Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: altan    12/10/2014    3 recensioni
Secondo John c’erano molte cose sbagliate quel giorno, a partire dal motivo per cui si trovava lì, in quel luogo triste e solitario, e poi il tempo. Si anche il tempo era sbagliato per John Watson. Perché era strano che proprio a Londra, dove pioveva un giorno si e l’altro pure, quel giorno non piovesse.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Secondo John c’erano molte cose sbagliate quel giorno, a partire dal motivo per cui si trovava lì, in quel luogo triste e solitario, e poi il tempo. Si anche il tempo era sbagliato per John Watson. Perché era strano che proprio a Londra, dove pioveva un giorno si e l’altro pure, quel giorno non piovesse. Certo non splendeva il sole, il cielo era coperto da nuvole grigie ma nessuna goccia di pioggia cadeva. E il dottore lo vedeva come un affronto. Perché quel giorno tutto si doveva fermare, tutti dovevano piangere: quel giorno c’era il funerale di Sherlock Holmes e non era giusto che qualcuno – persona o divinità che fosse- rimanesse indifferente, che il mondo andasse avanti come se niente fosse quando Sherlock non c’era più. Anche John aveva pianto, non durante la cerimonia, non avrebbe mai versato le sue lacrime davanti a quelle persone – poche, troppo poche, che erano venute a dare l’ultimo saluto al consulente investigativo- verso cui provava solo rabbia. Aveva pianto dopo, John, quando tutti se n’erano andati, lo aveva fatto davanti alla lapide in marmo scuro che portava il nome dell’unica persona che era riuscito a salvarlo dall’abisso nero in cui stava sprofondando appena tornato dall’Afghanistan. Ed era davanti a quella pietra nera, fredda e lucida dov’era scritto un nome che non avrebbe dovuto esserci, che rifletteva quei pochi pallidi raggi di sole che riuscivano a vincere lo strato di nubi grigie che John aveva chiesto un miracolo. Lo aveva sussurrato piano, anche se non c’era nessuno che potesse sentirlo, anche se era rimasto solo. Lo aveva sussurrato con voce rotta, anche se sapeva che quel desiderio non si sarebbe mai potuto avverare. Perché Sherlock era morto, e si sa i morti non tornano, e John lo aveva visto saltare, aveva visto il corpo del suo migliore amico sfracellato sul marciapiede, aveva constatato che il suo cuore non batteva più, aveva visto la bara scura essere calata dentro a quella buca, non aveva dubbi John che Sherlock fosse morto. E nonostante questo aveva pronunciato quelle parole assurde, insensate, che non si sarebbero mai potute avverare per quanto lui potesse desiderarlo, ma infondo che importava? Tra i due non era mai stato lui quello intelligente, lui era il sentimentale. Era stato allora, mentre pronunciava quel desiderio impossibile, che John aveva pianto le sue lacrime augurandosi che si mischiassero, che si confondessero con le gocce di una pioggia che invece non c’era. Non era riuscito ad impedirselo, ma aveva subito scacciato quelle lacrime traditrici: era un soldato dopotutto, e i soldati non piangono. Si era asciugato gli occhi, aveva girato i tacchi e si era incamminato verso casa, che poi tanto casa non gli sembrava più ora che colui che la rendeva accogliente se n’era andato per sempre. Non sapeva John, che il suo desiderio sarebbe stato esaudito. Non sapeva che dopo due anni d’inferno, in cui tutto gli era sembrato ovattato, grigio, Sherlock sarebbe tornato da lui con tante spiegazioni e nessuna scusa. Non sapeva che lo avrebbe preso a pugni fino a sentire male alle mani, non sapeva che avrebbe pianto tutte le sue lacrime – anche quelle che si era sempre rifiutato di versare-lasciando andare sentimenti repressi troppo a lungo. Non sapeva che avrebbe baciato quelle labbra screpolate, che avrebbe visto quegli occhi azzurro ghiaccio sciogliersi sotto le sue carezze. Non sapeva che si sarebbe addormentato tutte le sere con la testa sul petto di Sherlock, ascoltando il ritmo regolare del suo cuore per accertarsi che battesse davvero. Non sapeva che si sarebbe svegliato ogni mattina con le braccia del consulente investigativo attorno alla vita, in un abbraccio possessivo e protettivo. Non sapeva niente di tutto questo, quel giorno, John. In quel momento sapeva solo che il suo migliore amico era morto suicidandosi davanti ai suoi occhi, e che faceva male, più male di qualunque altra cosa gli fosse mai successa.

                                                                                    - FINE-

Questa storia è dedicata ad una persona che invece non tornerà più e alla sua famiglia che non la leggerà mai. Lo so che non è nulla di troppo originale, che è un argomento visto e rivisto, ma avevo bisogno di riordinare i pensieri e scrivere mi aiuta. Questo è quello che ne è venuto fuori, non ne sono molto soddisfatta ma tant’è… se qualcuno volesse lasciarmi lo stesso un commento ne sarei molto felice.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: altan