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Autore: Iaiasdream    09/10/2014    2 recensioni
Come ogni normale essere mortale, anche il mio Lys ha i suoi lati storti. Oltre alla dimenticanza, la cosa che detesto è il suo amico del cuore: quell'arrogante, sbruffone, antipatico, play boy, scontroso di Castiel..... In quel momento, ho come un flebile barlume di lucidità. quel movimento, scatena in lui il sudore, che evapora sotto forma di profumo, innalzandosi e invadendo le mie nari, dandomi una sensazione strana, come un giramento di testa, ma non dipende dall’essenza, bensì da chi la indossa, e non è Lysandro.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Ti prego Audrey, non fare sciocchezze! >> sussurra a denti stretti Rosalya, tirandomi per un braccio.
<< Lasciami Rosa! Devo andare da quel maledetto. Non può essere così, mia sorella non può farmi questo, e neanche lui! >> esclamo più adirata, mentre cerco di divincolarmi dalla presa della mia amica. Ci riesco dopo qualche strattone, e non appena libera, alzo il passo tipo gigante, verso quei due.
I miei occhi riflettono fuoco, mentre l'immagine dell'idiota e di mia sorella si fanno sempre più vicini; e ogni passo, corrisponde alle pugnalate inferte al mio cuore. Perché sta succedendo questo? Fino a qualche giorno fa andava tutto a meraviglia, perché dopo quella maledetta sera, il rosso non vuole più uscire dalla mia vita? Perché?
È lui il primo a notarmi, e non appena mi volge i suoi occhi cenere, alza un sopracciglio sbuffando un sorriso beffardo.
<< Toh! Guarda chi c'è, la sorellona >> esclama quasi divertito.
Gli lancio un'occhiata fulminea, poi volgo lo sguardo verso mia sorella, che mi ricambia tanto allibita, quanto spaventata.
<< A-Aud... >> balbetta smarrita << Che ci fai qui? >>
<< Sono io quella che deve fare questa domanda! Che diavolo ci fai tu qui, e con lui, per giunta?! >>
<< Audrey... >>
<< Torna immediatamente a casa! >> esclamo tremando di rabbia.
<< Non puoi dirmi ciò che devo fare! Non sono più una bambina! >> ribatte lei alzando la voce.
<< Già, non è più una bambina >> ripete Castiel avvolgendole le spalle con un braccio.
<< Toglile immediatamente le mani di dosso! >> ordino irritata, fulminandolo con gli occhi.
<< Perché? >> chiede lui con strafottenza, fissandomi intensamente negli occhi.
So benissimo cosa vuole far intendere con quella domanda. No, maledetto, non è come pensi tu. Non lascerò che anche mia sorella faccia il mio stesso errore.
<< Lasciala Castiel! >> digrigno nervosa.
<< Audrey piantala! >> interviene Aisi distaccandosi da lui e avvicinandosi a me con aria minacciosa << Castiel e io stiamo insieme, e a te non deve importare nulla! Io non interferisco nelle le tue scelte, e anche tu devi fare lo stesso con me... Non atteggiarti a madre, perché non lo sei mai stata pe me! >>
Strabuzzo gli occhi. Perché sento queste parole logorarmi il cuore? Perché mi dice questo? E per quale motivo alzo la mano per colpirla?
La vedo piegare la faccia a un lato, mentre mi rendo conto troppo tardi del gesto compiuto. Fisso la mia mano impietrita. Io non avevo mai fatto una cosa del genere prima d'ora, né con lei, né con nessun altro.
<< Ti odio! >> urla piangendo, prima di scappare via da noi.
<< No, Aisi aspetta! >> esclamo dispiaciuta cercando di fermarla, ma non ci riesco.
<< Che sorella premurosa >> sospira ad un tratto il rosso. Mi irrigidisco, sentendo che i sentimenti di odio nei suoi confronti prendono repentinamente il sopravvento. Giro la testa verso di lui. Sta sorridendo, e non posso fare a meno di ricambiarlo con un'occhiata minacciosa.
<< Sei un bastardo! Stai con mia sorella da una settimana, e l'altra sera... >> mi fermo sentendo dei conati di vomito al solo pensiero.
Castiel, dal canto suo, ride e lo fa di gusto << Quanto sei ingenua >> rivela avvicinandosi.
<< Perché? Che intendi? >>
Mi guarda, sorride e tace.
<< Io non so che diavolo ti passa per quella mente diabolica che ti ritrovi >> sputo amara << ma non pensare di dividermi da mia sorella, perché non ci riuscirai >>
<< Ma davvero? >> chiede dopo aver stranamente aggrottato la fronte << sbaglio, o adesso ti odia? >> chiede strafottente.
Mi avvicino a lui minacciosa << Lasciala in pace Castiel >> dico a denti stretti << Aisi non fa per te, non è come quelle puttane che ti porti a letto! >>
Solo dopo mi accorgo di aver detto una cosa che va anche contro di me, infatti lui riprende a ridere divertito.
<< Di' la verità... >> mormora dopo un po' << Hai paura che venga a sapere cosa abbiamo fatto tutti e due? Hai paura che Aisi venga a sapere che anche la sua casta sorellona, abbia fatto parte della lista delle mie puttane? >>
Il mio cuore manca un battito, lasciando il posto a un forte dolore, faccio cadere la busta contenente il baby doll che ho tenuto in mano fino a quel momento, e quello che doveva risuonare come uno schiaffo, viene bloccato dalla sua stretta presa.
<< Bastardo! >> esclamo piangendo, agitando bruscamente il braccio per farmelo mollare << come puoi essere così maledettamente cinico?! >> gli urlo in faccia. Lui tramuta il suo sguardo, fissandomi serio senza mollarmi la mano, e stringendo più forte. << Lasciami >>
<< Ti detesto Audrey... >> mormora sprezzante << ... E non puoi immaginare quanto! >> aggiunge con un sussurro che non saprei darne significato. Sembra quasi che quella frase, abbia un secondo fine.  Detto questo, molla la presa in maniera brusca. Lo guardo esterrefatta. Perché mi ha detto quelle parole, e perché sento che mi fanno ancora più male? Senza aggiungere altro, mi allontano, sorpassando anche Rosalya ignorandola completamente.
Arrivo a casa, ansimando e piangendo. Prima di entrare mi spingo il petto con una mano, come per calmare quei dolori lancinanti.
Asciugo le lacrime, non voglio farmi vedere da Aisi in questo stato. Sto per aprire la porta, ma lei all'interno dell'appartamento mi precede.
La vedo con gli occhi gonfi e rossi, in mano regge delle salviette.
Rimango ferma, non entro. La guardo e non so cosa dirle, così aspetto una sua reazione. Dopo un po' si mette a un lato della porta lasciandomi il passaggio libero.
<< Entra >> mormora con voce rauca. Non me lo faccio ripetere due volte, e non appena dentro, vengo spinta da un'irresistibile voglia di raccontarle il vero motivo per il quale ho agito in quella maniera. Sono tentata di dirle che il suo adorato fidanzato, qualche giorno fa ha fatto spudoratamente sesso con me. Non mi importa di distruggere l'ultimo pezzo del mio orgoglio, ma non posso far finta di niente. Non voglio che Castiel faccia soffrire mia sorella.
<< Aisi... >>
<< Audrey! >> mi interrompe lei alzando la voce. Mi giro per guardarla in volto, ce l'ha chino, e stringe i pugni tremante.
<< Perdonami Aud... >> aggiunge piangendo << ... Perdonami per ciò che ti ho detto. I-io sono solo una sciocca. Non dovevo dirti quelle cose >>
<< Aisi, ho sbagliato anche io... >> intervengo piangendo e abbracciandola << Io, non voglio che tu soffra a causa di quel ragazzo >>
<< Non voglio discutere su questo. Tu ti sei sempre fidata di me, ti prego, continua a farlo senza farmi domande >>
<< Aisi io non ti capisco. Che cosa vuoi dire? >> le chiedo distaccandomi e guardandola negli occhi. Lei sfugge al mio sguardo.
<< Aisi, Castiel e io... >> sto per dirle la verità, ma la sua reazione seguita dalle parole, mi fermano.
Sorride dolcemente, sussurrando: << Castiel mi piace molto >>
Dopo questo, capisco che se solo una parola uscisse dalla mia bocca, non farei altro che ferirla a morte.
Io continuo a non capire per quale motivo il rosso si sia comportato così con me, ma d'altronde è la sua indole, anche se il motivo per il quale si sia messo con Aisi e dopo neanche due settimane le abbia fatto le corna, mi è del tutto sconosciuto.
Taccio, scrollando le spalle arresa. Sospiro rumorosamente, abbasso lo sguardo dicendo soltanto: << Mi fido di te >>
<< Lo so, Audrey. Ti ringrazio >> dice abbracciandomi.


Il giorno dopo, a scuola faccio di tutto per non incontrare quel cinico bastardo. Purtroppo ci riesco soltanto a metà giornata. Durante la ricreazione, lo vedo seduto alla sua solita panchina, con una sigaretta fra le dita, e lo sguardo rivolto verso i sederi di alcune ragazze che gli passano davanti.
Uno scatto d'ira colpisce la mia mente. Istintivamente mi precipito verso di lui, piazzandomi davanti alla sua visuale.  Mi guarda distorcendo le sopracciglia.
<< Abbi almeno la compiacenza di ricordarti che hai una ragazza >> digrigno stringendo i pugni tremante.
<< Spostati >> dice secco, dopo aver sbuffato un sorriso beffardo.
<< Non lo farò! >>
<< Sei davvero fastidiosa! >> sbuffa scocciato << È strabiliante come tu abbia cambiato idea sulla situazione >>
<< Lo faccio solo per mia sorella, non farti strane idee. Per me rimani sempre un bastardo! >> confesso incrociando le braccia al petto e sorridendo compiaciuta delle mie stesse parole.
<< Bene, se non ti dispiace, il bastardo vuole rimanere da solo. Quindi... >> sorride strafottente facendomi segno di andarmene.
<< Non cantare vittoria Castiel, hai vinto la battaglia, non la guerra >>
Lo vedo guardarmi inespressivo, poi scuote la testa come se fosse rimasto incredulo, e portandosi la mano alla bocca prende la sigaretta sbuffando all'aria l'ovattato fumo, chiudendo gli occhi e mormorando << Va via, Audrey. La tua presenza mi infastidisce >>
Non me lo faccio ripetere due volte, e non perché l'ha detto lui, ma perché so che se continuo a stargli davanti, prima o poi potrei far funzionare le mie mani.
Rientro nel liceo, e la prima persona che incontro è Nathaniel, il quale mi ferma chiedendomi imbarazzato dove stessi andando.
<< Ritorno in classe >> rispondo accennando un sorriso forzato. Non mi va proprio di ridere, né tanto meno spiegare il mio vero stato d'animo.
<< Ma la campanella di fine ricreazione non è ancora suonata >> dice lui calmo.
<< Lo so, e allora? >> chiedo incuriosita.
<< Che ne diresti, di accompagnarmi in sala delegati? Avrei un lavoro da svolgere, vorrei una mano >>
<< Melody non c'è? >>
<< Beh... Melody non è te >> rivela arrossendo.
Dal canto mio, l'unica cosa che riesco a fare, è drizzare la schiena, dopo essere stata presa alla sprovvista da quelle parole.
<< C-come? >>  chiedo allibita.
<< Fa' finta che non abbia detto niente >> risponde quasi dispiaciuto, riprendendo il suo cammino.
Non so darmi una spiegazione, ma il mio braccio si muove da solo, afferrando la manica della sua camicia.
<< Nathaniel! >> esclamo sempre in maniera istintiva.
<< Cosa c'è? >> chiede con un barlume di speranza nell'espressione.
<< Vengo con te >> rispondo sorridendo. Lo vedo illuminarsi in volto. I suoi occhi ambrati si sciolgono in oro fuso, e il suo sorriso smagliante, brilla di luce propria. Mi afferra la mano, forse non rendendosi conto del suo gesto, e mi trascina con se esclamando: << Andiamo allora! >>
Mentre ci incamminiamo verso la sala delegati, passando per il portone principale, vedo Castiel entrare sbuffando scocciato. Non appena mi vede però, mi rendo conto che la sua espressione cambia repentinamente. Da scocciato, a allibito; da allibito, a... Incazzato?
No. Devo aver di sicuro visto male, anche perché l'ho guardato di sfuggito, mentre Nathaniel mi ha fatto entrare nell'aula.
E poi, per quale motivo doveva essere incazzato? Se lo era, non era certo per me. L'astio che prova per Nathaniel è ormai noto anche ai due Poli. Sì, di sicuro è perché ha visto il biondino.
<< Allora, Nathaniel. In cosa devo aiutarti? >> chiedo dopo un po' al delegato, il quale ha già preso posto dietro una scrivania e ha estratto delle carte da un cassetto.
<< Ecco... >> esordisce, sfogliando quel plico di fogli << ...dovresti aiutarmi a riordinare i documenti di iscrizione degli allievi del liceo. L'altro giorno, la preside ha fatto cadere il raccoglitore, e i fogli si sono mischiati tutti >>
<< Ok, lascia fare a me >> dico avvicinandomi a lui e togliendogli educatamente dalle mani i documenti.
Inizio a sfogliarli, per trovare la A. Nel mentre, sibilo inconsciamente i nomi di tutti gli alunni, fino ad arrivare a quella lettera che pensavo di aver dimenticato.
<< L-Lys...andro >> spezzo la parola, estraendo il foglio e ammirando con tremore e tristezza la foto del mio ex fidanzato.
Rimango a contemplarla senza rendermene conto. Solo dopo aver visto la carta bagnata da due gocce di lacrime, ritorno alla realtà, sbuffando esausta.
<< Audrey, ma tu stai piangendo! >> esclama Nathaniel lasciando il suo lavoro e avvicinandosi a me.
<< No, Nath... Non è nulla >> rispondo, sfuggente. Lui guarda il foglio che ho appena fatto cadere sugli altri e con voce dispiaciuta soggiunge: << Perdonami Audrey, non avrei dovuto chiederti di aiutarmi >>
<< Non hai nessuna colpa Nath. Non dar peso al mio atteggiamento... >> singhiozzo non riuscendo a trattenere le lacrime. Mi copro il viso, spingendo i palmi delle mani contro gli occhi. A un tratto mi sento avvolgere da un caldo e forte abbraccio. Le labbra di Nathaniel si sono fatte vicine al mio orecchio e affettuosamente sussurrano: << Aud, sfogati. Vedrai che alla fine ti sentirai meglio >>
<< Perdonami Nath, io non so cosa mi sta succedendo >> continuo a singhiozzare disperata.
Allora lui mi accarezza il capo e sciogliendo l'abbraccio, mi incita a fissarlo: << Ehi, Aud... Guardami, guardami. Io capisco perfettamente il tuo dolore. Soffro anche io nel vederti in questo stato. Non voglio sembrare uno che rinfaccia, ma quel giorno te lo dissi... >>
Queste parole, mi riportano subito a un ricordo lontano.
Era qualche mese prima di fidanzarmi con Lysandro. Il primo con cui ebbi confidenza fu Nathaniel, dato che frequentavamo lo stesso club di letteratura. Dopo qualche settimana, lui mi rivelò i suoi sentimenti, ma io avevo già fatto battere il mio cuore per Lysandro.
Lo rifiutai gentilmente, senza curarmi del suo stato d'animo, e lui mi disse che alla fine mi sarei pentita di questa scelta.
Non ci feci caso, non ho voluto mai farci caso, e adesso eccolo qui, con il suo passato avvertimento. Mi sta facendo male, e presa da uno scatto di irritazione, mi divincolo da lui, uscendo fuori dalla sala delegati.
"Perché devo sentirmi dire anche questo?" mi chiedo frustrata.
A un tratto vengo afferrata per un braccio e fermata, mi giro, incrociando i suoi occhi dal color topazio.
<< Cosa vuoi ancora? >> chiedo scocciata.
<< Io non volevo offenderti >> risponde ansimando per la corsa.
<< Lasciami Nathaniel, voglio stare da sola... >>
Mi interrompe abbracciandomi, facendomi ritrovare il volto affondato nei suoi bicipiti coperti da quella camicia, profumata di colonia.
<< Non ti lascerò da sola. Non questa volta! >> mormora quasi disperato. << Detesto vederti piangere, soprattutto per gente che non lo merita >>
<< E forse sei tu a meritarlo? >>, sentiamo a un tratto dietro di noi.
Nathaniel mi lascia girandosi. Io guardo davanti a me, incontrando l'espressione del rosso che all'inizio pensavo di aver dato un significato sbagliato, ma adesso mi rendo conto che è davvero incazzato. Ma perché?
<< Che vuoi? Perché ti intrometti? Non sono affari che ti riguardano! >> esclama Nathaniel arrabbiato.
<< Certo che mi riguardano, soprattutto se un idiota come te, si permette il lusso di criticare un mio amico, soltanto per rimorchiare la ragazza! >> risponde Castiel a tono.
<< Come ti permetti! >> ribatte Nathaniel facendo un balzo in avanti.
A quel punto mi metto in mezzo per fermare quella che potrà tramutarsi in una rissa.
<< Piantatela! >> esclamo, prosciugando le mie ultime lacrime << Non mettetevi in mezzo a fatti che non vi riguardano! >>
<< Audrey... >> fa per replicare Nathaniel afferrandomi per un polso, ma subito un inaspettato gesto di Castiel fa rimanere tutti e due allibiti. Mi afferra per un braccio tirandomi a se, facendo mollare la presa al biondino. Mi ritrovo con il volto attaccato al petto del rosso e le spalle strette dalla sua presa.
<< Che stai facendo? >> sento Nathaniel.
<< Tsé, non penserai che te la lasci così facilmente? >> ribatte Castiel lasciandomi allibita più di prima.
Cosa vuol dire con queste sue parole? Ma soprattutto che diavolo di significato hanno?
   
 
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