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Autore: Balla sulle nuvole    08/10/2014    3 recensioni
Yamagoku |triste | One-Shot |Missing Moments| Yaoi |
Dal testo:
Hayato sbuffò, alzando gli occhi al cielo, “ se pensi che io mi beva la tua messa in scena sei persino più stupido di testa a prato, molto più stupido”.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I lutti vanno pianti:
 
 
 
Erano trascorsi degli anni dall'ultima volta in cui aveva  impugnato una mazza da Baseball, eppure la sensazione del legno a contatto con la pelle era esattamente la stessa.
Le sue mani non avevano dimenticano le ore passate ad allenarsi da ragazzo, l’adrenalina delle partite e l’amore per quello sport fantastico.
Yamamoto accennò un sorriso tirato, c’era qualcosa di rassicurante nel sapere che nonostante tutto la guerra contro i Millefiore non gli aveva portato via anche quello, purtroppo  però l’aveva privato di qualcosa di molto più importante.
Era rimasto  un battitore, un battitore a cui i rivali però avevano assassinato il padre.
Stringendo la mazza con più  forza, mentre il dolore per la perdita gli attanagliava il ventre, azionò lo spara palline che Giannini gli aveva costruito all'interno della base, il sorriso gli era morto sul nascere.
La prima pallina tornò al mittente senza sforzi, così come la
seconda, la terza, la ventesima e un’infinità di altre di cui alla fine aveva smesso di tenere il conto.
Sentiva i muscoli tirare per lo sforzo, il sudore impregnargli la camicia e la cravatta strozzargli il respiro ma ciò nonostante ogni pensiero era diretto all'obiettivo permettendogli di alienarsi completamente.
Poi, improvvisamente, qualcuno staccò la spina al macchinario riportandolo alla realtà.
“ Sapevo di trovarti qui invasato del baseball” lo salutò con il solito tono asciutto e nervoso Gokudera, le mani in tasca e l’immancabile sigaretta tra le labbra.
Takeshi scoppiò a ridere, “ Mi sa che sono fin troppo prevedibile allora”.
Il compagno annuì, sbuffando una nuvola di fumo, lo sguardo fisso sulle sue scarpe.
Poi, senza troppi giri di parole, parlò “Il Decimo è preoccupato per te e la cosa non mi piace per niente, ha già troppi problemi di cui farsi carico in questo periodo senza pensare anche a come stai”.
Yamamoto  serrò i pugni, cercando di mantenere vivo il sorriso che ultimamente faticava  a collaborare.
Davanti al resto del gruppo cercava  sempre di nascondere i brutti pensieri, e il dolore del lutto, comportandosi il più possibile come il solare e positivo ragazzo di dieci anni prima.
“ Tsuna non dovrebbe preoccuparsi, sto benissimo”.
Hayato sbuffò, alzando gli occhi al cielo, “ se pensi che io mi beva la tua messa in scena sei persino più stupido di testa a prato, molto più stupido”.
“ Ma qui non stavamo parlando di te? O sbaglio?”
L’albino arrossì leggermente, la fronte aggrottata per la rabbia.
Parlare col guardiano della pioggia gli mandava sempre il sangue al cervello, mettendo a dura prova i suoi nervi già di per se agitati.
Un vero idiota, ecco che cos'era, un vero idiota che per qualche assurdo motivo era costretto a sopportare ogni giorno.
O almeno così credeva finché non si era accorto di sentirne la nostalgia.
Era abituato a vederlo sorridere senza motivo già dal mattino, alla spensieratezza del suo sguardo innocente e a quell'energia positiva e disarmante che infondeva nel gruppo ad ogni nuova avventura. E negli ultimi giorni, dalla morte del padre, non lo riconosceva più e assurdamente gli mancava.
“Sai, quando mia madre è morta io non sapevo nemmeno chi fosse.
La stavo aspettando seduto al piano, emozionato e orgoglioso per quello che avevo imparato, ma per me era solamente una simpatica signora che di tanto in tanto veniva a trovarmi e con cui suonavo.
Poi, tempo dopo, origliando una conversazione tra domestici ho scoperto la verità ed è stato orribile.
Quella notte ho suonato le canzoni che mi aveva insegnato finché le dita hanno retto lo sforzo.
Avevo bisogno di concentrarmi su altro, di non pensarci e così facendo non ho mai pianto per lei.
Ho pianto per le bugie, per mio padre ma per lei mai e per questo non l’ho mai del tutto superata.
I lutti vanno pianti maniaco del baseball, se si  vuole andare avanti vanno pianti.
Quindi prenditi il tempo che vuoi, piangi, urla, sfogati ma poi basta.
I Millefiore  sono ancora là fuori e il Decimo ha bisogno del suo guardiano della pioggia, se tu lo deludi io non te la farò passare liscia”.
Yamamoto  rimase  spiazzato, non era da Gokudera aprirsi in quel modo men che meno aiutarlo e forse proprio per questo le sue parole l’avevano scosso così tanto.
Hayato aveva pienamente ragione.
Così, senza riflettere, il castano l’abbraccio di slanciò, le guance rigate dalle lacrime, “ Grazie”.
Goffamente il guardiano della tempesta ricambio la stretta, “ lo faccio solo perché sono il braccio destro del Decimo e così almeno una seccatura è sistemata” brontolò imbarazzato, nascondendo un sorriso.

 


N.d: Sono mesi che oramai vedo Yamagoku ovunque e finalmente sono riuscita a scriverci su qualcosa.
Ne vado orgogliosa, soprattutto perché è da tanto che non scrivo.
Comunque Gokudera è un po’ oc, ma per me crescendo ha imparato che per essere il braccio destro del decimo deve occuparsi anche degli altri.
E poi ama Yamamoto, quindi per lui può lasciarsi andare un attimo.
In sintesi sono al settimo cielo perché ho scritto e ancora non ci credo.
Amo questo fandom.
  
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