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Autore: Bidirezione    09/10/2014    3 recensioni
Vi ringrazio per tutto ma la storia resterà inconclusa, semplicemente perchè non mi va più. Vi saluto tutti, al prossimo - se sarà - scritto lungo. Ciao ciao a tutti...
L’atteso Sequel di “Your Love is Better Than Ice Cream”!
Tanti personaggi, una città fatta di buio e pericolo, la vita che scorre senza che nessuno si accorga; questa è la loro avventura, le esistenze di figure complesse che scorrono nello spazio.
Storia di silenzi, di dolori, di affetti forti - più forti del male -, di riflessioni e di piccole azioni che hanno potere di compiere molto più di quanto nelle corde. Leggetela e non rimarrete delusi da un piccolo romanzo che spera di avvincervi e tenervi sospesi ogni fine capitolo, nell’attesa di scoprire qualcosa ancora.

SasuNaru/NaruSasu.
NB: temi forti.
Non è obbligatoria la lettura origenia però è consigliato per comprendere ogni legame tra i personaggi.
Uscita, per quanto gli impegni lo permetteranno, almeno settimanale!
Lasciate una recensione se vi fa piacere o almeno fate conoscere la storia a chi come vuoi ama i noir stupidi e lacrimoni. U.U
Genere: Erotico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Cities Cream.



District 1.



La campagna scorreva oltre il finestrino, aperto per metà, senza rumori oltre quello dello sfrecciare dell’aria lungo i fianchi del treno. Le foglie dorate degli arbusti rilucevano lontano, oltre i ripidi pendii di ghiaia al cui centro correvano le rotaie e oltre una piccola striscia di terra e rada erba che separava la campagna dalla ghiaia artificiale, sotto uno degli ultimi soli estivi che accompagnava il viaggio di ritorno; la campagna brulla, priva di vegetazione alta e rada, lasciò spazio a file di pioppi quando il treno entrò nella circoscrizione cittadina. Verdi e altissimi, coprivano la strada con una ombra leggera attraverso la quale pochi raggi filtravano.
Mancava ancora molto all’arrivo.
Sasuke non aveva fatto altro che fissare fuori dal finestrino tutto il tempo, ignorando Naruto e l’imbarazzo.
Non avevano deciso nulla, nemmeno ne avevano parlato, per cui ogni futuro era immerso nella incertezza totale e Sasuke non voleva proporre subito le questioni.
Gli dava fastidio che Naruto fosse saltato su con lui senza spiegargli nulla, come se tutto fosse semplice e non ci fosse nessun problema da risolvere; Sasuke invece era pieno di paure su come sarebbe stato da li a breve. Come diamine avrebbe fatto a vivere Naruto! Domande che il biond-scemo sembrava non porsi.
In realtà a Sasuke turbava il biondino stesso; lo turbava la svolta di coppia che aveva preso la sua vita e aveva paura di cosa potesse significare.
Aveva terrore di una relazione stabile, aveva paura di avere vicino come mai aveva avuto una persona, non voleva rischiare di perdere la indipendenza. Ecco, era proprio quello il problema.
Sasuke non voleva smarrire l’indipendenza, l’unica cosa che gli rimaneva in quella città schifosa, e una relazione gli pareva potesse essere deleteria perchè non ne aveva mai provata una; il biondo davanti a lui con le cuffie e gli occhi chiusi si coloravano di catene se lasciava strada al pessimismo che lo permeava.
In quei momenti non ricordava cosa cosa aveva pensato, il piacere che aveva provato nell’aver vicino una persona mentre viveva nei suoi pensieri, l’affetto che fissare Naruto perso nelle sue faccende mentre scriveva o mentre pensava o ascoltava musica o... Aveva scatenato in lui rendendolo felice di esser immerso in sè ma con la certezza di aver qualcuno vicino per quando avesse bisogno; non lo ricordava perchè sennò non avrebbe avuto i timori di perdere la solitudine, che credeva esser la sola a renderlo vivo.
Forse avrebbe imparato a convivere, pensava per rassicurarsi.
Decise che era meglio interrogare Naruto per provare a tranquillizzare la sua testa.
- Quindi che farai ora?
Naruto aprì gli occhi e si levò una cuffia. - In che senso?
Sasuke dovette reprimere la voglia di tirargli contro la valigia.
- A vivere, dobe, cosa vuoi che intenda?
Naruto sollevò il mento in gesto di assenso e scoppiò in una calda risata felice: - Non so, cercherò un lavoro subito dopo l’arrivo... In poco dovrei essere a posto, qualcosa troverò! E se non ti dispiace troppo, approfitterò di casa tua per dormire fino a quel momento - gli fece l’occhiolino - mentre sopravvivo con i risparmi che ho da parte!
Naruto distese la testa sul poggiolo del sedile e sospirò mentre Sasuke tamburellava con le dita, infastidito dalla nonchalance con cui Naruto si era catapultato in casa sua, ignaro di cosa potesse significare per Sasuke doverlo ospitare e dover spiegare a Itachi chi fosse quel pompato...
Digrignò i denti e sbuffò, tornando a rivolgere lo sguardo fuori, non aveva ottenuto risposta. Si intravedevano i primi segni del buio cementificato della città nelle ampie strade a doppia corsia che correvano parallele al treno e inquinavano la terra semplice della campagna; i raggi del sole che cascavano sul cemento ne erano assorbiti mentre si diradava la selva di mezzo che resisteva in pochi punti, solo dove gli alberi erano più fortunati nell’individuare qualche nutrimento tramite lunghe radici. Gli altri alberi erano meno fortunati: ne restavano solo rami e basi dei tronchi tagliati per lasciar spazio all’uomo
- Perchè hai deciso di venire, nonostante tutto?
Sasuke era riuscito a chiederglielo. Naruto giocherellava con i cavetti delle cuffie, torcendoli tra pollice e l'indice e facendoli scorrere tra le dita tozze, respirava e non rispondeva mentre Sasuke osservava il peso del progresso tornare a pesargli sulle spalle.
- Non ti volevo abbandonare! - battè una mano sulla coscia - Mi giudicherai un idiota però volevo tornare con te e starti vicino perchè io ti - Un colpo repentino di tosse di Sasuke coprì la voce di Naruto - e non intendo lasciarti più! Mi giudcierai una rottura, un peso ma non mi frega perchè finchè non mi scaccerai ti seguirò con discrezione non facendo nulla che possa dispiacerti... Vorrei darti l’appoggio che ho capito ti è mancato, cancellare il brutto di quello che ti grava.
Sasuke sorrise e Naruto pensò che fosse felice di aver sentito quella risposta; in realtà Sasuke sorrideva per l’ingenuità del biondo amante. Privarlo di cosa lo attanagliava era una parola, i fatti che la realizzavano di certo non erano alla sua portata nonostante non lo comprendesse mentre pronunciava quella frase.
Sasuke sorrideva paterno come di un figlio che sogna troppo in grande, ancora altezzoso verso Naruto pur col tempo passato assieme.
Sasuke ripensava a Orochimaru, a Itachi, alla difficoltà di realizzare sè, alla vuotezza di un’esistenza al limite dell’umanità che in lui si rifletteva in vacuità e acidità apatica, ripensava alla bonaria faccia di Naruto e sorrideva. La malinconia traspariva dagli occhi socchiusi e sognanti, non fissati su alcuna cosa, e lo faceva sorridere.
Naruto era un burlone e gli piaceva per quello, anche se non capiva davvero quanto profondi erano i mali... gli piaceva; era la sua anima giocherellona e superficiale che lo faceva stare bene anche senza che riuscisse a farsi comprendere. Accettava quel dazio per star bene e non chiedeva più di ciò che poteva uscire delle capacità di Naruto, non si approfondiva e nascondeva quanto più poteva di fronte a quegli occhi cristallini.
Naruto sorrise in cambio e rimise la cuffietta, Sasuke abbandonò la malinconia ed estrasse il libretto dal borsello. Scrisse per il resto del viaggio, lo chiuse solo nel momento in cui dal finestrino entrò la luce fioca dei primi lampioni e il mondo tornò a essere completamente schiavo dell’uomo. Non vi era più erba, solo cemento; la luce azzurrina della notte si espandeva in ogni dove ombreggiando marciapiedi e case e nascondendo alla vista il peggio della città.
Quando entrarono in stazione, dal finestrino videro i primi edifici a dieci piani ergersi in una serie di file progressive, lungo la linea della collina su cui era nata la città, che gettavano ombra sulla precedente e culminava in due grattacieli le cui punte erano toccate in prospettiva dalla falce di luna prospiciente la città. Erano gli ambienti ospedalieri della città, dove vi era solo la crema dell’ambiente sociale e dove il verde dei parchi, curati con acqua rugiola mescolata a banconote, introduceva a un piccolo pezzo di purgatorio.
Sasuke non andava mai nel girone alto, dove soggiornavano gli angeli decaduti ignari di esserlo e convinti di essere sempre in Paradiso, perchè quando usciva preferiva mischiarsi al momdo della stazione, dei piccoli pub, dei parchi con siringhe e cemento come monumenti.
Il treno fischiò obsoleto e si fermò con i freni che stridevano, la gente si trasse indietro sulla banchina per non essere toccata dalle scintille rosse che dalle rotaie schizzarono; Naruto scese, valigie in mano, e respirò l’aria di città, guardò verso la cima del paese assaporando il fresco.
Sasuke non si fermò, valigia in spalla, e camminò rapido fuori dalla stazione, inseguito da Naruto che gli corse dietro per recuperare il terreno perso.
Sasuke era tornato.

Trasse fuori dalla tasca il cellulare e chiamò un taxi per tornare a casa. La città era uguale a come la ricordava, elettrica e spenta. Gli edifici grigi, che di notte erano ricoperti di una patina bluastra come il profondo mare al largo da qualunque terraferma, avevano i mattoni a vista, l’intonaco caduto agli angoli imbiancava la base, ed erano coperti di piccole crepe e fratture, i tetti mancavano di tegole; i marciapiedi luridi di vecchie immonidizie erano pieni di macchie nere acide e si alzavano quando le radici di un salice, piantati come recupero urbano senza conoscere le caratteristiche degli alberi che erano, irrompevano sotto il cemento crepandolo e alzandolo.
Nei vicoli bui, i palazzi erano cresciuti troppo ravvicinati nascondendo intere porzioni di città e obbligandole a non vedere mai la luce, la gente scorreva evitando le luci dei marciapiedi e a ttendendo che qualche estraneo vi passasse per vendergli droga a poco; in questi vicoli le grate tenevano fuori dai palazzi gli indesiderati mentre dentro dormivano in piccoli appartamenti tutti uguali, tutti con le stesse carte da parati strappate in alto e la moquette gialla piena di cenere, gli uomini inferiori che popolavano la città e la facevano vivere delle pulsioni vere e invisibili a chi credeva la città fosse tutta nella parte alta. Erano loro che la mantenevano in vita, camminando piegati a compiere il lavoro che permetteva a qualcun’altro di vivere felici, sprecando il tempo per lavori inutili e drenanti l’anima; tutti dormivano ogni notte perchè esausti per riuscire a sentire il rumore degli scarafaggi che scorrevano come un fiume la notte.
Se non eri di lì non notavi queste cose che la notte copriva di blu; Naruto non le vedeva sicuramente ma Sasuke era troppo abituato per non sapere bene la realtà.
Non voleva tornare in quella città per così tanti motivi. Da subito, appena messo piede, aveva sentito l’oppressione di un ambiente umano nervoso, coi denti scavati nelle gengive dallo scorbuto e le dita perennemente in bocca a masticare le pellicine, che nutriva parassiti e distruggeva i corpi di chi era obbligato a circolare sotto l’asfalto recando come Atlante sulla schiena il peso ripartito con gli altri poveri condannati della città.
Suo fratello lo aspettava da qualche parte in alto, diabolico nella cura dei soldi che le mani gli permettevano avere.
Sasuke spinse Naruto sul taxi e chiuse la portiera, diede l’indirizzo di casa al tassista e appoggiò la testa al sedile mentre Naruto, appoggiando i palmi al finestrino, osservava lo scorrere frenetico delle luci di insegne della Grande Via Bassa; era piena di negozietti pulciosi, dove ogni cosa era trattata, piena di locali, il corrispettivo al negativo della Grande Via Alta che dal secondo distretto superiore conduceva alla coma della collina.
La GVB invece partiva da fuori la città e portava ai quartieri neutri, quelli al livello zero sul mare; scorreva prima per i quartieri peggiori, passava la stazione e saliva fino a piazza della Libertà, snodo centrale della collina. Dall’altro lato la città era speculare; Sasuke non la conosceva molto ma sapeva che era uguale a cosa aveva visto di persona.
Il tassista fermò l’auto e il tassimetro. Sasuke pagò e scese di fronte al cancello di una casa colorata di verde, a pochi passi dalla Piazza, con due finestre al piano superiore e nient’altro che i ricordi sulle facciate.
Itachi non si era mai trasferito perchè gli piaceva fare ogni giorno la GVA e ripercorrere i passi della ricchezza, della opulenza che penetrava in lui andando a lavoro; Sasuke odiava quella casa.
Naruto e Sasuke si fermarono sul cancello qualche minuto, fissando uno la casa e l’altro la luna radiosa sopra i grattacieli ospedalieri.


N/A.
Ben ritrovati signori, signore, utenti di EFP!
La primissima long da me pubblicata ha finalmente un compagno fresco fresco, che non sarà probabilmente allo stesso livello perchè la trama si è fatta più ostica da sviluppare e il sottoscritto con la capa non combina a seguirla però spero che possa comunque piacere. XD
È cambiato completamente il contesto: da spiagge e serate si torna a lidi più consoni a penso molti di noi, tra città vita quotidiana esami... Non so qanto possa piacere però si segue ciò che la trama richiede per essere svelata! Quindi non prendetevela con me. XD
Una nota: non sarà segnata da rosso perchè, per onestà, ammetto che non ci saranno - il meno possibile, si intende idealmente nessuna - scene sessualmente esplicite. È una precisa scelta per due ragioni: mi sono stufato di scrivere scene erotiche avendo raggiunto la saturazione e, siccome scriverle mi provoca tedio e mi rallenta notevolmente, ho preferito eliminarle dove non necessarie ma anche in quei casi sarà più il fatto capire che non il detto; secondo, vorrei che a seguire questa fic fossero solo coloro che cercano una trama, banale e brutta ma pur sempre trama, e non uno sfogo. Capisco chi lo fa per questo certo solo che... Vorrei che a leggere si cercasse prima di apprezzare l’impegno nell’offrirvi qualcosa di più oltre il sesso... (?)
Le enormi note son finite, andate in pac... Ah, se vi va passate a lasciarmi qualche recensioneeeeee se vi aggrada o se volete criticare o dar consigli qualunque cosa sarà graditissima :3

Bye bye,
Bidirezione.





   
 
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