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Autore: SheilaUnison    13/10/2014    3 recensioni
"La purezza non vince sempre". Inizia il sesto anno ad Hogwarts e tutti fremono all'idea...o quasi. Draco Malfoy, dopo esser salito sul treno, si ritroverà intrappolato in un vortice di sorprese ed imprevisti, di nome Hermione Granger. Cosa succederà?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Londra, binario 9 e ¾. Una ragazza dai lunghi e ricci capelli castani indossava orgogliosa la sua spilla da Prefetto, sfoggiando uno smagliante sorriso. Aveva appena finito di posare i bagagli nella cuccetta, quando qualcuno le sfiorò la spalla. Si voltò incuriosita.
«Ciao Hermione!» le disse un ragazzo dai capelli rossi almeno quanto le sue orecchie in quel momento. Indossava anche lui la spilla da Prefetto.
«Ciao Ron!» gli rispose, felice. Lui si avvicinò e la avvolse in un goffo abbraccio, poi la guardò nei suoi dolci occhi caldi.
«Ehm...- Ron si grattò la testa. - Allora, come hai trascorso quest'ultima settimana coi tuoi genitori?»
I due si erano scritti via gufo per tutta l'estate e si erano salutati una settimana prima, nell'attesa di ricominciare la scuola.
«Bene! È stato davvero piacevole: ho avuto tempo di rileggere tutto “Storie di Hogwarts” in due giorni! Il resto del tempo l'ho passato con i miei a visitare musei babbani. Ho imparato molte cose nuove...oh! - Hermione si portò la mano sulla fronte. - Dobbiamo fare la ronda nel vagone dei nuovi arrivati! Sbrighiamoci!»
Ron annuì e i due uscirono dalla cuccetta e iniziarono la perlustrazione, mentre il treno per Hogwarts iniziava finalmente a muoversi.
Hermione salutò Ginny, che stava parlando concitatamente con Dean Thomas, mentre Ron si limitò a lanciar loro un'occhiataccia, tossendo rumorosamente.
Più avanti trovarono Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, intento a parlare con Neville Paciock e Luna Lovegood. La ragazza bionda stava mostrando loro il nuovo numero del Cavillo e portava in testa un bizzarro cerchietto con due antenne, alle cui estremità erano infilzate delle caramelle Tuttigusti+1.
«Ciao ragazzi...cos'è quello?» chiese Hermione indicando la testa della Corvonero.
«Ciao Hermione! Questo è un Cerchietto Studioperfetto. Aiuta ad avere voti migliori durante l'anno, ma attenzione! Funziona solo se indossato il primo giorno di scuola! In realtà non ne ho bisogno, ho voti abbastanza discreti, però volevo fare pubblicità al giornale. Ne vuoi uno?»
Hermione sollevò un sopracciglio, lievemente irritata.
«No, grazie Luna. Preferisco studiare ed impegnarmi.»
In più la sola idea di indossare quel coso terrorizzava la Grifondoro. La sua immacolata reputazione sarebbe stata macchiata per sempre.
«Come preferisci!» rispose la Corvonero, sorridendo cordiale. Nella cuccetta calò il silenzio.
Decisa a sciogliere l'imbarazzo, Hermione disse:
«Andiamo, Ronald.»
Prese il rosso e uscì.
Non odiava Luna, anzi, per lei era una persona buona e coraggiosa, ma tante volte non riusciva a capire cosa le passasse per la testa.
Hermione diede un'occhiata fuori dai finestrini. Il paesaggio si stava facendo sempre più nuvoloso, mentre il treno si dirigeva verso Hogwarts.
I due Prefetti Grifondoro si diressero verso il vagone dei novizi, da cui proveniva un baccano sospetto.
Hermione ne individuò subito la causa: entrando intravide due teste rosse che torreggiavano su un gruppo di studenti che stavano ridacchiando tra di loro.
«Merendine Marinare a 10 zellini! Sconto speciale sulle Caccabombe per quelli del primo anno! Offerte speciali sui prodotti Weasley!»
Ebbene sì, i gemelli Weasley stavano facendo pubblicità ai propri prodotti, tentando di corrompere gli animi dei giovani studenti, in barba alle regole della scuola.
«Fred! George! Quello che state facendo va contro le norme scolastiche!» sbottò.
«Buongiorno anche a te Hermione! - rispose uno di loro, sorridendole. - Ci stavamo solo facendo un po' di pubblicità. È giusto che anche gli studenti appena arrivati abbiano accesso alla nostra mercanzia, altrimenti non avrebbero gli stessi diritti degli altri più grandi. Oh, come siamo generosi! Sono sicuro che il nostro fratellino vorrebbe comprarne qualcuna...non è vero, Ronnino?»
Ron Weasley diventò paonazzo e si passò una mano tra i capelli.
«Beh...» riuscì solo a dire, tenendo basso lo sguardo.
«Ron! Non farai sul serio! Se lo sapesse tua madre!- esclamò Hermione inviperita, guardando il suo amico. Uno dei gemelli sghignazzò. - Sì, parlo anche con voi! Anzi, tutte queste sono sequestrate! Forza, datemele.»
Un mugolio di disappunto uscì dalle bocche degli studenti, che iniziarono nolenti a consegnare i prodotti appena acquistati.
«Ci manderai in rovina! Sei crudele! Non pensi al nostro futuro? Dobbiamo mantenere noi stessi e i nostri fratellini!» si lagnò George.
Hermione lo fulminò con uno sguardo che non ammetteva repliche e con un colpo di bacchetta fece evanescere gli oggetti incriminati.
I gemelli sbuffarono e tornarono a sedersi ai loro posti. Nel frattempo la marmaglia di studenti si era sfoltita.
Il silenzio era tornato nel vagone ed Hermione osservò soddisfatta la propria opera. Non tollerava sgarri nemmeno dai propri compagni di Casa.
Tuttavia quella pace era destinata a concludersi in fretta: uno studente con la divisa di Serpeverde irruppe nel corridoio, urlando. Rischiò perfino di investire la signora del carrello che stava passando in quel momento a vendere i propri dolci.
Era molto basso, poteva essere del secondo o del terzo anno, e aveva capelli castani e occhi nocciola.
Si diresse trafelato verso i due Prefetti:
«Aiuto aiuto! I miei compagni più grandi hanno preso il mio amico e gli hanno versato del Whisky incendiario sui capelli e ora vogliono dargli fuoco!»
Hermione stava già per partire in quarta, ma Ron la bloccò con un braccio.
«Non mi fido dei Serpeverde.» le disse.
Un'espressione seria e preoccupata si fece strada sul suo volto.
«Per piacere! Stanno maltrattando il mio amico! Aiutatelo!» rispose lo studente.
«Andiamo Ron, non essere ridicolo. Questo ragazzo è davvero spaventato. Se fosse vero dovremmo andare a controllare che sia tutto a posto, ma anche se non fosse vero dovremmo assicurarci di scoprire cosa hanno in mente le Serpi.»
L'argomentazione sembrò convincere Ron, che s'incamminò con l'amica e il giovane studente verso il vagone dei Serpeverde.
In effetti, pensò Hermione, era strano che un giovane avesse corso per mezzo treno a cercare proprio loro, due Grifondoro. In ogni caso lei aveva tutte le capacità di difendersi e se fosse accaduto qualcosa di grave non avrebbe esitato a farlo sapere alla professoressa McGranitt, che avrebbe saputo dare una meritevole punizione ai colpevoli.
Giunti alla porta che li separava dal ''luogo del reato'', attraverso il vetro la Prefetta intravide un gruppetto di ragazzi che aveva circondato un Tassorosso dall'espressione terrorizzata.
La ragazza fece un cenno con la testa a Ron, che sfoderò la bacchetta, e insieme entrarono, seguiti dal piccolo Serpeverde.
Nel vagone scese una strana quiete. Qualcuno guardava loro, qualcuno guardava in alto.
C'era qualcosa che non andava.
Hermione provò a seguire lo sguardo di un Serpeverde e guardò in alto.
Dei barattoli sospesi in aria contenenti vernice si stavano inclinando minacciosamente verso le loro teste. Con prontezza di riflessi, in pochi istanti la ragazza estrasse la bacchetta dalla propria divisa ed esclamò:
«Protego!»
Per fortuna si salvò, ma Ron non fu altrettanto scaltro: il ragazzo, infatti, si ritrovò ben presto tinto di rosa confetto dalla testa ai piedi.
I Serpeverde a quella vista si sganasciarono dalle risate, lasciando perdere il Tassorosso per qualche momento.
Hermione si avvicinò, preoccupata, verso l'amico e fece svanire il colore con un tocco di bacchetta, poi si voltò furiosa verso le Serpi.
«Di chi è stata l'idea?»
Ovviamente nessuno rispose, anzi, continuarono tutti a ridacchiare allegramente, commentando l'accaduto. Lo scherzo era riuscito proprio bene.
«Preferite che vi tolga punti ora o che lo dica alla McGranitt?»
Hermione sperava di spaventarli con la propria autorità, ma un “Uhhhh!” generale si sollevò dal gruppetto, facendole saltare i nervi.
«Bravo Smith, ci hai portato i due Prefetti!» disse una voce familiare: Tiger, affiancato da Goyle, aveva appena parlato, per poi essere taciuto subito con degli “Shhh!” dai suoi compagni.
Hermione squadrò il piccolo Serpeverde a cui aveva appena prestato soccorso, in una muta domanda.
Una sua occhiata fu sufficiente a far confessare il ragazzino, che balbettò, guardando il pavimento:
«Avevano promesso di liberare John se gli avessi portato i due Prefetti Grifondoro...era davvero in pericolo!»
Esattamente come aveva sospettato. Ora bisognava solo capire chi era l'organizzatore di quella buffonata. La Grifondoro stava per chiedere di nuovo chi fosse stato, quando un'altra voce interruppe i suoi pensieri:
«Lascia perdere, Tiger. I Sanguesporco non hanno senso dell'umorismo. Granger, perchè tu e Lenticchia non ve ne andate e lasciate che mi occupi io di questa faccenda? »
Un ragazzo alto e magro si era scostato dai suoi amici, avanzando verso di loro. I suoi occhi erano di ghiaccio, la sua pelle pallida come la luna e i suoi capelli avevano il colore del sole quando è nascosto fra le nubi.
Draco Malfoy ghignò beffardo, guardando i due Grifondoro. Si aggiustò le maniche della camicia inamidata nell'attesa di una risposta.
«Allora? Non avete capito? Devo riformulare la domanda in modo che le vostre menti inferiori la comprendano?»
«Malfoy! Dovevo immaginare che ci fossi tu dietro questa storia! Cosa ti passa per quel cervello? Sempre che tu ne abbia uno...»
«Dovresti rinnovare il tuo repertorio di battute, perché sono penose. Comunque, tornando a noi, non solo io ho un cervello che funziona perfettamente, ma stavolta non c'entro proprio nulla. Non stupirti Granger: non tutti perdono tempo a perseguitare persone inutili. A dire la verità ero in bagno quando i miei amici hanno organizzato questo scherzo. Se non ci credi puoi sempre chiedere conferma a Pansy, che era in mia compagnia...» rispose e ammiccò alla ragazza, che ridacchiò eccitata.
Hermione, davanti a quella scena, arrossì violentemente.
«Sei disgustoso...non importa, tolgo lo stesso dieci punti a Serpeverde per questa burla idiota. Vieni, ragazzino. Ron, andiamocene.»
Il Tassorosso corse tra le braccia della ragazza, che aveva deciso di non punire Smith, perchè era stato obbligato a portarli lì. Il giovane Serpeverde rimase coi compagni, mentre i due Prefetti con il giovane appena salvato se ne andarono.
Nel frattempo, non visti, le Serpi si scambiarono delle monete.
Un'ingente somma di denaro finì nelle mani di Malfoy.
«Cavolo, Draco! Su chi avevi scommesso?» chiese Tiger.
«Solo su Weasley. Per quanto mi costi ammetterlo, Granger è troppo intelligente per farsi colpire da dei banali barattoli volanti, cosa che, invece, Lenticchia non è in grado di fare. E i fatti lo hanno confermato.»
«Ah, io solo sulla Granger, infatti non ho vinto nulla. Che sfortuna!»
Malfoy lo ignorò. Era piuttosto ovvio che uno con un cervello il cui unico pensiero erano i dolci non avrebbe mai racimolato soldi.
Si mise ad osservare il paesaggio circostante fuori dal finestrino, immerso nei suoi pensieri.
Dall'altra parte del treno Hermione e Ron erano riusciti a riaccompagnare il Tassorosso al suo posto tra i suoi compagni, poi si erano diretti dove avevano lasciato Harry, Neville e Luna.
Finalmente trovarono un po' di tranquillità e poterono fare conversazione con loro. Luna, poi, li lasciò e prese a offrire numeri del Cavillo in giro per i vagoni.
Il resto del viaggio proseguì in tutta calma. In un batter d'occhio arrivarono a destinazione. Il treno sbuffò e cigolò nella frenata.
Tutti i passeggeri uscirono frettolosamente dal treno. Harry, Ron, Neville ed Hermione, attenti a non perdersi, salutarono Hagrid, che stava radunando gli allievi del primo anno, intimiditi dalla sua figura possente, e si diressero verso le carrozze.
«Mi chiedo che fine abbia fatto Luna...» sbottò Neville, che sembrava un po' in pensiero.
«Di certo non si perderà!» esclamò Ron, buttandola sul ridere, ma Paciock non aveva l'aria di uno che volesse scherzare in quel momento.
Il rosso tacque e si voltò verso Hermione, che era parecchio silenziosa.
Non sapendo bene cosa fare in quella situazione imbarazzante, Weasley fece spallucce e procedette avanti, spedito. Si accorse allora di uno spettacolo famigliare che lo impressionò, nonostante tutti gli anni passati.
Finalmente all'orizzonte la figura dell'imponente castello si era stagliata all'orizzonte.
Erano tornati a casa.
Oltrepassato il Lago Nero, che rifletteva macabro le luci delle lanterne, la carrozza giunse al cancello, sorvegliato da Gazza.
Il vecchio guardiano guardava di sottecchi ogni studente che gli si profilava davanti ed eseguiva dei controlli sommari, sospettoso.
Superata la “dogana”, i quattro si diressero verso l'ingresso di Hogwarts, muti, godendosi l'emozione di ritrovarsi di nuovo tutti insieme e uniti.
I portoni erano già aperti e fiumi di studenti si stavano riversando nella scuola, in direzione della Sala Grande. Solo dopo cena avrebbero badato a portare in camera i propri bagagli.
«Chissà cosa dirà dirà il Cappello Parlante quest'anno...» osservò Ron, mentre lui e il suo gruppetto seguivano la folla di ragazzi.
Hermione si schiarì la voce.
«Probabilmente ci suggerirà di essere tutti uniti, ma con i Serpeverde è semplicemente impossibile intavolare un discorso civile.»
Erano tempi duri quelli, non solo a Hogwarts. Le rivalità tra Case apparivano davvero banali di fronte alla minaccia costante di omicidi e rapimenti misteriosi, che in quel periodo si ripetevano piuttosto frequentemente.
Come a confermare il clima cupo in cui il mondo magico stava vivendo, i quattro notarono che il cielo incantato nella Sala Grande si stava annuvolando sempre più rapidamente.
Avevano, inoltre, udito diversi studenti conversare  fra di loro sul perché i loro genitori erano stati riluttanti ad iscriverli ad Hogwarts quell'anno, poiché lo ritenevano un luogo pericoloso.
A quelle parole Ron, Hermione, Neville ed Harry si erano lanciati delle occhiate d'intesa e si erano seduti al tavolo dei Grifondoro in religioso silenzio.
Come previsto il Cappello Parlante invitò alla prudenza e al rispetto delle regole, invitò le quattro Case all'unità e alla fratellanza, poi si occupò dei nuovi arrivati.
Una ventina di ragazzini spauriti si avvicinarono e si accomodarono al tavolo dei Grifoni, che li accolsero con grande entusiasmo e calore.
Silente pronunciò il suo discorso, poi diede inizio alla cena.
Enormi quantità di cibo comparvero dal nulla sulle tavolate, tra lo stupore generale.
Durante la cena – che Ron gradì molto – Harry fece notare ai suoi amici che Malfoy li stava fissando.
Senza nemmeno voltarsi, Hermione gli raccontò cosa era successo nel treno.
«Malfoy è un idiota.» commentò Harry.
«Mmgià. Gli iffilerei tatte di quelle Pppallottole Puzziole nenla bossa...vorrei vedee che faccia faeebbe.» concordò Ron, mentre trangugiava un delizioso petto di pollo.
Scoppiarono tutti a ridere, non tanto per le Pallottole, ma per come il rosso aveva pronunciato il suo vendicativo discorso.
Continuarono a fare battute sui Serpeverde finché non ebbero finito la loro sostanziosa cena.
Si diressero, poi, verso la Sala Comune, salendo le capricciose scale che, da anni, li accompagnavano nel luogo di ritrovo dei Grifondoro.
«Patate lesse.» era la nuova parola d'ordine.
Era molto semplice da memorizzare, fatta apposta per i novellini che dovevano imparare a giostrarsi all'interno del castello.
Hermione la pronunciò una volta arrivati davanti alla Signora Grassa, ancora intenta ad esercitarsi nel canto, nonostante il clamoroso flop del terzo anno.
Voleva intrattenerli un poco per dimostrare loro quanto fosse migliorata, ma i ragazzi riuscirono a rifiutare l'invito con una scusa e ad entrare.
Una vampata di calore gli accolse.
Anche senza vederlo, sapevano già che il caminetto era acceso e scaldava l'ampia stanza a pareti rosso e oro.
Il vociare di sottofondo segnalava la presenza di altri studenti.
Harry si guardò intorno e individuò un tavolo libero a cui sedersi. Si abbandonarono sulle sedie.
Qualche istante dopo, un ragazzo paffuto ruzzolò nella stanza. Era Neville Paciock.
Era sparito alle loro spalle prima che entrassero nella Sala Comune e ora era sbucato fuori di nuovo.
In quel frangente brandiva una Gazzetta del Profeta e stava sudando freddo. Si bloccò al centro della stanza, poi, paonazzo, si guardò intorno e si diresse verso il Trio.
Semi-svenuto, si decise finalmente a parlare.
«Avete sentito? Un serial killer vaga per il nostro mondo a piede libero! È stato avvistato a Nocturn Alley proprio ieri!»
Ron gli strappò con noncuranza il giornale dalle mani e lo scrutò alla ricerca dell'articolo. Hermione si avvicinò, incuriosita.
 
DAN ARTELAN FUGGE ANCORA
Le forze del Ministero lo cercano senza sosta.
Dan Artelan è balzato alle cronache del mondo magico per i suoi numerosi omicidi. Finora ha ucciso nove vittime senza un motivo apparente e non è ancora stato catturato. Sembra che le sue vittime predilette siano ragazze adolescenti che si diverte a torturare e poi ad eliminare. Ha assassinato tre persone solo negli ultimi due mesi e, purtroppo, gli indizi sul suo modus operandi sono ben pochi.
Gli Auror non sanno dove possa nascondersi ora; quel che è certo è che si è sempre aggirato nelle zone limitrofe a Londra, il che ha ristretto il campo di ricerca. Le squadre del Ministero stanno pattugliando in ogni angolo per trovarlo.
Il Ministro invita a rispettare il coprifuoco e a non viaggiare mai da soli, soprattutto durante le ore notturne. Invita le streghe di qualunque età a farsi accompagnare da qualcuno mentre sono fuori casa.
L'assassino è alto circa un metro e ottanta, ha i capelli castani e gli occhi verdi, ma il suo segno peculiare è una cicatrice che gli taglia in due il volto.
Si offrono 500 galeoni a chiunque fornirà informazioni veritiere.
 
A fianco all'articolo c'era la foto dell'assassino, che aveva uno sguardo alquanto minaccioso: i suoi occhi sembravano lanciare fulmini al lettore.
Hermione, a quella vista, trasalì e decise di cedere il giornale a Harry, che lo afferrò, impaziente.
 Il Bambino Sopravvissuto diede una lettura veloce all'articolo e guardò i suoi amici, preoccupato.
In quel momento la severa figura della professoressa McGranitt irruppe precipitosamente nella stanza.
Calò un immediato silenzio e l'attenzione degli studenti fu tutta rivolta a lei.
«Attenzione, prego. Fate silenzio!...bene. Come certamente alcuni di voi sapranno, il famigerato omicida Dan Artelan sta vagando in queste terre proprio ora. Le difese di Hogwarts saranno ulteriormente potenziate, ma devo chiedere ai due Prefetti di svolgere il loro compito anche durante le visite a Hogsmeade. Certamente allora ci sarà anche il corpo docenti a sorvegliarvi, ma la prudenza non è mai troppa. - Ron sbuffò, mentre Hermione annuiva, approvando la decisione della professoressa. - So che ciò che vi chiedo è un grande sforzo, ma è necessario per la sicurezza di tutti.»
«Certamente, professoressa. Faremo come da lei richiesto.» rispose prontamente la Prefetta.
Il suo sguardo fiero lasciava trapelare l'orgoglio per l'incarico e la fiducia appena ricevuti. Avrebbe impiegato strenuamente tutte le sue forze per mostrare di essere degna del suo compito. Il fuoco della determinazione divampava nel suo cuore.
Al contrario, il suo compagno Prefetto sembrava un po' spaventato e si guardava intorno alla ricerca di conforto. Per fortuna Harry gli mise una mano sulla spalla e fece un cenno di rassicurazione con la testa, fin tanto che il rosso ebbe modo di calmarsi.
La McGranitt annuì e si congedò.
Una strana tensione era scesa nella sala. Tutti, soprattutto le ragazze, erano ormai consapevoli dei pericoli incombenti che gravavano sulla scuola. Nessuno, Hermione ne era sicura, avrebbe trasgredito le regole, perchè non era più tempo di ironizzare sulla situazione. La minaccia era quantomai seria e la paura avrebbe trattenuto gli studenti dal compiere atti insensati.
«Beh, Hermione, a quanto pare passeremo molto tempo insieme. Insomma, è pericoloso che tu vada in giro da sola.» balbettò Ron, avvampando.
«Grazie Ronald.» rispose la ragazza, non sapendo bene cosa dire. Le sue gote erano lievemente arrossite.
«Buo...buonanotte.» le augurò il rosso, salutò Harry e poi se ne andò nel dormitorio.
Hermione si accorse di tremare. Si diede mentalmente della sciocca.
Diede a tutti la buonanotte e girò sui tacchi, diretta al suo amato letto.
Arrivata, ci si sedette sopra, stanca.
Ginny giunse nella stanza e si rivolse a lei:
«Non mi piace questa storia del latitante. Sono preoccupata.»disse all'amica, dopo essersi messa addosso una camicia da notte azzurra.
«Neanche a me piace. Dobbiamo stare attente. Vigilanza costante! - esclamò Hermione, in una buffa imitazione di Malocchio Moody, mentre s'infilava il pigiama. La rossa sorrise. - Buonanotte Ginny.»
«'Notte Hermione!»
Hermione finì di vestirsi e si mise sotto le coperte, assaporando tutto il loro calore. Ebbe appena il tempo di pensare a quel criminale che il sonno la colse, donandole sogni tranquilli.


N.d.A.:scusate,non aggiornerò per un po',sono un po' impegnata in questo periodo.abbiate pazienza ^^
  
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