Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: edoardodamico1896    11/10/2014    1 recensioni
Questi scritti sono solo il racconto di un viaggio perduto nella mia mente, sono frutto di essa e di un'elevata introspezione.
Rileggendo controvoglia queste pagine riesco solo ad intravedere la nauseante storia di un particolare folle.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Inizio con il presentarmi a tutti.

Sono Pascal e non intendo presentarvi dove vivo perchè capisco possa interessare a pochi o a nessuno.

Sono uno studente, cerco di capire un pò i meccanismi attraverso versi ad inchiostro scritti in una pagina bianca.

Mi scuso sin da principio per la brevità dei miei testi, ma non voglio riempire le vostre menti di notizie inutili.

Vorrei esporre proprio un pensiero che oggi attraverso un avvenimento mi è balenato in testa.

Mi trovavo da un'orologiaio e fissavo tutti quegli orologi che segnavano l'ora.

Alcuni erano funzionanti mentre altri erano completamente fermi.

In mezzo a tutti questi macchinari si trovava il banconista, che in seguito ho scoperto essere lo stesso orologiaio, che accoglieva il mio sguardo e quello della persona accanto a me con un bel sorriso da marketing.

Chiesi la commissione e lui andò a lavorare nel suo ufficio.

Pensai: "Chissà quale teoria hanno gli orologiai del tempo".

Ora, ripensandoci, arrivo alla conlusione affrettata che trovandoti in mezzo a tutti quegli arnesi meccanici diventi come loro e ti rendi conto che tutto è sotto il tuo controllo.

Riflettendo però ipotizzo che un orologiaio ha più probabilità di perdere la cognizione del tempo di altri.

Questi servi del tempo sono abituati a scandire tutto attraverso un movimento di lancetta e si riempiono sicuramente la testa di teorie e supposizioni sul tempo.

Suppongo che questi nel loro tempio del tempo si sforzino continuamente di mantenere sottocontrollo il tempo stesso.

So di aver ripetuto tante volte le stesse parole, ma poco m'importa.

Basta, ho detto abbastanza.

Il mio cervello ha abbandonato questa teoria e l'ha accantonata.

Proprio oggi invece ho rivisitato un posto che ormai sento mio: una piazza della mia città.

In quel luogo sono sepolti segreti e avvenimenti che mi hanno cambiato, che mi hanno condizionato.

Comincio ad avere gli occhi umidi.

Respiro.

Forza.

Coraggio.

Non mi soffermerò su tutto quel che è successo in relazione a quella piazza perchè intaccherebbe la mia mente e non voglio indurre la mia psiche a lesionarsi.

Forse sono troppo protettivo.

In ogni caso il ricordo che ho avuto è stato di un tocco morbido, di un sapore di labbra, di un luogo abbandonato dal signore, di una macchina azzurra, di un profumo.

I ricordi a volte insegnano e a volte inducono a sbagliare ancora.

Se il ricordo è nitido ed è stato piacevole allora tendiamo a rifarlo.

Se il ricordo è sfocato ed è stato piacevole vogliamo comunque rifare le stesse azioni.

In caso contrario se il ricordo è spiacevole non lo riproviamo più.

Sono troppo condizionato ed ora spero di non esser uscito fuori tema.

Finisco per ora.

Non vorrei che la mia psiche si lesionasse per il troppo pensare.

Ecco, così parlavo ai miei lettori.

Loro mi conoscevano come Pascal, ma io ero ben altro.

Non intendo mettere tra virgole o altro lo scritto che ho condiviso con questi.

Ora provo confusione su ciò che sto dicendo.

Sono patetico.

Provo un pò di dispiacere, ma forse è solo la canzone che ho messo di sottofondo che mi sta influenzando.

Ho provato a staccarla, ma niente, ho dovuto riavviarla.

Mi piace immaginarmi come una massa, che può mutare a suo piacimento nel suo mondo.

Nel mio universo riesco a creare le cose più fantasiose e strane, riesco ad avverare i miei sogni, e mi dispiaccio del fatto che non sono intrappolato in esso.

Infatti posso uscirne quando voglio e posso anche trasferire delle qualità nel mondo reale condiviso tra tutti noi.

Non è una cosa così particolare.

In fondo ognuno di noi ha un mondo a parte dove si sente un dio.

Tento di cambiare la mia personalità sulla base di ciò che mi circonda.

Tutto questo pensare mi distrugge, ma continuo.

Entrati nel mio mondo che chiamerò "Regno" ogni cosa può essere fantastica e orribile.

Credo che sia una fortuna che io non riesca ad estirparmi da esso, sennò vivrei solo nella realtà che i miei predecessori mi hanno lasciato e che i miei contemporanei continuano a plasmare.

Plasmare.

Ora lo dico, non ho mai pubblicato da nessuna parte quello scritto e neanche l' ho ideato tempo fa.

Tutto ciò che ho scritto è uscito adesso dalle mie dita e dal mio cervello.

Ho un senso di colpa gigante.

Spero sia solo l'inizio di un meraviglioso viaggio.

In ogni caso piacere, il mio nome è Pascal.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: edoardodamico1896