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Autore: were_all_dead_now    10/10/2014    2 recensioni
"Qualsiasi cosa io voglia fare, lui è lì per me: sia quando si trattava di fare un disegno, da piccoli, sia per ciò che facciamo adesso. E io ho sempre provato ad esserci per lui.
Sapere che, lì fuori, c'è qualcuno che crede così fortemente in ciò che fai è fantastico." - Gerard Way.
OS ispirata dalla canzone 'Brother'.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gerard Way, Mikey Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice .

Io non so cosa mi spinga a scrivere OS, quando ho mille capitoli della long che mi aspettano. O forse lo so. Ma dare sempre la colpa a Gerard non mi sembra corretto. Questa volta ammetto le mie, di colpe, e ammetto di essermi lasciata trascinare per l'ennesima volta da una canzone fantastica, contenuta in un album altrettanto bello.
L'OS è scritta dal punto di vista di Gerard (duh!), ed è una sorta di dialogo interiore. Anche se non sono brava a definire ciò che scrivo.
In ogni caso ci tengo a dire che viene un po' ripercorsa la loro vita, sin da quando erano piccoli, poi attraverso la band, i momenti più bui, e lo scioglimento. Spero sia abbastanza chiaro, ma so di aver scritto una cosa un po' "ermetica". 
Il resto lo lascio a voi, insieme alla storia stessa. Fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio - Claud.


BROTHER

'Cause I believe that every night there's a chance we can walk away.
So hold on tight ,
because I won't wait too long in the drums of the beating rain.

 
 


Abbiamo sempre così tanta paura di sbagliare.
Temiamo i giudizi, cerchiamo di fuggire le pressioni, ci preoccupiamo per tutte le volte in cui verremo messi alla prova, e crediamo di star affrontando il peggio.
Ma, alla fine, cos’ha valore?
 
Quando avevo sette anni mia madre mi proibì di uscire di casa per andare a giocare al parco, perché era già il secondo omicidio che veniva consumato vicino al lago.
Io e mio fratello ci cucimmo sopra una storia, e lui mi guardò con quei suoi occhi limpidi che luccicavano in modo vacillante.
Stavo chino su un pezzetto di carta e vi calcavo sopra con la matita, per paura che quella luce potesse sfuggire via dal suo sguardo, se l’avessi deluso.
 
Qualche anno dopo avremmo visto il nostro primo concerto insieme.
Gli Smashing Pumpkins sul palco, noi che cantiamo ogni riga fino a farci mancare il fiato, la testa che gira, la folla che urla, e il resto non ha davvero importanza.
Mikey, accanto a me, si volta e mi sorride. Una frazione di secondo, e la vita è lì che ti pulsa nelle vene.
 
Avessimo saputo che un giorno saremmo stati noi ad incitare la folla…
 
Poi i pugni, gli occhi chiusi velocemente per la paura di un mondo che gira con troppa veemenza,
la gola che brucia, le ginocchia sbucciate, e le promesse fatte alle persone a cui vuoi bene che diventano quelle che sai di non poter mantenere.
Senti di avere un’àncora dove prima c’era il cuore, quando ti accorgi che una barca che affonda porta giù con sé tutto l’equipaggio.
 
Adesso non ho più sette anni, e vedo gli occhi rossi di mio fratello che mi supplicano di aiutarlo. Di aiutarci. Non luccicano più, e non importa quando forte posso calcare con la matita sul foglio, perché so che non ci basta più ciò che ci bastava prima.
Non ho sette anni.
Non siamo più chi eravamo prima.
 
La notte condividiamo una squallida camera di Hotel, io mi butto alle sue ginocchia e lo supplico di riportarmi indietro a quei giorni in cui sapevamo ancora cantare forte, e non avere paura.
Restiamo svegli tutta la notte al ritmo della pioggia che batte forte sul corrimano di metallo.
Puoi riportarmi a casa?
 
Il resto è così chiaro nella mia mente da farmi sorridere ogni volta, ripensandoci.
Ci risolleviamo dalla polvere e i giorni diventano di nuovo giorni. Io riesco a ricordarli tutti.
Gli occhi di mio fratello possono di nuovo brillare sotto le luci del palco, anche se non come una volta, anche se non con la stessa potenza.
Lo guardo e, adesso che è un adulto, mi ricordo di quando costruivamo mondi tutti nostri in cui vivere. Penso a come non ho mai smesso di essere il fratello maggiore, anche quando non sapevo come esserlo in modo giusto.
 
Gli Smashing Pumpkins mi risuonano ancora una volta in testa quando decido di mettere fine a ciò che fino ad allora era stato la mia vita.
Mikey abbassa lo sguardo, lo posa sul suo avambraccio, e un tatuaggio gli ricorda che ciò che è stato, non smetterà mai di essere.
 
Nel buio della mia camera torno indietro sui miei passi.
Nella nitidezza del presente, capisco quanto sfocato fosse il passato, e vado oltre, e ritorno ad un garage un po’ umido e ad una band che non sapeva ancora come essere tale.
Prima di essa, solo i ricordi di quando da ragazzo studiavo nello scantinato per l’esame finale del college, e dei Pumpkins in concerto. Mikey accanto a me. Mikey nella nostra camera con i suoi occhi da bambino.
 
E forse è un po’ troppo tardi per capirlo, ma abbiamo sempre così tanta paura di sbagliare da non accorgerci che le cose per cui ci preoccupiamo maggiormente, sono quelle che smettono presto di avere importanza.
Il resto, quello che delle nostre vite sacrifichiamo ogni giorno, quello che schiacciamo sotto il peso di paure inutili, è ciò che ci rimane quando tutti vanno via.
Non è un lavoro svolto in modo corretto, non è un giudizio ottenuto, non è ciò che gli altri hanno sempre fatto di noi, ma ciò che noi abbiamo saputo fare con le persone che ci hanno amati.
 
E’ saper prendersi cura di chi è disposto a prendersi cura di noi.
Saper provare affetto, e provare a farlo in modo giusto.
E anche se a volte, la notte, in uno squallido hotel, non riusciremo affatto ad essere il fratello maggiore che avremmo voluto essere, continueremo ad avere un fratello minore con gli occhi che sanno luccicare, e che aspetta solo di guarire insieme a noi.
 
E se alla fine c’è qualcosa che ha un valore, allora è proprio questo.
 
 

"If my brother hadn't been in this band when I started it, I don't know if I'd have got through it all."   - Gerard Way


 
  
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