Libri > The Maze Runner
Ricorda la storia  |      
Autore: newvt    13/10/2014    2 recensioni
[Dal testo]
"Il panico mi divora, si impossessa di me.
Non riesco a frenare il battito del mio cuore che accelera di secondo in secondo.
Lo sento nel petto, e desidero solo strapparmelo.
Io non voglio tutto questo."
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E' buio, freddo, e non so da quanto mi trovo qui.
Non so nemmeno dove sia qui.
Provo a ricordarmi qualcosa , navigo a fondo nella mia mente in cerca di un'immagine, un viso, un nome, ma niente.
Sono spaventata, non riesco nemmeno a inventarmi una risposta per stare meglio, è solo tutto nero come il posto in cui mi trovo.
Boom.
Un rumore metallico mi fa aprire gli occhi, mi riporta in questa terribile realtà che non voglio vivere.
Il rumore metallico si fa risentire, sempre più forte fino a sentirlo nelle ossa, provo ad alzarmi e mi scontro con una superficie dura, rigida e fredda.
"Dove diavolo sono!" urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni, il panico mi divora, si impossessa di me.
Non riesco a frenare il battito del mio cuore che accelera di secondo in secondo.
Lo sento nel petto, e desidero solo strapparmelo.
Io non voglio tutto questo.
La "scatola" di metallo in cui mi trovo si muove verso l'alto, sento che sto per morire e chiudo gli occhi aspettando che questo inferno finisca, cessi per sempre.
Boom.
Mi fermo, cazzo.
Sento delle voci lontane, non riesco a capire quello che dicono e non sono nemmeno sicura di volerlo sapere.
Una porta sopra la mia "scatola" si apre permettendomi di vedere la luce del sole dopo quelli che mi sono sembrati anni.
Vedo facce di ragazzi che mi osservano come se fossi un fenomeno da baraccone, e la cosa mi rende furiosa.
"Alby! E' arrivato il pivello. O forse è più corretto dire la pivella." urla un ragazzo.
Cosa?
Le domande iniziarono ad affollarmi la testa, di nuovo.
Un altro ragazzo dalla carnagione scura raggiunge la scatola, mi guarda con un'espressione sorpresa, sempre meglio degli sguardi che mi hanno dato i suoi amici, e senza pensarci troppo mi tira fuori da lì.
"Ragazza, come dobbiamo chiamarti?" dice spazientito.
"Non lo so, speravo me lo diceste voi dal momento che non mi ricorda assolutamente nulla." dico, veleno nella mia voce e rabbia nei miei occhi.
"Hey, pivellina, attenta a come parli, sono io che detto le regole qui." ribatte, acido.
"Allora, Alby ti chiami, no? Spiegami questa cosa, perché io non so cosa pensare. Per quale motivo sono qui? Cosa volete da me? E soprattutto dimmi per quale fottuta ragione non mi ricordo nulla. Ho sperato di morire in quella maledetta scatola infernale e..."
"E' l'Ascensore." mi interrompe Alby.
"Cosa, scusa?" dico confusa e infastidita per essere stata interrotta.
"Concordo con il maledetto e l'infernale, ma non è una scatola, è l'Ascensore."
"E a me che cazzo interessa? Sì Alby, vediamo se riesci a rispondere almeno a questa domanda." dico, sottolineando il suo nome con disgusto.
Un ragazzo alto e magro dai capelli color biondo cenere raggiunge il gruppo creatosi poco prima intorno alla scatola, o meglio, all'Ascensore.
"Sembrerebbe che la nuova arrivata sappia come tenerti testa, leader."
Leader?
"Sta' zitto, Newt, prima o poi capirà come si muovono le cosi qui nella Radura."
I ragazzi scoppiano in una sonora risata sincera, e io mi sento umiliata, in imbarazzo, presa in giro.
Credo di odiarli.
"E' una ragazza, Alby, non ci serve a nulla, è solo un peso, e porterà solo guai, lo sai." dice un ragazzo dai corti capelli scuri, con spalle larghe e voce grave.
Rettifico, sono certa di odiarli.
"Non lo so, Gally, non lo so proprio." ribatte Alby.
"Te lo dico io, vedrai, vedrai che la sua sfacciataggine..."
Gally viene interrotto dall'arrivo di un ragazzo alto e ben piantato dai tratti asiatici.
L'attenzione del gruppo ricade su di lui e iniziano a sommergerlo di domande di cui non mi interessa più di tanto, dimenticandosi della mia presenza.
Ne sono contenta, per quanto mi è possibile, e per la prima volta da quando sono arrivata nella Radura mi prendo un attimo per guardarmi in giro.
La prima cosa che mi colpisce sono le alte mura di roccia scura che ci circondano su ogni lato. Saranno alte almeno trenta metri e appaiono impossibili da scalare. Ci intrappolano.
Un senso di claustrofobia mi assale per poi lasciare spazio alla speranza una volta che noto un'apertura tra due muri.
Un'apertura, una via che conduce fuori.
"Minho, sono mesi che cerchiamo senza risultati, non c'è via d'uscita, vero?" sento Alby parlare col ragazzo asiatico, che mentre mi guardavo in giro si sono allontanati dal gruppo.
Le sue parole mi riportano alla realtà.
"Scusate, avete detto via d'uscita?" mi permetto di intromettermi nella conversazione anche se suonava abbastanza riservata.
"Sì, novellina, ma tu non ne saprai niente, almeno non fino a domani, se te lo meriterai." dice Alby chiaramente infastidito dalla mia presenza.
Alzo gli occhi al cielo, quel ragazzo è insopportabile.
"Sì, sicuramente. O forse potrei capire da sola, farei prima, e sarebbe un lavoro in meno per te." dico in tono di sfida.
Il ragazzo accanto ad Alby, Minho, mi s'avvicina con fare minaccioso.
"Non oseresti mai." dice, cercando di sembrare il più convinto possibile di quello che ha appena detto.
Lui e Alby, dopodiché, mi lanciano un'ultima occhiata truce per poi lasciarmi lì, sola.
Torno dagli altri ragazzi che ora sono occupati a tirar fuori casse di non so nemmeno io cosa fuori dall'Ascensore.
Mi presento davanti a loro e li vedo fermarsi, attendendo di sentirmi parlare.
"Voglio andarmene, le mura sono aperte, io qui non ci sto un minuto di più. Se voi siete così stupidi da voler restare qui sono affari vostri, ma non è il posto per me, e non voglio fare parte di voi."
Improvvisamente si zittiscono tutti, come se avessi appena detto una follia, mentre a me i folli sembrano loro, che hanno la possibilità di andarsene, ma rimangono qui.
Si guardano tra di loro e un momento dopo i loro occhi sono di nuovo su di me, mi sento terribilmente a disagio, imbarazzata, come se stessero scrutando ogni centimetro del mio corpo nudo.
Faccio un passo indietro.
"Non posso lasciartelo fare, pivella, non puoi..."
"Chi sei per dirmi cosa posso e cosa non posso fare? Si chiama libero arbitrio, non hai il diritto di fermarmi!" grido contro Newt prima che possa finire la frase.
Non m'interessa cos'hanno da dire, voglio solo tornare a... casa?
Improvvisamente mi sento soffocare dall'idea che non mi ricordo nemmeno dei miei genitori.
Credo che dovrei sentirmi male per questo, ma come posso sentire la mancanza di qualcuno che nemmeno ricordo?
"Ascolta, ragazza, ci siamo passati tutti. So come ti senti, so che ti senti in trappola, e sarà così per qualche giorno, ma ti ci abituerai, devi." Newt mi parla con una voce calma che mi da sui nervi, non lo sopporto, non sopporto più tutto questo, devo andarmene, non so dove finirò, ma ovunque è meglio che qui.
"No, Newt, non mi abituerò." dico con un filo di voce in modo che solo lui possa sentirmi.
Devo andarmene.
Posso.
Mi giro con uno scatto e inizio a correre il più velocemente possibile, voglio solo allontanarmi da questo incubo.
Sento grida, ragazzi che urlano cose che non sento per colpa del vento, cose che in ogni caso non mi interessa ascoltare, ho sentito fin troppo.
Arrivo davanti alle alte mura e rallento.
"Sono fuori ormai." penso.
Poi lo sento.
"Newt!" urla Alby.
Non faccio in tempo a girarmi che vengo scaraventata a terra da qualcosa.
Da qualcuno.
Newt mi tiene stretta circondandomi con le braccia impedendomi qualsiasi movimento, e io mi ritrovo a pensare a come sia possibile che un ragazzo tanto magro abbia una forza capace di immobilizzarmi completamente.
Odio quel ragazzo con tutta me stessa, mi ha vietato di andarmene, mi ha intrappolata qui con lui, con loro.
Voglio piangere, voglio sparire, voglio che tutto questo finisca, voglio morire.
"Scusa, piccola, non posso lasciartelo fare." mi sussurra il ragazzo mentre ancora mi stringe.
E improvvisamente ricordo.
"Victoria..." dico a bassa voce.
"Hai un nome bellissimo, Victoria."

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: newvt