PROLOGO
Federico
sa cos’è l’Amore, quello con la A
maiuscola: per lui ha un nome, e si chiama Edoardo. Edo ha
vent’anni, i capelli
castano cioccolato e un sogno in testa: il suo sogno è
Federico.
Anche lui,
però, ne ha uno: poter gridare al mondo quanto è
forte, quanto è grande l’amore
che prova per l’altro ragazzo. Ma non può. Non
può perché Edo è suo fratello.
Gemello. Ma lui lo ama, ama quelle fossette che gli si formano quando
ride e lo
chiama “vecchio”, benché ci siano solo
quattro minuti l’uno dall’altro, il suo
naso rosso per il freddo quando è inverno e nevica, le
maglie sudate che
abbandona ovunque in giro dopo le partite di calcetto, i suoi muscoli
che si
tendono quando fanno l’amore, proprio come in quel momento.
Edo è seduto
sopra
di lui, si dondola avanti e indietro, reclina la testa e apre la bocca
con un
gemito strozzato, stringendo tra le dita i suoi capelli, quasi come se
volesse
strapparglieli via tutti. Poi i loro occhi si ritrovano e Fede non
resiste più,
si lascia andare dentro di lui e Edo lo stringe forte tra le cosce,
come se non
volesse vederlo andare via. Poi cadono sul letto, ansanti, stremati, e
il più
grande inizia a coccolare il fratello lasciando una dolce scia di baci
sul suo
corpo soffice, partendo dalla guancia, scendendo giù per il
collo, il petto e
la pancia, quella pancetta morbida che Edo non sopporta ma che a lui fa
impazzire. La trova estremamente erotica, adora ricoprirla di piccole
macchiette rosse. E poi c’è l’inguine.
Dio, quell’inguine. Prende un respiro
profondo, aspirando il più possibile di quel profumo dolce.
Struscia il naso
contro la pelle calda, sente le mani dell’altro farsi strada
fra i suoi
capelli, accarezzarli con lentezza.
Fede ama quella porzione di corpo troppo
spesso coperta: adora riempirla di baci, accarezzarla con la lingua,
stuzzicarla con piccoli morsi e sentire Edo tremare sotto di
sé. Affonda
il viso in quell’angolino bollente e
pensa che non se ne staccherebbe più, se potesse, vivrebbe
solo per quello. O
forse è già così.
In bilico tra il malincuore per il dover lasciare
un posto
così perfetto e l’impazienza di riappropriarsi
delle sue labbra un po’
screpolate, Fede si allunga sul suo corpo, optando per la seconda
scelta, che
ora trova perfetta. Edo lo avvolge in un istante, lo stringe talmente
forte da
fargli male, strofina il bacino contro il suo, facendolo boccheggiare.
E lui ci
ricasca, si fa fregare ancora: si spinge nel suo corpo, affonda le
unghie nella
sua carne, sente suo fratello graffiargli la schiena, trattenere il
fiato e
afferrare il lobo di un orecchio tra i denti.
Hanno sempre
fame l’uno
dell’altro, come se qualcuno dovesse arrivare
all’improvviso e separarli per
sempre. Il silenzio li circonda, oltre a loro non
c’è nessuno in quel
piccolissimo appartamento di città che ora è il
loro nido.
Ma è solo tra le
braccia di Edoardo che Federico si sente davvero a casa.