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Autore: Voglioniall    09/10/2014    0 recensioni
"Feci per aprire la porta ma qualcosa, o meglio qualcuno, m'impedi d'entrare sbarrandomi completamente l'entrata. Me ne uscii con un "Ooops", colpevole, ricevendo dall'altra parte un frizzante:"Ciao". Il ragazzo che avevo appena colpito, adesso se ne stava appoggiato sullo stipite della porta e mi sorrideva amichevole. Non potei fare a meno di notare le iridi verdi che si diramavano nelle sue pupille e s'intrecciavano come fili e cirri di porpora e d'oro.
"Mi chiamo Harry, sconosciuto che prima quasi mi schiaccia e poi se ne sta imbambolato a contemplarmi. Sapevo d'esser carino ma non a tal punto, eh" terminò spalancando gli angoli della bocca come due tendine su un prato di margherite."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una fila disordinata di persone accavallate l'una sull'altra faceva da cornice all'imponente palazzo che si ergeva nello spiazzo poco distante dal parco e che non passava di certo inosservato con una scritta lampeggiante a mo' d'insegna: "X-factor". La crew del rinomato programma televisivo era arrivata e gli aspiranti cantanti non avevano tardato ad arrivare, carichi di sogni, speranze ed aspettative tra un sacco a pelo e l'altro. Il sole era davvero caldo e le transenne bollivano come l'acqua fredda in una pentola, quando le porte si spalancarono e un borbottio sommesso ne fuori usciva accompagnato dallo sbuffo dei ventilatori che mantenevano l'aria fresca e pulita all'interno. Quando la sfera gialla, che prima mi fissava con occhio vigile piazzata in cielo, fece quello che sembrò un mezzo giro, oltrepassai la soglia dell'entrata principale e dubitai della stabilità delle mie gambe. Approfittai per fare una capatina in bagno in attesa del mio turno e tra i vicoli stretti riuscii a focalizzare la scritta 'wc' così confortante, come una mano fredda su una fronte scottante. Feci per aprire la porta ma qualcosa, o meglio qualcuno, m'impedi d'entrare sbarrandomi completamente l'entrata. Me ne uscii con un "Ooops", colpevole, ricevendo dall'altra parte un frizzante:"Ciao". Il ragazzo che avevo appena colpito, adesso se ne stava appoggiato sullo stipite della porta e mi sorrideva amichevole. Non potei fare a meno di notare le iridi verdi che si diramavano nelle sue pupille e s'intrecciavano come fili e cirri di porpora e d'oro. Due buchetti stagliati agli angoli della bocca, il tutto contornato da ricci ribelli che gli ricoprivano metà fronte e lo rendevano ancora più familiare. Cercai di sillabare anche solo qualche parola perchè era evidente che ero rimasto a fissarlo per un quarto d'ora abbondante e questo non sembrava averlo turbato. Aveva l'aria sprezzante, e ciò invece, aveva fatto vacillare me. 
"Mi chiamo Harry, sconosciuto che prima quasi mi schiaccia e poi se ne sta imbambolato a contemplarmi. Sapevo d'esser carino ma non a tal punto, eh" terminò spalancando gli angoli della bocca come due tendine su un prato di margherite. 

Questo mi aiutò a riemergere dal torpore che il suo sorriso mi aveva propinato fin dentro le ossa e con gli arti fantasmi, dissi con voce roca:" Mi dispiace tanto, mh,credevo fosse libero" 

"E' tutto ciò che sai dire ad uno che stavi quasi per uccidere? Potrei offendermi" rispose con tono insolente, eppure, non riescii a far a meno di pensare che fosse la cosa più dolce del mondo. 

"In realtà, non ho molto di cui parlare, visto l'ansia che ho addosso. Fai anche tu i provini?"domandai, cercando di sviare il discorso, mentre mi concentrai sulle sue labbra, come se su di esse potesse esserci scritto il segreto che concerne l'universo. 

"Si e ti assicuro che sprizzo elettricità. Ma alla fin fine, che vada come deve andare" esordì con una scrollata di spalle e serrò le labbra. 

Il prossimo concorrente può salire sul palco. Ovunque tu sia, fai il giro da dietro. Una voce lontana squarciò il silenzio e per poco non mi misi a strillare come una ragazzina. 

"Be', credo proprio che, sia arrivato il tuo momento, Louis Tomlinson" enfatizzò il mio nome con una tale intensità da farmi desiderare di sentirlo ancora e ancora. 

"Credo proprio di si" sospirai e mi avviai verso i corridoi.

Mi girai di scatto e lo scorsi ancora lì, alla luce fioca delle lampade a neon, appollaiato sulla grande vetrata che dava sul giardino, ad osservarmi. Mimai un "Buona fortuna" rapido e poi mi incamminai a grandi passi per le vie secondarie. 

***
Un concorrente, poi un altro, e un altro ancora. Salivano i ripidi gradini che portavano al modesto palchetto, facevano la loro esibizione e poi tornavano sui loro passi, chi speranzoso, chi terribilmente pessimista. Picchiettai le dita 345 volte sul muro di cartongesso prima che una voce metallizzata pronunciasse il mio nome e il numero che, controllai ,attaccato al lato sinistro della camicetta a V. Trassi un profondo respiro e diedi un bacio in fronte a mia madre che mi strinse per qualche secondo il braccio prima di lasciarmi andare. Il cuore faceva uno strano rumore e saltellava di qua e di là come si fa sui saltarelli. Sgattaiolai dietro l'enorme tenda e un bagliore accecante mi colpì in pieno viso e d'istinto portai la mano davanti agli occhi. Intravidi i giudici ridacchiare per quel mio gesto così spontaneo e non feci che agitarmi ancora di più. Mi soffermai su piccoli particolari, come le gradinate poste a Y, l'enorme X davanti al tavolo dei giudici e le loro facce minatorie. Riconobbi la mia battuta d'entrata nello sfarfallio di un DO e portai il microfono alla bocca.

"Hey there Delilah 
What's it like in New York City? 
I'm a thousand miles away 
But girl, tonight you look so pretty 
Yes you do 
Times Square can't shine as bright as you 
I swear it's true"

Cantai con tutto il fiato che avevo in corpo ripensando alla prima volta che l'avevo sentita, insieme a mio padre, mentre nella sua ferraglia vecchia, che lui definiva erroneamente come "auto" mi portava il giovedì pomeriggio a pesca. Il motore produceva uno strano rumore, così la canzone prendeva un ritmo tutto suo che mio padre si divertiva a mimare con la bocca mentre io mi piegavo sul sedile e mi toccavo la pancia dalle risate. Portava con sè una radiolina e la poggiava sul ponte mentre l'acqua s'infrangeva sui bastoncini di legno e l'inumidiva, poi si ritraeva e, di nuovo, in una danza infinita. Guardavamo il sole tramontare e mi perdevo nella sua voce che ripeteva ancora di quanto amasse quella canzone e di quante ragazze avesse contribuito a fargli conquistare, tra cui la mamma, che però, purtroppo, non aveva capito il suo fascino, sosteneva lui. 

"Hey there Delilah 
Don't you worry about the distance 
I'm right there if you get lonely 
Give this song another listen 
Close your eyes 
Listen to my voice, it's my disguise 
I'm by your side"


Mi aggrappai al microfono spostando il peso da un piede all'altro e socchiudendo gli occhi per intravedere i giudici che mi fissavano entusiasti e parecchio divertiti sulle loro seggiole enormi. Mi persi completamente nella canzone e, chissà perchè, fui pervaso da una strana euforia, una strana voglia di continuare a cantare, come se fosse l'unica cosa che potesse tenermi in vita, l'unica cosa che mi permettesse di essere il vero Louis. 

"Hey there Delilah 
You be good and don't you miss me 
Two more years and you'll be done with school 
And I'll be making history like I do 
You'll know it's all because of you 
We can do whatever we want to 
Hey there Delilah here's to you 
This ones for you"


Spostai il ciuffo con un gesto deciso del capo che trasportò un'ondata di approvazione da parte del pubblico e un sorrisetto malizioso sul viso dei giurati. Terminai la canzone scuotendo la testa e mantenendo ancora gli occhi chiusi, le braccia incrociate sullo strano affarino in ottone che traballava sul palco liscio. Mi spalancai in un sorriso imbarazzato fingendo di sistemarmi i pantaloni e la camicia sui fianchi mentre seguì un attimo di lungo silenzio e da un:"Wow!". Strabuzzai gli occhi e prima di rendermi veramente conto di ciò che stava accadendo mi avevano fatto tanti complimenti, fin troppi e le orecchie avevano preso a fischiare e tutto intorno i colori si erano fatti grigiastri. Mi allontanai dal palco con la sensazione di aver fatto tutto bene, di avercela finalmente fatta. Scesi gli scalini a due a due e mi tuffai nelle braccia di mia madre, indietreggiando appena e andando a sbattere contro qualcuno.

Mi girai di colpo con il cappellino che ballonzolava sulle mie spalle e mimai un "O mio dio, scusami!" prima di incontare un paio di occhi verdi stranamente e piacevolmente familiari. 

"Mh, se non fosse che mi sembri terribilmente sbadato, penserei che lo fai apposta a venire sempre addosso a me" terminò, schiudendo leggermente le labbra e scoprendo i denti, di un bianco miracolosamente bianco.

Mi diede una pacca sulla spalla e si avvicinò lentamente al mio orecchio sussurrandomi un:"A proposito,sei stato grande!".

Gli sorrisi e azzardai un:" Possiamo fare una foto? Sono sicuro che diventerai famoso, hai del talento, Harry."

Lui sgranò quei meravigliosi occhi e poi fece una risatina, come il suono di mille campane messe insieme. Si appoggiò a me e sfilò il cellulare dalla mia tasca  posteriore indugiando e sospirando. Ero quasi certo che fosse stato intenzionale. Scattò una foto e potei annusare il profumo di rose e fresie che portava addosso, prima che ruotasse su se stesso e facesse una piccola corsetta verso il palco. Mi accorsi appena di mia madre che mi strattonava per congratularsi con me stringendomi in una morsa d'acciaio mentre tutto quello a cui riuscivo a pensare era il ragazzo che mi era appena sfrecciato davanti.

******

"Lou, Lou! Ma dove sei finito! Abbiamo una conferenza stampa fra 20 minuti e la tua bear....ehm, volevo dire, Eleanor ti sta aspettando in salotto."
lo sentii scimmiottare il nome della mia "ragazza" e abbozzai un sorriso.

Infilai velocemente i pantaloni controllando l'orologio che mi guardava con aria severa. Diedi una rapida occhiata allo specchio e mi arruffai i capelli sulla punta, proprio come piacevano ad Harry. Mi sistemai ancora una volta i jeans stretti sui fianchi e li arrotolai dal basso. Tuttavia, mentre mi piegavo, un foglietto di carta sgualcito ed arrotolatò svolazzò dal retro dei pantaloni librandosi nell'aria e andandosi a poggiare sulla moquette in baige chiaro. Aggrottai le sopracciglia e lo presi tra il pollice e l'indice,chiedendomi quale altra cosa si fosse inventato Niall. Era ripiegato su se stesso e la calligrafia era ben leggibile, troppo familiare. L'inchiostro si era praticamente fuso con la carta ma emanava ancora l'odore dolciastro che mi piaceva tanto. Al centro del foglietto sgualcito qua e là, campeggiava un'unica scritta. 

 
"Non so chi tu sia, Louis Tomlinson. Ma, credo proprio, che tu mi abbia rubato il cuore. Ooops!"
 
Sentii la porta gracchiare prima di aprirsi di scatto e mostrare un Harry Styles visibilmente imbronciato che indossava la sua faccia da:"C'è-Eleanor-nelle-vicinanze-se-tocca-Louis-la-fucilo-con-un-bazzuca". 

"Ti sembra questo il modo di farci aspettare?" mi chiese in tono perentorio, arricciando le labbra in un modo che avevo amato sin dal primo momento.

Alzai lo sguardo e lo fissai dritto negli occhi, e per un momento mi sembrò di vedere quel ragazzino a cui avevo quasi rotto la testa che, invece di scaldarsi, mi aveva salutato con un adorabile "Ciao!". Quel ragazzino con cui avevo tanto voluto fare una foto, imprimere lì, quel momento, sensazioni rimaste intatte, nello scatto infinito di un secondo. E, invece, ciò che provavo per lui cresceva di giorno in giorno, di attimo in attimo. 

"Louis TOMLINSON hai fatto tardi! E ora mi stai fissando imbambolato e per quanto questo possa farmi piacere perchè sei un figo della madon......" 

Gli stampai un bacio dolce, caloroso, nonostante gli scalpitii nell'androne aumentavano, nonostante il chiacchiericcio saliva, segno che qualcuno si stava avvicinando, nonostante il rischio che qualcuno aprisse la porta e ci vedesse lì,lo baciai con tutta la tenerezza che avevo riservato da sempre solo a lui. Lo presi per i fianchi mentre il suo respiro mi anestetizzava e le sue labbra si adattavano perfettamente alle mie, come se fossero state create apposta per quello. Mi staccai con non poca fatica e lo fissai dritto negli occhi che raccontavano ancora di noi.

 
"Ooops" sussurrai. 
"Ciao!" mi rispose in tono cantilenante e fu come una promessa.
La più bella e la più miracolosa che Dio avesse deciso di regalarmi. 


 

SPAZIO AUTRICE:
SONO RITORNATAAAAA!!! DOPO TRE MESI O PIU' CHE NON SCRIVEVO PRATICAMENTE NULLA E NON HO CONTINUATO L'ALTRA MIA STORIA, "THE STEPS OF LOVE", RIECCOMI DI NUOVO QUI! MI MANCAVA SCRIVERE, MA E' STATO UN PERIODO DIFFICILE E NON RIUSCIVO A TROVARE LA GIUSTA ISPIRAZIONE, QUALCOSA IN CUI CREDERE. VOLEVO FAR QUALCOSA DI SPECIALE E SINCERAMENTE NON SO SE CI SONO RIUSCITA, MA MI SONO DIVERTITA MOLTO ,CON I NOSTRI LARRY, UNA STORIA CHE AVEVO COMINCIATO QUALCHE TEMPO FA E CHE OGGI HO TERMINATO, VISTO CHE SONO BEN QUATTRO ANNI DALLA PRIMA ESIBIZIONE DEI RAGAZZI AD "X -FACTOR" COMUNQUE SIA, ORA VI LASCIO E NON MI DILUNGO TROPPO. SPERO LA TROVIATE ALMENO CARINA E SAREBBE FONDAMENTALE PER ME RICEVERE UN PARERE, QUALSIASI TIPO DI PARERE. E' MOLTO CHE NON SCRIVO E NON SO COSA ASPETTARMI, NE' SE CONTINUARE A FARLO. FATEVI SENTIRE, MI RACCOMANDO! 
UN BACIONE. XXX

 
  
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