Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Kotoko_chan    08/10/2014    3 recensioni
Kuroko Tetsuya è un ragazzo timido e di poche parole, che entra nella squadra di basket del liceo Seirin, dove incontrerà Kagami Taiga, il suo esatto opposto. Tra i due si creerà una certa intesa anche se Kagami non riesce a spiegarsi il motivo per cui Kuroko odia essere toccato. Che sia colpa del suo passato? E qual è il suo legame con la "Generazione dei miracoli"? Cosa unisce questi sei ragazzi straordinari ma così altezzosi? Tra partite di basket e colpi di scena, riuscirà il nostro sesto uomo a liberarsi dei suoi vincoli? Lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kiseki No Sedai, Satsuki Momoi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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1. Il primo giorno di scuola
  
Una gran confusione regnava quel giorno al liceo Seirin. Tutti gli studenti erano concentrati vicino agli stand dei club e i loro presidenti cercavano di accaparrarsi più membri possibile. Tra di loro la squadra di basket era quella che si faceva notare di più, spaventando la maggior parte degli studenti con le loro urla, suscitando così l’ira del capitano della squadra che continuava a sbraitare.
Tra la folla un ragazzo si distingueva più di tutti: era molto alto, aveva dei capelli color rosso fuoco e una collana che per pendente aveva un anello. Molti studenti, intimoriti dalla sua aura minacciosa, si spostavano per farlo passare e lui, con aria strafottente, si avvicinò allo stand del club di basket suscitando l’entusiasmo del loro coach.
“Sono Kagami Taiga e voglio iscrivermi al club di basket!” annunciò a voce alta.
Il capitano lo guardò irritato. Odiava i pivellini che si atteggiavano in quel modo. Si voltò verso la coach sperando di ricevere sostegno, purtroppo lei non solo lo stava già guardando con eccessivo entusiasmo ma gli stava spiegando, con voce mielosa, che doveva compilare il modulo di iscrizione e presentarsi alle tre in palestra.
“Molto bene!” iniziò a scrivere velocemente sul foglio consegnando poi il modulo con un sorriso soddisfatto. Poi, senza salutare, si diresse verso la scuola suscitando ulteriormente la rabbia del capitano.
“Junpei! Non è fantastico?? Wow è così... wow! Non ho altre parole per descriverlo! Quest’anno la squadra promette bene!!” esclamò con entusiasmo rivolgendo i suoi occhi color cioccolato verso il ragazzo occhialuto.
“Riko...” sospirò rassegnato “non ti entusiasmare solo per un giocatore. Guarda stanno tornando gli altri a mani vuote e abbiamo raccolto cinque moduli... solo cinque moduli! E tutti pivellini del primo anno!” sbottò irritato contandoli.
“Meglio cinque che niente” commentò lei sistemando una ciocca dei suoi capelli corti con un fermaglio. Poi prese i moduli leggendoli con interesse.
“Uhm... quel ragazzo, Kagami Taiga non ha frequentato la scuola qui, ma in America. Giocava non solo a street basket ma anche in una squadra ufficiale! Abbiamo un esperto!”
“Davvero?” chiese con entusiasmo un ragazzo dalla buffa bocca a forma di gatto.
“Un buon acquisto” commentò un altro giocatore dai capelli color neri.
“Koganei, Izuki... una volta che lo vedremo all’opera potremo dare un giudizio definitivo” disse Junpei saggiamente.
“Ammettilo, sei solo geloso!” commentò ridacchiando Riko senza togliere gli occhi dai moduli.
“Come se potessi esserlo! Sono il capitano!” replicò irritato.
Gli altri giocatori scoppiarono a ridere nonostante il loro capitano continuava a sbraitare ma, si zittirono nel momento in cui colsero lo sguardo sconvolto della coach.
“Cosa succede?” chiese Izuki preoccupato.
Non riuscendo a parlare, lei passò il foglio a un Junpei perplesso che quasi fece cadere gli occhiali per la sorpresa una volta letto il modulo.
“Ma... ma... com’è possibile?? Dovevamo notarlo!” esclamò agitato.
“Appunto!!” urlò di rimando la coach.
Il resto della squadra cercava di capire cosa stesse succedendo con scarso successo.
“Voi l’avete notato??” chiese Junpei rivolto a loro.
“Ma chi???” chiesero all’unisono.
“Kuroko Tetsuya... primo anno... ha giocato nella squadra di basket della scuola media Teiko... sapete cosa vuol dire?” disse la coach con voce tremante.
“... quindi... fa parte della... generazione dei miracoli????” chiese Koganei stupito.
“Esattamente” annuì Junpei.
Tutti rimasero in silenzio sforzandosi di ricordare chi fosse quel ragazzo.
“Non so proprio chi possa essere...” disse Koganei.
“Non dovremo aspettare molto. Nel pomeriggio sapremo chi è” disse Izuki con aria seria.
Riko e Junpei si guardarono con aria speranzosa. Quell’anno sarebbe stato forse il loro anno.
 
***
 
Palestra della scuola superiore Seirin.
Ore 15:00.
I ragazzi avevano occupato interamente il campo da basket giocando tra di loro, entusiasmando i senpai del secondo anno che osservavano con attenzione soprattutto Kagami Taiga. Infatti si sapeva muovere con agilità nel campo e faceva delle schiacciate pazzesche ricevendo l’applauso delle matricole.
“Ehi ragazzi, basta giocare. Tutti qui!” esclamò una voce femminile.
I senpai corsero verso quella direzione seguiti dai ragazzi del primo anno con aria annoiata. Non li andava di prendere ordini da una manager così... normale. Nonostante ciò, per non dare una brutta impressione, si allinearono ordinatamente attendendo le parole del capitano.
“Buon pomeriggio a tutti e benvenuti ai nuovi arrivati. Sono Hyuga Junpei, secondo anno, capitano della  squadra. Lei invece è la nostra coach, Aida Riko e..”
“COSA? UNA DONNA???” le parole dei ragazzi del primo anno fecero irritare di non poco Aida.
“Sono la coach e, se non vi va bene, quella è la porta!” indicò l’ingresso della palestra con aria minacciosa.
Tutti si zittirono e non mossero un passo ancora confusi.
“Bene” riprese Aida soddisfatta “chiariti i ruoli, è il momento dell’appello. Voi del secondo anno ci siete tutti quindi dirò solo le matricole: Uruhata”.
“Eccomi” un ragazzo fece un passo in avanti.
“Kawahara, Fukuda, Kagami...”
I tre ragazzi fecero un passo avanti.
“Sembra che invece il ragazzo della Teiko non sia venuto... forse non siamo all’altezza?” chiese nervosa.
“Mi scusi” disse una voce maschile.
Riko si guardò intorno finché non si rese conto che davanti a sé aveva un ragazzo poco più alto di lei dai capelli e occhi azzurri.
“Kyaaaaa!!!” urlò facendo qualche passo indietro “Da dove sei sbucato??? Chi sei??”
Tutti rimasero sorpresi da quel ragazzo, fino a quel momento non l’avevano notato.
“Sono Kuroko Tetsuya” rispose senza scomporsi, come se fosse abituato a reazioni del genere.
“EEEEEHHH???” tutti i componenti della squadra erano sconvolti. Soprattutto i ragazzi del secondo anno si aspettavano un tipo molto alto, oppure una persona con particolari doti fisiche, ma quel ragazzo sembrava essere normalissimo.
“Ehm... molto bene... allora proseguiamo. Toglietevi le maglie” disse ancora perplessa.
“Perché? Non sarai una pervertita?” chiese Kagami sospettoso.
Per tutta risposta ottenne una pallonata in faccia dal capitano.
“Non offendere la coach! Fate come vi ha detto!!”
Massaggiandosi il viso dolorante si tolse la maglia imitato dagli altri del primo anno che avevano sul viso espressioni dubbiose. La coach passava tra di loro osservando attentamente i loro fisici, mettendoli ancora di più a disagio.
“Kawahara, qui c’è molto da lavorare... sei poco resistente e i tuoi passaggi non sono precisi” commentò la coach concentrata.
“Ma come lo sai??” chiese sbalordito.
“Uruhata, devi migliorare la tua resistenza e massa muscolare e anche se sei veloce dobbiamo lavorare sulla tua precisione”.
Uruhata per tutta risposta la guardò a bocca aperta incredulo.
La coach arrivò a Kagami osservandolo ammirata.
“Ma cosa? Lui è... strabiliante!” pensò.
Rimase a guardarlo con uno strano luccichio negli occhi.
“Ehm... coach?” la riscosse Kagami curioso di avere un suo parere.
“Hai delle buonissime basi. Ma dobbiamo metterti alla prova” commentò.
“Ma come fai a sapere queste cose?” chiese educato.
La coach passò avanti ignorandolo.
“Kagami, il padre della coach è un personal trainer e lei sin da piccola, restando al suo fianco durante il lavoro, è riuscita ad ottenere un occhio clinico che le permette di percepire le doti e condizioni fisiche di tutte” rispose Junpei soddisfacendo la curiosità generale.
“Kuroko-kun... tu...” disse sconvolta. Non sapeva cosa dire.
Lui la guardò inespressivo.
“Hai tantissimo da lavorare!” esclamò.
Kuroko non rispose ma si incupì.
“Bene... allora rivestitevi e facciamo una partita. Primo anno contro il secondo” disse andando in panchina delusa. Si aspettava di meglio dalla generazione dei miracoli.
Alzò la testa osservando i giocatori rivestirsi.
“Forse era una semplice riserva oppure non era nella prima squadra... però quella sua scarsa presenza potrebbe tornare utile in partita” pensò fiduciosa.
Kuroko intanto era entrato in campo abbattuto. Non aveva bisogno che glielo dicesse lei. Già sapeva che faceva schifo. Però dirlo davanti a tutti era stato traumatico.
“Su con il morale! Vedrai che con un po’ di allenamento migliorerai!” esclamò Kagami avvicinandosi a Kuroko.
Gli appoggiò una mano in testa per arruffargli i capelli in segno di incoraggiamento ma rimase sorpreso dalla reazione del più piccolo. Kuroko infatti gli schiaffeggiò la mano allontanandosi in allerta, poi notando l’espressione sbigottita di Kagami abbozzò una risposta confusa.
“Scusami... non mi piace essere toccato...”
“Ok...” disse Kagami ancora perplesso.
Il fischio della coach richiamò la loro attenzione.
“Pronti? Iniziate!”
La palla entrò in gioco e immediatamente tutti si attivarono.
Tutti tranne uno.
Kuroko era nervoso e non riusciva a muoversi. Gli arrivò la palla ma se la fece sfuggire subito.
“Sveglia Kuroko!” esclamò Kagami recuperandola per poi correre nella metà campo avversaria.
Lui si mosse con lentezza per tutto il resto della partita e gli altri, dopo l’ennesima palla persa, decisero di non passargliela più escludendolo, anche perché il più delle volte non sapevano dove fosse. Ad un certo punto, in un momento di distrazione, la palla lo colpì in pieno viso facendolo cadere in un dolce oblio.
 
***
 
“Kuroko?”
“Mmm...”
“Dai, Kuroko sveglia!”
“Nnn”.
“E’ il momento di tornare alla realtà”.
Kuroko spalancò gli occhi vedendo sopra di sé l’intera squadra di basket che lo osservava.
“Che succede?” chiese perplesso. Si mise a sedere con lentezza perché sentiva girargli la testa.
“Hai preso una bella pallonata in pieno viso” spiegò Junpei osservandolo con apprensione.
“Scusami... è tutta colpa mia” disse Kagami dispiaciuto.
“Non importa... sono stato io disattento” cercò di mettersi in piedi ma le gambe cedettero riportandolo nella posizione di partenza. Poi sentì qualcosa di caldo scorrere sul suo viso e colse le espressioni agitate dei suoi compagni.
“Sangue!” esclamarono in molti recuperando una maglietta per tamponargli il sangue che scorreva a fiotti dal naso.
“In infermeria!”
“State calmi! Andremo io e la coach. Voi potete cambiarvi e tornare a casa” ordinò Junpei.
Kuroko lo guardò agitato.
“N... no! Tra poco starò bene!”
Ma Junpei si era già chinato per prenderlo in spalla.
“Senpai aspetta! Voglio portarlo io in infermeria, è colpa mia se si è fatto male” disse Kagami fermandolo.
“Va bene” rispose senza battere ciglio. Si rimise in piedi mentre Kuroko guardava Kagami con ansia.
“Coach, ci sono delle portantine qui? Meglio portarlo con la barella perché non voglio fargli girare ulteriormente la testa portandolo in spalla” disse Kagami.
“Uhm... hai ragione. Comunque si ci sono” rispose la coach “Junpei prendine una per favore”.
Il capitano corse verso il magazzino della palestra recuperando una barella.
“Ce la fai a salire?” bisbigliò Kagami in modo da farsi sentire solo da Kuroko.
Lui annuì confuso.
Junpei posò a terra la barella accanto a Kuroko che rotolò sopra non aspettando l’aiuto di nessuno.
“Che tipo strano” pensò la coach.
Kagami e Junpei presero i manici della barella e, seguiti dalla coach, andarono fuori raggiungendo dopo pochi minuti l’infermeria.
“Dov’è il sensei?” chiese Riko notando l’infermeria vuota.
“Uffa, quel vecchiaccio quando serve non c’è mai!” sbottò Junpei avvicinandosi a un letto.
Intanto Kagami, cogliendo il loro momento di distrazione, fece cenno a Kuroko di rotolare sul letto.
“Riko, andiamo a cercarlo. Io vado in sala professori, tu prova alla mensa. Di solito va lì per recuperare qualche spuntino fuori dai pasti” disse sospirando.
“Ok. Kagami, resta qui e occupati di Kuroko”.
“Va bene”.
Corsero entrambi fuori, chiudendosi la porta alle spalle.
“Uhm... sembra che il sangue si sia fermato” commentò togliendogli la maglietta e osservandolo con attenzione “ma è meglio mettere un po’ di ghiaccio, speriamo che non si gonfi troppo” aggiunse andando verso la scrivania del sensei “però prima...”
Kuroko lo sentì riempire qualcosa con dell’acqua per poi presentarsi subito dopo con una bacinella, uno specchio e un asciugamano.
“Ce la fai a pulirti? Insomma sembri uno zombie con tutto quel sangue!” ridacchiò.
Kuroko prese lo specchio dalle mani di Kagami per controllarsi e dovette ammettere che aveva ragione. Con tutto quel sangue sulla sua pelle bianca sembrava proprio uno zombie! Ridacchiò anche lui mentre immergeva le mani nella bacinella per lavarsi il viso.
“Finalmente hai riso!” esclamò Kagami.
Kuroko continuò a lavarsi per poi asciugarsi accuratamente. Guardandosi allo specchio si sentì meglio senza tutto quel sangue e la testa gli girava di meno. Kagami gli diede un sacchetto di ghiaccio per metterlo sul naso e, mentre stava lavando la bacinella, finalmente Kuroko decise di parlare.
“Perché lo fai?” chiese.
“Cosa?” rispose distrattamente Kagami mettendo a posto.
“Perché mi hai aiutato. Non mi conosci”.
“Mi hai detto che tu non ti piace essere toccato, quindi non ho voluto farti sentire a disagio. E poi non c’è bisogno di conoscere qualcuno per aiutarlo” replicò sedendosi ai piedi del letto.
Kuroko non aggiunse altro ma continuò a guardarlo con insistenza, come se stesse osservando una specie rara. Kagami all’iniziò riuscì a sostenere quello sguardo, poi man mano iniziò ad arrossire.
“Kagami-kun, stai diventando rosso come i tuoi capelli” osservò curioso.
“E di chi è la colpa!? Non lo sai che guardare con insistenza qualcuno è da maleducati??” sbraitò lui dandogli le spalle.
“S... scusa...” mormorò Kuroko.
Kagami si rigirò trovando un Kuroko intristito a capo chino.
“Ehi! Non ho detto nulla di che! Non abbatterti. Sei il tipo più strano che io abbia conosciuto” disse Kagami avvicinandosi “sposta il sacchetto” aggiunse.
Lui obbedì titubante a causa della vicinanza.
“Uhm... si sta gonfiando. Rimettitelo” ordinò.
Kuroko eseguì imbarazzato.
“Kagami-kun, sei troppo diretto e invadi facilmente gli spazi altrui. Non sei giapponese?” chiese cercando di nascondere il suo rossore.
“Certo che lo sono. Però ho vissuto fino all’anno scorso in America e lì sono molto espansivi. Devo nuovamente abituarmi a questa cultura... Comunque... non ti offendere però! Perché giochi a basket? Non mi sembri un granché” disse cambiando argomento.
Kuroko si pietrificò a quelle parole.
“Ripeto, sei troppo diretto” sospirò infine “comunque gioco a basket perché mi piace e oggi non sono riuscito a dare il meglio di me” aggiunse deciso.
Kagami si avvicinò e gli posò la mano sulla testa per scompigliarli i capelli.
“Non vedo l’ora di vederti all’opera, Kuroko!”
Lui schiaffeggiò la mano agitato.
“Ah... ehm... scusa! L’ho fatto senza pensarci! Ma perché non vuoi essere toccato?”
Kuroko si incupì chiudendosi in se stesso e, mentre Kagami stava per parlare, fu interrotto dal ritorno della coach, seguita da Junpei e il sensei.
Dopo una rapida occhiata, il sensei gli disse semplicemente che non aveva nulla di grave e che poteva tornare a casa. Uscirono tutti dall’infermeria sollevati, andando verso la palestra per potersi cambiare e, mentre Kuroko stava rispondendo a delle domande rivolte da Junpei e Riko, Kagami non riuscì ad altro che pensare che quel ragazzo fosse la persona più complicata che avesse mai incontrato.
 

Angolo della Follia @.@
Ciao a tutti! Ecco qui il primo capitolo dedicato a Kuroko no basket! Posso solo dire che è un capitolo molto tranquillo e per niente speciale... ma c’è solo qualcosa che non quadra... un Kagami troppo gentile e un Kuroko decisamente diverso...
Cosa accadrà nel prossimo capitolo?
Bene non aggiungo altro e pubblicherò questa fan fiction a cadenza settimanale (almeno lo spero >.<) però non specifico il giorno...
Alla prossima settimana =D
   
 
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