Clara Oswald

 

Sogno di correre, inciampare e cadere. Tutte le notti vago alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Al mio risveglio non ricordo nulla, o quasi. So di non essere sola nei miei sogni. So che la figura di un uomo, ogni volta diversa e indefinibile, appare e scompare così velocemente che io non riesco a vederlo in volto. Cerco di capire se lui possa appartenere alla mia infanzia ma i miei stessi ricordi m'ingannano e m'inquietano. Forse sto semplicemente impazzendo. Forse devo solo dimenticare e non pensarci. Dimenticare... perché la sensazione di aver scordato qualcosa di molto importante molto spesso mi blocca? Non si tratta di cose futili come aver dimenticato il gas acceso o l'appuntamento dal dentista.
È qualcosa di più remoto... recondito.
Vitale.
Sì, sto impazzendo. Devo smetterla di pensare a queste cose o finirò con il perdere di vista quelle più importanti.
Mi chiamo Clara Oswald e oggi è il mio primo giorno di lavoro. La famiglia Oswin (ed è curioso come anche questo cognome mi risulti familiare sebbene non l'abbia mai sentito prima) è alla ricerca di una babysitter per il loro unico figlio undicenne. Non posso riflettere sui sogni, non oggi almeno. La realtà chiama. La monotona e triste realtà dalla quale tutti vorremmo fuggire. È a questo che penso mentre suono il campanello di casa Oswin, mentre un brivido mi percorre il braccio come una scossa elettrica che mi costringe a voltare il capo. Una curiosa cabina blu si erge dall'altra parte della strada, monumento di tempi andati e sconfitti dall'era dello smartphone. Sorrido senza ragione e torno a guardare davanti a me quando la porta si apre. La mia nuova vita, come il mio lavoro, sta per iniziare.
E non mi accorgo che qualcuno ha appena socchiuso l'uscio della cabina blu, per gettare un'occhiata attenta alla strada e intrecciare ancora una volta il proprio destino con il mio.