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Autore: I m a witch    10/10/2014    2 recensioni
"Cammino per la strada affollata eppure mi sento solo.
In mano una sigaretta a metà, sulle spalle una chitarra più usurata di me, nelle orecchie delle cuffie che intonano un’eco lontana.
Sollevo gli occhi per un istante ed è lì che tutto inizia ad avere senso.
Ci siamo visti.
Vedi?
I nostri occhi si sono appena incrociati… e io…
Per la prima volta mi sento forte, pur essendo i miei piedi ben piantati nel terreno.
E nelle orecchie quella canzone… ora riesco a distinguerne le parole:
-Strangers passing in the street
By chance two separate glances meet
And I am you and what I see is me-"
Prima classificata al contest "Let's influence by music" indetto da MaryScrivistorie sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  echoes
 





È maledettamente difficile vivere.
Vivere come un artista, poi, è quasi impossibile.
Sei come un albatros, che vola in alto nel cielo, sempre più in alto.
Da lassù sei in grado di scrutare ogni cosa: gli animi delle persone, il mare infinito. Le caverne del tempo, smeraldine.
Le senti, le eco?
Sono nella tua testa, provengono dappertutto.
Raccontano di mondi lontani nel tempo e nello spazio.
Luoghi mai visti, posti ben precisi persi in labirinti infiniti di corallo.

Una volta a terra, però, il tuo mondo crolla come un castello di carte.
Così fragile, sei così fragile sulla terra, quasi quanto sei forte nel cielo.
Gli artisti devono vivere in cielo, per poter raccogliere le stelle e farne arte, danzare con esse. Devono accarezzare gli arcobaleni e dipingere con essi la propria musica.
Volare intorno al sole e prenderne la luce.
Lasciarsi scaldare.
Sulla terra c’è solo freddo.

Siamo re dei cieli, buffoni in terra, beffeggiati da chiunque.
Lo disse anche Baudelaire, ricordi? Lo sai?
Per sentito dire, immagino.

Cammino per la strada affollata eppure mi sento solo.
In mano una sigaretta a metà, sulle spalle una chitarra più usurata di me, nelle orecchie delle cuffie che intonano un’eco lontana.
Sollevo gli occhi per un istante ed è lì che tutto inizia ad avere senso.
Ci siamo visti.
Vedi?
I nostri occhi si sono appena incrociati… e io…
Per la prima volta mi sento forte, pur essendo i miei piedi ben piantati nel terreno.
E nelle orecchie quella canzone… ora riesco a distinguerne le parole:
 
Strangers passing in the street
By chance two separate glances meet
 And I am you and what I see is me


Sì, è così. Sono te, tu sei me. Insieme siamo noi, ma guardandoci… ci specchiamo.
Anche tu sei un albatros stanco di volare, vero?
Te lo leggo in quegli occhi disillusi -color smeraldo-, lo percepisco dal tuo viso spento.
I nostri visi, vedi?
Hanno ripreso a illuminarsi, inconsciamente. Così, altrettanto inconsciamente, mi avvicino a te.
Ti porgo una mano, senza nemmeno pensare alle conseguenze.


 
And do I take you by the hand
And lead you through the land
And help me understand the best I can
 

Sì, aiutami. Ti prego, aiutami. Aiutiamoci, cerchiamo di capire insieme questo mondo disonesto. Tu sei bella, sei meravigliosa, so di esserlo anche io. Non lasciamoci piegare, sporcare, umiliare, svilirci.
Non abbassiamo gli occhi, di fronte agli altri.
Perché loro non saranno mai capaci di volare intorno al sole, ma noi sì.
E non faremo certo la fine di Icaro.

Come siamo finiti, qui?
In questo limbo, sospeso a metà fra cielo e terra.
Mi guardi con quegli occhi cristallini, mi sorridi.
Sei così bella, chiara, pura.
Ti sporcherò, lo so già, ma sono troppo egoista per curarmene.
Iniziamo a ballare lì, in mezzo a quella strada grigia, senza curarci delle persone che ci indicano, che scuotono la testa, che ci fissano o che ridono di noi.
Improvvisamente quella strada non è più grigia e quella canzona acquista un senso.

Sono felice di averti incontrato, Pink.
  
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