Amarezza
Una
vampata di aria calda investì in pieno Touko, ma
lei non ci fece caso.
Charizard aveva appena annullato il Turbofuoco su
Sigilyph, per non danneggiare se stesso e ora stava lanciando
Lanciafiamme
ovunque.
Sembrava come impazzito.
La mole del Pokémon Fiamma era grande e ciò
veniva
sfruttato da Touko a suo vantaggio.
Usando lo Psichico del suo Pokémon Pseuduccello poteva
mettere in seria difficoltà il nemico, che inizialmente le
era sembrato un
ostacolo insormontabile.
La situazione in poco tempo era migliorata per la
Campionessa, ma nonostante l’andamento della lotta Red non
sembrava affatto
turbato e anzi guardava placido la follia del suo compagno senza
muovere
nemmeno un dito.
Sembrava quasi compiaciuto dalla piega che stava
prendendo il combattimento.
Touko non lo conosceva bene, anzi affatto, però sapeva
sicuramente cosa comportava quello sguardo.
L’Allenatore aveva un piano, un asso nella manica e
questo non era un bene, dal momento che le condizioni
dell’ala di Sigilyph
peggioravano di minuto in minuto. Eppure il Pokémon
coraggiosamente continuava
a combattere.
«Usa ancora Psichico» ordinò Touko per
la terza volta.
«Non ti sembra di essere un po’
ripetitiva?» le chiese
svogliatamente Red.
«Finché la tattica funziona…»
mormorò la brunetta
mentre Charizard veniva nuovamente sbattuto a terra dalla potente forza
telecinetica.
«Spero tu ti sia divertita, perché
adesso…» Red si
alzò il frontino dagli occhi «Posso anche
smetterla di giocare»
Detto questo schioccò le dita e a
quel suono il
Pokémon Fiamma smise di muoversi alla cieca e si
assestò vicino al suo
allenatore.
«Charizard, finiamola con Ondacalda»
sussurrò
freddamente.
Ecco il momento che Touko temeva. Sigilyph non aveva
di certo le forze per contrattaccare o per tentare di schivare
l’attacco.
Venne infatti colpito in pieno e si posò al suolo.
La situazione si era nuovamente ribaltata.
«Ancora» ordinò perentorio Red.
Quest’ultimo attacco fu fatale per Sigilyph che,
già
provato in precedenza, si accasciò a terra esausto.
Touko fissò con gli occhi sbarrati la sconfitta del
suo compagno, frustrata per non essere riuscita a organizzare una
quanto meno
dignitosa difesa.
Certamente sapeva che contro Charizard avrebbe avuto
non poche difficoltà e si era già preparata
mentalmente a quel momento, ma
nonostante ciò non poté evitare di andare per
qualche secondo nel panico, visto
che ora le rimaneva un solo Pokémon.
L’ultimo.
Poi sarebbe finita.
Si riscosse subito da quei pensieri controproducenti.
La lucidità non poteva mancarle in quel momento, era
la sua arma principale.
«Allora chi sceglierai ora?» le chiese Red
falsamente
disinteressato.
Già chi poteva scegliere?
Quella lotta era tutta di un
altro livello, il suo avversario era l’immortale
campione… chi sarebbe potuto
andare bene?
Per un momento fu quasi tentata di lottare con Zekrom,
ma sarebbe stato oltremodo scorretto da parte sua utilizzare un
leggendario.
E
vincere in quel modo era l’ultima cosa che avrebbe voluto.
Almeno in quello aveva conservato i suoi sani principi.
Sfogliò mentalmente le Pokéball dei suoi fedeli
alleati, senza però molti risultati. Non che loro fossero
deboli, era Red
troppo forte.
A pensarci meglio però
c’era un Pokémon che andava
bene, uno nel quale Touko aveva completa fiducia.
L’unico che vedeva adatto per
quella speciale occasione.
Il solo che aveva sempre portato con sé.
«Mi affido a te. Sei la mia ultima speranza»
biascicò
impercettibilmente sfilando dalla borsa la sua ultima Ball.
La Ball di Samurott.
Belle
fissava il Pokégear che teneva saldamente in
mano. Aveva chiamato cinque volte di fila Komor
e lui non le aveva mai risposto. Dove si poteva essere
cacciato?
La bionda non riusciva a nascondere la preoccupazione
che provava per il ragazzo, che ultimamente era più strano
del solito e non
poteva far a meno di chiedersi cosa stesse tramando.
Appoggiò sconfitta il Gear sopra il tavolinetto nel
bar di Levantopoli, posto dove si era recata quella mattina.
Subito si perse nei suoi pensieri vagando con lo
sguardo da tavolo a tavolo. C’erano coppiette che
chiacchieravano amabilmente,
mentre nel bancone si trovavano per lo più affaristi con
tanto di giacca e
cravatta che leggevano attentatemene i
loro giornali.
Poi con la mente tornò al suo tavolo. Il caffe ormai si era
raffreddato.
E in più N se ne era andato.
N l’aveva ingannata.
N era andato a cercare Touko.
I suoi pensieri erano sconnessi, ma vertevano tutti
intorno ad un unico fulcro: cosa le avrebbe fatto l’amica non
appena fosse
venuta a conoscenza del suo incontro con N?
Da una parte Belle avrebbe voluto avvisarla, ma
dall’altra pensava a cosa le avrebbe potuto dire?
“Ehi ciao, sono così stupida
che ho svelato alla persona che odi dove ti trovi e ora quella persona
sta
venendo da te”.
No pessima idea.
Touko avrebbe potuto barricare la Lega per sempre
quella volta.
Però c’era una
remota possibilità che l’amica, una volta parlato
con N, potesse cambiare e
ritornare quell’allegra ragazza di un tempo. Magari tutto si
sarebbe sistemato
e sarebbe tornato come prima.
E Touko l’avrebbe perdonata e sarebbe venuta a
lavorare con lei dalla professoressa Aralia… no aveva
decisamente bisogno di un
altro caffè.
Ne chiese un altro ad un cameriere che passava di lì e
poi si mise a far girare il cucchiaino tra le dita con aria stralunata.
La stanchezza le stava giocando brutti scherzi.
Un
maestoso Samurott entrò teatralmente nel campo
lotta e si preparò subito in posizione di attacco.
«Forza Samurott» disse Touko per non perdere
ulteriore
tempo «Usa…»
Il suo ordine fu bruscamente interrotto dal Campione
di Kanto che alzò la mano e fece segno di aspettare.
Il ragazzo estrasse la Pokéball di Charizard dallo
zaino e richiamò il suo compagno.
«Perché lo hai fatto?» chiese la
brunetta incuriosita
dall’azione dell’avversario.
«Finalmente hai deciso di fare sul serio» le
sorrise
Red.
«Cosa pensi stessi facendo prima?» si
indispettì
Touko.
Poteva dirle di tutto, ma non che non si fosse
impegnata. Quello non poteva sopportarlo.
«Tu hai deciso di usare uno dei tuoi Pokémon
più
potenti e ora...» prese una Pokéball dallo zaino
«Io farò lo stesso»
Dalla Ball uscì un imponente Gyarados che si
assestò
vicino al suo allenatore.
Touko rimase senza parole di fronte a quella specie di
mostro.
Charizard in confronto era acqua di rose.
E per di più pure Gyarardos era
un tipo acqua quindi tra gli sfidanti c’era
di nuovo un’apparente parità.
“Fantastico” pensò la ragazza
sarcasticamente “E ora
cosa diamine faccio?”
Era stanca e spossata dalle due lotte in precedenza e
doveva ammetterlo: non era più in forma come una volta.
Difatti non reggeva
bene i ritmi di una sfida abituata com’era a trovarsi a farne
una sola alla
settimana.
Se le andava bene.
Tuttavia quella era forse l’incontro più
importante al
quale avesse mai partecipato, sapeva che si contavano su una mano le
persone
che avevano potuto conoscere il leggendario Red di Biancavilla e lei
non poteva
di certo lasciarsi perdere una simile opportunità.
Alzò gli occhi al cielo.
Il sole si era alzato e Touko azzardò fosse ormai
quasi mezzogiorno. Quella lotta era durata più del previsto.
“E non è finita” pensò
più agguerrita che mai.
«Allora ti decidi ad attaccare o si fa notte?»
chiese
il ragazzo visibilmente annoiato.
«Samurott, partiamo subito con Conchilama»
esclamò la
ragazza con fermezza.
Incredibilmente il primo colpo andò a segno lasciando
Touko sbalordita. Infatti il Gyardados
non aveva nemmeno provato a schivare l’attacco.
«Se credi di avere qualche probabilità di
riuscita,
avanti colpisci con tutti i Conchilama che vuoi» disse il
Campione atono.
Cosa voleva insinuare Red con quella frase?
Intendeva forse dire che Samurott non era all’altezza?
Tutto quello stress accumulato durante la lotta unito
all’indisponenza del carattere del ragazzo fecero collassare
i nervi di Touko.
Non ce la faceva davvero più a continuare.
Ora come ora avrebbe voluto volarsene con Unfezant
alla Lega e rintanarsi in camera.
Voleva abbandonare.
Impallidì a quel pensiero. Lei non aveva mai
abbandonato, era andata avanti sempre e comunque ergo ora non poteva
arrendersi.
La brezza che quella mattina l’aveva accolta
placidamente era aumentata e le spostava davanti agli occhi qualche
ciuffo di
capelli ribelle che non era legato dal fermaglio. Il vento le
solleticava il
viso e Touko volle abbandonarsi a quella sensazione di
libertà che provava in
quel momento.
Stava quasi per dimenticarsi del mondo che la
circondava quando sentì un violento sbattere dietro di lei.
Si voltò di scatto e vide che Samurott era stato
sbattuto contro un albero al limitare della radura. Si girò
allora verso
l’avversario e notò che era in posizione di
attacco.
«Non puoi distrarti in questo modo Campionessa» la
rimproverò Red.
Ancora, si era lasciata distrarre ancora.
Dall’altra parte il Pokémon Dignità si
rialzò e Touko
si decise di svegliarsi completamente dalla trance in cui era caduta.
«Avanti Samurott, Vendetta» esclamò
decisa.
«Schiva» si limitò a rispondere Red, ma
sorprendentemente Gyarados non fu abbastanza svelto e venne colpito,
anche se
di striscio.
«Ira di Drago» ordinò allora il ragazzo.
«Intercettalo con Idrondata» sussurrò la
brunetta, chera
di nuovo presente a sé stessa.
Nello scontro l’attacco del Gyarados risultò
più
efficace e colpì di striscio il Pokémon
Dingnità, ma Touko non demorse, ma anzi
ordinò «Usa ancora Vendetta»
Samurott partì all’attacco, ma stavolta
l’avversario
fu più veloce e dopo aver schivato l’attacco
contrattaccò con Gelodenti.
Il Pokémon Dignità indietreggiò
ferito, mentre
l’avversario prendeva momentaneamente respiro.
Ormai la lotta era agli sgoccioli, entrambi i Pokémon
erano provati. L’esito quindi si ridusse ad un ultimo attacco.
«Gyarados, Iperaggio» ordinò Red
fermamente.
«Rispondi con Idropompa»
A Touko ora non rimaneva che sperare nell’efficacia
del suo ultimo attacco.
Lo scontro generò un rumore assordante cosicché
entrambi gli allenatori si dovettero tappare le orecchie per non
rimanere
storditi.
L’impatto tra i due attacchi fu così violento da
far
alzare una grande quantità di pulviscolo, annebbiando
così la vista del campo
lotta.
Quando la brunetta riaprì gli occhi cercò
disperatamente la figura del suo compagno in mezzo a quella polvere.
Una volta che il campo tornò visibile la ragazza
scorse a qualche metro da lei la figura del suo Samurott.
Era immobile.
Era esausto.
Touko ebbe un mancamento e si inginocchiò vicino al
Pokémon, appoggiando la testa sul suo dorso.
Aveva perso.
Quel pensiero le sembrava lontano anni luce eppure era
la realtà. Le sembrava quasi di essere in un sogno eppure
Red era dall’altra
parte del campo che la guardava con espressione indecifrabile.
Era stata sconfitta.
Aveva dato il massimo ma non erano valsi a nulla i
suoi sforzi. Cercò mentalmente di capire cosa non avesse
funzionato nella sua
strategia, ma invano.
La sua mente formulava continuamente lo stesso
pensiero.
Richiamò Samurott nella Ball, ma non ebbe nemmeno la
forza di alzarsi.
Sentì i passi di Red che la raggiungevano e si
preparò
al peggio, ma il ragazzo la sorprese.
«Hai un’ottima tecnica, ti faccio i miei
complimenti»
le disse e il tono sembrava anche sincero, ma Touko non
riuscì a credergli,
così si limitò a scuotere la testa.
«Nardo mi aveva detto che eri brava»
continuò
tranquillo il ragazzo.
Nardo.
Perché doveva sempre esserci in mezzo lui?
Touko ormai lo detestava e in quel momento il solo
sentir nominare il suo nome le fece ribollire il sangue nelle vene.
«Nardo non sa nulla» rispose fredda.
«Sai devo farti presente un’unica
pecca…»
«No, grazie» lo interruppe la brunetta di
scattò
alzandosi «Non ho bisogno di consigli»
Detto questo fece uscire Unfezant dalla Ball e si
preparò ad andarsene.
«Sicura?» le chiese con una punta di sarcasmo Red.
«Ho fatto a meno dei tuoi consigli
fino a oggi, penso
di poter sopravvivere senza» gli rispose lei spazientita.
Il ragazzo stava per ribattere quando il Gear di Touko
squillò.
La ragazza guardò il display.
Era Belle.
Komor correva a perdifiato verso il luogo da
dove
aveva sentito l’esplosione qualche secondo prima. Il
paesaggio monotono del
Bosco Smarrimento non gli aiutava certo l’orientamento, ma
ormai il ragazzo era
abituato.
Il suo primo pensiero, udita l’esplosione, era andato
al maestro.
E se si fosse cacciato nei guai?
Komor svoltò nuovamente, ma si bloccò di colpo di
fronte alla figura dell’uomo che gli stava venendo in contro.
Di grossa corporatura, teneva i capelli rossicci
legati in una coda disordinata. Indossava la sua solita tunica ocra e
camminava
con aria bonaria.
Era il maestro, Nardo.
«Nardo!» esclamò Komor «Ti ho
cercato ovunque»
«Beh sono qui» rispose l’ex Campione.
«Dove sei stato?» gli chiese il ragazzo ancora con
il
fiatone.
«Ho visto una lotta»
Le risposte per nulla esaurienti di Nardo avevano il
potere di esasperare Komor.
«Posso sapere tra chi?» domandò
nuovamente il ragazzo
cercando di ricavare qualche informazione.
«Touko» sussurrò l’ex Campione
«Non è per nulla
cambiata»
Komor rimase interdetto.
Cosa ci faceva lì Touko?
«Scoppierebbe il finimondo se lei
scoprisse…»
«Che io ti sto allenando per farti diventare il nuovo
Campione» terminò Nardo sorridendo
«Ragazzo qualcuno deve pur farlo»
«Fare cosa?» insistette Komor.
«Portarle via il titolo alla Lega» rispose lui
freddamente.
Il Pub di
Guna
Cavoli sono in ritardo di un giorno sulla tabella di
marcia! Perdonatemi, ma questo capitolo è stato
più difficile del previsto e
spero almeno sia venuto bene *sorride autoconvincendosi*
Tra l’altro descrivendo brevemente Nardo ho notato che
siamo già a due personaggi che portano quella antiestetica
acconciatura… andrà
di moda…
Ok lasciate perdere le mie profonde riflessioni
e niente spero che la storia continui a piacervi!
Ringrazio gli onnipresenti SM99 e Andy Black e in più
la nuova lettrice Zoichi Kuronin per le recensioni, ricevere i vostri
pareri mi
scalda il cuore.
Bien, al prossimo capitolo!