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Autore: Becky_99    08/10/2014    1 recensioni
Il direttore dello S.H.I.E.L.D porta i suoi ragazzi a vedere le stelle la notte di San. Lorenzo.
E i ricordi li investono come un fiume in piena...
[Dedicata a Erika, perché sei il mio cielo pieno di stelle...]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Leo Fitz, Phil Coulson, Skye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A sky full of stars


10 Agosto 2022 

-Ve la ricordate la prima volta che siamo venuti qui?- 
-Chi se la scorda piú...-

10 Agosto 2015

New York è illuminata come tutte le sere, i lampioni proiettano coni di luce sull'asfalto, che nelle vie principali si confondono con la miriade di riflessi delle vetrine e degli enormi cartelloni pubblicitari, mischiandosi agli aloni degli schermi colorati. I visi dei passanti però, a differenza delle altre serate, sono rivolti per la maggior parte verso il cielo, a scrutare il firmamento, o almeno ciò che si riesce a distinguere dai marciapiedi affollati. Guardano tutti verso l'alto, sperando di riuscire a catturare con lo sguardo una delle famigerate stelle cadenti che attendono tutti con ansia. 
Gli unici che non si curano degli astri sono sette persone strette in una vecchia automobile a cinque posti, diretti fuori dalla Grande Mela, con destinazione sconosciuta. 
-Perché devi guidare tu?- si lamenta Skye dal sedile posteriore
-Perché l'ultima volta che hai guidato tu la cosa è finita con tre gambe rotte, due traumi cranici, un ragazzo quasi in coma e una macchina distrutta- le ricorda Phil, con sguardo severo dallo specchietto retrovisore. 
-Solo perché ero in ritardo e ho accelerato un pochino...-borbotta la ragazza in risposta.
-Se quello era "un pochino" io sono solo un pochino attaccato a te!- commenta Triplett, stretto nell'esiguo spazio tra lo sportello e Skye, che gli fa la linguaccia, dimostrando una maturità elevata. 
-Smettetela voi due!- esclama May, in equilibrio precario sulle ginocchia di Ward, che ride sotto i baffi davanti all'esasperazione dell'amica per i comportamenti infantili dei compagni. 
Ci avevano messo tanto a perdonarlo, a capire che in realtà a tutti loro voleva ancora bene, che gli importava ancora della causa comune per la quale lottavano. Si era lentamente riguadagnato l'affetto dei suoi compagni e la stima di Melinda e Phil, che quando aveva compreso che il giovane si era davvero pentito per le sue azioni, lo aveva riaccolto in squadra a braccia aperte. Era stato difficile convivere con l'idea di aver rovinato la vita di Fitz e faceva davvero male sentire gli sguardi pesanti di Jemma sulla schiena quando passava. Ma erano quasi spilli, confrontati alla totale indifferenza da parte di Skye, che tagliava come una spada. Avrebbe preferito una sfuriata, invece di quella noncuranza passiva della sua presenza. Si erano chiariti con il tempo e Grant non aveva invaso i suoi spazi, e in quella macchina, con la sua spalla stretta contro la sua, non sente più la tensione e l'imbarazzo che poteva tagliare con il coltello quando le prime volte si ritrovavano a condividere più della stessa stanza
-Jemma guida anche peggio di Skye, se possibile...- commenta Leo, dal sedile del passeggero.
-Non è assolutamente vero!- esclama Jemma, seduta sulle sue gambe, ricevendo occhiatacce da tutti i presenti. 
-Okay, forse non siamo precise al volante, ma senza di noi non andreste avanti sicuramente!- commenta Skye, spalleggiata dalla migliore amica. 
-Forse avete ragione, ma la vostra tesi non ha... Non ha...- continua Leo, cercando il termine mancante. 
-Argomentazioni- conclude Jemma al suo posto, ricevendo un sorriso grato in cambio. Anche per Fitz e Simmons è stato difficile andare avanti, i danni al lobo temporale erano davvero gravi e quando Jemma era tornata per Leo era stato decisamente uno shock. Ci aveva messo settimane a riprendersi completamente e ora non gli dà più fastidio non sapere cosa dire, perché sa che c'è Jemma a concludere sempre nel modo giusto le sue frasi e i suoi pensieri.
-Siamo arrivati!- esclama Phil fermando la vettura a lato della strada. Le portiere si aprono in sincronia e ci mettono tutti una decina di minuti abbondanti per riuscire a sciogliere l'intreccio di braccia e cinture in cui si erano ritrovati. Quando riescono tutti a rimettersi in piedi e a respirare più ossigeno che quello razionato all'interno della macchina, restano a bocca aperta davanti al panorama.
-Ma... ma...- commenta Jemma, cercando le parole, non riuscendo a mettere insieme un pensiero sensato.
-Ma non c'è niente!- esclama Leo, concludendo la frase dell'amica dopo tanto tempo in cui accadeva il contrario. 
Phil non commenta e con un sorriso enorme stampato in viso si dirige verso il centro del campo appena falciato accanto al quale Coulson ha fermato la macchina. Non si gira neanche una volta e non dimostra il minimo segno di esitazione. Gli altri non possono far altro che seguirlo.
-Ci fidiamo tutti di te, Phil, ma perché siamo in mezzo ad un campo, considerato che metà di noi dovrebbe essere in missione?- domanda Melinda.
Phil Coulson fa l'ultima cosa che tutti si aspettano.
Si slaccia il bottone della giacca del completo scuro e, sotto lo sguardo sconvolto degli amici si siede.
E come se non bastasse si sdraia! 
-Non guardatevi come se fossi pazzo, è San. Lorenzo!- esclama, facendo cenno ai presenti di sedersi. La prima a farlo è Skye, seguita da Jemma e a rotazione da tutti gli altri, finché non si ritrovano a fissare il cielo.
-Esattamente cosa stiamo aspettando?- domanda sottovoce Triplett a Fitz, che è il più vicino a lui. 
-Stelle cadenti...- sussurrano Skye e Jemma nello stesso momento, la prima con un sorriso da ebete in faccia, la seconda che prende la mano di Leo che vaga sull'erba.
-Non capisco una cosa- li informa l'hacker. Phil la invita a parlare con un gesto della mano, che la ragazza nota con la coda dell'occhio.
-Perché se hai a malapena il tempo per passare a salutarci e non ti fermi mai più di dieci minuti, come mai hai questo improvviso interessamento per le comete?- domanda la ragazza. 
Phil rimane spiazzato. Diventare direttore dello SHIELD, o di quello che ne restava, con gli ordini di riportarlo in piedi, gli aveva decisamente tolto tempo, ridotto le ore di sonno e i minuti liberi che prima riusciva a ritagliarsi. La cosa di più simile ad una giornata di vacanza che si era preso, era stato un sabato di metà luglio, in cui aveva dormito fino a tardi e offerto la cena e un giro di birra alla sua prima squadra. E non riuscire a passare tempo con quelli che avevano creduto in lui quando non l'aveva fatto nessuno altro, che gli erano rimasti a fianco, gli faceva sentire un profondo dolore al petto. 
-Perché ho intenzione di sperare che il crimine vada in vacanza per una settimana e mi lasci passare del tempo con voi- risponde.
-Da quando è diventato così melenso, signore?- domanda Triplett sorridendo.
-Ve lo devo ragazzi- commenta Phil, continuando a fissare le stelle. 
Dopo pochi minuti di silenzio è la voce di Skye a rompere la quiete del campo.
-Secondo te se esprimo un desiderio alla stella cadente chiedendo un aumento e ferie pagate, mi ascolterà qualcuno?- chiede, provocando una risata generale.

10 Agosto 2022

-Sai, non scherzavo sull'aumento...- 
-E smettila!- 
-E poi ve lo ricordate quello che successe...- 
-Due anni dopo? Impossibile dimenticare...- 

10 Agosto 2017

-Ho visto una stella cadente!- quasi urla Skye, rischiando di far diventare sordi tutti i suoi compagni che hanno gli auricolari.
-Skye!- esclama infastidito Grant, seguito dalle lamentele della May e di Fitz.
-Scusate- sussurra la ragazza -ma sono tre ore, trentotto minuti e quarantadue secondi che sono su questo palazzo -non che stia tenendo il conto- e non ho nulla da fare!- si lamenta la giovane.
-Che dici di cominciare con il concentrarti?- propone Melinda - occuperà gran parte del tuo tempo, fidati- continua la spia.
-Smettetela!- esclama all'improvviso Jemma.
-Non stavamo facendo neanche tanto rumore, rispetto all'ultima missione- commenta l'hacker, ricordando la spedizione in Austria, in cui in un "piccolo" incidente di percorso erano rimasti coinvolti tre alpinisti, due gruppi di turisti, quattro camerieri e perfino un gatto.
-No, non dicevo a voi!- si scusa la biochimica -ci sono tre matricole in laboratorio che mi stanno facendo impazzire...- si lamenta la ragazza.
-L'anno scorso le ho sopportate io, quest'anno tocca a te- le ricorda Leo, con il tono leggermente distante di qualcuno che sta facendo più cose nello stesso momento. Infatti, seduto sul suo sgabello è concentrato su più schermi che riprendono la strada ed il palazzo in cui devono entrare i compagni.
-Il sospettato sta entrando- li informa, fermando il battibecco tra May e Skye sull'ultima missione e su come la disobbedienza della ragazza avesse messo a rischio l'intera squadra.
Al sentire la frase pronunciata dallo scienziato tutti tornano seri, Skye osserva il palazzo dal mirino dell'arma che le hanno piazzato in mano all'ultimo momento, Melinda apre la porta di sicurezza sul retro del palazzo sciogliendo la serratura, e Grant e Triplett si preparano a scendere dalla macchina.
L'uomo in giacca e cravatta si avvia verso la porta a vetri, seguito dalle due spie, che superano la sicurezza strisciando i loro badge falsificati egregiamente da Fitz, e lo seguono per i corridoi.
-Eccoti- sussurra Skye al vuoto, o meglio a due piccioni che si litigano un pezzo di pane e la guardano con la testa inclinata. Il soggetto è esattamente al centro del suo mirino, quinto piano del palazzo, ufficio all'angolo, con vista sulla strada. 
-Che cosa sta succedendo?- domanda l'hacker a voce bassa, quando nota che si stanno spostando dalla sala.
-Ci spostano in un'altra stanza, dicono che non sia sicuro- li informa Ward.
-Cosa facciamo?- domanda quindi Jemma.
Dopo qualche secondo è la voce di Melinda a rispondere: -Aspettiamo. Appena succede qualcosa, scopriamo dove sono e entriamo- propone. Nessuno si oppone.
-La quiete prima della tempesta- borbotta Skye tra sé e sé, ricevendo un'occhiata strana dagli uccelli.
Non può far altro che alzare lo sguardo al cielo, e ammirare la miriade di stelle che punteggiano il cielo scuro. Non si sarebbe mai aspettata che a Seattle potesse esserci un cielo così terso. Forse é perché una notte speciale va goduta in tutto il suo splendore...
Una stella cadente attraversa il suo campo visivo, e non può far a meno di esprimere un desiderio.
Pochi secondi dopo il suono che temeva le colpisce l'orecchio, ed é come se tutto andasse in frantumi.
Uno sparo.
-Dannazione- sibila a denti stretti.
Non curandosi della May che impartisce ordini salta il cornicione della terrazza e scende a due a due i gradini della scala antincendio in ferro del palazzo di mattoni rossi, e corre verso la porta, lasciata socchiusa da Melinda.
-Fermi!- esclama Grant ai compagni, in mezzo agli spari.
-Che cosa è successo?- domanda Leo, con tono preoccupato.
-È Triplett- li informa -l'hanno colpito- continua, non lasciando trapelare alcuna emozione. È in mezzo ad un scontro a fuoco, se lo facesse segnerebbe inevitabilmente il suo destino.
-No...- sussurra Melinda, lasciando che la simpatia per il ragazzo influenzi il suo stato d'animo.
Skye si ferma a metà della rampa di scala che sta salendo per raggiungere l'ufficio. Il fiato corto, una notizia sconvolgente, la schiena contro il muro.
-Non... Divertitevi troppo... Senza di me...- tossisce Trip nell'auricolare, prima di non avere più fiato.
Una lacrima scende sulla guancia della ragazza, prontamente asciugata con il dorso della mano. Sente il respiro leggero e spezzato di Jemma, sotto al rumore degli spari incessanti, e immagina quasi Leo abbracciarla per consolarla.
-A che piano sono?- domanda Skye, a chiunque sappia darle una risposta.
-Al nono- risponde Melinda, prima di buttarsi al fianco di Ward in mezzo ad una rissa molto pericolosa.
Le scarpe di Skye volano sui gradini, fino a che non vede il cartello appeso accanto ad una porta con il numero tanto ambito.
Socchiude la porta, per vedere a che punto è la sparatoria. Alla sua sinistra Grant e la May sono spalla a spalla contro cinque o sei uomini in completo dall'altro lato dell'ufficio. In mezzo un paio di corpi, fogli e scrivanie.
Quando scivola all'interno della stanza si ripara dietro un tavolo alla sua destra. Melinda prova ad avvicinarsi agli aggressori, mentre Grant continua a sparare senza però mai centrare precisamente il bersaglio. Sono avversari abili.
La May riesce ad atterrarne due, prima di essere costretta a terra da un tavolo, che le è tirato da un uomo, a cui però riesce a sparare. Skye esce allo scoperto e spara un unico colpo dalla pistola nascosta nel retro dei pantaloni e colpisce l'unico uomo rimasto.
Si avvicina al corpo di Triplett, dando le spalle a quella che potrebbe essere la sua fine.
Una spia nascosta dietro una scrivania decide di rivelare il suo nascondiglio e colpisce il bersaglio più facile, Skye accucciata a terra.
Ma non la colpisce.
Il suono riecheggia per la stanza e l'hacker fa appena in tempo a girarsi che vede il corpo del suo compagno scivolare a terra.
Si precipita al suo fianco non curandosi di Melinda che uccide l'uomo con pochi rapidi gesti, delle voci intorno a lei o delle sirene della polizia. 
Tutto è semplicemente ridotto a lei e a Grant, morente fra le sue braccia.
-Scusa- riesce a sussurrare il ragazzo, tossendo.
-Non dirlo, okay? Non dirlo. Ti abbiamo perdonato, lo hanno fatto tutti- gli dice, stringendogli la mano. Le lacrime le solcanoormai il viso e cadono dal suo volto sul petto di Grant, mescolandosi al sangue che si spande sempre di più dalla ferita.
-Io l'ho fatto- gli sussurra.
Lui sorride e riesce a dirle solo un'ultima cosa prima di chiudere gli occhi per sempre.
-Finalmente vedo davvero un cielo pieno di stelle- le dice a voce bassa.

10 Agosto 2022
-Ne ho vista un'altra!- esclama Skye, seguendo con lo sguardo la scia lasciata dalla stella cadente.
-Anche io!- li informa Leo, alzando il dito.
-I desideri che avete espresso si sono mai avverati?- domanda Phil ai suoi restanti compagni. 
-Avevo chiesto un aumento...- commenta Skye sospirando 
-Oltre alla tua busta paga, c'è qualche altra cosa?- chiede il direttore.
-Avevo chiesto questo- commenta Jemma. Allo sguardo interrogativo dei presenti continua -tornare qui, senza tristezza, senza rimpianti- spiega, lasciando spiazzati gli amici. 
L'hanno sperato tutti almeno una volta, di tornare a quello che c'era prima. 
Prima della morte di due compagni, prima di due funerali e due nomi in più sul muro della memoria. 
Quella notte aveva cambiato tutto. 
Ed è strano, come adesso, a distanza di anni e avendo perso due amici, sempre la stessa sera si ritrovano sullo stesso campo, a guardare il cielo e a sperare dietro alle stelle. 
Una ragazza che ha perso l'amore e se ne è accorta troppo tardi.
Un direttore di un'associazione con il nodo della cravatta allentato. 
Una agente che lascia scivolare la sua mano in quella dell'uomo accanto. 
Una biochimica che si pente di essersene andata. 
Uno scienziato che sa che lo farà mai più. 
Una notte buia, ma non tempestosa. 
Una notte in cui tutti sperano più intensamente. 
Una notte sotto un cielo pieno di stelle.
 
 
Angolinoinoino dell'autrice:
Pubblico al volo, che devo rispettare la scadenza imposta da quella simpatica della mia socia, Erika, e dalla sfortuna. Già, perché oggi è 8 e a quanto pare se non pubblicò in un giorno con suddetto numero mi porta sfortuna...
Un momento leggero e di svago, relativo, per i nostri agenti, ma non sono stata capace di farla finire bene, proprio non ci riesco! 
Grazie a chi ha letto, e ancora di più a chi recensirà questa storia, nata sotto le coperte con l'unico scopo di deprimermi.
Becky :*
  
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