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Autore: Alaide    13/10/2008    11 recensioni
[Medea, Euripide] Maledetta sia la Colchide, maledetta sia Medea che me li ha tolti, che non mi ha nemmeno dato la possibilità di seppellirli. (breve riflessione di Giasone dopo che Medea è scomparsa con i cadavere dei figli.)
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È doverosa una premessa. La fic è nata sotto l'ondata emotiva provocata in me dalla trasposizione della Medea di Euripide, operata dalla musica di Cherubini (la prima dell'opera fu a Parigi, in francese, nel 1797). Le parti in corsivo presenti nel testo sono parti del libretto (nella traduzione italiana di Carlo Zingarini). Le riflessioni di Giasone sono influenzate dalle ultime parole che canta nell'opera e soprattutto dalla musica che le accompagna. L'opera è piuttosto fedele alla tragedia originaria (pur con le diversità dovute al cambiamento di genere), ma se il personaggio di Giasone (personaggio che premetto non amo particolarmente, ma che ho provato ad analizzare nel suo essere un padre che perde i propri figli) dovesse risultavi lontano dal suo omonimo letterario, il motivo è da ricercare da ciò che mi ha dato l'ispirazione.



Morti!
Uccisi!
I figli…
I miei figli.
Maledetta sia la Colchide, maledetta sia Medea che me li ha tolti, che non mi ha nemmeno dato la possibilità di seppellirli. Ma di chi è la colpa? Sua, della maga che mi ha ammaliato, che mi ha coinvolto nei suoi delitti…che mi ha tolto Creusa, che ha ucciso i miei figli.

O fatal vello d'or,
Trionfal gloria amara!

Fossi mai andato in Colchide, avessi mai conosciuto Medea!
Di chi è la colpa? Sua! Da chi sono stato ammaliato? Da una maga…straniera…assassina, straniera, maga, maga, straniera…
E lei li ha uccisi. I miei figli. Degli innocenti.

Che ti fecer, crudel?

Cosa ti fecero? Erano soltanto dei bambini innocenti…e tu, tu, anche madre, come hai potuto calare il pugnale su di loro? Che ti fecero?

Eran figli tuoi!

Figli miei…
Me l'hai quasi gridato in faccia…eran figli miei.
Quasi che questa fosse una bestemmia contro gli Dei. L'essere miei figli.
Di chi è la colpa? Suamia, forse…mia, forse…perché mi sono lasciato ammaliare da te, perché ammaliato li ho messi al mondo.
Di chi è la colpa?
  
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