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Autore: noemi_virginia    10/10/2014    0 recensioni
"sii te stesso anche se agli altri non sembrerà abbastanza" -Calum Hood
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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*POV NOEMI.VIRGINIA* La mattina passò in fretta e nel pomeriggio decidemmo di andare a fare shopping visto che quando siamo venute in Australia non ci eravamo portate tanti vestiti. *POV NOEMI* Un negozio. Di più di cento negozi, ci colpì uno in particolare. Entrammo, era pieno di vestiti che avrei comprato tutti se solo avessi avuto abbastanza soldi e tempo. Dopo aver girato un po’ un vestito nero abbastanza elegante attirò la mia attenzione, lo presi subito, andai nel mio camerino per misurarlo e, a essere sincera mi stava perfetto. Metteva in risalto le mie curve che tenevo quasi sempre coperte da enormi felpe. Mi piaceva anche perché, essendo non più lungo delle ginocchia, si potevano vedere perfettamente le mie gambe che non erano così male come pensavo. Mi faceva salire un po’ di autostima, cosa che non capitava spesso, quindi senza pensarci troppo lo presi e poi, ricordandomi di non avere un paio di scarpe adatte a quel vestito, uscii dal camerino per cercarle. Passai tra molti scaffali dove c’erano stivali, scarpe da ginnastiche, sandali, poi in lontananza vidi delle scarpe che sembravano avere il tacco. Mi avvicinai e un paio di scarpe nere, con il tacco anche abbastanza alto, mi rapirono lo sguardo. Me le provai di corsa anche se avevo tutto il pomeriggio, mi piacevano e si abbinavano con il meraviglioso vestito. ‘Perfetto’ esclamai felice. Girai per circa un’altra mezzoretta, comprai tante di quelle cose che non sapevo più dove metterle. Poi, soddisfatta delle spese, mi avvicinai alla casa dove notai subito virginia che aspettava che la commessa, in panico, finisse di fare il conto della montagna di vestiti presenti sul bancone. Scoppiai in una fragorosa risata che contagiò anche lei, poi mi misi in fila io e quando arrivò il mio turno pagai svuotando il mio borsello. *POV VIRGINIA* Io comprai due vestiti in un negozio molto grande.Il primo vestito era nero senza spalline con una lunga scollatura dietro che appena lo avevo provato mi sembrava che quel vestito non era indossato da una ragazza con le gambine e le braccine piccoline. Il secondo era invece turchese,questa volta con le spalline e che all'altezza dei fianchi si allargava ed era lungo fino a ginocchio. In un altro negozietto ho comprato una grande camicia scozzese verde scura e nera. Poi tornammo a casa piene di buste colorate e con due sorrisi che partivano da un orecchio all'altro. *POV VIRGINIA* Mentre tornavamo da quel grande negozio pieno di sogni, Noemi ha tirato fuori dalla tasca della felpa un pacchetto di sigarette Malboro e se n'é accesa una...Appena mi sono girata per vedere un negozio dall' altra parte della grande strada piena di bar e vari locali,l' ho vista con tutto quel fumo che le usciva dalla bocca e subito mi sono ricordata, con quel mal di gola e la mia mente che mi ripeteva di continuo di non piangere, di quando eravamo piccole e dicevamo sempre 'mi prometti che non fumerai mai?' 'Si' e univamo sempre i mignolini per giurare di mantenere ciò che avevamo appena detto, mi scese una lacrima che piano piano mi rigò il viso. Avevamo 14 anni quando mi disse ' ho provato a fumare' e io un po' triste dal fatto che avevamo fatto una promessa e lei l'aveva infranta le chiesi 'e ti é piaciuto?' 'no' allora sollevata dalla risposta le ricordai di non farlo piú e lei me lo giurò. Di nuovo. E ora? Ora non ho solo una lacrima che bagna il mio viso ma tante gocce amare che scendono da due occhi che non riescono a vedere il mondo che mi circonda. Lei preoccupata dal modo in cui la guardavo spense quella cosa che aveva fra i denti e mi disse 'te lo avrei detto uno di questi giorni ti giuro... Scusa' 'non so se capisci quello che mi hai appena fatto... Ti ricordi i mignolini, le promesse,quelle parole dette piú volte quando eravamo piccole?' 'si ma eravamo piccole, ti ho detto scusa non puoi dimenticare?' 'No non posso scusa ma io non voglio che tu ti faccia del male e per di piú l' ho scoperto da sola e non da te' 'Scusa lo giuro non lo farò piú se tu non vorrai' questo vuol dire che tutte le volte che abbiamo giurato tu non hai mai promesso per davvero e anche quando abbiamo unito i mignolini non lo hai mai fatto sul serio' 'no scusami non ho pensato alla promessa scusami per davvero e poi non avrei mai pensato questa tua reazione' mi prese per mano e mi portò in un vicoletto dopo che si era accorta che c'erano tantissime persone che ci stavano guardando 'scusami ma io non volevo' mi ripeté e cercò di abbracciarmi ma senza rispondere me ne andai piangendo e sperando che nessuno aveva visto la scena. *POV NOEMI* Avrei dovuto dirglielo. Eccome se avrei dovuto dirglielo. Io fumo, non da tanto, solo da pochi giorni prima del trasferimento, ma ora che è diventato un vizio, non riesco più a smettere. Si ok, ci potrei provare anche solo per non farla stare male, ma tanto il guaio era già stato fatto. Se n'era andata, mi aveva lasciata in quel vicoletto da sola e chissà dove era ora. Non avevo paura ma passare dal vedere un film sul divano con la tua migliore amica a stare sola in un vicoletto buio non era una cosa che tutti speravano di provare insomma. Ero scossa, una parte di me diceva che la vita era la mia, e che visto che ormai ero quasi maggiorenne e vivevo da sola in teoria potevo fare quello che volevo, ma un'altra parte mi faceva sentire un fitto al cuore e mi diceva che stavo sbagliando, che lei lo faceva per il mio bene e che avrei dovuto dirgli quella cosa prima. 'Come sono stupida.' Pensai. 'Ora che cazzo mi invento?' Avevo così tanti pensieri, non riuscivo a domarli, era come se qualcosa avesse preso il sopravvento su di me. Forse era paura per il fatto di non risolvere qualcosa, o forse era perché ormai l'orologio segnava quasi le 8, si stava facendo buio, e stare sola in un vicoletto isolato proprio non mi pareva il caso. Pensando a quello che avrei potuto fare la serata e forse addirittura anche la notte,mi misi seduta su uno scalino di quello che pareva un vecchio negozio abbandonato che si trovava lì. Mi sembravo tipo una barbona che però aveva appena speso un casino di soldi in un negozio di vestiti, H&M, da come faceva capire la busta. Tra tutte le cose comprate, c'era anche una felpa, di quelle grandi che ti coprono tutta, e visto che iniziava a calare la sera e di conseguenza a fare freddo, decisi di indossarla. Appena infilata, mi sembrò di stare sotto alle coperte a casa. Poi però un pensiero più preoccupante, scacciò via tutti gli altri: se veramente Virginia non sarebbe tornata a casa per la notte o avrebbe fatto tardi, io dove avrei dormito? A quel punto mi venne da rabbrividire, non per il freddo, ma solo pensando a dover passare la notte fuori casa, in una grande città, che conoscevo a malapena. Immediatamente mi alzai, presi tutte le buste, e andai alla ricerca di un posto, dove avrei potuto mangiare, con i pochi soldi che mi erano rimasti. *POV VIRGINIA* Sto ancora piangendo. Non ci posso credere che mi ha fatto questo. Per cena sto tornando a casa ma oggi l'autobus sembra più vuoto delle altre volte. Arrivata nel vialetto di casa ho cercato le chiavi per un po' e visto che di solito arriva sempre Noemi a casa per prima e lascia sempre aperto ho dovuto faticare un po' con quella vecchia serratura. Entrata in quell' posto un po' triste per via dell'orribile ma semplice gusto degli "arredatori" dell' agenzia, per cena ho preso dal frigo un insalata già pronta e direttamente dalla busta l'ho mangiata sdraiata sul divano girando per i canali di quella TV un po' vecchia,sperando che Noemi non fosse venuta a casa. Dopo "cena" mi sono messa un maglione vecchio, ma che mi piaceva davvero tanto nonostante la sua larghezza e il suo color grigio un po' scolorito. Appena ho girato l'angolo distratta da un gatto randagio che attraversava la strada illuminata da un solo lampione vidi che davanti a me si era fermato un ragazzo alto e moro che mi guardava dall' alto e subito mi scusai 'scusami è che sono arrabbiata e triste perchè la mia migl-' ma che sto dicendo 'scusami' e dopo quella figuraccia mi sono scansata e ho continuato a camminare guardando terra. 'Continua ' mi disse e subito mi girai e lo guardai negli occhi color marrone scuro 'perchè?' ' perchè mi piace la tua voce,comunque piacere io sono Calum' oh che bello si chiama Calum 'io sono Virginia..' ' Vuoi unirti a me?' Oddio e ora che faccio? 'Beh si dai forse mi aiuterà a dimenticare' continuammo a camminare uno di fianco all'altra e dopo avergli spiegato tutto quello che era successo tra me e Noemi mi prese per i fianchi e mi abbracciò. Penso che non mi staccherò più da lui, il suo abbraccio, quello si che mi fa dimenticare bene. Ho pensato tra le sue braccia che mi avvolgevano tutta. Dopo aver camminato per tanto tempo mi chiese 'Dove abiti?Devi tornare a casa subito?' Si beh sono stanca e vorrei dormire visto che domani mi tocca una lunga giornata di scuola 'Nono perchè?' Risposi subito 'ti andrebbe di venire da me questa notte?' E come faccio con il pigiama lo spazzolino i vestiti per domani?e noemi? 'Si è perfetto per me'. *POV NOEMI* Sono più di dieci minuti che giro e alle 8.27 di sera, ancora non ho trovato qualcosa da mangiare? "È possibile che a quest'ora non ci sia nessun tipo degli hot dog, dei panini o dei gelati in giro con il suo bel carretto?' La fame mi stava facendo diventare più aggressiva e faceva solo peggiorare la situazione. Odiavo tutto in quel momento. Penso che peggio di quel modo non si poteva stare, al freddo, a stomaco vuoto e sopratutto dopo aver litigato con la tua migliore amica. Che urto 'perché deve sempre capitare tutto insieme?' Solo dopo aver finito la frase mi sono resa conto che stavo urlando, e che alcuni ragazzi intorno a me, avevano iniziato a guardarmi con facce strane pensando che forse mi ero fatta qualche canna o ero ubriaca. Ecco. Forse si poteva stare peggio di quel modo. Il telefono mi vibrò, 'Magari è Virginia che si è scusata' dissi, perché in un certo senso volevo fosse lei. Cercai il telefono nella borsa maledicendomi di essere così disordinata, ma dopo un po’ che frugavo in quella cosa che assomigliava più a una casa, presi il telefono, lo sbloccai e notai che il messaggio non era di Virginia, ma della 3. Lo rispensi facendo una smorfia per poi rimetterlo in tasca. Rabbrividii un po’ per il freddo dal quale la felpa non riusciva più a proteggermi e un po’ dall’ ansia di tante,tante cose. L'orologio del mio telefono segnava le nove precise. Erano 3 ore che non la vedevo, non erano tante ma abbastanza da sentire la sua mancanza. Mi misi le mani in tasca e SENZA AVER MANGIATO mi diressi verso un parco per bambini, dove però la sera non andava mai nessuno. C'era un cancelletto alto la metà di me chiuso con un lucchetto 'Ma io dico no, sto cancelletto riuscirebbe a scavalcarlo pure un fietto di due anni e voi lo chiudete addirittura con un lucchetto?' Pronunciai queste parole a bassa voce mentre scavalcavo, o meglio alzavo prima un piede e poi l'altro. Entrai nel parco e sentii un altro brivido per il freddo. Che odio. Poi però non pensando più a niente, mi misi a sedere sul pratino, accendendo una sigaretta e infilandomi le cuffiette facendo partire un po’ di canzoni a caso. Poco dopo mi ritrovai sdraiata a guardare il cielo. 'Che bello' pensai tra me e me. Il pratino era umido ma a me non importava, ero tipo ipnotizzata da quel cielo blu scuro notturno dal quale spuntavano tante stelle. Sembrava il soffitto della mia camera. Ad un certo punto mi si levò una cuffietta, o meglio qualcuno mi tolse una cuffietta. Mi girai di scatto sempre sdraiata, e vidi un ragazzo che mi disse 'Ehy scusa, non volevo spaventarti, ma non è che hai un accendino?' Io gli dissi di si sforzandomi a capire quello che stava dicendo visto che non mi ero ancora tolta l’altra cuffietta 'ehm tranquillo comunque ecco a te' 'che fai qui da sola?' All'inizio volevo dirgli di farsi i cazzi suoi e che avevo già troppi problemi, ma dopo che mi sorrise, mi 'rilassai' e gli spiegai quello che era successo 'vedi, come tu hai capito, io fumo e a causa di questo ho litigato con la mia migliore amica che dice che non vuole che mi faccio del male, poi ce lo avevamo promesso, ma dopo che me l'hanno offerta e ho provato per la seconda volta, già era diventato un vizio al quale non potevo fare a meno.' Lui si girò per buttare fuori il fumo della sigaretta che aveva appena acceso, poi mi guardò di nuovo, in quel momento mi scese un'altra lacrima, involontariamente, non volevo piangere davanti a lui. Ad un tratto, non sentii più freddo, non avevo più fame, non pensavo più nemmeno a Virginia, tanto sapevo che prima o poi ci avrei rifatto pace. Tutto questo perché mi stava abbracciando. E io invece di andare via, di rifiutarlo, lo strinsi più forte. C'era contatto. Stavo abbracciando uno sconosciuto, una persona che non avevo mai visto prima, e stavo anche piangendo. Che mi stava prendendo? Ad un certo punto mi staccai, ' va meglio?' 'Decisamente' risposi, 'ne avevo proprio bisogno di un abbraccio in quel modo’ le risposi, lui sorrise, stavolta aveva la luce della luna in faccia e io mi accorsi di quanto fosse bello. Non che prima non l'avessi notato, solo che ora si vedevano meglio anche i particolari. I capelli erano biondi come i miei, aveva gli occhi azzurri, le fossette come Ashton e un piercing al labbro, che appena vidi mi fece mordere il labbro. Poi tornai sul suo sguardo, e notai che era arrossito forse per il gesto involontario che avevo appena fatto . Era tutto così bello e imbarazzante allo stesso tempo. Gli sorrisi per togliere la tensione ma notai che ora era lui che stava squadrando me, vedevo il suo sguardo che passava tra i miei capelli che erano sciolti e disordinati,per poi attraversare il mio corpicino. Strinsi i pugni cercando di non farmi notare nascondendo le mani nella felpa. 'Allora, a che ora devi tornare a casa?' 'Ehm veramente non torno a casa...non devo...non posso.' Lui non mi fece domande ma penso capì. 'Ah, perfetto..cioè no, non è perfetto però se vuoi io ho un letto libero...e abito da solo' lo guardai e gli sorrisi 'si può fare' lui mi sorrise e mi fece segno di saltargli sulla schiena, adoravo stare lì quindi non me lo feci ripetere due volte e montai sopra. 'Comunque sono Noemi' 'Luke'. Dopo circa dieci minuti che camminavano, no, che camminava, arrivammo davanti a una casa molto simile alla nostra da di fuori. Entrammo e lui mi fece scendere. Sinceramente, non sapevo chi fosse, mi aveva solo detto che si chiamava Luke, poi non sapevo più niente, ma non mi importava. Entrammo e mi buttai sul divano pieno di cuscini con una coperta aggrovigliata alla fine. ' no dico tranquilla fai come se stessi a casa tua' rise 'tranquillo, non c'era bisogno che me lo dicevi' risposi ridendo e poi tra una cosa e l'altra, ci sdraiammo sul divano a raccontarci un po’ di noi. 'Che bella serata' dissi,' non me lo aspettavo di dormire in una casa' lui scoppiò in una risata. Poi mi si avvicinò,mi bacio la fronte e mi disse sottovoce 'buonanotte' 'notte Luke'. *POV VIRGINIA* Siamo arrivati davanti a casa di Calum e subito dopo essere entrati da una porta un po' vecchia e di un colore scuro ha acceso la luce e siamo saliti di sopra dove mi ha fatto vedere la sua stanza arredata solo con un letto matrimoniale una scrivania giusta per farci entrare un libro e il computer. La cosa che mi ha colpito di più è stato un basso nero con uno smile disegnato con lo scoach isolante bianco appoggiato a terra accanto al letto. 'suoni il basso?' 'si' adoro i ragazzi che suonano un o strumento 'tu?' 'si il pianoforte ma in questa casa ne ho uno piccolo e vecchio' 'poi mi fai sentire come suoni?' 'Si, solo se tu ora suoni per me' prese il basso e comincio a suonare una canzone scritta da lui. 'È bellissima' 'grazie -posò lo strumento- non l'aveva mai sentita nessuno' 'come si chiama?' 'Out of my limit' Visto che ero stanca dopo tutta la strada che avevamo fatto ho pensato subito di sdraiarmi sul suo letto e lui mi ha seguita, due minuti dopo ero appoggiata con la testa al suo petto muscoloso e dicevamo 'hai conosciuto qualcuno in questi primi giorni di college?' 'si solo Michael e frequentiamo solo qualche corso insieme e anche lui é nuovo, e tu?' 'Solo tu' com'era dolce quando mi guardava negli occhi con le sue iridi nere e profonde 'sono un po' stanca' 'dormi' 'e tu che farai?' chiesi mentre mi toglievo la felpa e rimanevo in canottiera 'ti guarderò..Vuoi qualcosa di mio per dormire?' 'si grazie' allora si alzò dal letto e aprì l'armadio prendendo una sua maglietta e un paio di boxer 'spero che vadano bene-sorrise- di solito non metto pigiami per dormire' 'grazie mille Cal' andai in bagno e mi misi i suoi boxer come pantaloni e la sua maglietta nera con sopra scritto "less than Jake" e tornai in camera e lo vidi seduto sul letto che messaggiava e sorrideva osservando quello schermo illuminato 'chi è?' 'Un amico' 'ok'.Provavo una strana sensazione da quando mi aveva abbracciata per la prima volta, come se avevo trovato la mia anima gemella, tolse il telefono e mi chiese se volevamo vedere un film e anche se ero troppo stanca per stare sveglia avrei fatto di tutto per stare con lui 'per me va bene' allora scendemmo e sul divano e vedemmo un film ma dopo dieci minuti di quel film un po'noioso mi addormentai. Non voglio alzarmi per andare a scuola e sto molto comoda con la testa nell'incavo del suo collo .Aspetta un attimo perchè siamo a letto? Fino a tre minuti fa eravamo sul divano a vedere il film e ora non più.'buongiorno piccola' 'buongiorno Cal' 'come mai siamo a letto e poco fa stavamo vedendo il film?'. 'Ti sei addormentata e ti ho portata su in braccio'mi baciò sulla fronte e mi indicò la sveglia che segnava le 8.45. Mi agitai ma lui mi tranquillizzò dicendomi che ci mancavano i professori le prime due ore. *POV NOEMI* 'Si ok, gli ho dato la buonanotte, ma io dove dormo?' Pensai tra me e me. Si era scordato di dirmelo e ora io stavo vagando in giro per il suo salotto senza sapere ne dove andare, ne cosa fare. Decisi di salire al piano di sopra, dove era andato lui, c'era un lungo corridoio con alla fine una porta accostata dalla quale uscivano spiragli di luce. Mi avvicinai senza pensare. Già, senza pensare. Aprii la porta e 'o mio dio' mi fermai per deglutire 'non ci pensavo, scusa' paonazza uscii dalla stanza indietreggiando, era in boxer e io avevo appena fatto una figura di merda, che però aveva i suoi vantaggi. Mamma mia che fisico, non era esagerato ma non aveva nemmeno la solita pancetta. 'Che figura di merda' dissi tra me e me ancora rossa in faccia. Erano le 23.57. Non so perché guardai l'ora ma fu una mossa involontaria. Passarono due minuti, poi la porta della famosa stanza si aprì e uscì Luke con una maglietta un po’ rovinata dei Green Day e sinceramente, per quanto sta maglietta poteva essere bella lo preferivo senza. Naturalmente non glielo dissi e mi limitai a guardarlo e a lasciargli un sorriso delicato. 'Allora perché sei salita?' 'Ehm vedi io volevo cercare di capire dove dormirò questa notte' 'Ah ecco, anche perché se non avevi un motivo valido per salire e vedermi in box...' sorrise. Risposi 'Non lo sapevo io..' lui mi si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia. Boh in un certo senso mi faceva strano il fatto che avevo conosciuto un ragazzo in una sera, stavo per Dormire a casa sua conoscendolo appena e mi lasciavo anche baciare dopo averlo visto in mutande. Non riuscii a finire di pensare perché lui mi lanciò addosso una sua maglietta grigio chiaro che mi faceva da camicia da notte con la quale, probabilmente avrei dovuto dormire. Poi mi prese per mano, e mi trascino dentro la stanza che dopo quello che era successo chiamai 'stanza delle figure di merda'. 'Bella stanza!' esclamai. Lui annuì sorridendomi ma continuando a guardare la stanza. Il letto era matrimoniale e pieno di cuscini di tutti i colori e le dimensioni. C'era un armadio vicino alla finestra e una scrivania vuota con sopra solo un computer. Sulle pareti c'erano vari posters di cantanti famosi. Il mio sguardo cadde poi su una chitarra appoggiata tra il muro e la scrivania. 'Ei ma tu suoni' 'già, ma ormai è da tanto che è li, non la uso praticamente più' 'perché? ' 'in realtà non lo so, ho sempre meno tempo e...' sembrò non trovare le parole quindi decisi di sorridergli senza chiedere altro. Mi avvicinai alla finestra per guardare dove sbucava, ma due mani mi presero i fianchi da dietro e mi buttarono sul letto. Mi tirai su per velocemente cercando di capire cosa era successo e vidi Luke che rideva piegato come un deficiente . ' ma sei scemo di tuo o da piccolo hai sbattuto la testa per caso?' Dissi mentre mi trattenevo dal ridere. Continuava a ridere sempre di più probabilmente per la faccia da ebete che avevo. Così mi avvicinai al letto e presi il cuscino più grande che C'era. 'Ehy Luke', lui rispose tirandosi su mentre si asciugava le lacrime dal ridere 'Cos-' non riuscì a finire la frase che si ritrovò un cuscino in faccia. Adesso ero io quella che non smetteva più di ridere dopo la faccia che aveva fatto quando aveva realizzato il fatto che stava per prendere una cuscinata. Ero distesa sul letto e non riuscivo più a smettere di ridere 'Tu' mi indicò ridendo 'tu nemmeno ti immagini con chi ti sei messa contro ' 'io?' Risi. 'Si esatto, tu' dopo che pronunciò quelle parole, presi due tre cuscini e scappai andando al piano di sotto mentre sentivo che lui mi stava correndo dietro. Mi sentii arrivare una cuscinata da dietro, poi mi prese in braccio e mi buttò sul divano sedendosi vicino a me. La guerra era finita. Lasciammo un respiro profondo in coro, poi ci guardammo e 'Allora, che film vediamo ora?' 'Mm scegli te, io vado a prendere le patatine in cucina' dissi. 'Perché tu hai le patatine, vero?' 'Io? In casa Hemmings non mancheranno mai le patatine' rise. Risi anche io e mentre lui accendeva la tv io mi recai verso la cucina. Aprii il primo sportello che c'era e fortunatamente trovai subito quello che stavo cercando. Ritornai in sala. 'C'è solo questo' 'vediamo dai' risposi. * dopo un po'* sento qualcuno che mi accarezza la guancia. Mi sveglio. 'Ma che stavo dormendo?' 'Sembra di si e pare anche che tu mi abbia scambiato per un cuscino' disse. Io risi ma con una faccia assonnata. In effetti non capivo niente di quello che stava succedendo. Lui capendo che io stavo praticamente dormendo, mi prese in braccio e mi portò al piano di sopra quando alla fine delle scale mi lasciò, io di mia spontanea volontà andai nella camera di prima, mi misi sotto le coperte e chiusi gli occhi. Riuscii comunque a capire le sue parole 'hai deciso che dormiamo insieme? Bene sono contento ' disse mentre si infilava anche lui sotto. Io risi e poi crollai in un sonno profondo. * la mattina dopo * ehy… ehy è ora di andare a scuola, sono le 7.00, ti devi alzare' mi lasciò un bacio sulla guancia e uno sulla fronte. Cavolo che bello. Non mi ero mai svegliata così bene e contenta per andare a scuola. Vidi che lui era già vestito, gli lasciai un bacio sulla guancia anche io e poi ancora mezzo insonnolita andai in bagno, mi cambiai e nell'arco di una mezzoretta ero pronta per uscire di casa. Lui aveva la macchina quindi per arrivare a scuola non ci impiegammo tantissimo. Arrivati a scuola, scesi, gli lasciai un altro bacio sulla guancia e mi recai verso l'ingresso pronta ad affrontare 5 ore di lezioni sperando, più o meno di non vedere Virginia
   
 
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