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Autore: Taka_97    10/10/2014    0 recensioni
Due ragazze lontane. Una storia d'amore finita, ma non dimenticata.
È il ricordo della ragazza dagli occhi stupendi che aiuta la ragazza dal cuore spezzato a tornare ad essere felice.
Il ricordo si basa sul giorno del ritorno. Del giorno in cui la ragazza dal cuore spezzato decide di voler fare i conti col passato, riprendendosi l'amore della sua vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Passarono tre anni da quel giorno. Era il 27 Aprile del 2017. La ragazza dal cuore spezzato decise di passarlo nello stesso modo. Di rivivere il passato, secondo dopo secondo. Alle cinque suonò la sveglia. Come allora non riuscì a chiudere occhio. Si alzò dal letto e si preparò raccogliendo ogni briciolo di coraggio e lasciando da parte la paura. Quel giorno non doveva aver paura. Uscì di casa con la borsa a tracolla e si rifugiò in macchina. Accese la musica e iniziò a guidare. Guardò un paio di volte il telefono. Aveva voglia di scriverle. Era da due anni che aveva voglia di farlo. La bella ragazza dagli occhi stupendi e dal profumo inebriante. Non la sentiva da parecchio e le mancava davvero. Posò il telefono e non ci pensò più. Si concentrò sulla musica, sulle canzoni e sulla tabella di marcia che aveva in testa. Era in perfetto orario. Si fermò nello stesso autogrill. Comprò lo stesso pacchetto di gomme da masticare e se le mise in borsa. Andò in bagno e sospirò. Tornò nel suo angolo di paradiso e mise in moto ricominciando a guidare. Arrivò all'ora esatta. Quel parcheggio. Le lacrime salirono agli occhi di quella ragazza, ma non le lasciò uscire. Non poteva. Non ancora. Scese e si soffermò a guardarsi in giro. C'era tutto. Le macchine parcheggiate, le persone e il rumore della strada, ma non c'era la ragazza dagli occhi stupendi. Camminò per avviarsi al bar. Saltò il gradino ed entrò. Si mise nel centro esatto del piccolo bar e restò ad occhi chiusi per cinque minuti. Girandosi ogni tanto. La gente la guardava, ma a lei non importava. Non in quel momento. Teneva le mani in tasca. Le aveva fredde e si sentivano sole anche loro e fece di tutto per riscaldarle. Riaprì gli occhi e uscì. Ripercorse quelle strade. Guardò quei cartelloni e pensò a quella ragazza. Al sorriso che aveva e alla felicità che riempiva la macchina. Parcheggiò nuovamente. Guardò l'ora e si lasciò sfuggire un sorriso. Il programma era nella norma. Uscì e s'incamminò. Era come l'ultima volta. Era come quella volta. Poca gente e i negozi ancora chiusi. Fece lo stesso giro. Entrò negli stessi negozi. Lesse le stesse insegne e si fermò a guardare la sua ombra negli stessi punti. Non c'era neanche il bambino fastidioso. Si sentiva sola, e in realtà lo era, ma non ci fece caso. Era riuscita a conviverci per due anni. Si rimise in marcia raggiungendo velocemente i giardini che adorava tanto. Iniziò a camminare. Si fermò a guardare il laghetto. Quelle tartarughe che nuotavano. Per un attimo pensò di volersi tuffarre con loro. Voleva essere un animale osservata da tutte le persone. Senza pensare al passato, al presente o al futuro. Con questi pensieri folli in testa si ritrovò in mezzo al vialetto a camminare. Guardava quei bambini sui grilli. Pensò a quello che la ragazza dagli occhi stupendi le scrisse il giorno dopo e sorrise malinconica. Camminò per qualche ora, guardando ed ammirando ogni posto, ogni strada ed ogni persona. Il posto in cui persone folli facevano foto a scooter o persone a caso. Passò sotto quei portici e si strinse nelle braccia. Guardò l'orologio e decise di tornare indietro. Passando per i giardini vide la loro panchina. si sedette in silenzio portandosi una sigaretta in bocca. Rimase minuti a fissare il vuoto. A pensare solo a quella ragazza. Ma poi scelse di ripartire. Iniziava ad aver paura. Ma la ripose nel suo cassetto e tornò in viaggio. Si fermò nel bar vicino alla casa della ragazza dal profumo inebriante. Entrò e si sedette al tavolino. Chiese un Estathè alla pesca. Il barista l'aveva riconosciuta, ma le aveva fatto la grazia di non avvicinarsi. Non voleva parlare. Non ancora. Prese il the ancora mezzo pieno e lo rispose nella portiera della macchina. Andò a mangiare in quel ristorante. Era sola. Finì e andò in bagno e finalmente si lasciò andare. Pianse. Pianse tutto quanto. Tutta la solitudine che aveva provato in quei due anni. E Pianse l'amore che continuava a provare per la ragazza dagli occhi stupendi. Ma poi si riprese. Si asciugò le lacrime e uscì da quel bagno. Tornò in macchina e guidò per pochi chilometri. Si fermò davanti a quella casa. La sua casa. Suonò il campanello e la voce della madre ruppe il silenzio. Il silenzio che continuava a seguirla da secondi, minuti, ore. Giorni e anni. La ragazza dal cuore spezzato rispose a bassa voce ed entrò. La madre la salutò. L'abbracciò. La fece entrare in quella casa che le sembrava così diversa, ma anche sempre la stessa. Lo stesso odore. Il suo profumo era ovunque. La madre era sparita in quel corridoio che aveva percorso parecchie volte. La ragazza dal cuore spezzato restò in piedi vicino alla porta. Era una strategia. Se la paura l'avesse presa di sprovvista sarebbe scappata. I pensieri furono interrotti nel vedere la ragazza che invadeva i suoi sogni sbucare dalla penombra. I loro sguardi s'incrociarono immediatamente e il cuore spezzato della ragazza iniziò a risanarsi lentamente. Non c'era bisogno di parlarsi. Né di chiarire qualcosa. Solo di guardarsi. Le si avvicinò lentamente. Pochi passi. Le gambe iniziarono a tremarle, ma si fece forza. "Ciao." uscì dalla bocca della bellissima ragazza che aveva di fronte. Aveva pensato per due anni cosa avrebbe potuto dirle. Ma non ce la fece. Non ci riuscì. La prese tra le braccia e la strinse forte. Così forte da sentire il fiato mancare. Si staccò e la ragazza che aveva visto per due anni solo nei suoi sogni la prese per mano e la portò in camera. Quella camera. Il letto, le scrivanie, i muri, le scritte e i pupazzi. C'erano ancora. C'era tutto. Si sedette sul bordo del letto, di fianco a quella ragazza. Parlarono per ore. Erano conversazioni senza senso, ma il loro sguardo diceva tutto. La ragazza dal cuore rinato all'improvviso disse: "A cosa serve una vita se non puoi viverla con la persona che ami? Mi manchi." La ragazza che la stava facendo andare in estasi col suo profumo rimase in silenzio. Qualche lacrima iniziò a rigare il suo viso. Il suo bellissimo viso, che in due anni non era cambiato. Come allora si allungò e passò il pollice sulle sue guance e le asciugò ogni minima lacrima. Le posò un bacio sulla guancia, ma quando la ragazza la guardò non ce la fece a resistere. Ne posò un altro sulle sue labbra. La ragazza che la stava facendo impazzire ricambiò. Ed era dolce. Era come il primo. Era travolgente, bello e la stava guarendo. Lo stava facendo ancora. La guardò e le sorrise. Era un sorriso vero. E lo doveva solo alla ragazza che stava amando più di ogni altra cosa al mondo. Solo un altro bacio ancora. Solo un altro sguardo. "Ti amo.". Uscirono quelle parole come un uragano in pieno. La ragazza che aveva riniziato a vivere rimase a bocca aperta, ma poi rispose: "Ti amo.". La ragazza dal profumo inebriante aveva incollato i pezzi del suo cuore con un semplice parola. Il passato era tornato. Ma si era mischiato al presente. La ragazza dagli occhi stupendi sta sorridendo pensando a questo ricordo. Si gira e stringe tra le braccia la ragazza che aveva aiutato a sorridere. Le posa un bacio nei capelli spettinati e posa la testa sul suo petto. Chiude gli occhi crogiolandosi nel calore dei loro corpi, cullate dal loro amore.
  
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