shun gli prese le mani, intrecciando le dita con le sue, poi lo baciò. Quella notte, forse, sarebbe stata meno difficile di quanto pensassero entrambi, dopotutto …
  
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