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Autore: Dany Art 99    12/10/2014    1 recensioni
[JeminaxAlonzo]
Eccomi con la mia seconda fanfiction... questa idea è nata da una recensione sulla mia prima FF (quindi grazie Jamina) ! :)
Questa storia parla sempre dei Jellicle e della loro "battaglia" contro Macavity.
Sarà scritta tutta dal punto di vista di Alonzo (che è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto) e parla delle sue paure e del suo invaghimento per una certa piccola gattina brunetta :)
Ma nessun ulteriore spoiler, vi lascio alla storia e BUONA LETTURA!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Revisionata]
Ciao a tutti! Prima one-shot della mia vita :) Spero vi piaccia !
Una piccola premessa.. tra qualche giorno pubblicherò il terzo capitolo di *Dopo la luna e spero di avere qualche altra recensione :)
Questa storia è ambientata dopo le faccende del musical. Amando questo personaggio secondario (Alonzo) ho voluto scrivere una storia dal suo punto di vista anche (L'idea è nata anche per  merito di Jamina e dela sua recensione!) 
Quindi vi lascio alla storia.



Essere il successore del protettore del branco non era semplice.
Munkustrap era bravo, molto bravo e provare anche solo ad eguagliarlo era difficile. Avevi sulle spalle tutte le aspettative della tribù e le occhiate di tutti ti seguivano ininterrottamente in cerca di un consiglio o della semplice affermazione che gli avresti protetti quando fosse arrivato il momento di farlo.
Per questo molte volte mi piaceva stare da solo.
Per pensare.
Ero il braccio destro di Munkustrap, ma qualche volta sembrava che venissi considerato da tutti solo per quello. Non ero un giovane maschio che voleva solo divertirsi al ballo Jellicle, nè tantomeno un principe che voleva ballare. Sembrava che ai loro occhi fossi solo il futuro protettore del branco.
E questo mi faceva sentire come un oggetto.
Non mi piaceva affatto.
Un venticello soffiava sulle pendici della collinetta di rifiuti dove ero andato per pensare quel giorno ma non mi mossi... non mi aveva mai dato fastidio il freddo, anzi, forse di mada sollievo.
Guardai la luna alta nel cielo notturno... c'era qualche nuvola ma la sua bellezza non aveva eguali. Era bellissima ed illuminava tutta la discrarica con quella luce perlacea, diramandone le forme in ombre e cullando i miei aggrovigliati pensieri.
Amavo quel posto. Amavo quel clan.Amavo quella famiglia. Quella di essere trattato solo come successore era solo una piccola macchiolina in confronto a tutto quello che mi davano i Jellicle.
Dalla piazzola sentivo le risate e le chiacchiere dei miei coetanei e delle giovani femmine. Chinai lo sguardo e li guardai flirtare, sospirando … in fondo mancavano due notti alla luna Jellicle e i maschi cominciavano già a guardarsi intorno alla ricerca di chi potesse fargli da compagna, come le principesse cercavano nei giovani maschi i loro possibili re.
Rimpiangevo quella vita... chi avrebbe mai scelto un gatto il cui ultimo futuro sarebbe stato essere il protettore; con la conseguente possibilità di essere ferito in ogni momento. Era come unirsi a qualcosa che poteva scomparire in un batter d'occhio e le femmine cercavano la sicurezza, un compagno che stesse con loro, che le accudisse e io...  non avrei avuto molto tempo per questo.
Certo, Munkustrap aveva Demetra ma per unirsi a lei ci erano voluti anni. Io sinceramente non ero un tipo tanto pazienze, nè timido ed ero stanco di non ballare con nessuna alla luna Jellicle... ero maturo abbastanza per trovare una compagna e farla danzare tutta la notte. 
-Hei Alonzo! Non vieni?- mi chiese Pouncival dalla piazzola dove stava giocando con Etcereta.
La gattina mi guardò sorridendo e mi fece cenno di andare con loro. Ci pensai un momento ma poi scossi il muso ed alzai le spalle.
-Magari un'altra volta Etcy- dissi io rigirandomi verso la luna.
Rimasi lì un altro po' mentre Etcy e Puncival giocavano con gli altri. Intorno a me, la temperatura si alzava leggermente in procinto dell'arrivo dell'alba, nonostante la luna fosse ancora alta in cielo.
-Deve essere molto divertente stare qui a non fare niente eh?- chiese una voce alla mia destra.
Mi girai di scatto e vidi la piccola Jemina, che ormai non era poi così tanto piccola, che mi osservava da sopra una sedia mentre faceva ciondolare la coda al di fuori della seduta.
-Molto- dissi io ridendo, lei scese con un balzo perfetto e si avvicinò ancheggiando a me.
La chiamavamo piccola.. ma piccola non lo era più ormai. Aveva tutte le curve al suo posto in quel corpo minuto che costudiva una voce potente e cristallina.
Cercai di non guardarla in modo troppo … troppo spinto, ma era una cosa molto difficile con quella gatta, sopratutto perchè lei sembrava farlo apposta. Non era da lei essere così provocante, lei era quella timida e dolce... ed adesso sembrava una copia più piccola di Bombalaurina.
-Come va Jemina?- le chiesi riportando lo sguardo sulla luna.
-Sono felice per la notte Jellicle.. ma adesso è difficile, insomma tutti mi chiedono chi sceglierò ma.. ma io non lo so- disse accucciandosi di fianco a me.
La guardai.. era quella la Jemina che conoscevo, quella insicura quella che mi faceva ridere.
-Lo saprai alla luna Jellicle- risposi io semplicemente.
-E tu?- mi chiese lei alzando le orecchie.
-Io cosa?-.
-Tu hai già qualcuna in mente?- mi chiese. Io evitai di guardarla per non biascicare e cercai di ripararmi nella mia aria strafottente di sempre.
-Gelosa Jemina?- chiesi maliziosamente. Lei avvampò d'un tratto e si staccò leggermente da me, lasciando il lato che aveva lasciato spiacevolmente freddo.
-Chi? Io ? Ti piacerebbe Alonzo..- disse poco convinta alzando il mento. Mi misi a ridere.. adoravo quando provava a comportarsi da dura ,senza successo.
-In verità si, mi piacerebbe- dissi io prima di poter fermare la frase che mi sgusciò via dalle labbra. Lei si bloccò sul posto e mi osservò per un po'.
Io restituì il suo sguardo osservando i suoi occhi castani e le sorrisi di nuovo maliziosamente. Insomma dovevo recuperare, ne valeva della mia reputazione.
-Non puoi negare che hai un debole per me, batuffolo- dissi io ripescando un nomignolo che gli avevo dato quando eravamo piccoli e che lei odiava.
Lei mi guardò male e si avvicinò fino a spettinarmi il pelo sulle orecchie, cosa che lei sapevo che mi infastidiva. 
-Jemina! Basta!- dissi io ridendo.
-Ritira quel batuffolo e la smetto- disse lei ridendo. E pensare che ero molto più forte di lei e che avrei potuto farla smetterein un momento. Ridacchiai e la lasciai fare.
-VA BENE, VA BENE Jemina, RITIRO TUTTO- dissi io ridendo di nuovo; lei smise di spettinarmi guardandomi con aria fiera. Pessimo errore, grazie a quel momento ebbi il tempo di afferrarla e di prenderla in braccio.
La misi sotto di me e cominciai a farle il solletico per vendicarmi dei ciuffi ribelli che erano comparsi sulla mia testa.
-Noooooo! NOOOOOO! ALONZOOOO! Ti prego smettila!!!- mi disse fra la lacrime, io lo guardai sorridendo e mi fermai.
I nostri musi erano a pochi centimetri di distanza e lei era così bella.. sotto di me. Pensavo che mi spingesse ma lei mi stava restituendo lo sguardo e lo stava facendo sorridendo.
Mi stavo avvicinando troppo alle sue labbra.. se avessi parlato le avrei sfiorate e l'avrei baciata.
Lei non si muoveva, era inerme sotto di me e sembrava mi stesse osservando, il sorriso era sparito ed adesso mi guardava con uno sguardo penetrante. Come un tacito invito.
-Hei Jemi!- urlò Tumblebruts da sotto la collina, non ci poteva vedere ma noi potevamo sia vederlo che sentirlo... maledetto Brutus...
Lo odiai in quel momento più di quando lo avessi mai fatto, in tutta la vita.
Mi staccai da lei riaccucciandomi lontano e lei si alzò mormorando -adesso arrivo! Un minuto!-, poi mi si riavvicinò e si chinò verso di me.
Non disse niente ma si limitò a guardarmi ed alzò una mano facendomi una lieve carezza sullo zigomo per poi saltare giù dalla collinetta mentre sentivo ancora il suo odore di pesca nelle narici e il suo tocco sul mio muso. Lo agoniai, ne volevo di più. 
Non poteva essere... non potevo essere attratto da Jemina...

***
 
Era passato un giorno da quello che era successo sulla collinetta dei rifiuti... quel giorno non avevo dormito bene, tormentato da quel ricordo.
La frenesia era ovunque, la sera dopo sarebbe stata la Luna Jellicle ed anche io ero impaziente, molto impaziente per quella notte.
Una strana felicità si era impossessata del mio corpo come ogni notte Jellicle, avevo solo voglia di ballare senza pensare a niente, al mio futuro, il ruolo di protettore... a niente di niente.
Jemina sembrava provare la stessa cosa.. continunava a giocare con gli altri ma appariva distratta e io mi meravigliavo di tutte quelle volte in cui mi ero messo ad osservare i suoi movimenti perfetti.
Che mi stava succedendo?
Dovevano essere gli ormoni e la frenesia per l'attesa di quella notte, tutto qui. Non mi stavo innamorando di lei. Punto.
-Domani è la luna finalmente..- mi sussurrò Cassandra spuntandomi di fianco con uno dei suoi movimenti sensuali; mi si strusciò leggermente a fianco facendo le fusa. Quasi non la sentii, anzi la ignorai ancora assorto nel perfetto balzo che aveva compiuto Jemina in mezzo alla piazzola.
-Hey Alonzo?- mi chiamò scrollandomi leggermente con la zampa magra e io mi girai finalmente verso di lei, il muso da siamese era contratto da una smorfia di concentrazione.
-Sì.. ciao Cassandra.. che stavi dicendo?- le chiesi; lei mi guardò inarcando un sopracciglio e restò in silenzio.
-Che cosa c'è?- chiesi io guardandola.
-Ho capito che cosa ti succede... ti sei fissato con una certa gattina vero?- mi chiese.
Sbiancai d'un tratto (per quanto potessi fare, essenso bianco e nero) e la guardai con gli occhi spalancati. -Ch..che cosa?- balbettai.
Lei sorrise maliziosamente e disse -e allora anche Alonzo alla fine si è innamorato- disse ridendo.
-Come.. perchè lo dici Cassandra?- chiesi io cercando di mantenere la voce ferma.
-Perchè questo...- disse strusciandosi sensualmente contro di me -una volta ti faceva effetto... non ricordi l'ultima notte Jellicle?- mi disse.
Ed era vero. Non sentivo più niente al suo contatto, solo un vuoto in mezzo al petto.
-Ho voluto dimenticare quella notte e lo sai.. abbiamo quasi perso Munkustrap ed altri..ma comunque, no non me la sono dimenticata la nostra notte Cassie- dissi io sorridendo.
-Però non provi più la stessa cosa, vero?- mi disse avvicinando il muso al mio finchè a separarci non ci furono pochi millimetri.
-No..- sussurrai io guardandola negli occhi allungati.
-Allora domani notte conquista quella piccola gattina ok?- mi disse sorridendomi e mi resi conto che aveva capito su chi fossi concentrato.
-Grazie Cassie- le dissi, lei mi abbracciò strofinando la testa sul mio mento.
-Grazie a te, sei un dei migliori “amici” che io abbia mai avuto... Alonzo, promettimi una cosa- mi disse.
-Cosa?- chiesi io mentre scioglievamo l'abbraccio.
-Non soffrire e non far soffrire Jemina, ok?- mi disse guardandomi negli occhi. -Cercherò- risposi io mentre guardavo la siamese andarsene.
Riportai gli occhi a Jemina ma non la trovai più in mezzo alla piazzola, guardai più di lato e la vidi immersa in un'animata chiacchierata con Electra ed Etcereta che continuavano a lanciarmi occhiatine di sfuggita come se fossi io l'argomento della loro conversazione.
Le guardai ancora e vidi la testolina di Jemina alzarsi per guardarmi per poi sorridermi, io risposi in ritardo a quel sorriso e la vidi nuovamete immersa di nuovo in quella chiacchiera.
Salii di nuovo sulla collinetta e mi sedetti, scrutando la piazzola. Alcuni Jellicle stavano arrivando in procinto per la notte del giorno dopo ed infatti di cominciavano a rivedere facce conosciute come Sghembo e come Jellylora con Gus o meglio Asparagus.
Li salutai con un cenno del capo e loro mi sorrisero prima di andare a salutare Munkustrap che gli attendeva a fine piazzola.
Cercai per l'ennesima volta Jemina nella piazzola e per l'ennesima volta non la trovai nel posto precedente.
Vidi Etcy ed Electra continuare a chiaccherare ma senza la testolina bruna che stavo cercando.
-Buuu!- mi urlò nell'orecchio una vocina cristallina mentre due zampe mi arpionavano al collo.
Cominciai a ridere mentre con le zampe percorrevo le cosce di Jemina in un modo molto poco amichevole mentre la stringevo e la portavo davanti a me.
-Non mi hai fatto paura Jemi- scherzai continuando a ridere.
-Eddai.. potresti farmi contenta per una volta eh?- mi disse mettendo le zampe sulle mie spalle.
-Per il Dolce Aldilà, ero terrorizzato! Jemina non farlo più- dissi cercando di sembrare il più terrorizzato possibile.
Lei rise ed io domandai -meglio?-.
-Meglio- rispose lei guardandomi negli occhi prima di mordicchiarsi un labbro.
-Alonzo...- cominciò con lo sguardo basso, io le alzai il muso e ripresi il suo sguardo. -Cosa c'è Jemi?- le chiesi.
-Io... volevo chiederti una cosa..- disse lei cercando di riabbassare lo sguardo senza successo vista la mia zampa sotto il suo mento rossiccio.
-Sì?- chiesi io. -Domani sarà la notte Jellicle... io vorrei che tu ballassi con me- mi disse tutto d'un fiato.
Io la guardai negli occhi e sorrisi, forse nel modo più dolce che avessi mai usato.
-Cer...- cominciai ma non potei finire la frase visto il grido di Munkustrap.
-Macavity! Tutti i giovani maschi da me per controllare il perimetro della discarica- urlò con voce autoritaria.
Guardai Jemina, che nel frattempo era totalmente sbiancata, mentre sentivo le sue unghie affondavano sulle mie spalle.
-Jemina.. io devo andare- dissi guardandola negli occhi,
-H..ho paura che non tornerai- mi disse in un sussurro.
-Ho un invito al ballo Jellicle con la più bella Jellicle che esista, non posso non poter tornare no?- dissi io sorridendole cercando di tranquilizzarla.
Lei sorrise nervosa e mi guardò mentre si toglieva da me per allontanrsi.
Le sorrisi di rimando facendole l'occhiolino e saltai giù dalla collinetta verso il gruppetto di maschi che aveva riunito Munkustrap.
Di fianco a me c'era Plato, Tumblebruts, Puncival, Coricopat, Mangojerry e Tuggher seppur con un ghigno di noia sul muso.
-Che succede?- chiesi io facendomi avanti e mettendomi alla destra di Munkustrap. Pouncival prese un respiro e disse tutto d'un fiato -io... l'ho visto, si stava avvicinando con qualche gatto randagio verso la discarica, credo voglia vendicarsi della scorsa luna-.
Trattenni il fiato, non di nuovo. Non poteva voler macchiare nuovamente la nostra notte più importante.
Guardai Munkustrap che si guardava indietro timoroso verso Demetra che stava cercando di calmare Victoria e mi venne un groppo alla gola pensando a Jemina...
Così piccola, così indifesa... dovevo tornare, che cosa averi fatto se le fosse successo qualcosa?
La vidi scendere lentamente dalla collinetta e fissarmi negli occhi, era terrorizzata glielo leggevo negli occhi; e sembrava sul punto di correre per abbracciarmi.
Però si trattenne osservandomi con gli occhi lucidi.
-Potrebbe essere solo un falso alloarme, comunque andiamo a controllare.. torneremo per l'alba- disse Munkustrap cominciando a correre verso l'entrata della discarica.
Lanciai un ultimo sguardo a Jemina che mi fissava, poi combattendo contro l'istinto di puntarmi li e stare con lei, mi girai e cominciai a correre seguendo gli altri.

***
 
La luna era alta in cielo, la notte sarebbe durata per qualche altra ora circa. Mi stavo preoccupando.
Nonostante fossi un animale notturno, un figlio della luna e della notte, in quel caso volevo il sole... Macavity non attacava mai di giorno, le tenebre erano il suo regno.
Ci eravamo messi in gruppo per proteggerci le spalle a vicenda. Era tutto silenzioso tranne per i nostri respiri che si fondevano.
Ad ogni passo mi guardavo intorno sentendo il cuore pulsarmi nelle orecchie per la tensione.
Sentivo gli altri che si muovevano in sincro con me come un bravo esercito ma questo non mi rassicurava affatto.. mi sentivo solo inadeguato per il ruolo di futuro protettore.. insomma un protettore non doveva aver paura in quei momenti ed io.. io ne avevo. Ero terrorizzato.
Poi come se fossero usciti dal terreno sotto le nostre zampe, una decina di gatti ci circondarono.
Erano tutti randagi. Si intuiva dalla pelle tirata intorno alle ossa, dalle unghie affilate e dalle varie ferite che gli percorrevano il corpo, come un macabro ghirigoro sul pelo.
Li sentii soffiare e graffiare ed in un momento i Jellicle ed io ci avvicinammo facendo sfiorare le schiene per proteggerci le spalle.
Tirai fuori le unghie e cominciai a soffiare ma i randagi sembravano essere abituati agli scontri e non avevano paura.
-Bene, bene bene.. i giovani cambattenti Jellicle riuniti tutti qui per morire- disse la voce roca e profonda di Macavity che uscì dalle ombre di una casa con un ghigno malizioso in muso.
Munkustrap ringhiò e disse -vuoi un'altra lezione Macavity? Ti abbiamo già battuto-, lo osservai nel suo sguardo c'era solo calma... come avrei potuto io essere così?
-Un'altra lezione? Veramente è proprio quello che volevo, ma se non fosse stata per la tua cagna di compagna avrei vinto! Quindi metre voi fate i buoni buoni e giocate insieme al mio clan io andrò a trovare chi avete lasciato senza protezione... potrei divertirmi con i cuccioli, i vecchi e le giovani gatte... così giovani tipo... quella brunetta-disse chiudendo per un momento gli occhi come a pregustarsi la scena che gli si parava davanti agli occhi.
A quel punto scattai e gli andai contro. Sentii in lontananza Munkustrap che mi diceva diceva ma non lo badai.
Voleva Jemina? Sarebbe passato sul mio corpo.
-Oh.. abbiamo un coraggioso finalmente!- esclamò il gatto rosso facendo una specie di fischio che non capii finchè due gatti mi saltarono sulla schiena affondando le unghie nella mia carne.
Il dolore era acuto ma l'adrenalina lo placava, probabilmente aiutata anche dalla rabbia. Cominciai a dimenarmi graffiando l'aria vicino alle zampe di Macavity.
Girai il muso e vidi che gli altri Jellicle avevano cominciato a duellare con i gatti randagi rimasti, sperai andasse tutto bene per quanto la mia attenzione fosse sul gatto rosso davanti a me.
Lui si abbassò avendo il muso a pochi centimetri dal mio percorso da una smorfia di dolore e mi sussurròa all'orecchio facendo sentire solo a me quella frase, -allora la brunetta sarà la prima che avrò-, poi sorrise e si staccò da me.
Cominciai a dimenarvi di più ma il peso di due gatti mi teneva ancorato a terra mentre le loro unghie cominciarono ad affondare maggiormente.
Un gemito di dolore mi fuoriuscì dalla labbra mentre Macavity si allontanava verso la discarica.
Soffiai per la frustazione e, con un moto di rabbia, riuscii a girarmi ed a tirare una graffiata in pieno muso ad uno dei due gatti.
Lo vidi urlare di dolore ed arretrare tenendosi un occhio che probabilmente gli avevo reso cieco.
L'altro più magro mi guardò soffiando e cominciò ad artigliarmi con dei colpi che riuscii ad evitare, lanciandomi indietro.
Dovevo fare in fretta. Macavity poteva essere già arrivato.
Poteva già essere arrivato a lei.
Questo pensiero mi fece infuriare ancor di più e questa volta attaccai  per primo, graffiando il petto di quello più magro e tirando una testata a quello cieco che cadde a terra privo di sensi.
Sentii mordermi la spalla e mi girai, vedendo una femmina magrissima dal pelo ispido di un nero pece che mi ringhiava quasi indemoniata.
La presi per le spalle e me la scrollai di dosso senza difficoltà nonostante l'adernalina fosse ormai finita e il dolore alla schiena cominciasse a farsi sentire.
Mi guardai intorno e vidi Puncival sotto ad un gatto che lo stava sopraffacendo; cominciai a correre e tirai una spallata al gatto grigio che lo attaccava facendolo cadere dal corpo del Jellicle.
Pouncival mi fece un cenno col capo nonostante avesse due lunghi graffi che gli percorrevano il petto e sorrise leggermente come a dire che andava tutto bene.
Mi riguardai intorno e vidi che la maggior parte dei randagi se n'era andato od era a terra.
Vidi Munkustrap che combatteva contro due gatti e vidi un'ombra dietro di lui.
Un gatto siamese con artigli lunghi, più lunghi dei suoi compagni stava correndo in direzione dello striato che non si accorse di niente.
Senza che dessi l'ordine, le mie zampe cominciarono a correre più velocemente possibile sbattendo contro il siamese ad un soffio da Munkustrap che mi guardò riconoscente.
La schiena mi faceva male, molto male, la pelle cominciava a pulsare initerrottamente. Per un momento la vista mi si annebbiò e cominciai a dondolare, ma la voce di Munkustrap mi riportò un po' di lucidità.
-Dobbiamo andare alla discarica- disse con voce fredda e quasi innaturale; io annuì e sentii gli altri fare lo stesso.
Barcollai per un altro momento poi mi imposi di correre e seguii gli altri verso la discarica sperando che non fosse troppo tardi.

***
 
La schiena mi sembrava un punta a spilli, pulsava e sanguinava ancora, sentivo il pelo nero e bianco intorno ai tagli bagnato dal liquido rosso.
Arrivammo alla discarica e persi qualche battito; era silenziosa. Troppo silenziosa.
Guardai Munkustrap che sembrava sul punto di svenire dalla tensione, il suo sguardo vagava per tutta la discarica alla ricerca di Demetra.
“Dove sei Jemi?” pensai guardando la collinetta dove ci trovavamo; mi soffermai lì e vidi un movimento di una piccola figura che cercava di nascondersi.
Mi mossi velocemente e passai di fianco al taxi giallo da cui provenivano dei piccoli ed imperccettibili rumori.
Volevo fermarmi a vedere ma dovevo trovare Jemina per prima cosa e cominciai ad arrampicarmi sulla collinetta dei riufiuti cercando di non fare troppo rumore.
Arrivai nello stesso preciso posto in cui avevo quasi baciato la brunetta, mi guardai intorno e rividi quel movimento.
-Alonzo?- chiese, in un piccolo sussurro strozzato, la voce cristallina che stavo tanto cercando.
-Jemina? Dove sei?- chiesi guardandomi intorno. Vidi la piccola figura snella della gatta uscire da una scatola coperta di stracci e guardarmi con gli occhi rossi dal pianto.
La guardai un momento accertandomi che non fosse ferita.
Poi cominciai a correre verso di lei e l'abbracciai più forte che poteva nascondendo il muso nell'incavo del suo collo.
-Ho avu...avuto ..tan..ta pau.. tanta paura- disse fra i singhiozzi stringendomi, poi essi cessarono nel momento stesso in cui sentii le sue zampe sfiorarmi la schiena.
-Sei ferito?- mi chiese staccandosi un momento.
-Shhhh, sto bene- dissi io ristringendola verso di me.
-Che è successo?- mi sussurrò mentre affondava il muso nel pelo bianco e nero del mio petto.
-C'è..c'è stata un'imboscata .. era tutta una trappola per far uscire chi poteva combattere fuori per lasciargli campo libero qui. Gli altri dove sono?- dissi io.
-Ci siamo nascosti... Demetra aveva sentito il suo odore vicino ed ha ordinato a tutti di nasconderci.. non so dove siano gli altri- mi disse.
-Ok.. ok, adesso andiamo giù dagli altri ok?- gli dissi stringendole una zampa, lei annuì ed insieme arrivammo al centro della discarica.
-Jemina!- disse Munkustrap andando ad abbracciare la gattina che gli si srtinse contro.
-Jemina.. dove sono gli altri? Dov'è Demetra?- chiese Munkustrap spaventato.
Ci fu un altro rumore e tutti ci girammo. Io mi misi davanti a Jemina per proteggerla ma da un'apertura del muro spuntarono Demetra con un' Etecereta pallida e tremante.
Munkustrap corse e l'abbracciò baciandola in mezzo alla piazzola. -Stai bene?- chiese Pouncival a Etcereta che continuava a tremare guardando il vuoto.
Lei sembrò risvegliarsi come da un sogno e guardò il gatto bianco e marrone cominciando a piangere silenziosamente.
Pouncival si avvicinò e le accarezzò la testa mentre con l'altra mano le cingeva la vita sussurrandole parole dolci all'orecchio per calmarla.
Demetra, finalmente libera dalle labbra di Munkustrap, fece un piccolo fischio.
Per un momento ci fu silenzio, poi cominciarono ad affluire da tutti i nascondigli i Jellicle che mancavano all'appello compresa Cassandra, Victoria e Rumpleteazer che uscirono dal bagagliaio del taxi giallo.
-E Macavity?- chiese Munkustrap a Demetra.
-Noi ci eravamo nascosti tutti e dopo è arrrivato.. ci ha cercato sì, urlandoci e insultandoci contro ma non ha trovato nessuno.. poi siete arrivati voi e..- disse Demetra con lo sguardo fisso in quello del compagno.
-E siete stati così bravi da farle uscire tutte- disse Macavity satando su un cumolo di immondizia.
I maschi si misero davanti alle femmine che comunque fecero scattare le unghie ed i denti.
-Piano piano... non voglio combattere.. almeno non per ora- disse Macavity.
-E allore che cosa vuoi?- urlai io senza trattenermi.
-Oh.. tu dovresti essere il successore del protettore vero? Te lo si legge negli occhi che non sei pronto... ma comunque tu non mi interessi almeno in questo momento. Ho un messaggio, per voi. Voi non riuscirete a battermi. Sarò sempre una costante nelle vostre misere vite, finchè non vincerò e vi avrò sotto al mio comando, quindi è vostra la scelta. Stare ai miei comandi o aver paura degli attacchi miei e dei miei randagi che potrebbero sopraggiungere in ogni momento delle vostre vite. A voi la scelta- disse guardandomi per tutto il tempo negli occhi.
Sostenni il suo sguardo rosso per tutto il suo insano discorso e sentii Munkustrap urlare.
-Noi non staremo mai ai tuoi comandi! Non saremo mai come te- sibilò fra i denti.
-Quindi combatterete per tutta la vita? Vi credevo più furbi Jellicle ma rispetto la vostra scelta.. insomma così è molto più divertente per me- disse ridendo, poi scomparì nelle ombre della discarica.
Mi girai. L'alba stava arrivando e il sole cominciava a fare capolino dalle colline di discarica.
Guardai Jemina. In quel momento sembrava totalmente calma, nonostante le lacrime continuassero a fuoriuscirle dagli occhi bagnandole le gote.
-Andate a riposare tutti.. faremo dei turni- disse Munkustrap, io annuii cominciando a salire la collinetta dei rifiuti per fare il primo turno di guardia ma una zampa sulla spalla mi fermò.
Mi girai e vidi Munkustrap che mi sorrideva leggermente.
-Tu no, riposati un po', quelle ferite sulla schiena non sono leggere come credi.. farai il secondo- mi disse. Io cercai di dire che stavo bene e che non serviva ma lui mi zittì.
-Sei stato bravo Alonzo, molto bravo e non accetto contestazioni... ora vai a riposare e non pensare a quello che ha detto Macavity, sarai un ottimo protettore per questa tribù te l'ho assicuro- mi disse dopo mollando la stretta sulla mia spalla.
Io annuii ma rimasi comunque a guardarmi intorno per scoprire eventuali pericoli. Tutti i giovani maschi feriti adesso si stavano disinfettando le ferite e/o venivano aiutati ma tutti sembravano ancora nervosi.
-Dai vieni- mi disse Jemina cominciando ad arrampicarsi sulla collina dei rifiuti, io non dissi niente e la seguii.
-Accucciati adesso- mi ordinò e io lo feci guardandola con un sopracciglio alzato, lei mi guardò dritto negli occhi senza sorridere e cominciò ad accarezzarmi la schiena per constatare le ferite.
Toccò il punto in cui avevo quella più dolorosa e mi irrigidii leggermente ma lei fu svelta a leccare la pelle ferita per alleggerire il dolore e io mi rilassai subito.
Continuò finchè tutte le ferite non furono o chiuse o almeno disinfettate, poi si chinò ed appoggiò il muso sulla mia schiena cominciando a piangere.
Sentivo chiaramente ogni lacrima toccarmi la pelle per poi asciugarsi. Mi sedetti e lei alzò il muso cercando di asciugarsi le lacrime prima che le vedessi.
Mi avvicinai a lei e le alzai il mento con due dita, facendole alzare lo sguardo e fissando i suoi occhi nei miei.
-Jemi che cosa c'è? È tutto finito- sussurrai io.
-Ho avuto molta paura.. troppa paura ed ..ed ero sola, non avevo paura per me.. avevo paura per te- mi disse guardandomi con gli occhi lucidi.
Le asciugai le guance e le appoggiai le zampe sui suoi zigomi accarezzandoglieli.
-Anche io ho avuto paura per te.. non sai quanta- le dissi sorridendo ripensando al discorso di Macavity: “ Allora la brunetta sarà la prima che avrò” e per un momento rabbrividii.
-Però alla fine sei tornato.. come mi avevi promesso- disse lei sorridendo leggermente, mi avvicinai a lei di più finchè i nostri nasi si sfiorarono.
-Io mantengo le promesse- e così dicendo feci sparire i pochi millimetri che ci separavano e poggia le labbra alle sue.
Sapevano di lacrime e di pesca.
Lei rispose al bacio e mi strinse a sé, mettendomi le zampe dietro la nuca per avermi più vicino.
Io le misi le mani sui fianchi e la sistemai sopra le mie gambe continuando a baciarla.
Lei si staccò e mi disse -c'è la faremo vero?-, io annuii e le accarezzai lo zigomo.
-Sì, c'è la faremo... vinceremo perchè siamo uniti, perchè siamo una famiglia- dissi guardandola negli occhi dorati, lei mi fece un piccolo sorriso e mi abbracciò di nuovo.
-Ora però riposati, è un ordine- mi disse ridendo.
-Solo se vieni con me- dissi io.
Lei fece finta di pensarci e poi si accucciò di fianco a me, le appoggiai una zampa intorno alla vita e mi distesi di fianco a lei.
Presi sonno quasi subito con il suo odore addosso e la sua testa appoggiata sul mio petto.
 
La giornata seguente passò con molta lentezza, a causa dei continui cambi di turni di guardia, ma né Macavity né i suoi randagi si fecero vivi.. forse aveva deciso di lasciarci in pace, almeno per la luna Jellicle.
Ed anche essa arrivò.
La sera cadde velocemente e la luna bianca e piena illuminò l'intero cielo e l'intera discarica.
Arrivati gli ultimi ritardatari cominciarono le danze e non mi sentii così libero che in quel momento non avvertivo nemmeno il dolore residuo delle ferite.
Mi muovevo per la piazza con Pouncival e Tumblebruts con movimenti veloci e precisi saltando e facendo piroette per cercare di attirare le giovani femmine, nonostante ne avessi solo una in mente.
Ci facemmo da parte per dare spazio alle gatte ed ai loro balli e io mi accucciai sul cofano della macchina gialla con gli occhi puntati sui movimenti aggrazziati di Jemina con Etcy, Electra, Vichy e le altre che le giravano intorno.
Jemina mi guardò con uno sguardo sensuale  mosse piano il bacino facendomi andare in escandescenza.
Le sorrisi di rimando muovendo leggermente la testa, lei rise e continuò a ballare sensualmente.
Era arrivata l'ora.
Con la musica della notte, sentii il battito acellerare e una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Ero pronto.
Vidi Pouncival che mi lanciò uno sguardo e io feci un cenno di intesa, la stessa cosa successe con Tumblebruts e gli altri.
Dopo qualche secondo andammo anche noi sulla pista a scatenarci con le femmine.
Io mi accostai subito a Jemina prendendola per i fianchi, una cosa simile successe al mio fianco con Pouncival e Etcy e con Electra e Tumblebruts.
Jemi mi sorrise girando il muso verso di me ed accompagnando i miei movimenti con i suoi, si strinse contro il mio petto.
Alla fine la feci girare e la presi in braccio mentre lei allacciava le zampe al mio bacino.
Mi avvicinai a lei sorridendo e le rubai un bacio, quando mi staccai fu lei a ritrovare le mie labbra.
Mentre ballavamo mi ripromisi che sarei diventato il protettore.
Sarei diventato il protettore se serviva a proteggere lei.
 
 
Ed eccoci arrivati al fine di questa piccola one-shot. Spero vi sia piaciuta!
Un bacio, Dany
   
 
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