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Autore: Giadina22688    08/10/2014    8 recensioni
Mi sono sempre chiesta quali pensieri avessero portato Christian ad agire come ha fatto. Ho provato a carpire le sue emozioni in un momento secondo me fondamentale in "Cinquanta sfumature di nero". Sappiamo cosa prova lei. ma lui?!
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«È qui» esclamo. Mi volto per fissarla e attacco il telefono. «Dove cazzo sei stata?» Ringhio verso di lei ma continuo a mantenere le distanze. Non so se sarei in grado di rispettare il nostro accordo, nonostante la ami in questo momento ho una voglia tremenda di ribaltarla sulle mie ginocchia e sculacciarla. Da quando Taylor l'ha portata in braccio fuori dal suo appartamento non ho fatto altro che pensarla al sicuro e invece adesso scopro che è stata chissà dove e chissà con chi. Ha l'alito che sa di alcool.

«Hai bevuto?» le chiedo

«Un po'» pensava non me ne accorgessi.

Sussulto passandomi una mano tra i capelli. «Ti avevo detto di tornare qui» perché non mi da mai ascolto? «Sono le dieci e un quarto di sera. Mi stavo preoccupando per te.»

Non capisce che da quando la conosco passo la mia vita a preoccuparmi per lei?

«Sono andata a bere un paio di birre con Ethan, mentre tu ti prendevi cura della tua ex» mi sibila, sembra arrabbiata «Non sapevo per quanto tempo saresti rimasto... con lei» adesso sembra triste.

Stringo gli occhi e faccio qualche passo verso di lei, sono arrabbiato ma sento che non mi sta dicendo tutto, così mi fermo.

«Perché dici così?» Fa spallucce e abbassa gli occhi sulle sue mani, è in difficoltà, cosa la preoccupa?

«Ana, cosa c'è che non va?» Cosa sta cercando di dirmi? Non riesco a capirla in questo momento e la cosa mi spaventa.

«Dov'è Leila?» Mi chiede guardandomi negli occhi, nasconde le sue preoccupazioni con questa domanda, ma mi sono accorto che qualcosa non va.

«In un ospedale psichiatrico a Fremont» le rispondo scrutando il suo viso e cercando di capire cosa non va, sembra rassegnata, la mia ansia sta crescendo ma cerco di tenerla sotto controllo e ancora una volta le chiedo «Ana, che cosa c'è?» Faccio un altro passo verso di lei. Adesso le sono di fronte. «Cosa c'è che non va?» la mia voce ridotta ad un mormorio, adesso un senso di panico si sta impadronendo di me, cos'è che non mi sta dicendo?

Scuote la testa e mi dice «Non vado bene per te» cinque parole e mi sento mancare la terra sotto i piedi, il panico si fa sempre più strada nel mio cuore tanto che quasi non riesco a respirare, ho bisogno di capire cosa intende, in questo momento non voglio pensare che potrebbe andarsene di nuovo. Sarà sicuramente così ma voglio sentirglielo dire.

«Cosa?» esclamo, riscuotendomi dai miei pensieri e sgranando gli occhi «Perché lo pensi? Com'è possibile che tu lo pensi?» Ho fatto di tutto per riaverla nella mia vita, è la prima persona a cui dico di amarla, nemmeno mia madre e mia sorella mi hanno ma sentito esternare quello che provo per loro, cosa altro posso fare per trattenerla?

«Non posso essere tutto quello di cui hai bisogno.» Non le ho dimostrato abbastanza? Farei di tutto per lei, ho comprato anche la casa editrice dove lavora per saperla al sicuro, da quando mi ha lasciato non riesco a pensare di vivere senza di lei, come può pensare una cosa del genere?

«Tu sei tutto quello di cui ho bisogno» Perché non riesce a capirlo, è bella, arguta, attraente, intelligente, mi ha stregato e nonostante tutto è così insicura, possibile che non veda in se stessa quello che vedo io?

«Il solo vederti con lei...» la voce le viene a mancare, la mia paura cresce e credo di cominciare a capire quale sia il punto, ma perché?

«Perché mi fai questo? Questa faccenda non riguarda te, Ana. Riguarda lei.» Inspiro forte passandomi di nuovo la mano tra i capelli «In questo momento è una ragazza molto malata.»

«Ma io ho sentito... quello che condividevate.»

Il panico mi assale creandomi un groppo in gola per cui faccio quasi fatica a respirare, cosa sta cercando di dirmi? Come può dire una cosa del genere? Non ho fatto assolutamente niente se non cercare di aiutare Leila e contemporaneamente mettere in salvo Anastasia.

«Cosa? No.» Provo a toccarla ma lei si ritrae. Lascio cadere la mano e la guardo sbattendo le palpebre mentre il panico s'impossessa completamente di me lasciando che la mia mente vada alla deriva, non riesco a prevedere che piega prenderà la discussione e non voglio neanche dar voce al mio timore più grande ma devo farlo. Abbiamo fatto così tanti progressi insieme non può neanche pensare di fare quello che temo.

«Stai scappando?» La voce mi esce in un sussurro mentre la paura si fa strada in me e si riflette nei miei occhi.

Rimane in silenzio e il mio cuore accusa il colpo, non è sicura di me, di noi. Nonostante sia riuscito a trovare Leila e ad assicurarmi che riceva le cure di cui ha bisogno, ciò mi sta portando a perdere di nuovo Anastasia. Come può la mia vecchia vita rovinare ciò che abbiamo e che stiamo costruendo insieme.

«Non puoi.» La prego, ma vedo dal suo sguardo che è insicura, confusa.

«Christian... io...» Sta temporeggiando, nel suo sguardo vedo ansia, paura. Devo trovare il modo di rassicurarla ma in questo momento la paura e il panico hanno la meglio su di me.

«No. No!» non riesco a dire altro o ad elaborare una frase di senso compiuto.

«Io...» Guardo lei e poi sposto lo sguardo intorno a me cercando disperatamente qualcosa a cui aggrapparmi per farla restare e poi le dico quello che ha sempre voluto sentirsi dire.

«Non puoi andartene. Ana, io ti amo!»

«Anch'io ti amo, Christian, è solo che...»

«No... no!» mi afferro la testa tra le mani mentre la mia voce trasuda disperazione, non può succedere dopo tutto quello che c'è stato tra di noi. Non posso permettere che il nostro passato ci divida di nuovo.

«Christian...»

«No» Non riesco ad articolare altro che una sillaba, la mia voce ridotta ad un mormorio, non riesco a lasciarla andare ma non trovo niente per trattenerla a meno che... e in un attimo l'unica cosa che potrebbe trattenerla è farle capire quanto potere ha su di me, con gli occhi sgranati per il panico rivolti verso di lei, crollo in ginocchio davanti a lei, chino il capo, metto le mani sulle cosce e assumo la posizione da sottomesso che, molto tempo prima, mi ha insegnato Elena e che a mia volta avevo insegnato ad Anastasia. Faccio un respiro profondo e aspetto immobile che lei mi dica cosa fare.

«Christian cosa stai facendo?» Continuo a tenere gli occhi sulle mie mani, non mi ha dato il permesso di guardarla, farò qualsiasi cosa voglia purché rimanga con me. Sono disposto a spingermi fino all'impensabile?

«Christian! Che cosa stai facendo?» Adoro il mio nome pronunciato dalle sue labbra, pagherei per vedere il movimento che fanno mentre lo dice, ma non mi ha ordinato di guardarla e non lo farò. Resto immobile aspettando.

«Christian, guardami!» Ed eccolo lì, quello che stavo aspettando, ha una voce così autoritaria, capisco perché non ha il nerbo della sottomessa, è una dominatrice. Quel sottile avvertimento nella sua voce mi colpisce al basso ventre, forse se mi sottometto a lei, non se ne andrà. Forse adesso ha finalmente capito il potere che ha su di me e soprattutto che è lei la detentrice del potere.

Alzo la testa senza esitazione per incontrare i suoi occhi, mantengo l'espressione impassibile e fisso lo sguardo in quell'azzurro così familiare. Mi tranquillizzano i suoi occhi. Mi tranquillizza lei, è così bella. Mentre osservo quel viso, decido che posso accettare il fatto che se lei lo vuole può sottomettermi, pur di stare con lei lo farei. Sarebbe comunque molto diverso da quello che c'è stato tra me e Elena, Anastasia mi ama e io amo lei. Aspetto il prossimo comando.

   
 
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