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Autore: Chiara_LennonGirl06    09/10/2014    4 recensioni
Un bambino, un ragazzo, un uomo. John Lennon nella sua vita è stato tutto eppure si è sentito niente contemporaneamente. Quella montagna russa che era la sua esistenza ha però permesso la nascita di un mito, che non tramonterà mai.
Piccolo omaggio personale ad una presenza che mi ha sempre sostenuto ed accompagnato nel corso della vita.
Buon 74° compleanno, John.
I’ll always remember and love you.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All’uomo che ha cambiato per sempre la mia vita,
Al mio primo grande amore.
Che questo piccolo omaggio possa raggiungerti ovunque tu sia,
Buon compleanno, Johnny.




 

 

Remember what day is it?

 


 

John Lennon’s gonna change my world.


 

 

Liverpool; October 9th1940.

Un piccolo gemito si sente riecheggiare nell’aria del reparto di maternità dell’ospedale di Liverpool. Un pianto acuto, che fa sussultare la donna intenta a camminare nervosamente lungo il corridoio della sala.

E’ maschio, proprio un sano e bellissimo maschietto.” annuncia entusiasta, l’ostetrica, chiudendo dietro di sé la porta della stanza e mostrando finalmente alla donna il piccolo pargoletto avvolto nelle coperte.

Un rapido sguardo, e Mimi capisce che quel bambino, appena venuto al mondo, le darà tanti problemi. I suoi occhi, anche se piccoli e dilatati, mostrano già quell’aurea di furbizia innata, con la quale Mimi sa di doverci convivere, un giorno.

Ma c’è qualcosa nello sguardo del neonato, che è più forte di qualsiasi presagio la zia possa premeditate. Un qualcosa di unico, raro. Il suo sguardo è calamitato, le sue palpebre sgranate fanno già presagire che è un bambino vispo, attento. Lo sguardo rivolto al soffitto invece è già simbolo di un forte spirito sognatore, abituato a rivolgere lo sguardo al cielo, a quel qualcosa che sa essere più grande, ma ad una cima alla quale, abituandosi a vedere, sa di poter raggiungere.

Mimi non ha dubbi, per quanto il suo carattere gli impedisca di dirlo apertamente. Sa che quel bambino è speciale.

“Julia, ricorda bene questo giorno e non dimenticarlo mai. Da oggi il mondo conosce John Lennon!”

 


Liverpool; October 9th1950.

Zio George, Zio George!”    

Rumori di passi, scricchiolio del parquet e gioiose risatine di bambino echeggiano nella vecchia residenza del quartiere di Memphis.

“Si, John?”

L’udire la risposta non fa altro che eccitare il bambino ancora di più, mentre il divertito sguardo dello zio si posa su di lui con aria incerta.

“Insomma, vuoi dirmi che succede? E’ tutto il giorno che corri per casa ridendo.”

“Ma come, zio George. Non ricordi che giorno è oggi?”

L’entusiasmo si smorza in bocca al ragazzo nel pronunciare quelle parole. All’improvviso il suono delle sue risate non ripercorre più ogni stanza della casa, fino a quando…

“Certo che lo ricordo. Ti avevo messo alla prova, ragazzo mio, e ancora una volta hai dimostrato di essere più furbo di tutti noi.”

George, non appena finisce di pronunciare la frase, vede già il volto del nipote costellato da un raggiante sorriso. Non riesce a resistere alla voglia di abbracciarlo, di fargli cogliere il sarcasmo, che si era tanto divertito ad inserire nella sua risposta, dal momento che era quasi impossibile non ricordare una ricorrenza tanto importante. Ma soprattutto, di trasmettergli la fiducia incondizionata della sua presenza.

Già, presenza, una parola che John ai soli dieci anni, conosce fin troppo bene.

Cos’è la sua vita, se non un riproporsi di abbandoni continui e repentini cambi di programma? George è cosciente che anche lui, presto o tardi, lo lascerà da solo, con Mimi, con il suo carattere difficile e la sua serietà incondizionata, in una casa troppo grande; ma adesso non può far altro che far vivere al nipote, che siede di fronte a lui con un sorriso, un compleanno degno di essere ricordato, per vederlo felice, almeno una volta.

 


Kenwood; October 9th1965.

“John, ti prego, concentrati. Sono ore che proviamo e tu non fai altro che ridere e continuare a sbagliare.”

Paul sbuffa pesantemente, appoggiando il basso sulla poltrona affianco. E’ stremato dal lavoro, prove su prove. Vorrebbe solo cingere i fianchi di John, attirarlo a sé e fargli gli auguri nel più sorprendente dei modi.

Eppure John sembra non capire. Si guarda intorno confuso e non fa altro che mandare Paul su tutti i nervi, con la sua risata e i costanti errori che sembra si diverta a ripetere ogni volta che iniziano a suonare d’accapo la canzone.

La verità è che il chitarrista vorrebbe fare tutt’altro. Quell’anno è stato già fin troppo pesante, troppe tensioni che John avverte ancora sulla sua pelle, per pensare ancora ad incidere nuove canzoni.

John vorrebbe solo passare il suo compleanno in compagnia di Paul, l’unico che gli è veramente e costantemente vicino, l’unico che gli regala, indistintamente dal compleanno o meno, il suo amore e la sua presenza.

Eppure, nell’aria si avverte ancora il pauroso e ansioso sintomo di un timore che blocca John ad aprire la sua volontà e i suoi sentimenti al compagno.

Mai che avesse messo in dubbio una dimenticanza da parte di Paul, chiariamoci. Eppure tutti i suoi gesti e nessuna parola ad accennare la ricorrenza, mettono John in soggezione.

Potrebbe mai, Paul, dimenticare il suo compleanno?

No. Assolutamente no. Una voce si fa spazio nella mente del maggiore, una sorta di incipit che lo spinge finalmente a porre la domanda decisiva, di cui, anche se teme la risposta, sa bene che è la cosa migliore da fare in certi casi.

Paul, ricordi oggi che giorno è?”

Un sussulto, forse da parte di Paul che per la sorpresa balza in piedi, portandosi una sigaretta alla bocca.

“Si, è giovedì. Perché?”

Nessuna risposta.

La gioia e l’entusiasmo di John precipitano in un buco nero.

Come può, Paul, dimenticare il suo compleanno? Come può far finta di niente?

Non è tempo di utilizzare un ipotetico condizionale nella sintassi delle domande che John pone a sé stesso. Ormai ne ha avuto la certezza, Paul si è dimenticato di lui.

“Giusto, giovedì.”

“John, dove stai andando?”

“Hai detto che è giovedì, e in effetti mi sono ricordato di aver preso un impegno con Cynthia. Mi dispiace, Paul.”

“Si, che ti dispiace.”

In un minuto, la mano di Paul arriva a toccare la sua spalla e con decisione fa in modo che i loro sguardi, ardenti di immensa passione, possano trovarsi l’uno di fronte all’altro.

John sorride, anche se non conosce il reale motivo del perché le sue labbra si siano distese proprio in quel momento; ma lo sguardo deciso di Paul gli mette una sicurezza e una gioia innata.

“Credevi che me ne fossi dimenticato?”

Una sola domanda e il chitarrista si ritrova atterrito dalla sua stessa paura. Quella maledetta paura che la gente possa dimenticarsi di lui e di ogni cosa che lo riguarda, la stessa paura che lo ha fatto fuggire più volte dalle scelte della vita, una paura di cui John ha voglia di liberarsi.

“Si, ho creduto che insomma-“

L’indice di Paul preme con decisione sulle sue labbra, mentre con una mano gli carezza i morbidi capelli ramati.

“John, non potrei mai dimenticare il giorno in cui la mia stessa felicità è venuta al mondo e l’amore che mi hai saputo donare in questi anni da quando ti conosco. Mai.”

Una lacrima scende sul viso del maggiore, andando a bagnare la mano del suo compagno, che lo stringe di più a se, premendo con decisione sulle sue labbra.

“Buon compleanno, Johnny.” si affretta a dire Paul, prima di ritornare a baciare con passione il festeggiato.

 


New York; October 9th1980.

Sono passati ormai quindici anni, da quando le mura di Kenwood furono testimoni del più bel regalo di compleanno che John avesse mai ricevuto.

Cosa è cambiato ora, a parte una nuova casa e una nuova città?

Sicuramente ci sono stati molti cambiamenti nella vita di John dal lontano 65’ e, purtroppo, il chitarrista deve ammettere che riguardano in primo luogo Paul, il loro rapporto e tutto ciò che avevano costruito insieme negli anni.

John si ritrova a festeggiare questi quaranta anni, lontano dalla sua famiglia, dai suoi amici, lontano da Paul, che le circostanze e il tempo avevano allontanato talmente tanto che per John, ora, è quasi impossibile sperare di andargli incontro.

Non è il sarcasmo di zio George, né uno scherzo da parte di Paul a fargli provare quei risentimenti nel giorno del suo compleanno. Ma è tutta la sua vita.

John è rinchiuso in qualcosa che non sente suo, una vita frenetica che, in fondo, sa non appartenergli e, malgrado si è convinto per anni del contrario, non è immaginabile una vita senza Paul affianco a lui.

Mentre i suoi pensieri stanno pericolosamente divorandogli il proprio animo, lo squillo acuto e forte del telefono riempie, come era accaduto per il suo vagito quaranta anni prima, tutta l’atmosfera della stanza.

Il chitarrista è tentato dal non rispondere. Sicuramente si tratta dell’ennesima chiamata da parte di Zia Mimi o qualche lontano amico che si ricorda della sua esistenza solamente nel giorno del compleanno.

Eppure c’è qualcosa che lo fa scattare come una molla dal divano e in men che non si dica, John si ritrova con la cornetta del telefono in mano.

“Pronto, John?”

Nessuna risposta.

“John, mi senti?”

Silenzio assoluto.

“Mi scusi, avrò sbagliato numero.”

“No, Paul. No che non hai sbagliato numero!”

Una risposta decisa fa sussultare l’uomo dall’altra parte del ricevitore, mentre John si aggrappa con tutte le forze al telefono sperando di risentirlo parlare il più presto possibile.

“Ecco, John, vedi, io…si, insomma. Io volevo augurarti un buon compleanno.”

“Paul, ti sei davvero ricordato che giorno è oggi?”

“Si, certo. Te l’avevo detto, no? Non avrei mai potuto dimenticare il tuo compleanno.”

Una lacrima, esattamente come quindici anni prima, bagna la guancia del chitarrista, mentre ode il respiro ansioso e pesante di Paul dall’altro capo del telefono.

Con la differenza però che questa volta il compagno non è con lui, non è pronto a baciarlo e a mettere a tacere i suoi dubbi, le sue insicurezze, le sue paure. Ora Paul non è a sedere sul divano di fronte al suo, ma perlomeno se in una cosa quel ragazzo è sempre riuscito, è sicuramente dimostrare a John la sua vigile presenza, nonostante i chilometri, nonostante il fuso orario, nonostante tutto.

E John adesso vuole sapere fin dove Paul si è spinto e fin dove può arrivare. Non potrà mai avere più una simile occasione in futuro, deve saperlo ora.

“Paul, tu mi ami ancora?”

Stupore.

“Cosa?”

“Rispondi.”

“Si, John. Ti amo ancora.”

Un enorme sorriso si va a disegnare sul volto del maggiore, mentre accarezza la cornetta del telefono come a far recepire a Paul la sensazione delle proprie mani sul suo bel viso.

“Grazie, Paul.”

 


Londra; October 9th2014.

Paul è sfinito, un’altra giornata si è chiusa all’insegna di registrazioni, progetti per nuovi tour ed interviste varie. E’ da una vita che ormai i giorni passano nella totale fretta, tanto che il bassista conta le ore, i minuti, che lo dividono dal suo più che meritato riposo.

Gli anni migliori sono passati e Paul a malincuore sa che accettare questa condizione è l’unico modo per rimanere a passo con il tempo. Vorrebbe fermarsi, aggrapparsi con decisione agli anni sessanta, al suo passato da adolescente musicista, eppure non può far altro che ammirare troppi vecchi premi e ricordare i bei tempi andati.

Proprio quando il bassista sta chiudendo gli occhi per lasciarsi alle spalle i tour e quant’altro la sua carriera gli impone, la data indicata dal calendario che gli è di fronte, non gli permette di lasciarsi andare a Morfeo. Anzi, gli impone di consumare la sua ultima energia e di riflettere meglio su quei numeri scritti ad inchiostro che gli fanno di colpo accelerare il cuore.

Come ha potuto dimenticarsi di una cosa tanto importante, del compleanno di John? Come ha fatto ad esserne così indifferente per tutto il giorno?

E’ la prima volta che accade ed è proprio questo pensiero che lentamente lacera il suo cuore.

Paul glielo aveva detto, ridetto, promesso e giurato; che alla domanda del compagno: Ricordi che giorno è? non si sarebbe mai fatto trovare impreparato.

Non sono gli anni che avanzano, né la scomparsa di John, il problema. Piuttosto lo è tutta quella merda di business, affari e quanto altro che Paul deve affrontare ogni giorno, ad averlo realmente distratto da una cosa tanto importante.

Eppure mai come questa volta, Paul si sente felice, gioioso di aver ritrovato John, il suo pensiero, il suo ricordo; in una giornata come quella, che sembra non aver fine.

E per una volta, John, incoscientemente gli ha ricambiato il favore, lo ha salvato, riportandolo alla realtà e al ricordo del loro amore. Lo ha salvato, proprio come il compagno aveva fatto con lui quarantanove anni prima.

“Buon compleanno, John.”

E’ proprio in quel momento che Paul ha la strana sensazione che John non solo lo abbia ascoltato, ma  che gli sorrida concorde.

 

 


Note dell’autrice: ebbene, dopo tanto, tantissimo tempo, anche io ho fatto il mio ritorno su efp. La ragione è semplice, non potevo non pubblicare qualcosa per il compleanno di John, glielo dovevo. Ragion per cui, ho scritto questa os riportando, con dei salti temporali, i diversi compleanni che si susseguono nel corso dei suoi quaranta anni, ambientandoli in diverse situazione ma mantenendo una sorta di legame ad ognuno. Che poi ci sia riuscita o meno, non spetta a me giudicarlo.

Ringrazio la mia cara lety_beatle per la correzione, il suo sostegno e la sua immancabile presenza. Ne approfitto inoltre per rivolgere un sentito grazie a tutti coloro che seguono i miei aggiornamenti attraverso recensioni e quant’altro, siete davvero fantastici e mi motivate molto, grazie di cuore.

Spero di riuscire a pubblicare presto altri lavori, alcuni completi, altri incompleti; che sono fiduciosa di finire presto. Per quanto riguarda le mie abituali recensioni, mi metterò di impegno per almeno quindici giorni per finirle, in frattanto ne approfitto per fare i miei più sinceri auguri ad alcune delle scrittrice che stimo di più in questo forum e che stanno portando avanti delle storie emozionanti: Kia85, lety_beatle, ringostarrismybeatle e J_Marti_96; ovviamente ho seguito le vostre fan fic anche senza l’ausilio della recensione e per questo, oltre che i miei complimenti, vi porgo anche l’augurio di continuare sempre su questa strada, passerò quando prima, promesso.

Spero che questa storia vi piaccia, ringrazio anticipatamente tutti coloro che la leggeranno, e chi la recensirà.

Happy Birthday again, Johnny. :)

Alla prossima,

Chiara_LennonGirl06

 

 

 

 

  
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