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Autore: lullublu    08/10/2014    1 recensioni
"Mikoto era sempre stato insofferente alle storie che i suoi genitori si ostinavano a raccontare a sua sorella quando era piccola.
Non credeva nell'esistenza di principi azzurri che ti portavano via sul loro cavallo bianco."
Interpretazione da parte di Mikoto e di Munakata delle fiabe. (accenni Mikorei)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mikoto Suoh, Reishi Munakata
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il principe ed il drago Mikoto era sempre stato insofferente alle storie che i suoi genitori si ostinavano a raccontare a sua sorella quando era piccola.
Non credeva nell'esistenza di principi azzurri che ti portavano via sul loro cavallo bianco.
Aveva sempre trovato più affascinanti i draghi che sputavano fuoco, che rapivano le principesse per solitudine e che alla fine di ogni fiaba, venivano uccisi dalla lama di quegli stupidi principi azzurri.
Si chiedeva perchè i draghi dovessero venir considerati cattivi, quella era la loro natura, che male avevano mai fatto?
Le favole erano solo per bambini tanto stupidi da crederci, e tanto cattivi da non provare compassione per quei poveri draghi.

Quando però aveva visto Munakata in sella a quel cavallo bianco, aveva ripensato alle illustrazioni dei libri di sua sorella.
In quel momento, gli era davvero sembrato un principe azzurro.
Ma lui era un drago, e come tutte le fiabe insegnavano, era destinato a perdere contro quel principe dall'aria splendente.
                                                                                       ***

Anche Munakata conosceva quelle storie e dal suo punto di vista, era più che giusto che il principe salvasse la sua principessa uccidendo l'ignobile drago.
C'erano di sicuro leggi nel suo Regno Incantato che glielo imponevano.
E se non l'avesse fatto, con quale faccia il principe si sarebbe potuto ripresentare al castello?
La lama della sua spada, sporca del sangue dell'orribile bestia, sarebbe stato simbolo di onore e virtù.
Tutto il popolo avrebbe riconosciuto il suo valore!

In fondo, quando da piccolo Reisi sentiva quelle storie, s'impersonava proprio nel principe.
E quel giorno, quando fu costretto ad arrestare Suoh, ed il rosso gli disse "prenditi cura di me", quasi pensò che la principessa, che anche se non aveva mai cercato in fondo aveva sperato di riuscire a trovare, fosse stata davanti ai suoi occhi per tutto quel tempo.
Per quanto inusuale fosse, Mikoto sarebbe stato la sua principessa, e l'ui l'avrebbe salvato.
                                                                                   ***

Mikoto sapeva, in cuor suo aveva sempre saputo che sarebbe finita così.
Avrebbe smesso per sempre di sputare fuoco, grazie alla lama di un principe, affondata nel suo petto.
Solo in quell'istante capì, di aver sempre sbagliato ad interpretare le fiabe.
L'unico modo per liberare un drago dalla sua mostruosità, è ucciderlo.
E forse, i principi di tutto il mondo lo sapevano, ed il loro non era altro che un atto di pietà.
                                                                               ***

La spada di Munakata era rossa del sangue di Mikoto, così come le sue mani.
Non sentiva però di aver compiuto un atto eroico.
Non era stato per nulla virtuoso il suo gesto.

Tornò a quello che rappresentava il suo castello, tutti lo guardarono come se fosse un eroe.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato in tutto ciò.
Dov'era il 'tutti vissero felici e contenti?'.
Forse, semplicemente, nella realtà non esisteva un finale così semplice.
La realtà era piena di motivazioni, carica di conseguenze.
E soprattutto, non c'erano i 'per sempre'.
  
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