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Autore: JustABitchOnAStroll    12/10/2014    2 recensioni
- Ciò non significa necessariamente che voglia parlare con te! -
- Sei proprio una bastarda -
- Sei proprio un coglione - risposi io a tono.
Dopo qualche attimo di silenzio tornò all'attacco - Come mai sei qui? -
Sbuffai - Ho ucciso un po' di gente -
Della serie " Rimaniamo sul vago "
- Ah... E ti vogliono giustiziare per così poco? -
- Sarebbe anche stato " poco " come dici tu, se non avessi ucciso anche tutti gli anziani del mio villaggio... Però è stato stranamente appagante, lo ammetto - dissi sospirando - Come ti chiami? -
- Hidan - fece una pausa - Per essere una ragazza devi aver messo su un bello spettacolo al tuo villaggio... Mi immagino tutto il sangue... - sospirò di piacere - A Jashin-sama sarebbe piaciuto -
- No, non c'è stato nessuno spargimento di sangue - commentai, parecchio scioccata dal suo commento precendente.
- COSA!? -
Rimasi convenientemente zitta.
Bhè, non è che si vedesse tutti i giorni un tizio a cui piacevano sbudellamenti e varie.
Vabbè, nel mio caso "sentisse".
Dannato Kekkei Genkai di merda.
Spero di avervi incuriosito, anche se sapete che dalla mia testolina bacata non può uscire niente di buono!!
Enjoy!
Ciauuu!
Alice_
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Love is truly blind cap 33 ... Di nuovo?
Credevo fossero finiti questi sogni... No, basta... Non un altro di questi incubi... Non dopo... Dopo...
Mi passai una mano in volto, sentendo in maniera incredibilmente reale i punti che fissavano la mia espressione in un perenne sorriso agghiacciante.
Di punto in bianco sentii ridere.
Non... Non era una risata divertita. Non era una risata triste... No, era molto peggio.
Ripensandoci non l'avrei nemmeno definita come una risata tanto che era orribile. Ma di una cosa ero sicura.
Era vicina.
Mi voltai di scatto, notando che, stranamente, questa volta con me c'era un'altra persona.
La cosa di per sè non era nemmeno tanto strana, avevo fatto altri incubi del genere... Ma c'era qualcosa di inquietante nella presenza in sè della figura.
Provai ad avvicinarmi, sentendo un senso di puro terrore farsi strada in me ad ogni passo che prendevo, fino ad arrivare ad un paio di metri di distanza.
Adesso riuscivo a distinguere i dettagli della ragazza che mi stava seduta davanti, senza mai cessare la sua risata gelida.
D'un tratto si alzò di scatto, facendo ondeggiare la sciarpa scarlatta che portava avvolta al collo e scoprendo una schiena martoriata da una serie di familiari simboli neri. Sembravano marchiati a fuoco nella pelle.
Mi irrigidii, sgranando gli occhi e prendendo un passo indietro.
Quella sciarpa.
Quei marchi.
- Ma guarda guarda chi si decide a farsi vedere... - parlò, con una voce talmente gelida che mi diede i brividi, girandosi del tutto e permettendomi di avere una chiara visuale del suo volto.
Era come guardarsi in uno specchio.
I capelli erano gli stessi, ma sporchi di sangue e appiccicati tra di loro per mezzo dello sporco, soprattutto attorno alla bocca, mutilata in un ghigno agghiacciante da entrambe le parti.
E gli occhi... Gli occhi forse erano la parte più terribile.
Le pupille ristrette contrastavano in una maniera orribile con le iridi lattee e le sclere nere facevano altrettanto, dando all'insieme un'aria parecchio inquietante.
Mi ritrovai impossibilitata a parlare.
- Il gatto ti ha preso la lingua, Haiiro? Credo tu sappia chi sono, o forse devo rinfrescarti la memoria? - ghignò, facendo sì che i profondi tagli che aveva sul viso prendessero a sanguinare - Ma d'altra parte ho sempre saputo che eri la parte debole - fece poi secca, incrociando le braccia.
Mi morsi la lingua per cercare di ribattere in qualche modo - La parte... Debole? -
- Sei quella quasi sempre in comando... Tch, non ne vedo la logica. Se solo mi avessi lasciato campo libero contro nostro padre... Non sarebbe nemmeno servito l'aiuto di quell'avaro del cazzo. -
- Porta rispetto - sibilai - Nel caso non te ne fossi accorta mi hai fatto fare un bel casino. E se Kakuzu non ci fosse stato, sarei morta! Quindi taci! - feci ringhiando e prendendo un passo verso di lei, cercando di intimidirla.
- Non capisci proprio, vero? - scosse la testa e mi si avvicinò, fino a sbattermi il suo ghigno in faccia, ma mi rifiutai di indietreggiare, raccogliendo tutto il mio coraggio.
- No, non capisco. Questo incubo sta cominciando a stancarmi. Vattene, mi voglio svegliare - parlai, cercando di suonare il più acida e sicura possibile, mentre in realtà stavo morendo di paura.
- Oh, ma questo non è un incubo. Stai meditando, non ricordi? - cominciò a girarmi attorno, guardandomi con sguardo predatorio.
- No, non ricordo. Piantala di mentire e vattene. Ora. -
Scoppiò a ridere in una risata sguaiata, che di sano aveva ben poco - Ma come faccio ad andarmene se io e te siamo la stessa persona? - mi prese per il braccio rotto e mi voltò bruscamente, facendomi cacciare un urlo di dolore misto a sorpresa -  Guardami e dimmi che non ti sembra di guardarti allo specchio. - fece poi seria, stringendo la presa sulla ferita.
Strattonai il braccio e lo tirai vicino al corpo - Se guardo te non vedo altro che un mostro. E adesso vattene prima che sia costretta a cacciarti - la fulminai, attivando il terzo stadio come avvertimento.
Di nuovo prese a ridere nel suo modo gelido - Forse non sei così smidollata come credevo. Ma i fatti non cambiano anche se scegli di ignorarli - si interruppe per continuare a ridere - Sono più forte di te, fisicamente. Non cercare nemmeno di intimidirmi. Ma mi ritrovo sempre bloccata siccome hai un buon controllo mentale. - sbuffò e riprese a girarmi attorno.
- ... Hmpf... Ti aspetti davvero che io creda a questa marea di sciocchezze? - scossi la testa e mi girai a guardarla, prima che potesse di nuovo cercare di agguantarmi in posti non proprio sani - Saremo anche uguali, ma non cambia niente. -
- Non siamo " uguali " come la metti tu. Siamo la stessa persona. E' profondamente diverso. Questo è il bello dello Shikaku. Ti mette a confronto con i tuoi demoni, con te stessa. - si avvicinò di colpo con un ghigno a dir poco pazzo e mi prese una ciocca di capelli tra le dita.
Combattei a viva forza per mantenere un'espressione neutrale, guardandola e basta avvicinarsi ulteriormente, prima di sussurrarmi all'orecchio una semplice frase.
Una frase che quasi sicuramente avrebbe popolato i miei incubi.
- Chi non è abbastanza forte soccombe. -


Riaprii di scatto gli occhi, notando che, effettivamente, stavo davvero meditando.
Rabbrividii e mi tirai subito in piedi, cercando di togliermi quella sensazione di terrore di dosso, per poi, del tutto casualmente, guardarmi le mani.
I marchi erano quasi arrivati ai polsi.
Scossi la testa, con l'intento di liberarmi delle parole di... Come la chiamavo? Non volevo nemmeno darle un nome.
Stava di fatto che non riuscivo a liberarmi di quell'ultima frase.
- Non ti resta che accettare il fatto che siete le due facce di una stessa medaglia - arrivò la voce di Jashin dalla mia testa, facendomi sussultare.
- Mi hai lasciato in pace per un bel pezzo. Strano - commentai, alzandomi e cominciando a stiracchiarmi, godendomi appieno il tepore che mi garantiva la luce del sole.
-  Mi sono limitato ad osservare gli sviluppi. E devo dire che non mi hanno deluso minimamente, anzi, è piuttosto intrattenente devo dire - potevo quasi vederlo ghignare se chiudevo gli occhi.
- Allora, visto che ti "intrattengo" così tanto, non potresti spiegarmi semplicemente che cazzo mi sta succedendo? - cercai di mantenere il mio tono più calmo, fallendo a dir poco miseramente, visto il distinto tremolio della mia voce.
- Perchè non provi ad indovinare? Non ti sarai davvero aspettata che possedere la mia abilità potesse essere tutto rose e fiori, mi auguro - scoppiò in una risata divertita e, dal mio punto di vista, parecchio scocciante - Sono il Dio del Male. Usala quella testa qualche volta. -
- Credimi - sibilai, - Ci ho provato. E il risultato di tutte queste ore passate a meditare è stato un incontro da cui ho tratto solamente che non sono normale - finii di rilassare i muscoli, irrigiditi dalla prolungata meditazione in una posizione a dir poco scomoda.
- Se fossi stata normale non avresti mai avuto l'onore di conversare con me - replicò - E prima che tu possa ribattere, sì, è un onore -
Cazzo, adesso mi leggeva anche nella mente.
- Allora, già che ci sei, fammi l'onore di spiegarmi che cazzo mi sta succedendo! - urlai l'ultima parte, più per la frustrazione che per altro, lanciando le braccia all'aria e ricordandomi nel peggiore dei modi che il braccio rotto ancora non era guarito.
Lanciai un'imprecazione di dolore e mi risedetti a terra, optando per cominciare a sfogare la mia tensione sui fili d'erba che, di fatto, non mi avevano fatto niente.
- Mi diverte vedere i tuoi tentativi di domare una cosa che non può essere controllata. -
- Se devi sbattermi in faccia che ho dato di matto fallo pure. Non ti ascolterò e tutto sarà come prima - sbottai secca, pulendomi le mani addosso e optando per guardare in un punto vuoto - Oppure potresti darmi una mano a controllare questa... Cosa. In quel caso avresti la mia riconoscenza e non ti insulterei. -
Rise la sua solita risata rauca - Parli con grande disprezzo per te stessa. Quella " cosa ", come vuoi chiamarla, non è altro che l'altra te. Quella che cova tutto l'odio, che non ha un minimo di controllo. Quella che non fa distinzione tra amico o nemico. Falle prendere il sopravvento, anche solo per pochi minuti, e vedrai che cosa può fare la tua forza se non le vengono imposti freni. -
Rabbrividii, mentre nella mia mente rieccheggiavano ancora le parole che mi erano state rivolte.
Ti mette a confronto con i tuoi demoni. Chi non è abbastanza forte soccombe.
- Dovessi... Perdere il controllo... - feci una pausa, contemplando l'eventualità - Succederebbe come con mio padre? -
Ci fu un attimo di silenzio, nel quale temetti si fosse stancato di darmi corda e avesse deciso di guardarmi cercare una risposta freneticamente, da sadico qual'era.
- Eri ancora vagamente in controllo. Se riuscisse a prendere il sopravvento non riusciresti nemmeno a renderti conto di quello che ti accade attorno - altra pausa - Ma dato che sei l'ultima con un po' di potenziale nel controllo dello Shikaku ho deciso di aiutarti. -
- Adesso comincia a piacermi il tuo modo di ragionare... -  sospirai, in parte per il sollievo, in parte per la generale stanchezza che mi aveva sopraffatta negli ultimi minuti , per poi lasciarmi cadere sul prato.
Una nuvola galleggiò pigramente fino a coprire il sole, negandomi quel poco di calore che, data l'ora abbastanza tarda, serviva a non morire di freddo.
Sbuffai e allacciai del tutto la cappa, rintanandomi nel suo collo alto.
Sì, ero talmente distrutta in quel momento che anche se fosse venuto il diluvio universale non avrei trovato la forza di alzarmi.
E a giudicare dalle nuvole che stavano seguendo la prima, tutte piuttosto basse e veloci, e con un colore  che non prometteva di certo un pomeriggio tutto sole, avrebbe seriamente potuto piovere.
Roteai gli occhi ai miei stessi pensieri e mi rigirai su un fianco, chiudendo gli occhi.

- Che diavolo ci fai qui? - la voce fece una pausa - Mocciosa, sveglia. -
Non avevo proprio voglia di aprire gli occhi.
Stavo così bene lì...
- Non sono la tua balia. O ti svegli, o ti sveglio io. - la sensazione che chiunque fosse il proprietario della voce avrebbe escogitato chissà quali modi atroci per svegliarmi, mi portò ad aprire pigramente un occhio - Ciao Kakuzu... Per favore, mi fai dormire altri cinque minuti? - richiusi l'occhio che avevo fatto così tanta fatica ad aprire - Solo per questa volta... -
- ... Seriamente non ti sei accorta che stai dormendo sotto la pioggia? -
... Ma porca di quella...
- ... No - effettivamente ora che me lo faceva notare ero giusto un po' bagnata...
Mi tirai a sedere.
Okay, no, ero fradicia. Completamente e inquietantemente bagnata e ricoperta di erba e terra.
Wow, nemmeno Hidan dopo i suoi rituali si conciava peggio di così.
Mi passai una mano in faccia e rabbrividii - Da quanto sono qua? -
- Un paio d'ore se non sbaglio - replicò, guardandomi con fare annoiato - D'altra parte Hidan non è molto affidabile. Gli avevo detto di tenerti d'occhio,  ma chiaramente appena ha potuto è andato in giro a sacrificare qualcuno al suo stupido Dio -
Hidan sarebbe morto appena gli avessi messo le mani addosso.
Deciso.
Cercai di alzarmi, facendo leva sul braccio sano, mormorando una serie di imprecazioni rivolte tutte ( e dico tutte ) al mio caro, carissimo ragazzo.
La prossima volta avrei lasciato lui a dormire sotto un acquazzone. Per il puro gusto di vedere se poi si divertiva come mi stavo divertendo io.
E io mi stavo divertendo tanto.
Anzi, tantissimo.
Al terzo tentativo fallito di alzarmi da terra mi vidi costretta ad implorare l'aiuto di Kakuzu che, con uno sbuffo che faceva trasparire quanto fosse contento di avermi tra i piedi, mi tirò su con tutta la grazia di cui era capace.
Quindi mi vidi ringraziare tutti i Kami quando il braccio per il quale mi aveva tirato non si era dislocato.
Almeno quello eh...
- Sei gelata -
Registrai appena le parole, prima che qualcosa mi colpisse in fronte.
- Ahia Kakuzu... - mi lamentai, cercando di fargli pena - Dovevi proprio? Non sono una bambina - lo guardai male, anche se sapevo che sembravo più un cucciolo pestato e abbandonato per strada che un'assassina, con quello sguardo.
- Sicuramente non per aspetto, ma ti comporti così - il suo sguardo sembrò addolcirsi un po' - Vieni. Sei già abbastanza debole così, se ti prendi anche qualcos'altro mi tocca rimanerti appiccicato finchè non guarisci, visto che chiaramente nè Hidan nè Deidara sono in grado di badare a qualcuno senza fargli venire bisogno di cure psichiatriche immediate. -
- Sai Kuzu, stai migliorando con le battute - risi e approfittai di un suo momento di distrazione per infilarmi sotto il suo braccio, in cerca di un riparo dalla pioggia - Scusa se ti bagno più di quello che non sei già, ma sto seriamente morendo di freddo... -
Come avevo previsto si limitò a sbuffare - Non importa. Dovrò cambiarmi in ogni caso. -

Tempo di uscire da una doccia ustionante ed essemi messa maglietta e pantaloni dell'uniforme mi era venuto un febbrone mostruoso.
Rabbrividii per l'ennesima volta, prendendo un asciugamano e cominciando a frizionarmi i capelli come potevo.
Almeno ci fosse stato Hidan... Mi sarei fatta dare una mano a costo di minacciarlo di morte.
Anche se forse il suo aiutarmi avrebbe peggiorato la situazione.
Anzi, quasi certamente.
In più Deidei era occupato in uno dei suoi " Momenti tutti arte ". Tobi aveva provato a disturbarlo una volta quando aveva l'ispirazione ed era stato catapultato in camera di Kisame.
Per la gioia di tutti.
Probabilmente fossi andata io a chiedere una mano me l'avrebbe anche data, ma siccome era sempre concentratissimo mi dispiaceva costringerlo a abbandonare le sue opere.
Sospirai e, una volta asciugatami i capelli il più possibile, mi avviai fuori dalla stanza, diretta in quella di Kakuzu.
Dovevo sopportare un altro esame alle ferite che ( mi maledicevo ancora adesso ) mi ero procurata nel combattimento contro mio padre. La parte peggiore sarebbe stata cambiare i punti in faccia, visto come quella ferita sembrasse metterci dei secoli anche solo a smettere di sanguinare.
Ero talmente persa nei miei pensieri che praticamente bussai con la faccia alla porta di Kakuzu.
... La mia già scarsa coordinazione mi stava abbandonando lentamente...
... Sigh...
Mi strofinai il naso per cercare di diminuire un po' il dolore e feci per bussare propriamente, ma la porta si aprì per conto suo.
- Non hai una bella faccia. - arrivò la voce di Kakuzu dalla stanza.
- La tua porta è dura, sai? - replicai, cercando di ridacchiare, ma riuscendo solamente a mettermi a tossire.
La mia pateticità era quasi commovente.
- Sapevo che fossi goffa a volte, ma questa le supera tutte - si fece da parte per lasciarmi entrare - Vieni -
Sospirai e feci come mi veniva detto - Credo di avere la febbre -
Roteò gli occhi - Non sono sorpreso. Chiunque l'avrebbe dopo aver dormito sotto l'acqua, mocciosa - fece in tono perentorio - Siediti -
- Smettila di rinfacciarmelo! Lo so che ho fatto una gran cazzata, ma sono crollata... Non è mica colpa mia se in questo periodo svengo dal sonno! - replicai, abbastanza piccata. Insomma, avevo una quantità infinita di ferite! Credo fosse normale essere giusto un po' stanchi!
- Ho notato, non credere. - lo guarda, colpita dal fatto che gliene importasse abbastanza di me per accorgersene, e feci per parlare - Però potevi comunque evitare di metterti a dormire fuori -
- ... Sì, okay, ti voglio bene anche io -
E poi l'inaspettato.
E quando dico inaspettato intendo totalmente inaspettato.
Ridacchiò.
Kakuzu che ridacchia.
Kakuzu che ridacchia e che suona genuinamente divertito.
Chiaramente fu parecchio breve, ma c'era stata. Pure accompagnata da uno scuotimento di testa.
Lì per lì pensai di aver sbattuto la testa in doccia e che fosse tutto un sogno incredibilmente realistico.
Però quando sentii una fitta lancinante alla ferita che avevo in volto capii che in realtà ero anche fin troppo sveglia. E che Kakuzu era uno stronzo per non avermi nemmeno avvertito che avrebbe cominciato a cambiarmi i punti.
- Ahia cazzo! - mi ritrassi di scatto - Avvertire almeno!? -
- Da quando avverto prima di cominciare a ricucire? - replicò atono, mentre riprendeva a tagliare i vecchi punti - E ti consiglio di smetterla di parlare. Ho mano ferma, ma se ti muovi non garantisco nulla -
Sbuffai e mi assicurai di guardarlo malissimo mentre armeggiava con la mia faccia.
Per quando aveva finito, la mia bocca sapeva completamente di sangue.
Rimasi zitta mentre controllava anche il braccio rotto, tastando in alcuni punti per controllare che la fasciatura avesse retto.
- Stai guarendo. Ma la bocca ci impiegherò ancora parecchio tempo. -
Annuii e feci per alzarmi - Dove credi di andare? -
- ... Uh... A dormire? - inarcai un sopracciglio, guardandolo
- Rimani qui. Hai la febbre troppo alta - si limitò a dire.
- Ah... Okay. Grazie Kuzu - sorrisi al meglio delle mie capacità.
- Tch... Muoviti e vieni a letto - replicò, cominciando a togliere la specie di cappuccio che portava sempre, assieme alla maschera.
Non feci domande ed eseguii.
A dir la verità ero abbastanza toccata dal fatto che si fidasse abbastanza da lasciarmi vedere la sua faccia... Anche se tecnicamente era la seconda volta che la vedevo.
Dettagli, dettagli.
Si sdraiò dandomi le spalle.
- Lo so comunque, mocciosa - parlò dopo un po', quando lo davo già per addormentato
- Eh? - feci io, girando la testa verso di lui, prestando attenzione a non strusciare accidentalmente il lato sbagliato del viso contro il cuscino - Cosa sai? -
Aspettò un attimo prima di rispondere - So che mi vuoi bene. Lasciati dire che hai gusti strani -
Rimasi un attimo imbambolata a fissarlo, cercando le parole giuste per non sprecare una delle poche occasioni nelle quali era lui a cominciare un discorso e non io.
E poi un discorso che, per l'argomento, mi sarei aspettata partisse da me.
- E allora? - mi sforzai di ridacchiare - Non è che posso scegliere a chi voler bene e a chi no -
- Hai comunque gusti strani - constatò.
Sbuffai - E tu? Mi vuoi bene o mi sopporti e basta? - ghignai, conoscendo già la risposta.
- ... Arrivaci da sola, mocciosa - 
- Voglio sentirtelo dire -
- Non se ne parla -
- Ma dai! -
- ... Forse - replicò alla fine, lanciandomi uno sguardo annoiato - E ora vai a dormire. -
- Era un sì, vero? -
- Era un forse -
- Ma per te era un sì! - esclamai, facendo attenzione a mantenere un tono di voce comunque basso - Ammettilo -
- Per me era un forse. Se hai sentito altro comincia a preoccuparti -
- Già, come pensavo, era proprio un sì - ghignai, prima che si girasse e, per la seconda volta nell'arco dell giornata, mi tirasse un colpo secco con le dita in piena fronte.
E cazzo, aveva pure indurito la pelle.
- Ma che cazzo! - portai la mano sana in testa - Fa male sai?! -
- Non l'avrei fatto altrimenti. Vai a dormire - replicò con il suo tono gelido.
Sbuffai - Notte -
Appena si rigirò mi misi a ghignare come una povera stupida.
Alla fine non l'aveva negato.
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Ma giooooooorno...!
Ehehehehe... Sono imbarazzatissima... Non aggiorno da ventordici mesi.
Chiedo umilmente scusa, ma in vacanza non ho potuto aggiornare e poi c'e stata la prima settimana di Settembre con i debiti... E poi è cominciata di gran carriera la scuola... E poi le verifiche...
Chiedo ancora scusa...
Ad ogni modo, adesso che mi è anche tornata l'ispirazione dovrei riuscire a scrivere con un po' più di costanza.
Per quanto riguarda questo capitolo spero di non aver reso Kakuzu troppo OOC... Ho seriamente tentato di mantenere il più possibile il suo carattere originale e spero che sia abbastanza credibile.
Quindi... Ecco qua, spero vi sia piaciuto!
Ciauuu!
Alice_
   
 
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