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Autore: Subutai Khan    12/10/2014    3 recensioni
Post-gioco.
Sembra un giorno come un altro, alla Future Foundation. Touko Fukawa sta rientrando in sede da un compito di routine quando... boooooom.
Divertitevi assieme a lei.
(Semi-spoiler se non si conosce Dangan Ronpa 2)
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyouko Kirigiri, Makoto Naegi, Touko Fukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Tu sai che non dovremmo fare quel che stiamo facendo, vero?”.
“Certo. E tu lo sai?”.
“Certo”.
“Bene”.
“Bene”.
“Perché ti sei fermato, Naegi?”.
“C-come perché? Perché...”.
“Taci e riprendi da dove ti sei interrotto”.
“Ma... ma... Kirigiri-san...”.
“Makoto Naegi, non ti permetto di iniziare per poi lasciarmi a bocca asciutta. Saresti un maleducato come non ne ho mai visti prima”.
Porca miseria. Porcaccia la miseraccia.
Quello a cui sto assistendo... neanche nei miei libri. Che normalmente erano per un target piuttosto basso, quindi non scendevano mai troppo nei dettagli.
Ma una scena del genere l’ho sognata tante volte, sia come protagonista sia come spettatrice. Ora sto avendo la possibilità di adempiere al secondo ruolo.
Tokyo, uno dei pochi edifici adatti ad ospitare la sede principale della Future Foundation. Future Foundation di cui sono membro effettivo da pochi mesi, vista la riluttanza delle alte sfere per la faccenda di Genocider.
Stupida seconda personalità. Non potevo trovare un modo migliore per manifestare la mia rabbia verso tutto e tutti?
Va beh, chissenefrega. Torniamo al piatto forte.
Stavo rientrando con un plico di documenti, che al contrario del solito non ho sbirciato. Mi sono alzata male oggi e non avevo voglia di farmi i fatti di emeriti sconosciuti.
Attraversando il piccolo corridoio che collega l’ingresso agli uffici ho sentito dei rumori strani provenire dai suddetti uffici.
Mi sono un po’ allarmata. Non è così infrequente l’incursione di qualche pazzo, residuo della grande visione che quella squilibrata di Junko Enoshima ha deciso di regalare al mondo. Ed essendo che stiamo al primo piano non è difficile sfondare le finestre e fare irruzione.
Appoggiato il faldone per terra, mi sono avvicinata guardinga alla porta che era rimasta socchiusa.
Ed ecco.
Makoto Naegi e Kyouko Kirigiri... avvinghiati uno all’altra, contro il muro, mani che si muovevano convulsamente sopra e sotto i vestiti. Le giacche delle loro divise per terra, accartocciate in un angolo.
Maledetti maiali pervertiti. Volete farmi morire d’invidia, ammettetelo.
Da qualche tempo girava voce che questi due se la intendessero, in tutti i sensi. Mi è capitato più di una volta di vedere Hagakure e Asahina scambiarsi strani sguardi d’intesa quando si cominciava a parlare di vita sentimentale. E in alcune occasioni ‘sti due zozzoni accampavano evidenti scuse, nientemeno che in orario di lavoro, per assentarsi uno dietro l’altra e sparire chissà dove.
Credo a fare le prove generali per questo.
Guardali. Guardali! Sudati, accaldati, fermi da pochi secondi ma con ancora l’espressione di chi vuole farsi una galoppata in piena regola.
Ehi, lo sapete che in questi casi ho il linguaggio di uno scaricatore di porto. Lo sportello per le lamentele è in fondo a destra, subito dopo il cesso.
E comunque questi svergognati sono completamente senza pudore. Di giorno, in pieno posto di lavoro, si mettono a slinguazzarsi in questa maniera.
Cosa darei per far sì che, al posto loro, ci fossimo io e il mio cavaliere bianco.
“M-ma... ma se arrivasse qualcuno? Stavolta n-non siamo... al riparo...”.
“Avanti, non farmi fare l’infodump. Sono tutti fuori per almeno l’intera giornata, abbiamo l’ufficio a nostra disposizione”.
“M-ma... ma...”.
“Mi sta passando la voglia, Makoto. E sai cosa vuol dire questo”.
Non appena lo dice lui si impanica. Comincia ad agitare le braccia come una gallina muove le ali quand’è spaventata. Devo dedurre che le conseguenze non siano piacevoli.
In tempo zero le è addosso con abbastanza slancio da rischiare di farla cadere, ché era lui ad essere spalle al muro. La cosa non mi meraviglia.
A quanto ne posso capire lo deve aver tipo minacciato di morte.
Le loro labbra si saldano come neanche avessero usato la fiamma ossidrica, e persino da qui riesco a vedere le lingue che danzano. Ohi, sono una scrittrice e mi pare normale usare queste ridicole frasi.
Tale è l’impeto di Naegi da far sì che le posizioni si invertano, cioè che sia Kirigiri a finire contro la parete. Chiamatela deformazione professionale, ma si muove con una tale concitazione da darmi l’idea di avere altre tre paia di braccia. Tentacolari.
Sotto la gonna. Sotto la camicetta. Sulla cravatta che viene sbrigativamente rimossa.
Lei perde i pezzi a un ritmo forsennato, mentre lui è ancora quasi del tutto vestito. Devo ammetterlo, mi avessero parlato in linea ipotetica di uno scenario del genere avrei immaginato esattamente l’opposto. Non che Naegi non possa essere un amante focoso e passionale, non è questo... più che altro pensavo che a lei piacesse essere sempre in controllo, in ogni ambito.
La minaccia di morte ha proprio fatto scoppiare la sua libido, a quanto pare.
Sssssh, stattene buona amica V. Non farmi fare figuracce con Byakuya-sama quando mi vedrà.
“Vedo che... hai messo la testa... a posto...” ansima lei, a corto di fiato, una volta che il loro contatto più approfondito si interrompe momentaneamente.
“Non p-potevo... permetterlo...”.
“Su... saresti solo... rimasto a stecchetto... per un mese...”.
“Una tragedia!”.
Trattengo davvero a stento una risata. Alla fine non ci ero andata poi così tanto lontana.
Una parte di me mi sussurra, querula, che quanto sto facendo è sbagliato. Immorale. Irrispettoso della loro privacy. Dice che dovrei andarmene e ripassare fra almeno un’oretta, quando spera che avranno finito di fornicare come conigli.
Le rifilo un figurato calcio sugli stinchi. E un altro. E un altro. E un altro. Finché non rantola per terra, sconfitta.
Io da qui non mi muovo, stronza. Hai capito?
Se mai il mondo si rimetterà in piedi, questa scena finirà per direttissima come gran finale del libro con cui ritornerò trionfalmente sulla scena editoriale. Al diavolo il rating, vorrà dire che mi metterò a scrivere porno puro e semplice.
E quindi non mi sposto di un solo centimetro, osservandoli ipnotizzata.
Finalmente, dopo sin troppi minuti, sono entrambi come mamma li ha fatti. E ullalà Naegi, non ti credevo così... grosso.
Ragazza fortunata, Kirigiri.
Assimilo tutto come una spugna: tecniche, gemiti, movimenti, ordine in cui le cose vanno fatte. Voglio essere pronta e all’altezza quando finalmente prenderò Byakuya-sama, lo sbatterò su un letto e scaricherò su di lui anni e anni di frustrazione. Sessuale e non.
Rimango particolarmente colpita quando lui le alza la gamba per... ehm, entrare meglio. Pensavo fosse una situazione presente solo nelle doujinshi, e invece la realtà resta sempre al passo. Fra l’altro non la facevo sufficientemente snodata da poterlo mettere in pratica. Non so, l’ho sempre vista come il tipo imballato e poco adatto per le acrobazie.
Devo decidere se la cosa mi piace o no. E soprattutto allenarmi a fare altrettanto, che allo stato attuale una manovra del genere mi slogherebbe il bacino. O quel che l’è.
Ci danno dentro di brutto e presto l’intero piano viene figurativamente sommerso dalle loro urla. No, non è un’esagerazione. Urlano proprio.
Meno male che la Foundation occupa l’intero palazzo, altrimenti sai il divertimento.
Da quant’è che non lo facevate, voialtri? Sembrano una ninfomane e uno affetto da satiriasi che non scopavano da dieci anni. Oh, scusate se sono stata volgare nella mia testa. La prossima volta non succederà.
Poi concludono, e contro ogni pronostico non vengono assieme. Si lasciano scivolare contro il muro, esausti.
Bene bene, è stata una giornata proficua e...
Oh santi numi, che succede? Kirigiri, ancora boccheggiante, si alza dal suo giaciglio e si avvicina... alla porta.
Si avvicina a me.
Mi ritraggo.
“Fukawa, so che sei lì. Un consiglio da amica: che quanto hai visto non giunga ad altro orecchio. Non una sola parola. O troverò il modo di fartela pagare”.
“C-che cosa? F-Fukawa-san... ci ha spiato?”.
“Non te ne sei accorto, Makoto? Era così evidente...”.
“No, non me ne sono accorto. Altrimenti non avrei potuto... ecco, come dire... essere tanto... intraprendente...”.
“Quanto sei carino quando fai l’ometto cascato dalle nuvole”.
Opporcasantissimabenedettaimbalsamata, sono morta. Morta. Morta.
   
 
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