Disclaimer: I personaggi di questa storia e tutto ciò riconducibile ai libri di Harry Potter appartengono a JK Rowling.
L'ambientazione e la trama, invece, sono completamente inventate da me.
Nota: La storia è un'AU ambientata alla fine del 1600, in un mondo in cui la magia esiste, ma nessuno dei personaggi che compaiono nella saga originale qui è un mago. Il contrasto tra i pro e contro la Borghesia è una trasposizione di quello tra pro e contro Mezzosangue e Nati Babbani presente nei libri. Oltre a questo, per esigenze di trama, le età dei personaggi non sempre vengono rispettate. Questa storia può essere considerata il prequel di Fragilità il tuo nome è donna, poiché narra fatti precedenti a quelli presenti in quella storia, ed è stata scritta per il contest Vi farò scrivere delle mie coppie preferite di S.Elric_.
Che
cos'è un nome?
Giugno
1694
Era
frizzante l'aria che soffiava su Londra quella mattina, seppur troppo
lieve per riuscire a scomodare più di qualche sottile filo
d'erba.
Il sole, sorto alcune ore prima in un cielo limpido come non se ne
vedeva da settimane, lasciava un'impalpabile e tiepida impronta ovunque
si posassero i suoi raggi. Forse il tempo aveva deciso di
mostrarsi clemente e, dopo una primavera cupa e piovosa, l'estate
aveva fatto capolino con qualche giorno di anticipo.
Nell'antica
dimora medievale dei Duchi Silente, alle porte della capitale
inglese, alcuni membri della servitù avevano cominciato
presto a
lavorare nel grande giardino posteriore, in previsione delle feste
all'aperto che, se il tempo lo avesse concesso, avrebbe ospitato per
tutta la stagione.
Lily
li osservò distrattamente, mentre il suo sguardo vagava alla
ricerca
di un angolo, in quell'ameno luogo, che ancora non aveva colto e
riportato sulla carta. Seduta all'ombra del grande gazebo, quasi al
confine della proprietà, aveva una buona visuale su ogni
cosa e
aveva notato già alcuni particolari del giardino che le
erano
sfuggiti, nonostante frequentasse quel posto da molti anni.
Nonostante ciò, il suo sguardo continuava a cadere sulla
fontana
centrale, scolpita in marmo egiziano, che ritraeva una Fenice in
fiamme. L'aveva sempre definita l'oggetto
proibito perché
non era mai riuscita a ricrearla, nonostante i numerosi tentativi;
c'era sempre qualcosa, una linea o un elemento, che non le piaceva e
le impediva di continuare.
Continuò
a fissare le persone che stavano lavorando per pulire e lucidare il
marmo ancora per qualche minuto, poi si decise.
Forse
questa è la volta buona, pensò.
Prima
che potesse anche solo avvicinare il carboncino al foglio che aveva
posato sulle ginocchia, fu chiamata da una delle cameriere in
giardino.
«
Miss Evans, la Duchessa ha terminato la colazione e chiede di voi
».
«
Arrivo » rispose, prima di sospirare rassegnata.
Riuscirò
mai a dipingerla?
«
Vi aspetta nel Salotto Blu ».
Ripose
il foglio immacolato nella cartellina rigida insieme agli altri e il
carboncino nella piccola scatola di latta che Petunia, sua sorella,
le aveva mandato dalla Francia. Non era nulla di speciale, piccola e
monocolore, ed era certa che Petunia l'avesse inviata per dispetto,
più che come vero regalo di compleanno, ma alla fine si era
rivelata
utile.
Con
la cartellina stretta sotto al braccio si avviò velocemente
lungo il
sentiero di ciottoli, che attraversava tutto il giardino, ed
entrò
in casa da uno dei portoni posteriori.
Lasciò
il suo materiale in una piccola stanza, adibita a studio per lei, poi
proseguì fino al Salotto Blu, dov'era attesa.
Bussò
piano alla porta e aspettò di essere invitata all'interno.
«
… e anche qualche dolcetto alla menta, Anna, »
stava dicendo la
Duchessa. « Aberforth li adora. Entrate! »
Lily
aprì piano la porta, che cigolò rumorosamente, e
si avvicinò
all'anziana donna seduta in una delle comode poltrone di fronte al
caminetto spento.
«
Avviserò subito le cucine, Vostra Grazia. »
rispose Anna, la
governante. « E manderò qualcuno per sistemare la
porta »
aggiunse, prima di avviarsi fuori della stanza.
«
Desideravate vedermi, Duchessa? »
«
Sì, Lily. Tra qualche giorno darò una festa in
giardino e il gazebo
ha bisogno di tende nuove. Oggi non mi sento molto bene, ma puoi
andare da sola; l'anno scorso hai fatto un ottimo lavoro e mi fido
del tuo giudizio ».
«
Ma certo » rispose, sedendosi accanto alla donna. «
Avete già in
mente qualcosa? »
«
Il colore: beige. Quest'anno va di moda così; hai campo
libero e non
badare a spese ».
«
Ne siete sicura? »
«
Certo. Anche la Regina ha fatto cambiare tutta la tappezzeria qualche
settimana fa e la Contessa Potter mi ha riferito che il beige
è il
colore della stagione » rispose la Duchessa, con un sorriso
divertito. In quel momento, a Lily sembrò di vedere il
fratello
maggiore della donna, Albus; la loro somiglianza non era solo fisica,
ma anche caratteriale. Sollevò gli occhi al cielo, certa che
Ariana
avesse colto il vero senso della sua domanda e lo avesse
deliberatamente ignorato.
«
Intendevo, a proposito di non badare a spese... »
«
Oh, cara, lo avevo capito. Sono anziana e non ho figli che
erediteranno la mia fortuna, quindi tanto vale godermela
finché sono
viva! Il Phaeton
è
già stato preparato e ti aspetta all'ingresso principale
».
***
Depositò
le ultime due scatole e sbuffò, stanco e seccato.
La
sera prima era tornato tardi da una festa, ma la madre aveva comunque
ritenuto opportuno svegliarlo presto quella mattina e trascinarlo in
giro per Londra. Come Sirius fosse riuscito a scampare a quel
pericolo, James non lo aveva ancora capito. Sapeva solo che, mentre
usciva di casa, dalla porta chiusa della stanza del suo migliore
amico era giunto distintamente un forte russare.
«
Abbiamo finito? » chiese, rivolgendosi a sua madre, che si
era
appena accomodata all'interno della carrozza.
«
Quasi » rispose la Contessa, senza risparmiargli
un'occhiataccia. «
Dobbiamo solo passare alla bottega delle stoffe e all'atelier di
Madama McClan per ordinare alcuni abiti ».
James
si arrampicò sulla carrozza e si sedette di fronte alla
madre.
«
Perché sono dovuto venire con voi? » chiese,
sbuffando nuovamente.
« Fin'ora mi sono dovuto sorbire le vostre chiacchiere da
gruppo di
cucito con la Baronessa Weasley nella sala da tè e tutti i
vostri
femminili acquisti ».
«
Devi farti vedere in giro, James, se vuoi sperare di attirare
l'attenzione di qualche ragazza » rispose la Contessa, mentre
cominciavano a muoversi. « La stagione finirà tra
meno di due mesi
e, a parte ballare, non ti ho visto tentare nulla di serio con
nessuno ».
«
Ma sono un maschio! » esclamò. « Non
c'è alcun problema se non
troverò una fidanzata subito. E poi, chi mi dice che l'anno
prossimo
non ci sia qualche ragazza più di mio gradimento? »
«
E, di grazia, come dovrebbe essere questa ragazza
di tuo gradimento?
»
Con
i capelli rossi, gli occhi verdi e rispondere al nome di Lily Evans,
pensò.
«
Non lo so » disse, invece, mentre la carrozza si fermava
davanti ad
una vetrina piena di stoffe colorate. « Immagino che lo
saprò
quando troverò quella giusta... Ehi! Ma questo posto non
è di
Kenneth Evans? »
Scese
dalla carrozza e aiutò la madre a fare lo stesso,
guardandosi
intorno.
«
Certo che è la sua: non ce n'è di migliore in
tutto il paese!
Pensa, a gennaio ne ha aperta una anche in Spagna, gestita dalla
figlia maggiore e suo marito ».
James
stava ascoltando distrattamente la madre, impegnato com'era a seguire
con lo sguardo la testa di folti capelli rossi che tanto lo faceva
sognare. Lily era impegnata in un'accesa discussione con un uomo di
poco più alto di lei, con gli stessi capelli rossi. Ad
eccezione dei
due, il negozio era deserto.
«
Gli scaffali sono quasi vuoti » si lamentò la
Contessa, precedendo
James all'interno. « Avrei dovuto metterlo al primo posto
nella
lista di oggi ».
«
… fartelo fare già da quest'anno »
stava dicendo Lord Evans.
«
Io non ho la minima intenzione di sposare un damerino titolato per
arricchirgli il portafogli! » esclamò di rimando
Lily. « Ho un
diploma alla scuola d'arte e tante idee da sviluppare... »
«
Ne riparleremo un'altra volta, Lily! Buongiorno, Contessa Potter,
come state? »
«
Molto bene, grazie, e voi? Lily, come stai? È da un po' che
non ci
vediamo ».
«
Buongiorno, Contessa. Non c'è male! Sono qui per sbrigare
alcune
commissioni per la Duchessa Ariana » rispose Lily, indicando
alcune
stoffe accuratamente ripiegate che stava riponendo in una scatola.
«
Ha deciso di rifare le tende del gazebo per poter dare una festa nel
parco di Phoenix's Stone ».
«
La villa dei Silente fuori Londra è meravigliosa e averla
accanto
alla propria è un bel vedere! Salutami Ariana e dille che
passerò
in settimana a trovarla ».
«
Ma certo, ne sarà contenta ».
James
osservò Lily mentre richiudeva la scatola e la prendeva tra
le
braccia, per portarla fuori. Quando si girò verso la porta e
si
accorse della sua presenza, la sua espressione passò da
serena a
fredda in un attimo.
«
Conte Potter, non vi facevo una persona da negozio di stoffe
»
commentò, avviandosi con evidente difficoltà
all'uscita. La scatola
era grande e, certamente, molto pesante. La Contessa si era
già
lanciata in un elenco di stoffe e fantasie di merletti che non poteva
assolutamente mancare di avere. James era certo che ne avrebbe avuto
per non poco.
«
Vi aiuto » disse, avvicinandosi alla ragazza e prendendole la
scatola di mano. Era davvero pesante.
«
Non è necessario » ribatté Lily,
cercando di riprenderla. « Me la
so cavare da sola ».
«
Non ne dubito, Miss Evans » disse James, sorridendo sornione,
uscendo dal negozio mentre Lily, rassegnata, teneva la porta aperta.
« Dove lo metto? »
«
Lì ».
Lily
indicò un Phaeton poco lontano, che recava lo stemma dei
Silente
decorato in oro.
James
vi depositò la scatola poi si girò verso la
ragazza, che si stava
preparando a salire in carrozza.
«
Mi aspettavo di vedervi debuttare in questa stagione » disse,
porgendole la mano per aiutarla, ma Lily la ignorò e
salì da sola.
«
Sì, anche mio padre adesso è pentito di non
avermi costretta. Sono
tornata a fine maggio dal collegio in Francia e sarebbe stato sciocco
arrivare a stagione già iniziata, anche se, per quanto mi
riguarda,
essere mostrata come un oggetto in vendita al miglior offerente sia
vergognoso in qualunque momento ».
«
Ma se sceglieste con attenzione, potreste puntare anche a qualche
titolato... Un Barone, un Duca o... un Conte ».
«
Sì, voi, magari ».
«
Nei miei sogni succede spesso, Miss Lily ».
«
Continuate a sognare, Conte Potter » si congedò la
ragazza. «
Andiamo » aggiunse, rivolta al cocchiere.
James
rimase a fissare imbambolato la carrozza, senza riuscire a smettere
di sorridere. Era finita come ogni loro piccola discussione, ma
questa volta gli sembrava che ci fosse stato qualcosa di diverso.
Lily
era stata meno ostile del solito e il suo sguardo gli era parso meno
freddo.
***
Era
passata più di una settimana dal viaggio nel centro di
Londra e
nella villa dei Silente gli ospiti della festa che era stata
organizzata era in pieno svolgimento.
Il
parco brulicava di persone, nobili e borghesi, impegnate in
chiacchiere o in balli. Lily, che era stata obbligata a partecipare
dal padre e dalla Duchessa, era appena stata presentata ad alcune
ragazze della sua età di cui aveva già scordato i
nomi. Era stato
sufficiente che una di loro nominasse il desiderio di farsi mettere
al dito un anello da uno degli scapoli più ambiti, per farle
capire
che non erano certo le ragazze che avrebbe desiderato come amiche.
Forse stava dando un giudizio superficiale, errore che si era
già
accorta di aver commesso con il Conte Potter, ma in quel caso era
certa di non sbagliare.
Quando
la conversazione si spostò sulla grandezza che il diamante
avrebbe
dovuto avere per essere considerato accettabile,
inventò una scusa e si allontanò dal gruppetto e
si mise alla
ricerca della Duchessa. Se fosse stata stanca avrebbe potuto usare il
suo ruolo di dama di compagnia per scappare da quella festa.
«
Miss Evans, quale sorpresa! »
L'oggetto
del suo errore di giudizio si materializzò davanti ai suoi
occhi,
assieme al migliore amico che non lo abbandonava mai e un paio di
ragazze che li seguivano con aria sognante.
«
Conte Potter ».
«
Miss Lily, ballereste con me? » chiese James, facendo un
lieve
inchino e porgendole la mano.
«
Io non ballo, tanto meno con voi. Buonasera, Conte Black ».
«
Temo di non essere più Conte da quando la mia famiglia mi ha
diseredato » la corresse Black, che non sembrava affatto
dispiaciuto
per quanto accaduto. « Anche se, in realtà, mio
zio Alphard mi ha
nominato suo erede prima di morire e credo di essere diventato Duca
».
«
Credete? » chiese Lily, mentre il Conte Potter veniva
trascinato in
mezzo al gruppo danzante da una delle ragazze.
Black
riuscì ad evitare la stessa sorte anticipando la mossa
dell'altra
ragazza e trascinando Lily.
«
Io non ballo! » ripeté, fulminando il ragazzo con
lo sguardo,
mentre poco lontano James Potter faceva lo stesso.
«
Oh, salvatemi da quell'arpia e vi svelerò il segreto per
liberarvi
dell'insistente corte del mio migliore amico ».
La
ragazza che era stata rifiutata era rimasta nelle vicinanze e Lily
incrociò il suo sguardo gelido e disgustato. Sicuramente
doveva
essere la figlia di qualche nobile che non riteneva una borghese
neanche degna di lustrarle le scarpine. Con un moto d'orgoglio, Lily
venne meno alla promessa che si era fatta, di non ballare, e si
lasciò guidare da Sirius nelle danze.
«
Allora, dicevate che credete di essere diventato Duca... »
«
Oh, sì. Sono in contatto con un notaio per capire se
è valido anche
il passaggio del titolo, assieme a tutte le proprietà e i
beni
materiali. Se così fosse, devo dire che non sarei affatto
dispiaciuto » spiegò Sirius. « Del
titolo in sé non mi importa
nulla, ma sedermi a corte più vicino al Re rispetto ai
genitori che
mi hanno disconosciuto... Vorrei davvero poterlo fare almeno una
volta! »
«
Vi capisco! Come mai siete stato diseredato? La Duchessa Ariana non
me l'ha mai voluto dire ».
«
Divergenze di opinione, sostanzialmente. Diciamo che io non ho alcun
problema a ballare con voi, anche se non siete membro
dell'aristocrazia, mentre i miei genitori lo troverebbero riprovevole
».
«
Fanno parte di quel gruppo di nobili che non vorrebbero borghesia e
nobiltà mescolata? »
«
Ne avete sentito parlare? »
«
Il Duca Albus, fratello della Duchessa, spesso quando viene a far
visita racconta quello che succede a Corte per tenerci aggiornati;
lui non sembra affatto contento ».
La
musica si fermò e Sirius la riaccompagnò nel
punto in cui si erano
incontrati.
«
Allora, questo segreto per liberarmi della corte insistente del Conte
Potter? »
Sirius
sorrise ironico e Lily capì la ragione dietro a tutte quelle
ragazze
sognanti che si portava appresso ovunque, a detta della Duchessa
Ariana.
«
Oh, quello... Beh, semplicemente dovete cedergli, Miss Lily! Lui
è
innamorato di voi e, non provate a negare, anche voi provate lo
stesso per lui ».
***
La
domenica successiva alla festa, Lily si svegliò con ancora
la forte
tentazione di strangolare Sirius Black per l'inutile consiglio che le
aveva dato. Anche se, odiava ammetterlo, su una cosa aveva ragione:
era innamorata del Conte James Potter.
Si
erano incontrati e scontrati molte volte nelle ultime estati che lei
aveva passato a Phoenix's Stone come dama di compagnia. Lo aveva
visto crescere e passare da gradasso presuntuoso ogni minuto a
gradasso presuntuoso ogni tanto, e con un cuore. Era cresciuto ed era
maturato, proprio come lei, in fondo, aveva sempre sperato.
Il
problema, però, restava nel fatto che lei fosse solo una
borghese.
Per quanto si ripetesse che se James si era dimostrato insistente
significava che non si preoccupava affatto della differenza del loro
status sociale, una piccola parte di lei non si sentiva comunque
adatta.
Era
proprio quello che stava cercando di spiegare, per la millesima
volta, al diretto interessato, che quella mattina aveva deciso di
presentarsi di buon'ora alla porta della casa dei Silente, per
parlare con lei.
«
Insomma, Lily! » sbottò, infine, il Conte Potter,
i cui capelli
erano più scarmigliati che mai. « Guardami! Sto
impazzendo...
Smettila con questa storia del Conte e della Dama di compagnia.
È
solo uno stupido titolo nobiliare, niente di più! Non ti sto
parlando da nobile, né da Conte, perché in questo
momento non sono
nessuno dei due. Sono
solo un ragazzo, che sta di fronte ad una ragazza e le sta chiedendo
di amarlo!
».
«
E sposarlo... » aggiunse, dopo una piccola pausa.
«
James » sussurrò, abbandonando anche lei ogni
formalità. « Non lo
so... Insomma, che cosa dirà la gente? »
«
La maggior parte dirà che l'astuto Conte Potter si
è assicurato una
fortuna sposando la figlia di uno dei mercanti più ricchi
dell'Inghilterra; qualcun altro dirà che siamo una bella
coppia e
avremo dei figli bellissimi... Insomma, con una padre come me... E
una madre come te, naturalmente! Non mancheranno nemmeno quelli che
diranno che hai fatto l'affare del secolo, sposando un Conte, certo.
Parleranno male di te, di me e di noi... Ma non mi interessa, Lily!
Mi interessa solo che tu stia con me! »
«
E va bene, Conte Potter, avete vinto voi ».
***
Fu
con quasi venti minuti di ritardo che Lily fece il suo ingresso nella
piccola cappella di Buchanan, la dimora dei Potter nello Yorkshire,
al braccio di un emozionato Lord Evans. Un sorriso radioso le
illuminava il volto, mentre i tiepidi raggi del sole si occupavano di
creare lo stesso effetto nel semplice abito bianco che aveva
disegnato, e poi cucito, da sola.
Vicino
al banco centrale, un altrettanto emozionato James attendeva la sua
sposa accanto a Sirius, il suo testimone, e Remus e Peter, gli altri
due suoi amici.
«
È arrivata, hai visto? » sussurrò Remus
a James, che fino a che
non aveva visto Lily entrare era convinto che non si sarebbe
presentata. Sirius non era stato d'aiuto, con le sue prese in giro e
la certezza che, come aveva ripetuto almeno dieci volte: «
Lily è
rinsavita e, probabilmente, ora sta raggiungendo la sorella in Spagna
per stare il più lontano possibile da te ».
Non
erano molte le persone che avevano risposto positivamente all'invito
per festeggiare quel giorno speciale, ma non si aspettavano nulla di
diverso. Il matrimonio di un Nobile e una semplice Borghese, seppur
di ricca famiglia, non faceva piacere a tutti i membri
dell'aristocrazia; rifiutare l'invito e non partecipare era stato il
loro modo per dimostrarlo.
Quel
giorno, però, non importava a nessuno del resto del mondo.
Che
parlassero, che sparlassero.
Non
valevano nulla, le loro parole.
Contavano
solo Lily e James, e il loro amore.
*** *** ***
Nota finale: Ammetto che la storia non mi soddisfa del tutto. Mentre scrivevo pensavo a mille cose che avrei dovuto inserire, aggiungere, allungare per far capire meglio il contesto, ma il contest per cui è stata scritta aveva
un limite di dieci pagine di lunghezza, quindi ho dovuto tagliare. Probabilmente, più avanti scriverò una long ambientata nelle varie estati in cui Lily e James si sono incontrati/scontrati nella casa di Ariana Silente, che aiuteranno a capire meglio i fatti dietro a quelli letti in questa storia.
Spero che a voi la storia sia piaciuta; se avete voglia, fatemi sapere che cosa ne pensate.
Alla prossima,
Lucy