Nick
EFP/Forum: 9dolina0
Titolo: Rara bellezza
Personaggi: Mirai!Trunks/nuovo
personaggio, Mirai!Bulma
Frase/Citazione scelta: Il
fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e il più bello di tutti
Rating: giallo
Genere: introspettivo, romantico, sentimentale
Note: Questa storia partecipa al Contest "La Coppa del Cinema" di Nede
La vera bellezza non è
solo quella interiore.
Luna
lo sapeva, sapeva benissimo che se avesse espresso ad alta voce un simile pensiero,
sarebbe stata giudicata una persona molto frivola.
Ma
lei l’avrebbe certamente capita,
perché lei tanta perfetta bellezza
l’aveva portata in grembo per ben nove mesi.
***
Trunks
era uscito di casa il giorno prima e ancora non aveva fatto rientro.
Il
paesaggio desolato che si apriva alla vista di Luna affacciandosi alla finestra
di ciò che rimaneva della splendida e gloriosa Capsule Corporation altro non
sembrava che il riflesso del concetto di vita
che ormai avevano i terrestri.
E
vita, ormai, non aveva un significato
molto diverso da morte.
Prima
di darle quell’ultimo bacio, Trunks le aveva giurato
che ce l’avrebbe fatta, che avrebbe definitivamente mandato all’Inferno i
cyborg 17 e 18 – ammesso e non concesso che avessero un’anima –; ma quella che
per il suo amato era una certezza, per lei era solo l’ennesimo, azzardato,
disperato tentativo che sarebbe andato in fumo.
Luna
aveva paura, e non riusciva a nasconderlo nemmeno a lei.
Bulma
la osservava da un po’.
L’ormai
non più giovanissima scienziata aveva sempre avuto un buon rapporto con la
fidanzata del suo unico figlio. Doveva ammetterlo: Luna era una brava ragazza e
Trunks stravedeva per lei. A volte, la donna si
chiedeva se la distruzione che avevano portato i cyborg non avesse ammorbidito
il suo carattere.
Si
sarebbe davvero affezionata a Luna come a una figlia se le circostanze in cui
l’avesse conosciuta fossero state diverse?
Facendo
i conti con sé stessa e ammirando la compostezza con cui la giovane continuava
da ore e ore a fissare il paesaggio fuori dalla finestra in attesa del ritorno
del suo innamorato, Bulma si rendeva conto che la
distruzione portata dai cyborg aveva infuso in lei maggiore tolleranza.
Chissà,
magari in un’altra vita, in un altro mondo dove a regnare fosse stata la pace,
lei sarebbe stata gelosa di quella bella ragazza dai capelli neri e gli occhi
verdi di cui il suo adorato figlio si era innamorato.
Ma
le cose, purtroppo, erano andate diversamente.
Non
sapeva perché, a un certo punto, ella avesse desistito dal continuare a
guardare fuori e le avesse rivolto quella strana domanda.
«Suo
padre gli somigliava?»
Sì,
certo.
Bulma
avrebbe voluto urlare quel sì con
tutte le sue forze e far sapere a Luna quanto Trunks
e Vegeta fossero simili, sia nei lineamenti marcati del viso che nella forza
d’animo.
Ma
lei aveva davvero voglia di rimembrare il passato?
Bulma
sapeva che Vegeta non aveva mai accettato quel figlio mezzosangue e che era
morto, ucciso dai cyborg, ancor prima di vederlo.
Gli
faceva ribrezzo.
E
a Bulma faceva altrettanto ribrezzo l’idea che,
nonostante tutto, continuasse ad amare il padre di suo figlio con tutte le sue
forze.
Da
quando Trunks era tornato dal passato, madre e figlio
non avevano ancora avuto modo di parlare. Sapeva che il ragazzo aveva
conosciuto Vegeta e immaginava che la reazione dell’uomo fosse stata tutt’altro
che benevola nei suoi confronti.
Lei
moriva dalla voglia di sapere come
fosse andata, e la sua curiosità non riguardava tanto il modo in cui nel
passato avessero sconfitto C17 e C18, quanto come Trunks
se la fosse cavata con suo padre.
«Sì»
sussurrò Bulma a mezza bocca, lasciando intendere che
l’argomento non le piaceva poi così tanto.
Luna
se ne accorse, ma non riuscì a tacere.
Lei
e Trunks si erano conosciuti un paio di anni prima a
seguito dell’ennesimo attacco da parte dei cyborg al villaggio in cui viveva la
ragazza.
Si
era salvata per miracolo; o, meglio, lui l’aveva
salvata.
A
quanto ne sapeva, era probabilmente l’unica fortunatissima superstite.
Aveva
perso tutto: la sua famiglia, la sua casa, i suoi amici; ma il destino le aveva
regalato, nel momento in cui riaprì gli occhi dopo l’esplosione, la visione del
ragazzo più bello che avesse mai visto. Lì per lì, Luna aveva addirittura
pensato di essere morta e di avere davanti a sé un angelo.
Poi,
la consapevolezza si fece strada dentro di sé e altri forti boati la
riportarono immediatamente alla realtà.
Luna
aveva imparato a capire quanto Trunks fosse speciale soltanto a poco a poco.
Aveva
scoperto quasi subito che la sua intenzione era quella di eliminare i cyborg,
ma solo dopo averlo visto spiccare il volo e diventare improvvisamente biondo
aveva capito che lui qualche possibilità poteva avercela sul serio.
Non
ebbe subito il coraggio di chiedergli da dove derivassero i suoi incredibili
poteri. Già il fatto di essere ospite praticamente fissa di Bulma
Brief l’aveva messa non poco in soggezione. Certo,
della Capsule Corporation rimaneva poco o nulla, ormai; ma la fama che si
portava dietro quell’incredibile donna non sarebbe morta nemmeno con la
distruzione del pianeta.
Del
padre di Trunks, però, non aveva mai parlato.
Quelle
poche cose che Luna aveva saputo sul conte del principe Vegeta gliele aveva raccontate il suo ragazzo, senza però
che scendesse mai nei dettagli.
Lo
aveva capito: Trunks non era stato un figlio voluto.
Non
dal padre, per lo meno.
E
il peso di questa consapevolezza aveva macchiato di una perenne ombra scura il
volto pur sempre affascinante di sua madre.
«Hai
un figlio meraviglioso, Bulma. E anche tu lo sei. Ma
a volte mi chiedo se tanta bellezza, la bellezza di Trunks,
non sia un’eredità paterna, il segno tangibile e visibile di ciò che erano i
valorosi guerrieri saiyan. Tu non parli mai di
Vegeta. So che ti fa male farlo, ma vorrei capire cosa ha spinto una donna
brillante come te a finire tra le braccia di colui che tutti reputano un
assassino.»
Come
le fosse venuto in mente di porre una simile domanda, non lo sapeva neanche
lei.
La
verità era che ogni volta che Trunks andava a sfidare
i cyborg, Luna viveva col terrore che non tornasse, e la sua mente cercava
distrazione in pensieri contorti e, alle volte, abbastanza scomodi.
D’altra
parte, lei era sempre stata ammaliata da quel meraviglioso ragazzo dal
portamento virile e fiero e dallo sguardo penetrante e vagamente rattristato.
Per
assurdo, poi, durante i pochissimi minuti in cui lo aveva visto il giorno
prima, appena tornato dal suo viaggio nel passato, sembrava che Trunks fosse cambiato ulteriormente.
E
in meglio.
Una
muscolatura più accentuata, un incedere più sicuro, uno sguardo più virile.
E
felice.
I
suoi occhi trasmettevano felicità ed ebbrezza allo stato puro.
Vedere
il suo ragazzo in quello stato le aveva mandato il cuore in tilt; perché,
d’accordo, Trunks era bellissimo sempre, ma quando sorrideva in quel modo diventava l’emblema della
perfezione.
«Molti
credono che sia colpa del fascino del male. Non è vero. Vegeta aveva sofferto.
La sua esistenza era stata tutt’altro che facile, ma solo in pochi hanno avuto
il buonsenso di ragionarci sopra e di capirlo. Anzi, forse sono stata l’unica a
farlo. Ma non è bastato. Non è bastato a riplasmare il suo cuore e a renderlo
più malleabile ai sentimenti umani.»
«Ma
lui non era umano.»
«E
non lo sarebbe mai diventato. Ma io ero innamorata di lui e faticavo a guardare
in faccia la realtà. Avresti dovuto conoscerlo, sai? Avresti senz’altro capito
da dove deriva il fascino di Trunks. Non credere che
tutti i guerrieri saiyan fossero così. Ho conosciuti
altri uomini appartenenti a quella razza che non avevano un briciolo della
bellezza e della fierezza di Trunks e Vegeta. Ma loro
due hanno vissuto con la consapevolezza di essere stati usurpati entrambi della
loro libertà, di dover sottostare al volere e alla perfidia di qualcuno che
aveva tolto loro tutto ciò che avevano, o quasi. Vegeta ha reagito indurendo il
suo cuore, Trunks aprendolo il più possibile. Pur
nell’opposizione del loro approccio alla vita, hanno dimostrato di essere più
simili di quanto non credessi inizialmente, e ciò mi ha fatto male. Sono state
le avversità in cui sono vissuti a renderli così, dannatamente fieri,
sprezzanti e affascinanti; e quando un fiore trova la forza di sbocciare anche
in simili condizioni, contro tutto e contro tutti, sfidando il proprio destino,
non può che diventare il più forte e il più bello di tutti.»
Le
parole morirono in gola a Luna nel momento esatto in cui avrebbe voluto
proferirle.
Quanto
aveva amato quella donna l’uomo che l’aveva resa madre?
E
quanto doveva aver patito sapendo che lui non riteneva né lei né la creatura
che portava in grembo alla sua altezza?
Per
la prima volta da quando si conoscevano, Luna corse incontro a Bulma e l’abbracciò.
La
scienziata non le aveva mai fatto da madre, né era riuscita a costruire con lei
un rapporto più forte di un semplice affetto tra suocera e nuora; ma ciò che le
aveva appena detto aveva contribuito in modo decisivo a buttar giù quella
corazza che, nonostante gli anni e le tragedie che aveva vissuto, Bulma Brief non aveva mai fatto
definitivamente cadere.
***
Trunks
era tornato a casa così come era uscito.
Il
suo corpo non recava alcun segno della lotta appena conclusa, nonostante il suo
sorriso tradisse un evidente entusiasmo, indice di un successo.
Luna
l’aveva visto arrivare a piedi, mentre percorreva con lentezza quasi estenuante
il vecchio viale ormai sterrato che portava verso la Capsule Corporation.
«Ho
vinto» aveva sussurrato il ragazzo, mostrando il più bello dei suoi sorrisi e accogliendo
in un abbraccio le due donne della sua vita.
Bulma
piangeva di gioia e Luna faceva altrettanto, ma nessuna delle due ebbe la forza
di rompere quel momento chiedendo i particolari della battaglia.
Era
chiaro: tornare nel passato aveva fatto maturare Trunks
sotto ogni aspetto e il confronto diretto con Goku, Vegeta e gli altri
guerrieri che avevano tante volte cambiato il destino dell’umanità, aveva
segnato il giovane saiyan a tal punto da farlo
sembrare quasi un’altra persona.
Bulma
si era affrettata a preparargli la cena.
Avevano
mangiato tutti insieme, nonostante nessuno avesse poi chissà quale appetito, e
avevano riso tutti e tre, godendo, per la prima volta dopo anni e anni di
terrore, della meravigliosa sensazione che recava la pace.
«Si
è fatto tardi, e io ho bisogno di riposare.»
La
scienziata si era affrettata, appena terminata la cena, a lasciar soli i due
ragazzi.
Erano
giovani, belli e innamorati, e sebbene a lei non fosse mai toccato in sorte di
essere ricambiata in toto dall’unico
uomo che avesse mai amato, comprendeva benissimo la sensazione idilliaca che
nasceva in corpo quando, finalmente, si aveva l’opportunità di stare soli con
la persona amata.
Trunks
e Luna, dal canto loro, avevano capito, ed entrambi sorrisero con benevolenza
alla donna.
La
solitudine, in quel momento, era tutto ciò che ancora desideravano dalla vita.
I
due ragazzi non stavano insieme da
prima che Trunks compisse il viaggio nel tempo.
Entrambi avevano più volte temuto di non riuscire a vedersi mai più e ciò aveva
spinto entrambi a lasciarsi andare a un lungo abbraccio prima di fare l’amore.
La
loro era stata un passione consumata sul divano della sala da pranzo. Ad andare
nella loro stanza non ci avevano pensato minimamente: se c’era una cosa che
avevano imparato dalla terribile esperienza dei cyborg era proprio che non
bisognava mai temporeggiare per manifestare i propri sentimenti.
Il
tempo, in fondo, era più tiranno di quanto si potesse pensare.
Quel
lungo abbraccio continuò anche dopo la fine dell’amplesso, prolungando nei due
giovani i dolci piaceri dell’intimità. Luna si sentiva protetta tra le braccia
dell’essere più potente del mondo e sapeva che quella meravigliosa sensazione
sarebbe durata una vita intera.
La
loro vita.
Insieme.
«Prima
o poi mi dirai quanto è davvero cambiata la tua vita dopo aver salvato la mia?»
«Certo.
Lo farò nel giorno del nostro matrimonio.»
FINE
Angolo dell’autrice
Questa
OS nasce dalla volontà di mescolare assieme l’edonismo e la virtù.
Ovviamente,
un simile accostamento non sempre è facile – e felice – e molte volte si cade
nello stereotipo tipicamente cortese del bello
= virtuoso.
Ammetto
candidamente che è ciò che ho fatto con questa fanfiction.
Ho
voluto giocare sulla contrapposizione tra Bulma e
Luna, che si basa non solo sul diverso legame che hanno con Trunks,
ma anche sulle diverse esperienze di vita vissute e sulla differenza di età.
Proprio
per quest’ultimo motivo, ho voluto che la giovinezza di Luna spiccasse anche
nella sua non troppo opportuna domanda a Bulma sul
padre di Trunks e nella diversa concezione di bellezza che esprimono le due
protagoniste.
Luna
è ammaliata in tutto e per tutto da Trunks: ne
riconosce la bontà, l’eleganza, la fierezza, la prestanza e l’estrema bellezza.
Nel chiedere a Bulma se questa bellezza l’abbia eredita dal principe dei saiyan,
si riferisce propriamente all’aspetto esteriore del ragazzo. Bulma è una donna matura che, pur essendo ben consapevole
del gradevole aspetto fisico del suo splendido figlio, pone la questione in
maniera diversa, sottolineando come spesso il fascino di una persona derivi da
una serie di atteggiamenti che assume – portamento, incedere, sguardo – e che
tali atteggiamenti sono tipici di chi ha brillantemente superato delle terribili
avversità. Certo, a Vegeta poi è andata male, ma Trunks
ha ancora una vita davanti.
Spero
che la storia vi sia piaciuta e che non vi abbia annoiati, nonostante sia quasi
esclusivamente introspettiva.
Grazie
di cuore a Nede che, organizzando il contest cui
partecipa la storia, mi ha dato la giusta ispirazione.
Un
bacio a tutti,
9dolina0