Corro.

Più veloce che posso, corro.

Scappo da te per finire nelle tue braccia.

La pioggia cade, cade come piombo dal cielo.

Mi trapana le braccia e il collo.

Nuda.

Impregna i capelli d’argento liquido, riempie i crateri nelle strade.

Inciampo, barcollo, cado. La pelle si apre, cede. Sanguino. Da tanto tempo.

Mi lascio indietro il sangue che si mescola al piombo, che si ama con il grigio dell’asfalto.

Sopra di me solo nubi violacee, solo tuoni che riempiono la mente ma non l’anima.

L’anima resta vuota. Il cuore non batte più.

Scappo da te e ti finisco fra le braccia.

Rido, ti ritrovo nei miei occhi e questa fuga mi sembra sempre più insensata.

I vestiti si fondono con la pelle, le lacrime lasciano spazio ad un sorriso di follia.

Sono sola, sotto questo temporale, in questa strada devastata dai ricordi.

Balla con me, balla con me per l’ultima volta e concedimi una morte gelida.

Sono scappata da te e sono finita nelle tue braccia.

Mi stringi troppo forte.

Le tue mani scivolano attorno al mio collo sottile, la carne diventa livida.

Mi togli il respiro. Mi strappi via la vita e mi costringi a fingere di esistere.

Quanto potrai mai essere crudele?

Ed io ti imploro, ti supplico di darmi una fine gelida.

Ti prego.

Ti prego, amore mio.

Dammi una morte gelida.

Smetti di farmi sentire il tuo odore, insopportabile.

Taci.

Smetti di parlare con la tua voce, umida.

Sono qui, spoglia, illuminata dalla luce cruda di fulmini inesistenti, sotto questa pioggia che cade, continua a cadere da anni, secoli, millenni.

E ti chiedo solo questo.

Continuerò a scappare da te e finirò fra le tue braccia.

Mi odi così tanto?

Mi ami così tanto?

Ti imploro. Ti supplico. Ti prego.

Dammi una fine gelida.

Dammi una morte gelida.